2 j >«"5^<^- - -. - -L ■lV· í--^,,'^. v4-í. L-»_»i - ,C?% ' -Xlr '-^ ■' JL. r - t. fc* . v-r·^v'- ^ ■^· r'jK:^->'C¡^-'cy Tj^ j<. BIBLIOTECA DELLE SCUOLE PROFESSIONALI L. VIOLA E A. DE-LUCIA IL SARTO MANCALE DI CONFEZIONE CORSO DI ISTRUZIONI PRO- FESSIONALI PER ALLIEVI SARTI :: :: :: :: TORINO - 1915 LIBRERIA EDITRICE INTERNAZIONALE Corso Regina Margherita, 174 - 176 PROPRIETÀ DELLÀ LIBRERIA INTERNAZIONALE Scuola Tipogràfica D. Bosco — S. Benigno Canavese (N. 802 - 2M). PREFAZIONE Il presente Manuale di confezione per abiti maschili, è dedícalo agli apprendisti in genere, e agli allied delle scuole professionali in ispecie. Essa non pretende sveláre arcani e segreti, tanto meno fare degli opérai sarti senza Vesercizio pratico, ma solo si propone di serviré di guida ai lavoratori delVahito. II desiderio di renderci chiari e concisi ci ha falto ahhondare in incisioni. Uopera è divisa in due parti: la prima, che va dal capo I all'VIII, contiene le nozioni e gli esercizi preparatori, fondamentali delVarte; la seconda, che si estende sino al termine, traita la confezione dei singoli capi di vestiario, dai calzoni agli abiti da società. Non tocca a noi rilevare il mérito di quest'opera, hensi al lettore imparziale, da cui attendiamo serení un giudizio; prometiendo d'acco- gliere con animo grato osservazioni e consigli, nel desiderio di farne tesoro per le successive eventuali ristampe. Ma non possiamo lacere il concorso che in quest'opera ci prestarono sarti esimi e maestri di taglio gih assai conosciuti e apprezzati nel nostra campo. Ira i quali ci è in particolar modo caro citare i Proff. Pietro Cenci e Gaudenzio Rota, nonche dell'amico nostra Domenico Panda- tichi, che ne curo la proprieth della forma e della lingua. A questi nostri colleghi e amici, che con tanto disinteresse coope- rano al progresso técnico dell'arte nostra e al bene delle scuole profes- iv il sarto sionali, ci è grato aitesiare qui puhhlicamente la nostra pih viva rico- noscenza. Nella fiducia che il presente laüoro riesca di qualche utilita ai nostri colleghi e ai giovani apprendisti, facciamo üoti che la nostra classe, sempre piu forte nel suo supere tecnico-professionale, possa rea- lizzare quei vantaggi economici e sociali che formano le sue piîi nobili aspirazioni. Gli Autori. INDICE DELLE MATERIE CHE SONO TRATTATE IN QUESTO VOLUME Pagina Prefazione 9. Gambale 10. CAPO I. Doppio gambale — Nozioni d'Igiene .. .. 1 1 1. Spianamaniche CAPO II. — Conoscenza delle cose 12. Guanciale e guancialino principan per V apprendimento del 13. Forma o testiera mesiiere 3 14. Patisci 1. Tavolo da lavoro e posizione da 13. Spugna tenersi ivi 16. Spazzola 2. Dell'ago 4 17. Punteruolo 3. Deiranello o ditale ivi 18. Agoraio 4. Come si deve tenere l e I 19. a- Arcolaio ago nello 5 20. Busti 5. Del filo in 21. genere ivi Attaccapanni 6. Cotone o filo da imbastire 22. .. 6 Taglia-occhielli .. 7. Filo o refe ivi 23. Gesso 8. Filo forte 7 24. Misura métrica o centimetro 9. Filo di seta ivi 25. Squadra 26. Riga CAPO III. — Utensili del mestiere 8 27. Doppio decimetro 1. Forbici e maniera di usarle .. .. ivi 2. Ferro da stirare CAPO IV. — Varie maniere di punti e modo di usarlo 9 3. Macchina da cucire 10 1. Punto a cavallo o punto a sopraífilo Pulitura giornaliera 12 2. Punto a imbastitura e filza .. Lubrificazione ivi 3. Punti lenti o segni di marca Smontatura della macchina .. .. ivi 4. Punto a zig zag o a spina .. Andamento della macchina .. .. 13 5. Punto addietro o a cucitura I fili ivi 6. Punto cieco II saltare dei punti 14 7. Punto a catena La rottura del filo ivi 8. Punto a occhiello La rottura dell'ago ivi 9. Punto a croce 4. Portaferro 15 10. Soppunto o punto a ribattitura .. 5. Fornelli o scaldaferri ivi 1 1. Impuntura 6. Presa 16 12. Sopraggitto 7. Del cencio ivi 13. La malpiana 8. Mezza luna 17 14. Rammendo e trapunto VI IL SARTO Pagina Pagina CAPO V. — Esercizi varí 46 b) Maniche con manopole finte, o con impunture a macchina .. .. 72 1. Degli occhielli ivi c) Maniche sfoderate 74 a) Occhielli all'Inglese ivi d) Maniche aperte con occhielli .. 75 è) Occhielli alla Francese .. .. 48 e) Maniche aperte con occhielli per c) Dell'attacco dei bottoni .. .. ivi veste talare 77 2. Dei rimessi 49 Rimessi linea 50 /) Maniche con paramano .. .. ivi a) su diritta .. .. Maniche órlate 82 h) Rimessi su linea curva .. 51 g) c) Rimessi su linea — concava .. .. ivi CAPO Vil. Preparazione delle mostré d) Rimessi su angoli relti .. .. 53 e modo di segnare le tasche interne 83 e) Rimessi su angoli smussati .. ivi a) Mostra a cucitura ivi /) Rimessi su angoli rotondi .. ivi b) Mostra a puntino 85 g) Rimessi su angoli acuti .. .. 54 c) Mostra a soppunto ivi 3. Delle codette o tiranti dei calzoni ivi d) Modo di segnare le tasche in- a) Tracciato ivi terne 92 b) Maniera di confezionare le co- dette con ripieno 55 CAPO Vlll. — Parie maniere di c) Maniera di confezionare le co- tasche 93 dette senza ripieno 56 1. Tasche dei calzoni ivi 4. Delle codette e tiranti del panciotto ivi Tasche verticali o tasche di flanco .. ivi d) Tracciato ivi Prima maniera ivi b) Maniera di confezionare le co-. Seconda maniera 96 dette del panciotto con ripieno 57 Terza maniera 97 c) Maniera di confezionare le co- Tasche verticali con filettatura .. 98 dette del panciotto senza ripieno ivi Tasche davanti od orizzontali .. .. ivi 5. Reggipancia, maniera di tracciarlo Prima maniera ivi e di confezionarlo 58 Seconda maniera 99 6. Fintina degli occhielli dei calzoni Tasche sul dietro dei calzoni .. .. 101 e modo di confezionarla ivi /. Tasche a toppa ivi 7. Colli o baveri e loro preparazione 60 2. Tasca con fintina 103 /. 11 colletto a sciallo 61 3. Tasca con passapeli 106 2. 11 colletto alla militare .. .. 62 2. Taschini del panciotto 107 3. 11 colletto in piedi 64 a) 1 taschini con pistagnino .. .. ivi 8. Dell'orlatura 65 ¿) Altra maniera di fare i taschini a) Orlatura su linea diritta .. .. 67 con pistagnino 112 é) Orlatura su di un angolo .. ivi c) Taschini del panciotto su stoffa c) Orlatura di un angolo ro- rigata orizzontalmente e vertical- tondo 68 mente .. 114 d) Orlatura su linea curva inarcata d) Taschini del panciotto con pi- e su linea concava ivi stagnini orlati 115 9. Del cordoncino e del suo attacco 69 3. Tasche interne delle giacche e de- ^PO abiti VI. — Delle 116 maniche .. .. 71 gli d) Tasche con passapeli formanti d) Loro forma e modo di metterle due piccoli cordoncini ivi in prova ivi h) Tasche con passapeli formanti INDICE DELLE MATERIE VII Pagina Pagina due rimessi della larghezza di una CAPO XII. — Delle giacche-.. .. 199 cucitura regolare 121 a) Giacca di tela con risvolti .. 200 c) Tasche sfilate ivi h) Giacca di tela con colletto chiuso 218 4. Tasche esterne per giacche ed abiti 123 c) Giacca di lana a un petto , .. 220 a) Tasche con due passapeli .. .. ivi d) Giacca di lana a doppio petto .. 243 ¿) Tasche con passapelo e finta .. 124 e) Giacca di lana a rimesso .. .. 246 c) Altro modo di confezionare le /) Giacca con orlatura 250 tasche con finta e passapelo .. 127 g) Prova della giacca 251 d) Tasche con finte ed orlature a CAPO XIII. — Vesti talari .. .. 252 cavallo 128 e) Tasche a toppa per abiti sfoderati 131 a) Veste talare tipo Romano .. .. ivi /) Tasche a toppa con finta e pas- ¿) Veste talare tipo Spagnolo .. 271 sapelo per abiti 133 c) Veste talare tipo Tráncese .. 275 g) Tasche a soffietto 134 CAPO XIV. — Mantelli e soprahiii 286 CAPO IX. — Dei calzoni .. .. 137 a) Mantello ivi Terraiolo romano a) Calzoni 289 regolari di tela ¿) .. .. ivi o da 290 b) Calzoni sacerdote regolari in lana 149 c) Soprabito pastrano .. .. a c) Calzoni alia Tráncese o all'Us- d) Soprabito doppio petto per sacerdote .. 297 sara 1 58 d) Calzoni a un .. ivi a campana 160 e) Soprabito borghese petto e) Calzoni da a corti con elástico /) Soprabito borghese doppio e con cinturino 300 o pistagna 161 petto /) Calzoni Mack-farlan o .. .. 301 con braghetta, pie- g) pipistrello con colo Ulster 309 ponte e gran ponte .. .. 163 h) g) Calzoni alia cavallerizza .. ..167 CAPO XV. — Giacche e soprahiti sporiiüi 310 CAPO X. — Della prova in genere 168 a) Giacca alia cacciatora ivi Prova dei calzoni ivi ¿) Giacca a sport con piegoni e CAPO XI. — Dei panciotti .. .. 170 claques 317 c) Giacca alia marinaia 320 d) Panciotto semplice 171 d) Soprahiti sportivi .. > .. .. 322 ¿) Panciotto a doppio petto .. ..181 c) Panciotto — doppio CAPO XVI. Ahiii a vita .. a petto .. 1)11 con giunta 186 a) Smoking ivi d) Panciotto a un petto con colletto 187 ¿) Abito a vita con falde .. .. 331 e) Panciotto chiuso con maniche ivi c) Tinanziera 348 .. /) Panciotto alia cacciatora .. .. 191 d) Marsina o coda di rondine .. 354 g) Panciotto orlato 196 e) Palamidone uso finanziera .. .. 362 K) Panciotto a smoking ivi Indice delle Tigure 365 í) Panciotto in prova 198 Indice Dizionario 372 CAPO I Nozioni d'Igiene. Non essendo tale materia di nostra competenza, riportiamo quanto scrive il Ghione nella sua Igiene Capolare ¿Moderna in riguardo ai sarti (1). " I sarti, specialmente gli adulti, vanno soggetti a malattie che pren- dono la loro origine dalle seguenti tre cause : la vita sedentaria, il pes- simo atteggiamento professionale e l'applicazione e tensione continua della vista. II lavoro sul panno rosso, sul giallo e sopratutto sul nero, aííatica gli occhi, epperciò i sarti devono lavorare il meno possibile sul nero colla luce artificíale ; lo stesso si dica de' colorí contrastanti, come il nero sul bianco, il rosso sul giallo. Lavorando essi sopra una sedia, o stando seduti colle gambe incrociate su d'una tavola, col corpo inclinato sull'og- getto da cucire, e tanto piîi piegati quanto piii hanno la vista corta, vanno soggetti a languidezza nella digestione, e vengono predisposti allé lombaggini, allé infiammazioni del midollo spinale, alie emorroidi ed a dolori di testa. Havvi differenza dallo star seduti sulla sedia alio stare colle gambe incrociate sul tavolo, e sebbene ne l'una nè I'altra posizione siano igieniche, tuttavia quest'ultima è la piii faticosa, la meno igienica eppure la piii adottata dai sarti in generale. Tanto in Inghilterra quanto in Francia il sistema di lavorare sul banco a gambe incrociate è addi- rittura generalizzato ; lo vediamo pure nel Piemonte; comincia a perdersi quest'abitudine verso la Lombardia, nel Veneto, e sopratutto nei paesi meridionali. Le cucitrici vanno soggette agli stessi incomodi che i sarti, poiche sí gli uni che le altre, giunti ad una certa età, si trovano colla vista indebolita, con la spina dorsale alquanto incurvata e colle membra infe- riori affievolite. I sarti prima di rattoppare o rimendare abiti indossati (1) Opera premiata con medaglia d'oro (Napoli 1900). I — Viola e De Lucia - II Sarta. 2 CAPO 1 da persone inferme, dovrebbero assicurarsi del carattere della malattia, qualora questa avesse avuto sintomi d'infezione, non dovrebbero toe- e care detti indumenti se non dopo che i medesimi fossero stati sottoposti alia disinfezione. Gli abiti da riparare ed appartenenti a persone di sana costituzione, devono essere puliti prima d'introdurli in laboratorio, per ragioni che stimo superfino accennare. 11 cucire gli abiti a macchina, l'imbastirli, il soppressarli, sono tutti lavori riservati ai piíi avanzati nel mestiere e che tornano loro salutari, perché li o.bbligano a romperé la incomoda posizione del cucire. Alie medesime interruzioni non vanno soggetti gli apprendisti, ai quali i capi-laboratorio dovrebbero intramezzare il cucire con altri facili lavori, ad esempio col disfare i punti delle imbottiture, ordinare il laboratorio, pulirlo, spolverarlo, far commissioni ecc. Ai sarti, sarte, cucitrici, converrebbe cangiare sovente posizione, in- terrompendo il lavoro, rizzare il tronco con energia, respirare profonda- mente e lavorare per quanto e possibile all'aria libera o con le finestre aperte, quando la temperatura esterna lo permette. Il laboratorio sia sempre ben rischiarato, abbondantemente arieggiato; si lavori il meno possibile alia luce artificiale, non tengasi la testa troppo vicina alia fiamma del gaz e del petrolio, e riparinsi da quella gli occhi. Quelli che eser- citano tale professione devono nutrirsi di alimenti non troppo stimolanti, far molto moto nelle ore libere, e nelle domeniche intraprendere lunghe passeggiate in campagna e di preferenza sulle colline ". Oltre a ció aggiungiamo alcuni consigli acquistati con la nostra espe- rienza: Per conoscere il grado di calore del ferro nello stirare, non si faccia mai uso di saliva, ma di acqua pulita, e si eviti sempre di sputare sul pavimento. Spianando qualunque lavoro col ferro, non si agisca mai col petto, ma sempre per forza di braccio, e si eviti di bruciare come- chessia cenci, specialmente di lana. Non si rompa il filo con i denti, e si eviti di tener aghi in bocea. Non si sollevi la polvere spazzando il laboratorio, e tanto meno si battano abiti nel medesimo a fine di spol- verarli; occorrendo ció si faccia fuori del laboratorio stesso. La massima cura poi si raccomanda nella pulizia personale, e nella propriété degli abiti, e non si smetta mai il lavoro senza lavarsi le mani; a tal uopo e necessario avere nel laboratorio lavandino e asciugamano. CAPO II CONOSCENZA DELLE COSE PRINCIPAL! PER L'APPRENDIMENTO DEL MESTIERE. 1. Tavolo da lavoro e posizione da tenersi. 11 banco o tavolo piíi usato nelle nostre scuole è quello che pre sentiamo qui nella figura 1. La posizione che deve tenere l'allievo nell'atto di cucire è questa: Seduto sul- la sponda del banco, ap- poggia un piede sulla ta- voletta (specie di mensola, che si trova un po' piíi sotto della metà del banco) ed accavalla una gamba sul- l'altra, non importa quale; l'importante si è che egli abbia la posizione piîi co- moda possibile (vedi fig. I ). Su questo tavolo poi si imbastiscono e si stirano i diversi lavori che si devono eseguire, ma di questo par- leremo a suo tempo. Un altro tavolo molto usato dai sarti di alcune re- gioni si è quello che pre- sentiamo nella figura 2 ; da Fig. I. Tavolo. Posizione da tenersi. non scambiarsi però con il tavolo grande che serve solamente per imbastire e stirare il lavoro Esso è un piccolo deseo quadrato. Sui piano del deseo si tengono gli arnesi necessari al la\oro; il piano del deseo poi ha un orlo rialzato, per impediré ehe questi arnesi ea- dano sui pavimento. Su eiaseuna delle quattro parti del deseo vi è 4 un eassetto, ed al fondo un regolo ehe serve per appoggiarvi i piedi. La posizione da tenersi nel- l'atto del eueire è la medesima di quella spiegata sopra, ad eeee- zione ehe inveee di sedere sui banco, l'operaio sta seduto su una sedia o seranna. Nei tempi andati era uso eo- mune ehe il lavorante sarto stesse Fig. 2. Altro lavolo da lavoro. seduto COU le gambe ineroeiate sui banco da imbastire o da stirare. Tale posizione incomoda, unita alla niuna o poca igiene degli am- bienti di allora, oltre a storpiare le gambe dei poveri sarti, produeeva loro delle malattie, ehe presto minavano la loro esistenza. 2. Dell'ago. L'ago è uno strumento d'aeeiaio, piccolo e sottile, con la punta acuta da una delle due estremità, e la eruna dall'altra, nella quale s'infila il filo (fig. 3). In commercio gli aghi si vendono in apposite cartine (fig. 4). Le cartine, al di fuori, oltre la marca di fabbrica ed il nome délia medesima, portano un numero progressivo dall'l al 10. Il numero distingue le diverse grossezze degli aghi, cominciando dal numero 1 che è il piîi grosso, sino al numero 10 il piîi fino; noi però siamo soliti adoperare gli aghi „ _ dal N. 3 al N. 7 seconde i di- ^ versi lavori che dobbiamo eseguire. ^ Gli aghi si sogliono distinguere per la loro lunghezza in tre catégorie: lunghi, corti, e tozzi; noi ge- neralmente però, adoperiamo questi ultimi, cioe i tozzi. 3. Dell'anello o ditale. L'anello, òssia il ditale (fig. 5), è un oggetto di métallo di forma cilindrica, tempestato tutt'intorno da tanti piccoli buchi chiamati butteri. CONOSCENZA DELLE COSE PRINCIPALI EGG. 5 nei quali si appoggia I'ago per spingerlo in avanti. In fondo poi ha un piccolo cerchietto che impedisce all'ago di sdrucciolare sul dito. L'anello si mette al dito medio delia mano de- stra. Nei primi giorni, quando l'allievo comincia a cuche, e usanza comune di legare il dito in cui si mette l'anello, afílnchè quello prenda la piega necessària. 4. Come si deüe tenere Vago e l'anello. L'ago va tenuto col dito pollice e indice delia mano destra, la punta rivolta all'insîi, la cruna guardante la palma della mano. La maniera di tenerlo fra il pollice e l'indice è la medesima di chi abbia in mano una presa di tabacco o di polvere, che stringe per non sfuggire. Fig. 4. Carla da aghi. MlasciarLlaa punta dell'ago deve oltre- passaré il pollice e l'indice di un centimetro o poco piíi. Quando si ha Fig. 5. Ditale. da cucire e ne- cessario anzitut- to infilar l'ago, e mettere l'anello come abbiamo già spiegato. 11 dito medio nella posizione del cucire deve essere incurvato ver- so la palma della mano e appog- giare al dito indice, per trovarsi pronto a spingere l'ago (fig. 6). 5. Del filo in genere. 11 filo si ritrae dalla filatura del cotone, della lana e della seta ; esso e torto a due o tre fili insieme, e forma ció che Fig. 6. Come si deve tenere l'ago e l'anello. noi chiamiamo filo di cotone, di lana o di seta. 11 filo, di qualunque qualità esso sia, e messo in commercio nei tre modi seguenti: in rocchetti di legno, in tubetti di cartone e in 6 CAPO II matasse. In tutti e tre i modi il fabbricante, oltre mettere il numero e la marca di fabbrica, mette sulle scatole contenenti il filo, o sui roc- chetti, anche il titolo del filo, espresso per numero, (per titolo s'intendono le sue diverse grossezze) e la quantità del filo contenuto sia nei rocchetti, come nei tubetti. Il titolo del filo comincia dai numeri bassi (filo grosso), e sale progressivamente. Per regola generale noi adope- riamo il filo N. 30 e 40 per cucire a mano e a mac- china, e il filo dal N. 12 al 20 per attaccare i bottoni. Riguardo poi alla quantità del filo contenuto in ciascun rocchetto ecc. si usa in generale la misura métrica op- pure la yard inglese che equivale a m. 0,91438. 6. Cotone o filo da imbastire. 11 cotone o filo da imbastire è il prodotto delia rig. /. Cotone o tilo ^ , • i i per imbastire. pianta omonima, ossia del cotone. Esso h bianco, torto a due fili, ma greggio, ossia non ha che la lavorazione strettamente necessària (fig. 7). 7. Filo o refe. Figg. 8 e 9. Refe. Quello che noi chiamiamo filo grosso e fine è un composto di fibre di lino od anché di canapa. Esso e ritorto a tre fili (figg. 8-9). CONOSCENZA DELLE COSE PRINCIPALI EGG. 7 8. Filo forte. Il filo forte o filo setificato è come il refe composto di fibre di lino o di canapa, e per mezzo di preparati chimici acquista quella luci- Fig. 10. Filo forte. dezza che lo fa sembrare seta: anch'esso è ritorto a tre fili (fig. 10). 9. Filo di seta. II filo di seta è estratto dal bozzolo del filugello, e, dopo varie ope- razioni, viene messo in commercio in matasse o rocchetti. Anch'esso e torto a tre fili, e ve n'ha del grosso e del fine. La seta piíi fine (fig. 11), serve per cucire a mano e a macchina; la piíi grossa (fig. 12), detta anche cordonetto, serve a fare gli occhielli. Fig. I 1. Seta fina. Fig. 12. Seta grossa. CAPO m Utensili del Mestiere. 1 Forbid e maniera di usarle. . Le forbici sono uno strumento che serve per tagliare. Esse sono composte di due lame di acciaio, che si riscontrano nel taglio, incrociate e imperniate nel mezzo da una vite. In basso hanno due anelli detti anche bran- che o impugnatura. Le forbici sono di varie dimensioni, piccole, mezzane e grandi. Le piccole e mezzane Fig. 13. Forbici all'inglese. sono per lavoranti, le grandi per tagliatori. Ve ne sono di forma comune dette all'Inglese (fig. 13), e di forma Americana (fig. 14). Le forbici piccole si adoperano mettendo il dito pollice e medio delia mano destra nei due anelli e facendo accavallare il dito indice sotto le medesime. Quando si deve disfare un lavoro, si possono adoperare tenendole Fig. 14. Forma americana. vicino alla punta fra il pollice e l'indice délia mano destra. Le forbici medie e quelle grandi hanno gli anelli uno différente dall'altro, cioè UTENSILI DEL MESTIERE 9 uno grande e raltro. piccolo. Neiranello piccolo s'introduce il dito pollice dalla mano destra, e nell'altro più grande il medio e il mignolo; l'indice poi si accavalla di sotto, come nelle altre forbici. Le forbici di forma americana si distinguono dalle altre per un pic- colo piede posto sotto l'anello più grande dell'impugnatura, e questo è per comodità del tagliatore, af- finche nel posare le forbici sul banco all'atto di tagliare, più fa- Fig. 1 5. Forbici taglia-occhielli. cilmente possa andaré diritto, Vi sono anche forbici speciali che servono per tagliare occhielli senza rotondo. Le diverse lunghezze dell'occhiello che si desidera tagliare si ottengono rallentando o stringendo la vite che e al fianco o nel mezzo delle medesime (fig 1 5). 2. Ferro da stirare e modo di usarlo. 11 ferro da stirare è un utensile di ghisa e si usa caldo. Si fa scaldare mettendolo direttamente sul fuo- CO o appoggiandolo su di una lastra arroventata. Fig. 16. Ferro da stirare. Vi sono diverse forme di ferri, ma la più usata è quella che qui presentiamo (fig. 16). Vi sono anche ferri a fuoco interno, ferri riscaldati a spirito ed a elettricità, e di questi presentiamo le figure 17-18-19. Per conoscere il grado di calore che ha il ferro, si usa far cadere sul piano alcune goccie d'acqua; se queste goccie scorrono lentamente è segno che il ferro non è abbastanza caldo; se scorrono sul piano filando come l'olio, il grado del calore è suficiente per stirare una cucitura e spianare un lavoro qualsiasi. Se invece le gocce d'acqua scor- roño precipitosamente è segno che il ferro è molto caldo, o, come diciamo Fig. 17. Ferró a fuoco interno, in gergo professionale, " brucia ", e con tale grado di calore si può togliere il lucido. E cosa molto im- portante e difficile saper usare il ferro e perciò richiede molta precauzione. Molti allievi, ed anche opérai, non vi dánno la dovuta importanza. 10 CAPO III Come pill sopra abbiamo dette, per ispianare una cucitura o altre lavore, il ferre nen deve essere treppe calde, perche si andrebbe a rischie di bruciare il lavere, o per le meno di abbrenzarlo. Nelle spianare cuciture si abbia l'avvertenza di inumidirle un peco con una spugna inzuppata in acqua pulita. Aíïinchè una cucitura sia ben stirata o spianata è ne- cessarie che l'erle delia me- desima resti schiacciate in sulla steffa settestante. Come pure nello spia- nare un lavere si usi l'av- vertenza di mettere tra la steffa e il ferre un cencie asciutte, bagnandele sole di tratto in tratte con la spugna. c- • ,ft c Stirare non vuel dire bat- rig. lo. retro a spirito. tere, ma bensî premere con forza del braccio e nel tempe medesimo far scerrere il ferre. Per tegliere il lucide, come sepra abbiame accennato, eccerre che il ferre sia melte calde. Oltre a queste, per tegliere il lucide, è ne- cessario aver un cencie bagnate. Fer cencie bagnate intendia- me un cencie inzuppato nell'acqua e quindi strizzato ben bene, fa- cendevi uscire la maggier quantità d'acqua pessibile. Queste cencie si distenderá sul punte e sul la- vere che si vuel slucidare, e quindi le si sfiera col ferre. Tolto pei il ferre e il ^ cencie, ~ • ' Fig. 19. rerro eiettrico. si preme bene cel dorso delia spazzela, percuetende con la medesima nel punte slucidato, per farne uscire tutto il vapore acqueo prodotto dal ferro e dal cencio bagnate. 3. Macchina da cucire (fig. 20). Non e nostre compito fare la steria della macchina da cucire, essen- UTENSILI DEL MESTIERE II dovi già dei libri che ne trattano di proposito. Tra gli altri citiamo quello dell'ingegnere Alfredo Galassini intitolato : Macchine da cucire e da ricamare, edito dalla casa Hoepli, e dal quale ricaviamo quanto segue: " Ogni macchina è provveduta di un'istruzione a stampa, nella Fig. 20. Macchina da cucire. quale sono indicate le principali norme da seguire per metiere a posto I'ago e la spola, per collocare i fili e regolarne la tensione, per dar I'olio allé parti che ne hanno bisogno, per fare uso degli orlatori, delle guide speciali ecc. Senza entrare in tali particolari, che variano da macchina a macchina, credo conveniente ricordare ora alcune norme generali per tenere e condurre una macchina da cucire. Prima norma e di attenersi scrupolosamente a quanto prescrive la istruzione. Si ri- cordi che la macchina da cucire è una macchina di precisione; che il 12 CAPO III lavoro che essa compie è delicatissimo, e basta un nonnulla per alte- rarne il regolare funzionamento, e quando a noi pare che la macchina faccia la capricciosa, ció dipende certamente dall'essere qualche cosa fuor di posto e il piîi delle volte basta attenersi all'esatta osservanza delle norme prescritte per fare andaré la macchina benissimo. Pulitura giornaliera. — II mantenere la macchina in perfetto stato di pulitezza è condizione essenziale pel suo buon funzionamento. Quando la macchina non lavora si tenga sempre coperta e chiusa in modo da non lasciar entrare la polvere. Ogni volta che si scopre una macchina per lavorare, non si tra- lasci di fare una breve pulitura, spolverando tutto il meccanismo con un cencino, togliendo con uno stecchetto di legno duro o una spilla di ottone, la polvere prodotta dal filo e dal tessuto, la quale si infil- tra specialmente attorno al premistoífa e nel canale della spola. Lubrificazione. — La macchina dev'essere sempre ben lubrificata in tutte le parti che sono soggette a sfregamenti, ma non in modo eccessivo; basta lasciar cadere soltanto una o due goccie d'olio nei fori praticati espressamente e indicati nella guida. Si ricordi poi di non usare altro olio che quello cosí detto da macchina; cioe olio pre- parato espressamente per tale scopo. Se la macchina è dura ció e dovuto al rapprendersi dell'olio, ed alia morchia che esso forma colla polvere. L'usare olio di cattiva qua- lità e lubrificare troppo abbondantemente, accelerano I'indurirsi della macchina, specialmente se la si lascia in riposo. Per togliere simile inconveniente si tenga pronto un secondo oliatore pieno di petrolio, e si versino 5 o 6 goccie di petrolio negli stessi fori che servono per oliare e dovunque si veda un deposito di morchia, e nello stesso tempo si faccia andaré la macchina a vuoto. Quindi o si lascia la macchina in riposo alcune ore, richiedendosi un certo tempo, perché il petrolio penetri e sciolga il grasso, ovvero, toltone l'eccesso con un cencino, per non imbrattare il lavoro, si cucisca liberamente, ripetendo ogni tanto (ad ogni ^/, ora circa), la lubrificazione con petrolio, fintanto che la macchina sia divenuta teñera. Ottenuto ció si pulisce accuratamente la macchina togliendo tutta la morchia che il petrolio ha sciolta e tra- sportata fuori, poi si fa la lubrificazione sólita con olio da macchina. Smontatura della macchina. — Se per far meglio la pulitura o per altra ragione occorre smontare qualche parte della macchina, si ponga la massima attenzione nel mettere i singoli pezzi, anche apparentemente uguali, esattamente al loro posto, per esempio, ogni vite nel suo foro. UTENSILI DEL MESTIERE 13 Dovendosi procederé alla smontatura completa delia macchina, bi- sogna afíidarla ad un abile meccanico, non essendo prudente che l'al- lievo osi farlo da se. Di regola generale però è bene non smontare alcuna parte délia macchina se non in casi eccezionali e il piîi rara- mente possibile. Andamento delia macchina. — Prima di usare la macchina, si ponga mente che essa non abbia un piede sollevato dal pavimento, non traballi, o non sia in posizione contorta o sforzata, ma posi natural- mente ed esattamente in piano. Un movimento regolare ed uniforme del pedale, o del motore, sono indispensabili pel buon funzionamento délia macchina; l'andare ora celere, ora lento, con bruschi cambiamenti di velocità, dá luogo a cuciture irregolari, ed a probabili rotture del filo, dell'ago, a punti mancanti ecc. Perciò è bene che l'allievo si renda padrone del movimento del pedale prima di accingersi a cucire stoffe. La maggiore attenzione deU'allievo però va rivolta agli organi ope- ratori: ago, spola, o gancio afferratore, fili e avanza-stoffa. L'ago va collocato nell'esatta posizione indicata dall'istruzione ; ogni spostamento impedisce di cucir bene; deve passaré esattamente nel mezzo del foro delia placchefta dell'ago. La spola, o il gancio afferratore, devono passaré rásente all'ago, cioe sfiorarlo toccandolo leggermente, ma senza urtarlo ne obbligarlo ad inflettersi. L'incontro fra l'ago e la spola deve avvenire quando l'ago ha cominciato a salire, ma non e ancora giunto colla cruna all'altezza délia punta delia spola o del gancio. La grossezza dell'ago dev'essere proporzionata a quella del filo; la quale rispondenza si osserva troppo di rado. Un ago sottile si può rompere fácilmente, o può far strappare il filo. Un ago troppo grosso può essere cagione che si saltino dei punti. I filí devono essere da macchina, cioè di buona qualità, perfetta- mente cilindrici, senza irregolarità alla superfice. La loro tensione va regolata con tutta esattezza. Si osservi però che ci interessa non tanto la tensione assoluta, quanto la relativa. Acciocchè l'intreccio dei fili si formi a metà spessore délia stoffa, basta che la tensione dei fili sia perfettamente uguale nell'istante in cui si serra il punto. Si può quindi far uso di tension! diverse ed e bene che l'allievo sappia evitare le tension! troppo deboli, che dánno un'impuntura floscia, e le tension! troppo fort!, che sono causa di rottura fréquente del filo, ed otterrà ció col manovrare, ove occorra, oltre al tenditore del filo superiore, anche quello del filo inferiore, il che si fa troppo di rado; alcune 14 CAPO III macchine recenti, come la nueva Wilson, la lunker eco. permettono di regolare anche la tensione del filo inferiere con tutta facilita e age- volezza. II saltare dei punti può dipendere da varie cause, fra le quali ecco le principali: 1. Dall'essere l'ago sproporzionato per rispetto alia grossezza del filo; in tal caso la boccola inferiere si forma male e la spola non può aíferrarla. 2. Dall'essere l'ago mal posto, cioe o girato colla lunga scana- latura al contrario, owere troppo corto o troppo lungo. 3. Dal non passaré l ago a contatto della spola, sia per essere mal collocate, sia per essere incurvato. Si raddrizza, o meglio, si cambia. 4. Dall'essere la spola o il gancio afferratore smussato sulla punta. Bisogna fargli rifare la punta. La rottura del filo ha per cause principali: 1. Usare un filo irregolare o poco torto, cioe non da macchina. 2. Esercitare una tensione eccessiva sul filo; in tal caso conviene allentare alquanto il filo della spola. 3. Usare un age troppo sottile, ovvero colla cruna difettosa. Colla punta di un age comune si tolgono gli spigoli della cruna. 4. L'avere voltato a rovescio l'ago. 5. Essere il foro della placchetta dell'ago troppo piccolo, ovvero slabbrato ed aspro, per molti colpi ricevuti dall'ago. Si cambi la plac- chetta o se ne liscino i bordi con uno stecchetto coperto di carta sme- rigliata. 6. Presentare la spola spigoli vivi o irregolari sulla superfice. Biso- gna toglierli. La rottura dell'ago può provenire: 1. Dall'essere l ago mal collocato o incurvato, in guisa da passaré vicinissimo ai bordi del foro della placchetta, o da venir urtato dalla spola o dal gancio afferratore ; in tali condizioni basta uno spostamento minimo, perché, battendo sulla placchetta stessa, l'ago si rompa. Si metta a posto. 2. Dall'essere un ago sottile con un filo grosso. Si proporzioni se- condo dice l'istruzione. 3. Da una cattiva condotta del lavoro; se l'allievo, anziche lasciare funzionare liberamente il trasporfatore, tira la stoífa in quel senso, fa- cilmente l'ago batte o sulla placchetta dell'ago o vien rotto dalla spola. Si guardi di non far ció. Osservando queste rególe generali, oltre a UTENSILI DEL MESTIERE quelle che riguardano ogni singóla macchina e che solo la pratica può insegnare, si riuscirà a conservare lungamente e a far funzionare a do- vere la propria macchina A quanto dice l'ingegnere Galassini aggiungiamo alcune norme per la buona riuscita del lavoro. La cucitura ordinaria si efíettua a 6 mm. dal limite del lavoro, però se la stoffa tende a sfilarsi si può fare la cucitura piîi larga; in qualunque caso, sia che si debba fare una cucitura su di una linea diritta, concava o curva, va sempre fatta ad ugual distanza dal limite della stoffa, hadando di conservare l'andamento della linea come fu fatta dal tagliatore. Non si cucisca mai con aghi spuntati, e i punti non siano troppo corti, massime nel cucire fodere, panni e merinos, perché si andrebbe a rischio di tagliare la stoífa; la massima attenzione poi si raccomanda nell'impuntire, cioe passaré i puntini al bordo del lavoro. II puntino é come la cornice del lavoro; se il quadro è perfetto e la cornice e mal fatta o fuor di squadra, questa diminuisce di molto la bellezza e il pregio del quadro. Lo stesso dicasi dell'impuntura. Perciò chi non ha abbastanza occhio per questo, e massime ai princi- pianti è consigliato l'uso delle guide. Quando nel bordo del lavoro devonsi passaré due puntini, il primo va passato piîi in cima possibile, e per ben riuscire a questo occorre un ago fine. I fili poi del cucito devono essere fermati con l ago, dove il cucito risulta all'esterno, e con il nodo dove questi risultano aU'interno. 4. Portaferro. II portaferro è un oggetto che ser- Fig. 21 . Portaferro. ve a deporvi il ferro quando e caldo, perché, mettendolo direttamente sul banco, questo brucerebbe. Esso ha pressappoco la forma del ferro, ma é sempre un pochino piíi grande del ferro medesimo (fig. 21). 5. Fornelli o scaldaferri. 11 fornello o scaldaferri é un arnese di ghisa, che serve per far scaldare i ferri; può essere aliméntate con carbone o con legna 16 CAPO m (figg. 22-23). Vi sono anche fornelli alimentati a gaz e di questo pre- sentiamo la figura 24. Figg. 22 e 23. Scaldafeni. 6. Presa. La presa e quell arnese che serve a prendere il ferro caldo; ha forma ovale ed è di stofía (fig. 25). 7. Del cencío. II cencio è un pezzo^ di tela che si usa mettere tra il ferro e il lavoro; lo si adopera bagnato o asciutto a seconda dei lavori da stirare Fig. 24. Scaldaferri a gaz. O slucidare. Giova qui rammentare che, stirando a secco un lavoro, devesi sempre adoperare il cencio asciutto, inumidendo solo di tratto in tratto il cencio con la spugna. Esso s'adopera anche per bagnare le stoífe prima di tagliare gli abiti. UTENSILI DEL MESTIERE 17 8. Mezza luna. Chiamasi cosí per la sua forma. Essa serve per stirare i petti delle giacche, dei panciotti, le cu- citure e i colletti ; essa serve poi principalmente per stirare il lavoro quando è ñnito. Ve ne sono di diverse dimensioni, ma le piü úsate misu- rano cm. 60x30 e cm. 7 di spessore (fig. 26). 9. Gamhale. Pi^ 25. Pr^a. L'origine del gambale è un po' strana ; l'in- ventore, un francese, dopo averio fatto, lo vendette per sei franchi, (six francs) e dal suo prezzo ne trasse il nome (sifran). Crediamo opportune, con termine italiano, chiamarlo gambale, dalla forma délia gamba che anche in quaiche modo rappresenta, e perche si suole Fig. 26. Mezza luna. pig. 27. Gambale. adoperare massimámente per stirare le cuciture dei calzoni (fig. 27). 10. Doppio gamhale. Sono due gambali piîi stretti, u iti mediante una traversa la quale (fig. si 28), adopera a spianare le cuciture delle spalle, del giro ascel- lare, quando queste cuciture si deb- bono aprire con il ferro. 1 1. Spianamaniche. Dal nome ne possiamo argüiré c- ->q • p ^ t Mil doppio 1 gambale. uso. L^est utensile ha la sagoma di una manica dalla parte del gomito. Si possono cosí stirare le eu- citure delle maniche senza sformarle (fig. 29). 2 Viola e De Lucia - Il Sarlo. 18 CAPO III 12. Guanciale e guancialino. II guanciale ha la forma di cuscino, ma è molto piîi grande del guancialino e serve a togliere il lucido al diritto del lavoro (fig. 30). 11 guancialino ha forma di un pie- colo cuscino, e anch'esso serve per togliere il lucido sul diritto del la- voro. E come il precedente a di- Fig. 29. Spianamaniche. mensioni ridotte, avendo una parte di pill sino a metà per introdurvi la mano, e adoperarlo cosí con maggior comodità, non potendo il cu- scino grande penetrare nelle parti più strette. 1 sarti di primissimo ordine slucidano i loro lavori pezzo per pezzo, di preferenza sul guancialino. E vero che v'impiegano piü tempo e si stancano di piü, ma però hanno il van- taggio di non spostare il lavoro, come moite volte avviene sul guanciale. 13. Forma a testiera. La forma o testiera (fig. 31) è di for- ma ovale e di noce: ha 10 cm. di Fig. 30. Guanciale. spessore alla base. Essa serve per sti- rare i punti piü curvi di qualunque indumento; oltre ai sarti serve anche ai cappellai. Tutti questi diversi arnesi per stirare devono essere di noce o di legno forte, affinchè possano nell'impiego del loro uíficio resistero al- l'azione del ferro caldo e all'umidità che esso produce. 14. Patisci. 11 patisci e un pezzo di stoífa o di fustagno che si usa mettere tra il lavoro e il banco, ovvero tra il Fig. 31. Forma testiera. Lvoi o c la foiTOa chc adopci iamo pci' stirai c ; tutto o questo per impediré che il lavoro abbia da rite- nere l'umidita prodotta sul legno dal ferro caldo. 15. Spugna. La spugna e una sostanza leggera e porosa proveniente da un zeo- UTENSILI DEL MESTIERE 19 fito marino (1). Essa trovasi attaccata a rocce sottomarine nelle regioni calde. Oltre ad essere leggera è anche elástica, e fácilmente assorbe e ritiene l'acqua o altri liquidi. Dal sarto è usata per inumidire cuciture e lavori da spianare, evitando cosí l'uso delia saliva, cosa contraria allé pill elementari regola d'igiene. 16. Spazzola. La spazzola (fig. 32) è forma- Fig. 32. Spazzok. ta da tanti filettini di setole, di saggina, o altro, disposti ordinatamente su di un'asse di forma rettangolare. Fig. 33. Punteruolo. Fig. 34. Agoraio. II dorso delia spazzola è ricoperto di un'altra assicina ben liscia. II sarto usa la spazzola per ripulire e siucidare gli abiti, e si adopera nella maniera già spiegata. Le spazzole che si usano per siucidare, di preferenza devono essere di setola non troppo dura, avendo il dorso incurvato. 17. Punteruolo. È facile capiré che esso serve per dare bella forma al foro deU'occhielIo mentre si confeziona. Può essere d'osso, di legno, e di metallo (fig. 33). 18. Agoraio. L'agoraio (fig. 34) è un astuccio rotondo, di Fig. 35. Arcokio. legno o di altra materia, in cui si tengono gli aghi. Esso risulta formato da due boccioli che per un certo tratto en- trano I'uno nell'altro con batiente. (l)Zeofiti: Animali invertebrati, molluschi, le cui forme richiamano quelle delle piante, (corallo, spugna, medusa). 20 CAPO III 19. Arcolaio. L'arcolaio (fig. 35) è uno strumento sul quale si mettono le matasse per essere dipanate. Gira su se stesso, ed è tenuto in centro da un Figg. 36 e 37. Busti. perno di ferro. Ve ne sono di diverse dimensioni, con piedestallo e senza. 20. Busti. I busti (figg. 36-37) sono generalmente di cartapesta, foderati con fodera, satin ecc. Hanno la forma del corpo umano e servono per de- porvi gli abiti quando sono finiti, e per esporli. 21. Attaccapanni. L'attaccapanni (fig. 38) può essere di legno o di ferro; in ge- nerale va fisso al muro; però ve ne sono anche altri a tre caviglie; UTENSILI DEL MESTIERE 21 £L £L. Fig. 38. Attaccapanni. ma tutti fauno il medesimo ufficio. Vi sono anche le cosí dette grucce e di queste presentiamo un esempio aile figure 39-40. Figg. 39 e 40. Gruccie. 22. Taglia-occhielli. In vari modi differenti l'uno dall'altro, si possono tagliare gli oc- chielli; il primo fra essi è con lo stampino taglia-occhielli (fig. 41). Lo stampino taglia-occhielli che qui presentiamo h un oggetto d'ac- ciaio lungo 8 cm. circa, avente nel basso la forma di occhiello; è uno strumento un po' primitivo, ma molto adatto ai giovani per la sua Fig. 41. Stampino taglia-occhielli. robustezza. Il seconde modo è con la macchinetta taglia-occhielli 42). La macchinetta (fig. tagha-occhielh è un istrumento di métallo a forma di tanaglie. 22 CAPO m con una molla per potar far forza. Nelle tanaglie si applica uno stampino a guisa d'occhiello. Si possono tagliare gli occhielli di varia dimensioni, ragolando la vita o il bottona ragolatora di oui è munita ogni macchinatta Fig. 42. Macchinetta taglia-occhielli. II tarzo modo e con la fustalla. La installa e un piccolo istrumanto di acciaio, vuoto, di forma cilindrica, con apertura latarala par lasciar uscira i circoli di stoífa tagliati. Con la forbici taglia-occhialli di cui abbiamo prasantata la figura, si complata il taglio daU'occhiallo. 23. Gesso. Il gassatto (fig. 43) non è altro cha gesso cotto; serva al tagliatora par sagnaré gli abiti sulla stoífa, a al lavoranta sarto par sagnara quai punti cha Fig. 43. Gesso, richiadono un'accurata confaziona. Si chiama ancha piatra, perche, prima cha fossa in uso il gesso, si usavano dalla piatra spaciali par marcara gli abiti sulla stoífa, par cui ancora oggi glia na è impropriamente ri- masto il noma. 24. Misma métrica o cen- timetro (fig. 44). Fig. 44. Misura métrica. ^ nastlO di tala in- carata o ingommata lungo cm. 150, portante i numeri prograssivi dall'l al 150 sagnati da tutta a due la parti. Alcuni cantimatri poi portano ancha la matà dai numeri intiari, coma ad asampio di flanco al N.° 48 avremo il N.° 24 cha e la matà di 48. UTENSILI DEL MESTIERE 23 11 centímetro serve al tagliatore per prendere le misure, e al lavo- rante sarto per riscontrare il lavoro. 25. Squadra. La squadra, che presentíame alla figura 45, ë un arnese di le- gno di forma triangolare, avente due dei suoi latí che, íncontran- dosi, formano un angelo retto. 26. Riga. La ríga, che presentíame alla fig. 46, ë un arnese di legno, col quale sí traccíano le linee rette. 27. Doppio decímetro. Fig. 45. Squadra. E un ríghello lungo 20 cen- tímetrí. In questo doppio decímetro seno íncísí progressívamente i nu- merí dall'l al 20, ed índícano quanti centímetrí ë lungo il dopp. dm. =•11!- olio SiSliïi5 |=s3Sllîî1IM! Fig. 46. Riga. Ogní centímetro ë diviso in 10 millimetri (fig. 47). Fig. 47. Doppio decimetro. Questi tre ultimi arnesi servono per il disegno degli abiti sulla stoffa e per il disegno delle diverse parti di questo sulla carta. CAPO IV Varie maniere di Punti. 1 , Panto a caüallo o punto a sopraffilo (fig. 48). Il punto a cavallo è un genere di punti che si suol dare accavallato alia stoífa che sfila per trattenerne la sfilatura, e si dá sempre per il verso della sfilatura. Si eseguisce di solito con cotone o filo da imbastire nelle parti del- CN N— \ F ig. 48. Punto a cavallo. 1 abito che a lavoro finito risultano coperte, e con filo adattato al colore della stoífa se queste parti dell'abito restaño scoperte. Nel caso che VARIE MANIERE DI PUNTI 25 la stofia sfilasse molto, si può fare agli orli delia medesima il punto a cavallo doppio, che non h altro se non il punto a cavallo spiegato Fig. 49. Punto a cavallo doppio. sopra, dato prima su un verso, poscia nel verso contrario, in modo Fig. 50. Come occorra teñera iFlavoro. che i punti di questo cucito s'incrocino sull'orlo come alla figura 49. La^ figura 50 dimostra come occorra tenere il lavoro nell'atto di cucire. 26 CAPO IV Quest! punti si dánno per connettere due pezzi provvisoriamente. VARIE MANIERE DI PUNTI 27 Per compiere il punto non si torna indietro ma si va sempre avanti. I punti deU'imbastitura (fig. 51) possono essere lunghi o corti, a se- conda dell'importanza del lavoro che si ha da eseguire. Di questo argomento ne riparleremo a suo luogo. La figura 52 dimostra la maniera di tenere il lavoro quando questo lo si deve imbastire a piatto sul banco. La filza (fig. 51) e un'imbastitura cortissima che ha tra punto e punto lo spazio idéntico alia lunghezza del punto stesso. 3. Punti lenii o segni di marca. I punti lenti, o segni di marca, come si vogliano chiarnare, si fanno sempre su di un segno determinato dal tagliatore sulla parte dell'abito che devesi marcare, e servono per riprodurre sul pezzo di stoffa sottostante i segni fatti dal tagliatore. Vi sono due maniere di passaré i punti lenti ; la prima è di far passaré sul segno una imbastitura a punti piuttosto corti, lasciando lenti tutti i punti (fig. 53 A); si allarga quindi la stofia e si ritagliano questi punti tra una stoífa e l'altra. La seconda maniera differisce dalla prima in questo, che invece di cucire sempre di seguito si dá prima un punto indietro corto e lento, quindi un punto lungo non lento, poi un altro punto indietro e cosí di 28 CAPO IV seguito (fig. 53 B). Si tagliano quindi i punti lunghi, poi si allargano leggermente le due parti di stoífa, e si ritagliano gli altri punti in mezzo alie due stoífe. Occorre avvertire che nel marcare qualunque parte dell'a- hito vanno combaciati esattamente i due pezzi di stoífa già uguali fra loro. 4. Punto a zig zag o a spina. 11 punto a zig zag (fig. 54) è cosí chiamato perché i suoi punti sono dati in modo serpentino, o meglio, a forma di spina. Esso serve ad uniré due stoífe o due tele. Per eseguirlo si fa cosí : Si prendono i due pezzi da uniré, e si comincia dando prima un punto ad uno poi aH'altro pezzo di stoífa, in modo che i suoi punti formino una specie di spina. Questa maniera di cucito si usa principalmente per uniré i due pezzi del sottobavero di canapino, e per chiudere le chiavi o riprese che si dánno nelle tele delle giacche, in altre parti nascoste ecc. La figura 55 indica il modo di tenere il lavoro nell'atto del cucire. Eseguendo questi punti si abbia l'avvertenza, specie se trattasi di stoffa, che i due pezzi non abbiano a essere uno tirante e l'altro lento. 5. Punía addietro o a cucitura. II punto addietro o a cucitura è formato di tanti piccoli punti, tutti Fig. 54. Punto a zig zag o a spina. p i f VARIE MANIERE DI PUNTI 29 uguali e uniti fra loro (fig. 56). Si chiama anche punto addietro. Fig. 55. Modo di tenere il lavoro. Fig. 56. Punto addietro o a cucitura. i 30 CAPO IV perché, per terminare il punto cominciato, occorre tornare indietro, ¡ e far passaré l ago nel buco precedente. Mentre si termina un 1 punto se ne compie un altro facendo uscire l'ago in avanti pel valore í della lunghezza del punto precedente, e cosí di seguito fino a cucitura | Fig. 57. Modo di tenere il lavoro. finita. La figura 57 ci mostra il modo di tenere il lavoro nell'atto del cu- cire. Questo genere di punti è usato per uniré insieme due pezzi di stoíía. 6. Punto cieco. La propriété di questo cucito è di non lasciar vedere i punti; eccoj perché si chiama punto cieco. ' , I punti si dánno come quelli dei punti indietro o a cucitura, con M questa sola diíferenza che non sono uniti tra loro, ma fra un punto e| l'altro corre un po' di spazio (fig. 38 A). La riga di cucito della me-!^^ desima figura lettera B ci mostra come resta il punto all'lnterno. VARIE MANIERE DI PUNTI 31 7. Punto a catena. B Fig. 58. Punto cieco. Si chiama punto a catena o a catenella, perché la successione del medesimo rassomiglia a una catena (fig. 59). Fig. 59. Punto a catena. Questo genere di punti è adoperato specialmente per ornamento. 32 CAPO IV Per eseguirlo si fa cosí : púntate l ago nella stoffa e fattone uscire la punta, si prende il filo, e gli si fa fare un semicerchio, tenendolo sotto al polpastrello del pollice della mano sinistra (vedi fig. 60); facendo Fig. 60. Come occorra tenere il lavoro. quindi uscire l'ago, si otterrà il primo anello. Si ripete l'operazione per i punti successivi, facendo sempre passaré l ago da un anello all'altro. 8. Punto a occhiello. Il punto a occhiello non è altro che un punto a cavallo molto fitto dato sull'orlo dell'occhiello, con la sola differenza che ad ogni punto o tirata di filo, si fa accavallare il filo interno all'ago, in maniera da formare tutto attorno aU'occhiello altrettanti punti detti grane o maglie, tanti quanti sono i punti dati (fig. 61). I í 9. Punto a croce. íi i ^ II punto a croce consiste in una serie di punti che a due a due s'intrecciano a mo' di croce (fig. 62). Per formarlo si opera all'op- ]{ VARIE MANIERE DI PUNTI 33 3 — Viola e De Lucia. - II Sarlo. posto degli altri punti considerati finora, e invece di procederá da destra 34 CAPO IV a sinistra s'incomincia sempre da sinistra verso destra. Passato l ago al solito, si darà un punto obbliquamente verso destra, largo quanto un punto di cucitura ordinaria, spazio che si dovrà conservare sino alla fine del lavoro. 10. Soppunio o punto a rihaitiiura. 11 soppunto è formato da tanti piccoli punti nascosti entro i due pezzi di fodera o di stoffa che si hanno a cucire e questi si chiamano sop- punti, che vuol dire sottopunti. Fig. 63. Soppunto o punto a ribattitura. A lavoro finito il pezzo soppuntato deve sembrare incollato sull'altro. Quando poi devesi soppuntare un pezzo di fodera su di una stoffa, come ad esempio i fondi o contrafforti dei calzoni, allora il soppunto, oltre ad avere il requisito di non lasciar vedere i suoi punti dalla parte che si cuce, deve essere invisibile anche dalla parte esterna delia stoffa. S'incomincia a cucire facendo passaré l'ago fra i due orli délia stoffa (fig. 63 lato A). Tirata la gugliata si rimette l'ago accanto all'ultimo punto fatto e riprendendo di nuovo le due stoffe coll'ago, si tira la gugliata; cosi di seguito fino a lavoro finito. Nella figura 63 il lato A dimostra la maniera di dare i punti; il lato B come deve restare il soppunto a VARIE MANIERE DI PUNTI 35 lavoro finito; la figura 64 indica come teñera il lavoro nell'atto di sop- puntare. Per fare un bel soppunto occorre un ago fine, prendere poca stoífa Fig. 64. Come teñera il lavoro nel soppuntare. coll ago, dare punti corti e nascosti nella stoffa e non troppo tiranti. Fig. 65. Maniera di tañere il lavoro neU'iinpuntire. 1 1. Impuntura. L'impuntura è una serie di punti obliqui dati a modo di scaletta. Essa serve a consolidare sulla stoffa il canapino o rinforzo, e si usa 36 CAPO IV per i sotto baveri e petti, o risvolti degli abiti. Sua proprietà è di impun- tire il canapino e la stoffa, consolidando questa parte dell'abito senza Fig. 66. Prima maniera d'impuntire. lasciar scorgere i punti al disolto, dando in tal modo a questa parte dell'abito quella rotondità che ne e la caratteristica. VARIE MANIERE DI PUNTI 37 Per ottenere questa rotondità è necessario tenere lá parte da impun- tire accartocciata, come vedesi nella figura 65. Le figure 66-67-68-69 Fig. 67. Seconda maniera d'impuntire. ci dimostrano le 4 diverse maniere d'impuntura. La prima maniera è qualla dimostrata dalla figura 66. Ivi i punti sono dati obliquamente. 38 CAPO IV Finita una rigá di questi, senza troncare il filo, si torna indietro cominciandone un'altra. I punti di questa seconda riga devono unirsi Fig. 68. Terza maniera d'impuntire. con quelli della prima formando una specie di lisca di pesce. Per ottenere ció si fa passaré l'ago nei buchi dei punti della prima riga, VARIE MANIERE DI PUNTI 39 unendo la prima con la seconda e cosí via via sino a lavoro finito. Fig. 69. Quarta maniera d'impuntire. La seconda maniera (fig. 67) e la ripetizione della prima, ma ordi- nata diversamente, cioe a forma di scaletta. La terza (fig. 68) non e altro che una filza cortissima, e la quarta è 40 CAPO IV la ripetizione della seconda, con la differenza che, fatte alcune righe di cucito, si prende un'altra direzione, come vedesi nella figura 69. Questo Fig. 70. Sopraggitto. modo d'impuntire e usato per i risvolti degli abiti a doppio petto. Fig. 71. Maniera di teñera il lavoro nal sopraggittare. 12. Sopraggitto. È una forte cucitura che si ottiene facendo a ciascun punto acca- vallare il filo sui due pezzi che si cuciono insieme. Questo punto viene VARIE MANIERE DI PUNTI 41 usato par unira due pazzi di panno, di un carto spassora, cha non sfi- lino in costa (fig. 70). Fig. 72. Malpiana, maniera di tañere il lavoro. Siccome neU'eseguire questo punto si verrebbe a produire un poco Fig. 73. Malpiana. di spessore, con molta facilità di scorgere i punti daU'esterno, nell'ese- 42 CAPO IV cuzione si dovrà badaré che i punti risultino a ugual distanza dalla costa, siano fitti e ben tirati. La figura 71 ci dimostra la maniera di tenere il lavoro nell'atto di cucire. 13. La malpiana. E una specie di sopraggitto atta a uniré due stoííe di certo spes- sore non sfilaccianti in costa, e differisce dal sopraggitto solo per la maniera di tenere fra la mano i due pezzi (fig. 72). Neirunire i due Fig. 74. Rammendo incominciato su stoffa che sfila. pezzi a malpiana, l'ago deve prendere contemporáneamente i dello spessore della stoíía; nel tirare il filo poi bisogna chiudere bene le due coste l'una contro l'altra. Giunti alia fine del cucito si ritorna indietro, facendo incrociare i punti come lo dimostra la figura 73, e questo per rendere il lavoro sta- bile. Pèr ottenere un bel sopraggitto e una malpiana ben fatta occor- rono ago e seta finissimi. 14. Rammendo e trapunto. Il rammendo si fa negli abiti strappati, e può venir eseguito per ras- VARIE MANIERE DI PUNTI 43 settare uno strappo, o per chiudere una cucitura che si desidera non Fig. 75. Rammendo ultímalo su stoffa che sfila. far conoscere, ad esempio, cuciture di toppe su al caso il rammendo prende il nome di trapunto. Fig. 76. Modo di tenere il lavoio nell'eseguite il lammendo. In tutti e due i casi però si richiede un ago fino e piuttosto lungo, e délia seta finissima adatta al colore délia stoifa. 44 CAPO IV Nel 1 ° caso non è possibile dar una regola fissa, sia per l'irregolarità degli strappi, sia per la varietà di stoífe che capitano da rammendare. Tuttavia nella figura 74 facciamo vedere anzitutto il modo di sostituire di terminare il rammendo su di una stoffa che sfila; finalmente, nella terza (fig. 76), il modo di tenere il lavoro nell'eseguire il rammendo. La figura 77, al contrario, dimostra la maniera di rammendare una stoífa che non è soggetta a sfilarsi, come ad esempio il panno. Fig. 77, Rammendo su stoífa che non sfila. i fili laceri delia stoffa con altri fili sfilati da un pezzo di stoífa delia medesima qualità, nonchè il modo di fermarli; nella figura 75 la maniera I punti di questo rammendo somigliano molto al punto di mal- piaña, e diííeriscono solo in ció che i suoi punti non sono accavallati sui due pezzi ma si perdono nel tessuto. Per la seconda maniera, ossia per il 45 trapunto (íig, 78), fatta che sia la cucitura non si stira, ma dall'indiritto, con i polpastrelli del pollice e l'indice delia mano sinistra, si apre la cucitura man mano che si cuce. 1 punti son dati da una parte e dall'altra dei due pezzi per isbieco, vicinissimi tra loro, prendendo un filo sottilissimo della stoffa e tirando leggermente la seta punto per punto (fig. 79). CAPO V Esercizi Vari. 1. Degli occhielli. a) Occhielli alVInglese. — Due sono i modi di fare gli oc- chielli: all'Inglese e alia Francese. L'occhiello all'Inglese è quello or- dinario e lo si puo fare con virgolina e senza, come lo si può fare con rotondo o senza; questo rotondo serve per far passaré il gambo del bottone. Dopo aver tagliato I'occhiello gli si dá tutto attorno un sopraggitto fitto. Esso terra ferme le due parti di stoffa. Nel dare il sopraggitto occorre aver I'avvertenza di nascondere il rinforzo che vi è tra le due stoífe, aífinchè non lo si abbia a vedere anche a occhiello finito. Preparato cosi l'occhiello si può incominciare a farlo. Ci asteniamo dal dare la spiegazione del punto a occhiello aven- dola già data in una delle lezioni precedenti; solo presentiamo la fi- gura 80 per far vedere come debbasi tenere il lavoro in mano, e ri- ESERCIZI VARI 47 cordiamo che ogni punto deve essaie uguale, i grani o magüe del cucito ben diritte. La figura 81 ci mostra l'occhiello incominciato, mentre la figura 82 lo dá ultimate. L'occhiello all'estremità deve essere chiuso da una fermatura, che si ottiene facendo passaré due volte il filo orizzontalmente tra il primo e l'ultimo punto, ricoprendo poi questi punti con lo stesso filo o seta, in modo da formare un piccolo cordoncino; quindi, fatto passaré il filo al disotto dell'occhiello, e fermatolo, avremo l'occhiello finito all'Inglese senza virgolina (fig. 82). L'occhiello con cordoncino e idéntico a quello spiegato sopra con Fig. 82. Occhiello Fig. 81. Principio deirocchiello senza cor- senza cordoncino doncino. ultimato. la sok differenza che tra il punto e la stoífa viene messo un cordon- ciño per dargli piíi consistenza. La figura 83 ci fa vedere l'occhiello tagliato (al quale fu già dato il sopraggitto) e la maniera di mettere la virgolina. I punti devono passaré esattamente sopra il cordoncino, perché questo, a lavoro finito, non si abbia a scorgere. Finito l'occhiello, prima di eseguire la fermatura, si fa passaré il cordoncino al disotto dell'occhiello, quindi si compie la fermatura come SI è spiegato sopra. Si fa poi passaré il filo al disotto, si taglia il cor- doncino e si ferma in maniera conveniente, e cosí resta finito l'occhiello (fig. 84). II cordoncino si può anche tagliare preciso al primo e all'ultimo 48 CAPO V punto deirocchiello, e nel fare la fermatura ricoprirlo; questo lavoro h pill pulito ma richiede molta attenzione. Il cordoncino, virgolina, passa, milanesa, o cordellina che si voglia chiamare, non è altro che un cordoncino ricoperto di seta. b) Occhielli alla Francese. — Il punto dell'occhiello alla Fran- cese è sempre il medesimo di quello ordinario; la sola diíferenza con- siste in ció che in quest'occhiello si deve prendere alquanta piíi stoífa nel Fig. 84. Occhiello Fig. 83. Principio deU'occiiiello con ultimato con cor- cordoncino. doncino. tirare il punto, e la virgolina si tiene un tantino pivi indietro di quanto siasi fatto nell'occhiello all'Inglese. In questo caso la virgolina dista dal taglio quasi 2 mm., e, mentre si ferma il punto, si deve tenere ben salda per conservare fino alia fine la medesima distanza (fig. 85). Quest'occhiello lo si può fare con rotondo o senza, ma in ogni caso e indispensabile il cordoncino, preferibilmente non troppo fine. La seta, o cordonetto, non sia troppo ritorta, ma piuttosto floscia. Caratteristica di quest'occhiello e di far risaltare la virgolina che si mette tutta ricoperta di seta. La figura 86 rappresenta l'occhiello ultimato. c) Dell'attacco dei hottoni. — Vi sono varie e differenti forme di bottoni, ciascuna delle quali richiede un'attenzione spéciale. Il bottone, per essere bene attaccato sull'abito, ha bisogno di un piccolo gambo. Se non ha gambo, lo si forma col filo medesimo, si da compensare lo ESERCIZI VARI 49 spessore delia stoíía che manca nel buco deirocchiello ; perciò piíi la stofía h grossa, e piíi il gambo deve essere lungo. Se invece il bottone ha il gambo metallico, questo basta senza occorra altro gambo con il filo. I bottoni che hanno 4 buchi vanno attaccati in modo che il filo, all'esterno del bottone, risulti in senso verticale od orizzontale, ma tutti i punti devono essere dati nel modo indicato alie figure 87-88. Per Fig.86. Occhiello alia Francese Fig. 85. Principio daU'occhiello alia Francese. ultimato. attaccare i bottoni si adopera filo grosso attorcigliato a guisa di cordoncino. II nodo deve restare dalla parte del bottone. Si tenga poi come regola generale, nelTattaccare bottoni, di pren- dere solo la stoffa e il rinforzo corrispondente, senza passaré al disotto del lavoro. Dovendo però in certi casi avvenire questo, si procuri che il filo si veda il meno possibile, tenendo alTuopo i punti uniti fra loro. L'attacco dei bottoni si rae- comanda inoltre sia fatto solida- mente, e in modo che non pro- ducano alcuna piega sulTabito. 2. Dei rimessi. Figg. 87-88. Attaeco dei bottoni. Per rimesso s'intende quella parte dell'abito che si rimbocca nel fare Torio ai vestiti. II rimesso può essere fatto su di una linea diritta, curva, concava. Allorchè si deve fare il rimesso su di una linea diritta, curva, concava o 4 — Viola e De Lucia - II Sarto. 50 CAPO V formante angelo retto, smussato o acuto, bisogna mantenere queste linee tali quali sono, cioè bisogna, nel fare il rimesso, lasciarvi la fisionomía datavi dal tagliatore, hadando che all'orlo non vi siano storte o gobbe Fig. 89. Rimesso su linea diritta. a) Rimessi su linea diritta. — La figura 89 ne presenta un esempio. Il valore del rimesso ordinario è di mm. 6. Se sotto il punto corrispondente vi e il canapino o rinforzo, questo lo si dovrà tagliare del valore di 2 o 3 mm. in piîi del rimesso, per rendere il lavoro meno pesante. ESERCIZI VARI 51 L'imbastitura che tiene il rimesso deve essere corta. Fatto il ri- messe si dá un sopraggitto, prendendo la stoffa e il canapino. Quindi, dopo aver stirato il rimesso, si puo togliere l'imbastitura. Queste rególe devono praticarsi nel fare il riinesso ordinario su qualunque linea. b) Rimessi su linea curva. — Nel faré il rimesso su di una linea curva deve necessariamente avvenire che la parte rimessa sia piîi abbon- dante; trattandosi di un rimesso ordinario, questa abbondanza di stoifa sparisce mercè una stiratina col ferro caldo. Al contrario se la stoffa da rimettere è alta 3 o 4 cm. allora vi è taie abbondanza che bisogna ricorrere a un altro espediente, quello cioè di passaré un filza {A B fig. 90) dove maggiore è l'abbondanza, tirando poi questa filza fino a che non abbia preso la medesima larghezza délia stoffa sottostante ; col ferro poi si deve far rientrare tutta quest'abbondanza (v. fig. 91). c) Rimessi su linea cóncava. — Quando poi si deve fare il rimesso su linea concava, succédé tutto al contrario del rimesso su linea inarcata, e cioè l'orlo del rimesso diventa corto, specialmente se il ri- messo è alto 3 o più cm. Vi sono diverse maniere di operare che riguardano sia la qualité delia stoffa impiegata, sia le parti dell'abito dove quest'orlo va fatto. Se quest'orlo va fatto in una parte dell'abito ove non v'è pericolo nè 52 CAPO V di allargaré nè di allungare la stoffa, anche dopo che il lavoro è ter- minato, si puo usare liberamente il sistema dei tagli trasversali. Se invece l'orlo e posto su una parte dell'abito dove fácilmente potra essere allungato o allargato, allora bisogna fare uso del ferro caldo, owere come si suol dire in gergo professionale, dobbiamo ESERCiZI VARI 53 sghembare Torio (fig. 92). Se la sjofia non è docile e non ubbi- disce alTazione del ferro caldo, oltre sghembarla, si farà in mezzo al concavo una tacca (fig. 93); cosí pure se vi sono vicino a questo punto concavo delle cuciture, esse devonsi fare piîi piccole per avvantaggiare Torio in larghezza. d) Rimessi su angoli retti. —- Se la parte da rimettere forma un angolo retto, in questo punto vi sarà abbondanza di stoffa (fig. 94 A) che si dovrà fare scomparire o ripiegandola o tagliandola. Se la stoíía è molto leggera, allora si può usare il primo mezzo che è quello di ripiegarla; in caso différente si deve tagliare quest'abbon- danza di stoífa (fig. 94 B-C), in maniera che la stoffa alTangolo venga esattamente a ricongiungersi insieme, senza portare alcun spessore, ag- giustando poi quest'angolo con dei punti ben dati (fig. 94 D). e) Rimessi su angoli smussati. — Per fare un angolo smussato si ritaglia tutta Tabbondanza della stoffa, come si è fatto per T angolo retto, in maniera che la stoffa delTangolo venga a ricongiungersi esat- tamente senza portare alcun spessore, aggiustando in seguito con dei punti ben dati Tangolo e smussandolo. f) Rimessi su angoli rotondi. — Per ridurre un angolo a rotondo s imbastisce prima il tratto in cui si vuol fare Tangolo, localizzando con Timbastitura (che dovrà essere cortissima) Tabbondanza della stoffa 54 CAPO V prodotta dal rimesso, facendo formare tanti piccoli ciuífettini, seconde la grandezza del rotonde. Si dánno quindi tante tacche di fiance o in mezzo a questi (fig. 95 A) ciuflettini, quanti basteranno per appianarli, tagliando poi I'eccedenza di stoffa (fig. 95 B C), e aggiustando quindi Tángelo con dei punti appropriati, come si vede nella medesima figura al punto D. g) Rimessi su angoli acuti. — Per fare un angelo acute si opera come si è operate per gli angoli retti e smussati. Se invece si deve fare un angelo acute su di una stoffa che sfila moite, si dánno i tagli come per gli altri angoli, hadando però di lasciare alTangoIo una linguetta di stoffa, come vedesi nella figura 96 punto A. Dopo aver pareggiata la stoffa e dati dei punti appropriati, si rimette questa linguetta con sopraggitti fittissimi. 3. Delle codette o tiranti dei calzoni. a) Tracciato (fig. 97). — Si tira il segmente di retta AB lungo cm. 17. Sul segmente AB, a partiré dal punto B, si rientrano cm. 3 for- ESERCIZI VARI 55 mando il punto C, da! quale si conducono due perpendicolari ai lati del segmento AB lunghe cm. 2 V2. formando cosí i punti DE. Par- tendo da A si rientra di cm. 1 ' / 2 formando il punto F. Dal punto F si abbassano due perpendicolari ai lati del segmento AB lunghe 12 mm. formando i punti GH. Per mezzo di rette si congiungono i punti Fig. 96. Rimesso su angolo acuto. BE, EH, HA, AG, GD, DB. Dai punti GD, HE si conduce una linea leggermente curva, che non deve oltrepassare il mezzo centímetro in corrispondenza alla metà delle due rette. h) Maniera di confezionare le cadette con ripieno. — Vi sono due maniere di confezionare le codette: la prima è di mettere tra la stoffa D Fig. 97. Tracciato dei tiranti dei calzoni. e la fodera un pezzo di canapino, che serve di rinforzo. La seconda maniera consiste nel non mettere questo rinforzo. Nella prima maniera SI modella il canapino come si è spiegato nella lezione precedente, quindi si applica sul rovescio al pezzo di stoffa destinato a quest'uso con una imbastitura, si raííila la stoffa tutto attorno alia distanza di circa 1 cm. dal modello. Si rimette poscia la stoffa, si aggiustano gli 56 CAPO V op angoli e si ferma il rimesso, seguendo le norme date nella lezione dei rimessi. La codetta destinata alia parte sinistra deve avere all'estremità la fibbia, e perciò non terminare a punta come il modello, ma continuare le sue linee ed essere lunga come l'altra, affinchè, dopo applicata la fibbia, i pezzi ossia le codette, risultino uguali. Alcuni, giunti a questo punto, e ció è bene, soglion passaré subito i puntini a maccbina. Dopo si può mettere la fodera, ma ripiegata in maniera che non si veda aH'esterno, e che arrivi 1 cm, scarso distante dai punti DE (fig. 97). Giunti a questo punto, se non si e passato prima il puntino, vi si passera ora, oppure vi si soppunterà la fodera, quindi si disbastiscono tutte, si stirano, re- stando cosí terminate le codette con ripieno. c) Maniera di confezionare le codette senza ri- pieno. — Si usano generalmente pei calzoni di tela. Queste codette circa la forma e la lunghezza sono come le altre e si fanno nella seguente maniera: Si prendono i pezzi di stoffa destinati a quest'uso e si marcano dal diritto col modello, che deve es- sere uguale a quello insegnato. Poscia si raffila tutto attorno alia distanza di 1 cm. In seguito per gli angoli, il rimesso e il resto, si seguano le norme date precedentemente, per le co- dette con ripieno. 4. Delle codette e tiranti del panciotto. a) Tracciato (fig. 98). — Si traccia il segmento AB lungo cm. 24 (ovvero la metà larghezza della fodera del dietro). S'innalza una perpendicolare sulla AB al punto A lunga 23 mm. formando cosí il punto C. Dal punto B si innalza una perpendicolare lunga cm. 3 Vz for- mando il punto D. Si riuniscono i punti CD con un segmento e si Fig. 98. Tracciato dei ti- ranti del panciotto. ha la linea CD. Si forma il punto E dividendo in metà la perpendicolare AC. Da E s'innalza una perpendicolare lunga mm. 12 formando il punto F. Ora per mezzo di segmenti di rette si congiungono i punti AF, FC. 57 b) Maniera di confezionare le codette del panciotio con ripieno. — Le codette del panciotto fanno l'uíficio di stringere il mede- simo sulla persona alia vita. Come per i calzoni, cosí anche per il panciotto vi sono due maniere di fare le co- dette, e cioe con canapino e senza. Quelle con canapino o rinforzo si fanno cosí: modellato il canapino o rinforzo, come abbiamo spiegato, lo si ricopre con la fo- dera a ció destinata, avvertendo di lasciare la fodera intera da un lato. Dall'altro lato si rimette la fodera fino alie tre punte, aggiustando gli angoli, come si è spiegato, quindi vi si passa un puntino tutto attorno, il quale fermera la parte spezzata. La codetta destinata alla parte sinistra, come per i calzoni, cosí anche per il pari- ciotto deve essere munita di fibbia, perciò deve seguiré la sua linea senza terminare a punta come quella destinata alia parte destra, e deve sopravanzare dal modello (in lun- ghezza deve essere precisa aH'altra), per circa 2 cm. Dibastita che sia si applica la fibbia. c) Maniera di confezionare le codette del panciotto senza ripieno. — Si usano fare nei panciotti di tela e di stoffa ordinaria, ove generalmente si adopera fodera pesante, e nei panciotti foderati di flanella. Le codette senza ripieno sono perfetta- Fig. 99. Reggipancia. mente uguali a quelle con ripieno i sia per la forma e lunghezza, come per la confezione. La sola differenza con- siste nei riprodurre sulla fodera destinata a questo uso, il modello delle codette spiegato precedentemente, e quindi confezionarle come le altre. Nei panciotti a fantasia e di colore, specialmente bianchi, si usa fare 58 CAPO V la codetta destinata alia parte sinistra 3 cm. piii lunga deirordinario, e all'estremità le si fa un occhiello, attaccandovi poi il bottone re- lativo; cosí quando occorrerà lavare il panciotto si toglie la fibbia per evitare che questa producá delle macchie di ruggine. Questa norma si deve seguire anche per le codette dei calzoni bianchi o di altra stoíía che fosse soggetta a quest'inconveniente. 5. Reggipancia, maniera di tracciarlo (fig. 99) e di confezionarlo. Si traccia il segmento di retta AB lungo cm. 18. S'innalza una perpertdicolare al punto A lunga cm. 5, formando il punto D. S'innalza una perpendicolare al punto B lunga cm. 3 for- mando il punto C. Si congiunge C con D prolungando questa retta Vz cm. e si ottiene cosí il punto E, il quale si congiunge con A per mezzo di una retta. Poscia arrotondando gli angoli AE si ha il trac- ciato del reggipancia. II reggipancia compie Tuflficio di far aderire bene i calzoni sul ventre. Fatto il modello su un pezzo di canapino come dianzi abbiamo spiegato, si fodera sopra e sotto in maniera che, passando il puntino, questo abbia a fermare tutte e due le fodere; agli angoli si fanno gli occhielli quali sono segnati nella figura 99. 6. Finiina degli occhielli dei calzoni e modo di confezionarla (fig. 100). È un pezzo di stofia e di fodera applicato al rovescio sul lato sinistro dei calzoni a cominciare dal tagliettino fatto a 2 o 3 cm. dal limite del davanti all'inforcatura, raggiungendo poi la cucitura nell'alto del davanti. Come abbiamo detto, questa fintina consta di due pezzi: uno di stoffa, che e già stato precedentemente modellato dal tagliatore, l'altro di fodera adatta al colore della stoffa. Comunemente si suole confezionare questa fintina unendo i due pezzi con una cucitura tutto attorno al rovescio, lasciando appena un'a- pertura per poter rivoltare, avendo l'avvertenza di mettere la fodera un po' pill tirante, affinche rivoltandola non si scopra dall'indiritto. Cucita e rivoltata la fintina, s'imbastisce dal rovescio tutto attorno air orlo; dopo si stira e le si passa un'impuntura a macchina, come si scorge nella medesima figura 100. Dovendosi eseguire una fintina di stoffa pesante e che non sfila, si puo uniré la fintina con la fodera solo dalla ESERCIZI VARI 59 parte che resta verso il limite esterno del davanti, (punto AB Çíg. 101). Se la stoffa è pesante e sfila, dalla parte che si lascia sfilata si può passaré un sopraggitto con filo adatto al colore délia stoffa, oppure farvi una venatura con la fodera délia fintina sottostante come vedesi Fig. 1 00. Fintina dei cal- zoni. Fig. 101. Fintina dei calzoni. nella medesima figura 101. Per marcare gli occhielii si distende la fintina ultimata sul rovescio del davanti sinistro, al punto dove deve essere applicata; col gesso quindi si segna il tratto dove il davanti ë unito con la cucitura di serra, e il punto delia tacca che nella figura 100 ri- sulta dXVAB. Nello spazio che vi ë entro AB si fanno altri tie segni marcando 60 CAPO V i tie occhielli di cui dev'essere munita la fintina, tutti equidistanti tra loro e a 1 cm. daU'orlo. La figura 100 ci mostra il modo di marcare gli occhielli, e quella 101 dove e come questi sono fatti. Fig. 102. Colletto a sciallo. 7. Colli o haveri e loro preparazione. II collo o bavero che si voglia chiamare, è un pezzo di stoffa at- taccato all'abito, e precisamente sopra le spalle. Esso è composto del sopra e del sottobavero e relativo canapino. ESERCIZI VARI 61 Vi sono varie fogge di colletti, ma le piîi úsate sono: il collo a sciallo, alla militare (detto anche alia cavaliere), e il collo in piedi. 1 , // colletto a sciallo (fig. 102) è il piîi comune ; esso gira intorno al collo, cade rovesciato sulle spalle, si ricongiunge alla mostra dell'abito formando col petto dell'abito lo sciallo. Passiamo ora al modo di prepararlo. Come sopra si è accen- Fig. I03. Colletlo impuntito amano. nato il collo è composto del sopra e del sottobavero col relativo ca- napino. Al sotto bavero (fig. 104 punto AH) vi è un segno fatto dal tagliatore che si chiama spezzatura di collo; su di essa va data la plegatura del collo, e perciò su questo segno vanno passati i lenti punti di marca. 11 sottocolletto è sempre composto di due pezzi da unirsi con una cucitura o malpiana, a seconda delia stoíía. 11 canapino che serve a consolidare il colletto si taglia uguale al sotto- colletto e per isbieco, e si unisce con punti a zig zag, mettendovi poi sopra una listina di fodera leggera non piíi larga di 1 cm. ; questa fodera va fermata con un sopraggitto o con punti a croce. Preparato cosí il col- letto e il canapino si uniscono con un única imbastitura data sul di segno spezzatura. iÎ / : i !Ê• / i / ÏÏ!! ! i / i ■' / / /i /Î A i\ \l\i\ ' 1 1 \ i ' ¡\¡\¡' \ i i \ // r r i/ f f f / / ¡ / i / i / i i / ■ \i \| i i\i\ \ \í \i \ ' ! i 'i ''i ¡/ ]! ivi ! ï 'i ! t Fig. 104. Colletto a scia] o impuntito a macchina. 62 CAPO V Questo genere di colletti si può impuntire a mano e a maccHina. Se : si impuntisce a mano si seguono le norme già indicate parlando delle I impunture e nel modo che scorgesi nella figura 103. Se invece si cuce a macchina, si osservi, di farlo venire un po' concavo, a somiglianza di quello cucito a mano, e con impunture uguali a quelle delia fi- gura 104. Riguardo poi alia stiratura e attaccatura diremo a suo ; tempo quanto occorre. 2. II colletto alia militare (fig. 105), detto anche alia caüa/iere, è ; quello che fascia tutto il solino di tela bianca, ripiegato poscia su se ESERCIZI VARI 63 stesso e fermato sull'innanzi da gangherini. Si chiama collo alla mili- tare perché usato principalmente da militari. Si prepara come il collo a sciallo, ma l'impuntura, se è fatta a macchina, deve essere come quella indicata alla figura 106; se è fatta a mano si seguono le norme date per quello a sciallo. Quando questo colletto è molto alto di pi- stagna, il tagliatore lo spezzà in due parti e lo modella pari a quello che vedesi nella figura 107. 11 lavorante poi mette due fogli di canapino al pezzo inferiere per tenderlo più solido, lasciando avanzare l'ultimo foglio di canapino sopra la stoífa per circa un cm. ; alia parte superiore invece si mette solo un foglio di canapino. Cosí prepárate queste due parti si trapuntano, come scorgesi nella figura 108, quindi si uniscono mettendo il pezzo superiore, che deve restare aH'interno, un tantino sostenuto in modo che possa contornare bene il collo senza produire pieghe; poscia, fattavi la cuci- tura d'unione come quella che scorgesi nella figura 108 , si ricopre questa 64 CAPO V cintura con il canapino lasciato avanzare sopra il pezzo inferiora, (vedi c fig. 108 punto SC). Quanto alla stiratura e all'attaccatura diremo a suo luogo. Fig. 108. Colletto militare spezzato, ultimate. 3. II collo in piedi (fig. 109) è quallo che si usa nelle vesti ta- lari e in alcuni abiti sportivi e militari. ESERCIZl VARI 65 Si chiama collo in piedi perche sta ritto sulle spalle. Per prepararlo si fa cosí: Si impuntiscono insieme a macchina due o più pezzi di canapino, quindi con un modello si rende alla forma e misura voluta. Modellato cosí il canapino, si ricopre col sopracolletto, che possibilmente dovrà essere intiero e con due imbastiture ben corte date ciascuna vicino al- l'orlo (fig. 1 10). Se il collo fosse spezzato si badi che la cucitura resti nel centro e ben diritta. Fer ció che concerne la sistemazione di questo collo si dirà a suo luogo. 8. DelVorlatura. Fer orlatura intendiamo un nastro messo all'orlo esterno dell'abito; questo nastro si chiama comunemente passamano. Il passamano è un nastro tessuto a treccia, vario nella sua larghezza, e può essere di lana o di seta ; esso può essere applicato agli orli degli abiti a cavallo od a piatto. In qualunque caso, sia che il passamano debba essere messo a ca- vallo od a piatto, occorre saper distinguere qual è il lato buono da soppuntare. 11 passamano ha due orli rappresentati nella figura 1 1 1 dall'orlo A 5 — Viola e De Lucia - II Sarto. A B Fig. 111. Passamano. 66 CAPO V e daH'orlo B. Per sapera quale dei due orli è atto ad essaie soppun- tato, occorre sapera che le grane deirorlo del passamano devono avara la cadenza da sinistra verso destra. Nal fare il soppunto noi abbiamo per regola d'incominciare e di seguitare il soppunto da destra verso sinistra. Ora, se le grane del pas- samano hanno anch'esse questa cadenza, cioè da destra verso sinistra, si scorgeranno fácilmente i punti del cucito; se invece il passamano è messo in modo, che le grane vadano da sinistra verso destra, il punto si nasconde nelle grane, e si avrà cosi un lavoro soddisfacente. Il passamano, prima di venire applicato, dovrà essere inumidito leg- germente, e quindi stirato in mezzo a due pezzi di stoffa, affinchè non si abbia poi a ritirare quando è già applicato sul lavoro. Se il passamano va messo a cavallo, all'orlo del lavoro non si fa rimesso di sorta, ma scartata la tela, che vi è nel mezzo delle due stoffe, per circa 2 mm., si passa all'orlo un sopraggetto di seta fine, ben regolare, senza tirarne i punti, e dopo averio stirato vi si applica il passamano. Il passamano dev'essere tutto regolarmente distante dall'orlo del la- voro, del valore delia metà larghezza del passamano; per riuscire a far bene questo, alcuni usano passaré un puntino all'orlo del lavoro da orlare. ESERCIZI VARI 67 Questo puntino è distante dal limita del lavoro qualche mm. meno delia metà larghezza del passamano, e serve come guida al lavorante per mantenere sempre la medesima distanza dal limite del lavoro. Nel soppuntare il passamano bisogna prendere solo un filo dalla grana dell'orlatura, dare punti corti e per isbieco, ed usare ago e seta fini. û) Orlatura su linea dlritta. — Se il passamano deve essaie messo sopra una linea diritta, non presenta gravi difficoltà, ma solo richiede at- tenzione e pazienza, ed occorre tañere il passamano ne lento ne tirante. Soppuntatolo sulla stoífa, come abbiamo già spiegato, si rivolta e si soppunta all'interno, (vedi fig. 112). ¿) Orlatura su di un angola. — Se invece il passamano deve orlare un angolo, a questo punto va fatta una piega al passamano, nel operando modo seguente: si soppunta il passamano fino a raggiungere la di- stanza del valore della metà passamano al limite del lavoro (fig. 1 13 punto A)-, da questo punto si raddoppia tale distanza, e si forma la al piega passamano del valore di queste due distanze (vedi fig. 1 13 let- tara A), quindi si continua a soppuntare il passamano. Quando poi si rivolta il passamano verso l'interno, si procuri che la piega resti bene m mezzo all'angolo, e, se occorre, si fermi la piega con punti nascosti. Trattandosi di dover orlare un lavoro che abbia parecchi angoli. 68 CAPO V che le pieghe che si fanno a questi angoli siano tutte per il occorre medesimo verso. c) Orlatura di — un angola rotonda. Quando si deve orlare un angolo rotondo si deve mettere il passamano lento a secondo il rotondo (fig. 1 14). Per conoscere quanta mollezza si deve mettere per bordar bene questo rotondo, si mette il passamano a cavallo sul rotondo, e si vede quanta abbondanza il passamano dá nei suoi lati; l'abbondanza che si riscontra nei due lati è la quantité di mollezza che si deve distri- buire al rotondo. d) Orlatura su línea curca ínarcata e su linea concava. — Quando si deve orlare su di una curva inarcata il passamano va messo un poco lento; quando invece si deve orlare una linea concava, il passamano va tenuto un po' sostenuto. Quando si deve orlare a piatto, gli orli del lavoro vanno ultimati come quando ad essi va passato il puntino a macchina. Anche per questa orlatura bisogna cercare il lato buono per essere applicato, come abbiamo spiegato sopra. Riguardo poi agli angoli, ai rotondi, alie linee diritte, curve e con- cave, bisogna attenersi a quanto abbiamo già spiegato, facendo poi la massima attenzione di non cambiar fisonomia a questi punti con una cattiva orlatura. ESERCIZI VARI 69 Moite volte, specialmente quando l'orlatura è larga, si usa fissarla a macchina, ma sia che l'orlatura sia fissata a macchina od a mano, occorre che le pieghe dei rotondi e degli angoli siano fermati a mano con punti invisibili. 9. Del cordoncino e del suo attacco. E un tessuto spigato a forma di cordoncino, (fig. 115) e si usa appli- carlo all'orlo degli abiti, specialmente di quelli ecclesiastici, e, piîi esattamente, negli abiti prelatizi. Questo cordoncino può essere di diversi colori a seconda dell'abito cui si applica, ovvero, se trattasi di abiti prelatizi, del colore pre- scritto per i diversi gradi délia gerarchia ecclesiastica. Quando il cordoncino si deve applicare nell'orlo dell'abito, l'orlo si deve ultimare senza preoccuparsi dell'attacco del cordoncino. Ultimato l'orlo dell'abitq colla relativa impuntura a macchina, si attacca dal rovescio il cordoncino contro il bordo dell'abito, con un soppunto che deve restare invisibile. Ad ogni punto o tirata di filo si deve prendere l'orlo del vestito, ed una maglia del tessuto del cor- doncino, hadando di mantenere sempre la medesima faccia o spiga, a cui appartiene la prima maglia usata nel principio della applicazione del cordoncino (vedi fig. 1 13). Con la mano sinistra poi si regola il cordoncino in modo che resti 70 CAPO V giusto nelle linee diritte, sostenuto nelle linee concave, un poco lento secondo il valore della curva nella linee curve, hadando poi spe- cialmente di regolarlo bene negli angoli, in modo che i medesimi non perdano la loro fisonomia, causa una cattiva applicazione del cor- doncino. Prima d'incominciare ad attaccare il cordoncino occorre assicurare l'estremità del medesimo, con attorcigliare attorno al cordoncino un poco di filo, in modo da impediré che sfili. Nell'incominciare e nel finiré di attaccare il cordoncino, occorre lasciarlo sopravanzare per circa un cm., valore necessario per poterlo poi mandare entro la stoffa, ed aggiustarlo con punti adatti. Nel corso del lavoro si eviti di aggiuntare il cordoncino, perché facendo ció non e possibile avere un lavoro soddisfacente. CAPO VI Delle Maniche. a) Loro forma e modo di metierle in prova. — La manica è quella parte dell'abito che ricopre il braccio: ha quasi forma cilindrica. La manica consta di due parti: del sopra, e del sotto- manica (vedi fig. 1 16). Al fon- do del sopramanica il taglia- tore fa col gessetto un segno che ne detennina la lunghez- za, e su questo segno vanno passati i punti di marca. Quando le maniche sono foderate hanno altre due parti corrispondenti a queste : e so- no il sopra e il sottomanica di fodera. Le fodere delle maniche si devono tagliare uguali a quelle di stoffa, lasciandole so- pravanzare nell'alto di due o tre centimetri, e limitando la lunghezza sino ai punti lenti. Per mettere una manica in prova, si distende il sopra Fig. 116. Sopra e sottomanica. sul sottomanica, e si incomincia ad imbastire dalla parte dell'avambraccio corrispondente al punto AB della figura 117. Dalla parte del gomito, nell'alto, al punto C, si discosta il sopra sul sottomanica (linea punteggiata) di cm. 3, formando il C^"; an- 72 CAPO VI dando poi a terminare al gomito, come lo dimostra la linea 0"D della figura 117; dopo aver imbastito questo tratto, si continua ad im- bastiré il tratto che dal gomito (punto D) va fino al fondo (punto E), tenendo il sopra disteso sul sottomanica. Le imbastiture devono essere corte da ambo le parti e del valore di una cucitura regolare. Si rivolta poscia la manica dall'indiritto e si addossa il sopra sul sottomanica passandovi un'imbastitura an- ch' essa da ambo le parti, la quale imbastitura AL prenderá il nome di bacchetta. Si rimbocca quindi il fondo della manica sui punti lenti con due imbastiture, e segnando lo scavo del sotto avremo la manica in prova. è) Maniche con manopole finte, o con impunture a macchina. — Questo genere di maniche è il piîi usato ed il più comune. S'imbastisce sopra e sottomanica come abbiamo già spiegato, e fattavi la cucitura alla parte del gomito, si sbastiscono tutte e due le parti. Sempre dalla parte del gomito, a partiré dai segni di marca, venendo verso l'alto della manica, si dá un tagliettino, che deve arrivare fino alla cucitura. Questo tagliettino dev'essere alto quanto sarà alta Fig. 117. Modo d'imbastire I'impuntura (puntino a le macchina), maniche. la quale varia a seconda della moda, la gran- dezza dell'abito, ed il gusto del cliente; però per regola generale si puo fissare da 7 a 9 cm., dall'indiritto poi si addossa il sopra al sottomanica con una imbastitura, partendo dalla tacca (punto E fig. 118), a tutto il resto della manica in basso. Si ferma quindi con due imbastiture, al punto FED, ed una al punto ABC, un pezzo di fodera, che servirà quindi di rinforzo all'im- puntura ed alia spezzatura in basso; questo rinforzo dev'essere pari alia plegatura, ed avanzare sopra I'impuntura per circa I cm. Si segna poscia I'impuntura DEE (fig. 118), a 7 o 9 cm. distante dal fondo, secondo le istruzioni riceyute o seconde la grandezza del- I'abito, e su questo segno si passa I'impuntura a macchina; I'impuntura delle maniche dev'essere uguale a quella che si passa sull'orlo del DELLE MANICHE 73 davanti deH'abito. Cosí, quando airorlo del davanti si passano due puntini, occorre passarli nel medesimo mode anche alie maniche. Il secondo puntino si passa sopra a quelle segnato, quindi si fa la cucitura dalla parte deirantibraccio. Questa cucitura va fatta in modo che il puntino o i puntini del sopra e sottomanica, combacino perfettamente tra loro. Per riuscire a questo, occorre fermare con alcuni punti a mano i puntini, ove essi s'incontrano, onde evitare che la macchina li abbia a trasportare. Aperta la cucitura con il ferro, se ne rimbocca il fondo sui segni di marca e si ferma con un soppunto, come lo dimostra la figura 119, quindi vi si applicano le fodere. Le fodere devono essere imbastite e cucite come quelle di stoífa; possono essere applicate anche senza stirarle, ma è cosa molto ben fatta stirarle, per evitare lo spessore che esse produrrebbero lascian- dole ripiegate nel medesimo verso; si mettono quindi a contatto i due sottomanica di fodera e di stoífa, e si fermano Tuno contro l'altro con una imbastitura ben corta sulle cuciture dalla parte della stoífa. La prima cucitura da fermare e quella interna, cioe d'avambraccio, cominciando ad imbastire a 5 cm. di distanza dalla manica di stoffa, e continuando sempre cosí fino a 4 cm. sopra Torio del rimbocco; cosí anche dalla parte del gomito. 74 CAPO VI Ció che si raccomanda è di lasciare, neU'alto dalla manica, almeno 2 cm. di federa, e nal fondo di tagliare la federa uguale al limite di lunghezza ovvero dei segni di marca. Ció fatto, si rivolta la manica dall'indiritto distendendola bene, e passandovi due imbastiture nell'alto alia distanza di circa 10 cm. dal limite, seguendo il garbo tanto al sopra che al sottomanica, e prendendo la federa cor- rispondente ; l'altra pure in basso alla di- stanza di cm. 10. Formata cosí la federa con la stoífa si rovescia la manica, e si fa il rimbocco alia federa. Questo rimbocco deve essere fatto tutto alia medesima distanza dal limite di lun- ghezza (fig. 120). Fatto ció, si soppunta e si disbastisce il fondo e si rovescia nuevamente la manica dall'indiritto; quindi si stira e si fa raífilare il sottomanica, e la federa nell'alto. Questa federa si ripiega tutto attorno alia manica lasciandola sporgere dalla manica stessa per circa 1 cm. Resta cosí finita la manica con manopole finte (fig. 121). c) Maniche sfoderaíe. — II sottoma- nica, nelle maniche sfoderate, deve sempre essere piíi largo dell'ordinario (fig. 122), per peter fare ai due lati delia manica due rimessi in modo da coprire le cuciture e le eventuali sfilature. Perció fatta la cucitura del Fig. 1 19. Rimbocco del fondo. gomito, si ripiega la rimessa o slargo di que- sto lato fine a toccare la cucitura fatta. Dal diritto si dá una imbastitura che tiene fermo ogni cosa, e poscia vi si passa un'impuntura a macchina che si chiama bacchetta. Faremo quindi la cucitura dell'avambraccio, imbastendo la manica con le rególe già indicate, e poscia si piegherà la rimessa o slargo di questa parte fine a toccare la cucitura fatta. Dall'indiritto si dá un'imbastitura, che tiene fermo tutto, quindi vi si dá un'impuntura a macchina eguale a quella passata dalla parte del gomito. Dopo ció si rimbocca la manica al fondo con un doppio rimesso, passandovi sopra un soppunto. DELLE MANICHE 75 d) Maniche aperte con occhielli. — La manica aperta con oc- chielli poco varia da quelle con manopole finte. La prima cucitura che si è fatta nelle ma- niche con manopole finte e stata quella della parte del gomito; al contrario per le maniche aperte con aparato, la cucitura si fa sempre dalla parte deiravambraccio ; fino all'attacco della fortezza opereremo, come abbiamo spiegato, per quelle con manopole finte. Stabilita l'altezza dello aparato od apertura, attenendoci alia regola già data per i puntini, si pratica un tagliettino al limite dello aparato (fig. 123 lettera A) scartando la fortezza di una cucitura ed applicandovi il nastrino che si dovrà Fig- 1 20. Rimbocco della todera. soppuntare. In E si unisce un pezzo di stoífa uguale a quello della manica. Fig. 121. Manica con manopole finte. Fig. 1 22. Manica sfoderata. O un pezzo di satin che servirá di fortezza per gli occhielli; simil- 76 CAPO VI Fig. 123. Preparazione delle maniche aperte. mente in C si unisce un pezzo di satin che servirá di contraíforte per Fig- 124. Manica aperta vista aH'interno. i bottoni; poscia si rimette prima il tratto dello sparato fermandolo, e DELLE MANICHE 77 poi il rimesso del fondo, rimettendo ed aggiustando sopra lo sparato i pezzi aggiunti (cioè di stofía e di satin) se pure non si preferisca di finiré lo sparato a cucitura. La figura 124 presenta il rovescio del basso delia manica pressochè Fig. 125. Manica aparta con occhielli. Fig. 126. La cucitura del gomito. ultimate, mentre la figura 125 presenta la manica all'indiritto con gli oc- chielli già fatti. La figura 126 mostra la cucitura del gomito fatta, e quella 127 la cucitura stirata, il taglio dato al punto A per formarlo sul sopramanica e rendere piii robusta la finta dei bottoni. La figura 128 presenta il basso delia manica aU'interno, e mostra come la federa debba es- sere ripiegata per assecondare il pezzo ag- giunto. e) Maniche aperte con occhielli per veste talare. — Di queste maniche s'è già paríate trattando di quelle aperte. Qui si spiega solo come si deve passaré il puntino inferiere. Lo sparato e alto 12 cm., il segno CD dista dalla plegatura di fondo 4 cm., la di- stanza D e di cm 4 ' ,'2 dal punto E. Da FA di Fig. 127. La cucitura stirata. cm. 3: per il resto si osservi la figura 129. f) Maniche con paramano. — Questo paramano mérita un cenno a parte perché ha una caratteristica che lo rende sempre più leggero. 78 CAPO VI e fa pill elegante la manica ; si usa specialmente nei soprabiti di stoffa molto pesante. Si ritaglia la manica 3 o 4 cm. più corta delia misura (fig. 130 BB), si prende il paramano che generalmente ha la parte interna in- tiera, e si sottopone alla manica, quindi sul paramano si segna la lun- ghezza precisa delia manica (fig. 130 AA). Oltre alla lunghezza délia manica segnata sulla linea AA si lascia la stoffa necessària per il rimesso nel basso delia medesima, piîi la Fig. 129. Manica apetia per veste ta- Fig. 128. Piegatura di fodera aH'interno. lare. stoffa necessària per il consumo delia cucitura di unione delia manica col paramano, se il paramano si unisce a cucitura, e giusta se si unisce con sopraggetto. Nella figura 130 si scorge che il paramano da ambo le parti, cioè lateralmente, è alquanto piîi abbondante del tratto di manica che deve ricoprire. Questo soprappiîi è necessario, affinchè il paramano non abbia a tirare sulla manica che deve rivestire. A questo proposito portiamo un esempio che farà capir meglio la cosa. Se prendiamo due fogli di carta o due cartoni tagliati perfettamente uguali tra loro, tanto i fogli di carta come i due cartoni, saranno uguali tra loro finche saranno in piano. Se invece si vuol far assumere ai due fogli di carta ed ai cartoni un po' di rotondita, benche questi siano uguali tra loro, in questa po- sizione risulta sempre piîi corto quello che è sopra. DELLE MANICHE 79 Nel caso nostre la manica, dovendo ricoprire il braccio che ha dal pill al meno forma cilindrica, deve assumere una certa curvità nel ri- vestirlo e si verificherebbe la diííerenza riscontrata nella carta e nei car- toni, qualora il paramano fosse tagliato uguale alia manica. Ancora, se si curvano i due fogli di carta ed i cartoni al medesimo grado di curvità, si riscontra che alia carta occorrerà minor spazio per uguagliare il foglio sottostante, di quello che non occorra al cartone, e questa differenza è data dalla varietà di spessore della carta e del cartone. Quest'esempio si adatta ancora al caso nostro. Se abbiamo due stoífe una fine ed un'altra di uno spessore consi- derevole, ci risulta che il paramano nelle stoffe fini ha bisogno di essere ritagliato oltre al limite della manica, in minor quantità di quello che non occorra per il paramano di stoffa grossa ; perciò il quantitative di stoffa, che si deve lasciare lateralmente al paramano, varia a seconda 80 CAPO VI dello spessore della stoífa. Si può dunque tenere come regola generale, di lasciare oltrepassare il paramano di una cucitura regolare dalle due parti laterali, quando si tratta di stoffa di medio spessore, diminuendo od aumentando questo spazio a seconda dello spessore della stoífa. La rimessa in CD dovrà essere tesa, aíïinchè assuma la larghezza superiore B3 a cui va unita; la cucitura al gomito va come al solito. Fig. 132. Manica col paramano ul- timato. Fig. 133. Paramani per ecclesiastici. 11 paramano si fodera in pieno o in parte a seconda dello spessore della stoffa, e si orna superiormente con una o due impunture, che si possono anche tralasciare; una stiratina renderà il paramano ben disteso, ed un punto a cavallo alia base, che comprenderá la fodera, lo ren- derà pronto per la manica. La figura 131 chiarisce il modo di unirlo alia manica mediante punti a zig zag, ma si può uniré anche con sopraggitto o con una cucitura al- l'estremita di questa; la cucitura o sopraggitto deve restare al rovescio della manica, facendo però combinare il rovescio del paramano coll'in- diritto della manica, quindi si stira questo sopraggitto, o cucitura, che DELLE MANICHE 81 sarà nascosto dalla federa interna della manica. Poscia s'imbastisce sul paramano la lunghezza totale della manica già segnata sul paramano stesso (fig. 131 AB). Questo paramano va formate sulle cuciture, e Fig. 134. Attacco del passamano. con tali operazioni restaño ultimate queste maniche (fig. 132). Un altro genere di paramano molto usato negli abiti ecclesiastici, specialmente nelle vesti talari, e quelle che scorgesi nella figura 133. In questo la manica e ta- gliata precisa alla sua lun- ghezza, e il paramano sup- plisce al pezzo del rimbocco della manica in basso. Ri- guardo poi alia larghezza del paramano si seguano le norme che abbiamo dato sopra. Pre- parato il paramano si ritaglia la federa del medesimo fine ai segni di marca, e quindi si Fig. 135. Manica con passamano. applica sulla manica facendo combinare il limite della medesima in basso con i segni di marca del paramano, e cucendo la federa di questo con la stoffa della manica. Al fondo poi si rimbocca il paramano sui segni di marca, e si ultima come le altre maniche, notando che il paramano va formate sulle cuciture. 6 Viola e De Lucia - Il Sarlo. 82 CAPO VI g) Maniche órlate. — Quando alie maniche si deve applicare l'orlatura, si fa la cucitura d'avambraccio, si fissa l'altezza dallo spa- rato, e si fa il segno dell'attacco del passamano che deve stare sotto al segno solito dalla impuntura a macchina, del valore dalla metà lar- ghezza del passamano impiegato nella bordatura. Si applica quindi la sólita fortezza al rovescio dalla manica; sul tratto dallo sparato, invece di farvi il solito rimesso o la cucitura, si ritaglia la stoffa del valore di una cucitura e quindi si incomincia ad orlare. Nal tratto AB (fig. 134) l'orlatura non ha nulla di spéciale; nal tratto BC si mette Torio inferiora del passamano sul segno fatto, e quindi vi si passa una filza che deve stare qualche mm. sotto la metà del miedesimo passamano (vedi fig. 134). Si ultima poi Tattacco del passamano con un soppunto dato al lato superiora del medesimo, e quindi si ultima la manica come qualla dalla figura 135, seguendo le regola date per le maniche aparte con occhielli. CAPO VII Preparazione delle Mostré e Modo di Segnare le Tasche Interne. La mostra e una lista di stofía idéntica a qualla daU'abito, e serve di rinforzo al davanti. La mostra, essendo una parte accessòria, non e quasi mai tagliata con quella cura e precisione con cui sono tagliate le altre parti dell'abito. Dovendosi perciò preparare una mostra bisogna distenderla sul da- vanti corrispondente, per vedere se questa corrisponde ai punti del da- vanti che deve ricoprire, segnando le esuberanze di stofía qualora vi fossero. Se vi sono le giunte, come generalmente capita, devono essere fatte come sono segnate, ed in mancanza di segni vanno messe in modo che corrispondano al punto che devono ricoprire. Se l'abito ha risvolti o petti, occorre che a questo tratto la mostra avanzi dal davanti di qualche cm. per poter compensare a suo tempo il consumo che ha il risvolto o petto nel suo giro. Se nella parte interna vi fosse qualche ineguaglianza, bisogna rego- larla, ma sempre in modo da consumare meno stofía possibile. Segnate quindi sulla mostra le esuberanze di stofía corrispondente al davanti, al risvolto, aU'incollatura ed alie spalle, si applica la íodera. La íodera si può applicare sulla mostra a cucitura, con un pun- tino a macchina, oppure a soppunto. a) Mostra a cucitura. — Se la mostra si mette a cucitura, biso- gna che la íodera di questa abbia il medesimo garbo della mostra sulla linea di congiunzione (fig. 136) (1), perciò si segnano sulla íodera il fianço, il giro ascellare e le spalle, come vedesi nella figura 136; quindi (1) Nella figura 136 la linea esterna indica la stoffa e la fodera della mostra, quella interna a linea unita il limite del davanti, quella a tratti il limite di fodera, ed i punti xxx servono come ridhiamo per I'applicazione della fodera sulla stoffa. 84 CAPO VII si segna il punto dove arriva la mostra di stoífa, cioè il tratto che nella il resto delia fodera che avanza dalla linea AB dopo averne cal- colato il valore di due cuciture, valore necessario per la congiunzione della stoífa con la fodera; quindi s'imbastisce, si cuce, e con una imbastitura si addossa la fodera alia stoífa, e si stira dal rovescio. PREPARAZIONE DELLE MOSTRE ECC. 85 b) Mostra a puntino. — Se invece la fodera si unisce alia mostra di stoffa con uno o due puntini a macchina, allora si rimpiega la fodera, stoffa, distanza che dev'essere in rapporto alia consistenza del lavoro; fatto ció vi si passano uno o due puntini a macchina: il resto e iden- tico a quello spiegato sopra. c) Mostra a soppunto. — Quando invece la mostra va messa a soppunto, si applica il pezzo di stoíía per la tasca, come sarà spiegato 86 CAPO VII più avanli nella figura 137, vi si fa la relativa tasca, applicando poi la fodera alia mostra, quando questa e già sistemata definitivamente sul davanti, fermandola su di essa con un soppunto. In ogni caso però, se vi e sul davanti il taglio o ripresa del fianco o qualsiasi altra ripresa, occorre che la fodera, a questo punto, sia ri- PREPARAZIONE DELLE MOSTRE ECC. 87 presa alla medesima maniera del fianchetto, e riproduca su questa le riprese del davanti. Se la mostra e fatta a soppunto o a cucitura, la ripresa può essere cucita internamente; se invece la mostra è fatta a puntino, si ferma ^ questa ripresa con un'impuntura a macchina, ovvero si imbastisce ed a lavoro finito si lascia libera. Si usa anche uniré alla mostra di stofía un pezzo di uguale spes- 88 CAPO VII sore al punto delia spalla e del giro ascellare, per evitare quegli sea- lini che la mostra produrrebbe dove si unisce con la fodera. Fig. 140. Davant! di giacca con riprese. Questa stoffa si suole congiungere con punti a zig zig o a soprag- gitto. Alcuni poi sogliono mettere sotto la tasca interna un pezzo di stoffa uguale a quallo delia mostra; per far ció bisogna segnare prima PREPARAZIONE DELLE MOSTRE ECC. 89 la tasca, poscia quel tratto di fodera che si vuole scartare, che gene- raímente è di 5 cm. da e di 3 da CD (fig. 137). Si rimette quindi la fodera come vedesi nella medesima figura 137 e si soppunta o s'impun- tisce come il resto delia mostra; la tasca poi deve rimanere in mezzo a questo tratto. Quando si deve eseguire una mostra per un abito di conformazione panciuta avente la ri- presa del fianco come quella che vedesi nella fi- gura 138 con linea a tratti, occorrerebbe ritagliare e riprendere la fodera conforme alia ripresa del davanti. Ma siccome tale ripresa sarebbe sog- getta ad alcuni inconvenienti, si può sostituire con risultati soddisfacenti con quella ABC della medesima figura 138, la quale si ottiene facendo convergeré al punto C, estremità della tasca esterna, due diagonali partenti dall'zí e dal B, apertura della ripresa sul giro ascellare. Questa ripresa poi può essere cucita o la- sciata libera, come già abbiamo detto delle altre ripíese, ma e preferibile cucirla. L'effetto di que- sta ripresa e quello di assecondare perfettamente il davanti producendo l'ampiezza al punto A (fig. 139). Pill sopra abbiamo accennato che la fodera della mostra deve prendere il medesimo garbo della stoffa del davanti che deve ricoprire ; altrettanto diciamo della stoffa della mostra. Quando si ha da confezionare una giacca come quella della figura 140 in cui siavi il taglio per sviluppare il petto, occorre che la mostra aderisca e concordi col davanti tanto per mezzo della lavorazione come per mezzo del garbo. Per ottenere lo sviluppo del petto, il tagliatore Fig. 141- Pteparazione della mostra. ha praticato sul risvolto un taglio trasversale, taglio che sarà nascosto dalla plegatura del risvolto. Questo taglio non si può riprodurre al medesimo modo sulla stoffa della mostra, perché risulterebbe aU'esterno, perciò bisogna ricorrere ad un altro espediente, che ci dia il modo di raggiungere lo scopo. Si prepara la stoffa e la fodera della mostra in una delle differenti maniere spiegate sopra, come per esempio alia figura 136, dando alia 90 CAPO Vil stoffa ed alia fodera dei segni o richiami, che serviranno per non spostare il lavoro; quindi si prende un foglio di carta e vi si modella la mostra di stoíía tale e quale si è preparata, e si mette questo mo- Fig. 142- Preparazione della mostra. Fig. 143. Modo di segnare le tasche interne. dello a piatta sul davanti, riproducendo, riprendendo, e fermando con degli spilli, sulla carta, la ripresa del davanti con le rispettive cuciture fatte; questa operazione sposterà la mostra sulla linea interna, e dará al modello la rotondità desiderata. PREPARAZIONE PELLE MOSTRE ECC. 91 Alla fine delia ripresa cosí riprodotta sulla carta, si dá un taglio come vedesi nella figura 141 lettera A, taglio che permetterà di disten- dere la mostra in piano. 11 modello cosí preparato si metterà sulla stoífa delia mostra e si ritaglia questa dalla parte interna (linea a tratti A B) precisa al modello, procurando di lasciare quel tanto che occorre per le cuciture della ripresa A, se la stoíía sfila, o raífilando la stoífa pari al modello, se questa si unisce a sopraggitto. Si ultima quindi la mostra, come abbiamo già spiegato sopra, hadando di far concor- 92 CAPO VII dare insieme i segni o richiami; con queste operazioni si otterrà una mostra, che si adatti e secondi lo sviluppo del petto prodotto nel davanti. In simile maniera si deve operare quando si ha da sviluppare il petto ad una mostra che sia tutta intiera al punto di spalle. Qualora però il cliente desiderasse due tasche interne, si può far coincidere il taglio sulla stoffa della mostra entro la tasca interna (vedi fig. 142 A). Prepárate cosí le mostré, veniamo al modo di segnare le tasche interne. d) Modo di segnare le tasche interne. — Dalla parte destra, a 7 cm. sotto il punto piíi basso del giro ascellare viene praticata una tasca un po' obliqua, che dista dal limite del davanti da 10 a 14 cm, (fig. 143 A); la larghezza della tasca è regolata dalla grossezza del cliente, e si fa in generale 16 cm. per una persona regolare, aumentando o dimi- nuendo a seconda della grossezza dell'individuo. Essendo soppresso attualmente il piccolo taschino esterno della parte destra, lo si suole fare all'interno della mostra al medesimo punto, dove dovrebbe essere fatto sul davanti destro, cioe 9 o 10 cm. sopra la tasca esterna (1), 3 o 4 cm. in avanti della medesima, con una aper- tura da 9 a 10 cm. (fig. 143 B). Alcuni però sogliono fare questo taschino in senso verticale in mezzo alla stoffa ed alla fodera, con apertura e profondità uguale a quello orizzontale (medesima fig. 143 C) ed anche questo non e sconsigliato. Essendo soppresso in alcuni lavori il taschino esterno della parte, sinistra, lo si fa sulla mostra del medesimo davanti sinistro, in senso verticale, tra la stoffà e la fodera (fig. 144); per limitarne l'altezza si sta 4 o 5 cm. sotto il punto più basso del giro ascellare, facendovi un'apertura da 10 a 12 cm. Nel caso che la mostra sia troppo larga, e, facendo il taschino, questo risulti troppo indietro, lo si può fare sulla stoffa della mostra, distante dal limite del davanti da 12 a 14 cm., osservando per il re- sto quello che si è detto sopra. (I) La tasca esterna è rappresentata con linea a tratti. w CAPO VIH Varie Maniere di Tasche. 1. Tasche dei calzoni. Tasche üerticali o tasche di fianco. — Le tasche piíi in uso nei cal- zoni sono quelle poste nella cucitura del fianco tra il davanti ed il dietro, e perciò dette tasche di fianco o tasche verticali. La lunghezza della tasca e determinata dal tagliatore con due tacche fatte sul fianco del davanti dei calzoni. Vi sono poi varie maniere di fare queste tasche, e la prima fra queste è la seguente : h Maniera. Nel tratto incluso tra le due tacche si mette una lista di nastrino che disti dal limite del fianco una cucitura abbondante, e avanzi sopra e sotto le tacche almeno per 1 cm., fermando questo nastrino con un leg- gero soppunto. II nastrino si mette per impediré che la tasca si sghembi con l'uso, essendo essa per isbieco e continuamente sotto mano di chi in- dossa i calzoni. Si prendono ora le fodere Fig. 145. Tasca dei calzoni. delle tasche, le quali saranno State tagliate uguali al fianco del davanti dei calzoni, e, datavi una tacca che corrisponda alia tacca inferiere della tasca (vedi fig. 145,.^), VI si applicano le mostrine di satin. La mostrina di satin che vedesi nella figura 145 B, si mette non far per scorgere la fodera di tasca, che generalmente è di colore différente, oppure per nascondere la rozzezza della fodera stessa; perciò le mo- strine di satin sono sempre di un colore uguale od approssimativo alia stoffa dei calzoni. Le mostrine di fodera sono sempre piîi lunghe del- i 94 CAPO VIII l'apertura di tasca, perciò quello che sopravanza alia lunghezza di ta- sea va diviso in due parti uguali, delle quali, una parte va lasciata sopravanzare dalla tacca superiore, e l'altra. dalla tacca inferiere. Se la federa della tasca dei calzeni nen disdice al colore della steífa, owere i calzeni fessere di tela, e di poce riguarde, si può anche emettere questa mestrina. La mestrina pei dev'essere applicata sul re- vescie della federa di tasca, e fermata sulla me- desima con un puntine a macchina, quindi si ap- plica la federa di tasca sul davanti. Queste federe devene essere messe uguali al fiance e in mode che le mestrine cembacine con l'indiritte della steífa; dope di ció si farà la cu- citura. La cucitura deve andaré da una tacca all'al- tra, e distare dal nastrine 2 e 3 mm., aífinchè riveltande la federa non si abbia a piegare il nastrine, portando cosí une spessere che rende gresselane il lavere; si badi pure che la cucitura sia tutta uguale, e non piíi piccela alie vicinanze delle tacche, come alcuni erróneamente segliene fare. Si prelungane era le due tacche fine alia cuci- tura, e quindi si rivelta la federa di tasca dal re- vescie, in mode che la federa non si scerga dal- l'indiritte, fermandela con una piccela imbastitura vicine all'erle, ed un'altra poce piíi dietre; si dá una stiratina col ferro e si segna il puntine. Per ripredurre il puntine si fa cosí : si trova la metà della larghezza della tasca. Da questa metà s'innalza un segne che dal limite di tasca disti da 3 a 4 cm. All'estremità della tasca, evvere al punte delle Fig. 146. Tracciato del tacche, si innalza un altre segne che disti dal li- puntino. mite un cm. e poce piu. Ora con due curve ben delineate e con un pe' di garbo, si andrà a teccare i detti punti (vedi fig. 146). VARIE MANIERE DI TASCHE 95 Quindi con la macchina si passerà un puntino airorlo delia tasca, e sul segno che abbiamo spiegato ora. Alcuni sogliono fare al posto di questo semplice puntino, tanti gi- rigogoli, che, oltre far perdere tempo e sciupare filo o seta, rendono il lavoro pesante e grossolano. Si applicano quindi le mostrine di stoffa sul rovescio della fodera come si vede nella figura 147 A. Fig. 147. Preparazione della tasca. Fig. 148. Tasca ultimata. Queste mostrine sono della medesima stoffa dei calzoni e già mo- dellate dal tagliatore. Le mostrine nella parte che vanno fermate sulla fodera, possono essere poste a rimesso, o con una venatura di satin, od anche sfilate, seconde la qualità e la grossezza della stoffa. Alcuni sogliono fare questo rimesso col ferro, ma e sempre meglio farlo con una imbastitura. Le mostrine di stoffa vanno messe dalla parte opposta a quelle di satín, ed in modo che distino dal limite di una buena cucitura, ed avanzino all'ingiíi della tacca sulla fodera per circa un cm. Le mostrine vengono fermate sulla fodera di tasca con un puntino a macchina, oppure a mano con punti a crece; sia che la mostrina 96 CAPO VIII sia fermata a mano od a macchina, il cucito deve arrestarsi a 2 cm. circa dal limite dalla cucitura in basso. Fermati convenientemente i fili seconde lo richiede la pulizia e la stabilità del lavoro, e tolte le imbastiture si fa la cucitura di tasca. La cucitura di tasca non deve risultare aH'esterno, e per ben ese- guilla si mettono insieme le due tacche ed il resto dalla fodera da cucire; fatta la cucitura, che deve arrestarsi ad un cm. sotto la tacca, si rivolta la tasca dall'indiritto. Alcuni sogliono passaré all'esterno di questa cucitura uno o due puntini, e ció non è sconsi- gliato, perché rende il lavoro pill stabile. Si ferma quindi la fodera di tasca sul davanti con una imbastitura, come vedesi nella figura 148. Nel dare questa imbastitura si osservi che il lavoro sia tutto disteso ; la mostrina poi deve restare sul davanti, in modo che compensi la cucitura fatta sulla tasca del davanti; quindi con alcuni punti si ferma la mo- strina sul davanti, hadando che la mostrina risulti distesa e non lenta. 2" Maniera. Mettendo il davanti al rovescio, con una • JIT imbastitura, si applica la fodera rig. 1rreparazione délia tasca. _ lu i i i r di tasca nell alto del fianço co- me dimostra la figura 149; praticate alla fodera le tacche corrispondenti all'apertura di tasca, si ritaglia la fodera pel valore di una cucitura ab- boudante dal limite, vi si mette il nastrino soppuntandolo da ambe le parti, e vi si applica la mostrina di satin. Le mostrine poi si applicano in modo che il loro indiritto combaci con l'indiritto délia stoffa del davanti, quindi vi si fa la debita cuci- tura, si rivolta, s'imbastisce, e si ferma a macchina, osservando le re- gole già date. Anche per il termine di queste tasche si osservino le rególe date per le precedenti. VARIE MANIERE DI TASCHE 97 3^^ Maniera. Nella térza mâniera si mette il nastrino suH'apertura di tasca, senza però applicarvi la fodera; si applica quindi la mostrina di satin, si cuce, si rivolta e s'imbastisce seconde il solito. Dopo di ció si prepara la fintina. Si mette la fintina in queste tasche quando si desidera che l'apertura delle medesime resti chiusa. Questa fintina (fig. 150), non è altro che un pezzo di satin tagliato pre- feribilmente per diritto filo e ripiegato per metà, avente nel- | l'interno un pezzo di fodera che serve di rinforzo. ^ Sulla plegatura, che sarà Torio della finta, si passano uno /—1; o due puntini a macchina, quindi essa si applica interna- \ ! | mente sulTapertura di tasca, nel modo che vedesi nella figura 151. í i ! AlTesterno delT apertura di tasca vi si passano i soliti | 1 i puntini a macchina, quindi si applica la fodera di tasca, la quale va ripiegata internamente sopra il puntino fatto con Fíg-, 150. ■ ki f Fintina. macchina, e termata con un soppunto. Per rendere poi piíi stabile la tasca si passa un altro puntino a macchina sopra quello già passato prima. Per il resto si eseguisca la tasca con le medesime norme date so- pra. Finita la tasca si ritaglia gradatamente la fodera interna della mostrina e della finta, che oltrepassano il seconde puntino passato a macchina, e ció per impediré un soverchio spessore alTesterno, prodotto dal brusco cambiamento di grossezza. 7 — Viola e De Lucia - II Sarto. 98 CAPO VIII Alla metà delia fintina vi si fa uri occhiello, che però è bene ese- guire prima di applicare la fintina sulla tasca. Tasche verticali con filettatura. — Le operazioni per la confezione di queste tasche sono le seguenti: Sull'apertura di tasca vi si mette il solito nastrino, soppuntandolo da ambo le parti. Si applica poscia al davanti la stoffa occorrente per la filettatura, lasciandola avanzare un poco verso l'estremità del davanti, quindi si fa la cucitura, che dev'essere piccolissima. Fatta la cucitura, si rivolta la stoffa dell'orlatura imbasten- dola e regolandola in modo, che si abbia al fianco del pantalone un filetto tutto ben regolare. In- ternamente quindi si applica la tasca di fodera, facendola distare dal limite di 2 cm. circa, e poscia sull'apertura délia tasca si pas- sano i soliti puntini (v. fig. 152). Per il resto delia confezione si osservi quanto abbiamo già spiegato trattando delle tasche verticali. Fig. 153. Preparazione della tasca orizzontale. Tasche davanti ad orizzontali. — Anche per le tasche orizzon- tali vi sono varie maniere di eseguirle, prima fra queste è la seguente. h Maniera. Anzitutto per fare questa tasca occorre avere la lun- ghezza e la cadenzá della medesima che è data del tagliatore. La lun- ghezza della tasca nella figura 1 53 corrisponde al segno AB, e s\x questo vanno passati i segni di marca. Alia fodera di tasca, che dev'essere stata tagliata pari al fianco nel- 1 alto del davanti, vi si pratica la tacca corrispondente al segno C, come si vede nella medesima figura 153, quindi dal rovescio si applica sul davanti la tasca di fodera come vedesi nella figura 153 nella linea a tratti. Dopo ció si ritaglia la fodera di tasca corrispondente al segno AB, applicando poi il nastrino dal punto C (apertura di tasca) fino al punto A, ritagliando la fodera dal C a\ B del valore di una cucitura, e fer- mando il nastrino da ambo le parti. VARIE MANIERE DI TASCHE 99 Si rimette quindi il tratto che vi e sopra AB, compresa l'apertura BC (tratto che può anche essere eseguito a cucitura), fermando conve- nientemente Torio sulla fodera di tasca. AlTesterno si passa un puntino tutto attorno alTorlo di tasca, ed un altro come quello che vedesi nella figura 154. Si applica poscia la mostrina di stoíía, che deve compensare la stoífa tolta al davanti, e per il resto la confezione di queste tasche è idéntica a quella delle altre verticali già spiegate. NelTapertura di tasca poi va praticato un occhiello, come quello che vedesi nella medesima figura 154. Fig. 154. Tasca orizzontale ultimata. Fig. 155. Altra tasca orizzontale. 2° Maniera. La seconda maniera di fare le tasche orizzontali è idéntica a quelle verticali già spiegate; la sola differenza consiste nel- 1 apertura, che è parte orizzontale e parte verticale. La figura 155 nelle lettere ABC ci fa vedere questa apertura, che coincide colla cucitura di serra e con quella del flanco dei calzoni. Come abbiamo detto sopra, la fattura di questa tasca è uguale a quelle verticali, percio la fodera della tasca deve essere ritagliata pari all alto del flanco, dandovi le tacche che devono coincidere con le lettere AC. Dopo aver applicata la fodera di tasca nelTalto del davanti, si scarta questa fodera di una cucitura sulTapertura della tasca, ed in questo punto si applica il nastrino che deve essere fermato da ambo le parti. Si pone quindi la mostra di satin, in modo che Tindiritto del 100 CAPO VIII satin combaci con l'indiritto delia stoífa, e quindi si fa la cucitura sull'a- pertura dalla tasca, si rivolta, si imbastisce, e vi si passa il puntinò a macchina, come quallo che vedesi nella medesima figura 155. Per lun- ghezza la mostrina di satin deve oltrepassare di qualche cm. il punto C. Si attacca poi la mostrina di stoíía che deve avanzare oltre l'ápertura di tasca una cucitura, dovendo questa compensare ció che si h consumato facendo la cucitura all'apertura di tasca. Similmente la mo- strina di stoífa deve avanzare sotto al punto A di un cm. od anche VARIE MANIERE DI TASCHE 101 di pill. Poscia si ferma la mostrina di satin, e la mostrina di stoíía sulla fodera della tasca, nel modo già spiegato parlando delle tasche verticali. Al medesimo modo si cuce la fodera della tasca facendo rimanere la cucitura aU'interno, quindi si ferma la tasca sul davanti con una imbastitura, e si ferma la mostrina di stoffa sul davanti con alcuni punti, tanto alVA che al C. Al punto B si pratica un occhiello per tenere ferma l'apertura della tasca (v. fig. 1 55). Tasche sul dietro dei calzoni. — La tasca sul dietro dei calzoni si deve sempre fare nell'alto del gambale destro dopo aver fatta la ripresa, e può essere fatta in 3 modi, cioè: a toppa, con finta, con passapeli. Veniamo senz' altro a spiegare il primo modo. /. Tasche a toppa. — Dicesi tasca a toppa perche la tasca h applicata a guisa di toppa. La sua fattura poi e semplicissima. Generalmente questa tasca è segnata dal ta- gliatore, percio non devesi fare altro che mo- dellare il pezzo di stoffa destinato a questo uso riducendolo uguale ai segni fatti dal tagliatore, lasciando però tutto attorno al pezzo la stoffa Fig. 157. Tasca a toppa. necessària per potervi fare il rimesso. A com- pimento di quanto abbiamo detto, presentiamo la figura 156 che può essere riprodotta, e servire per calzoni di media grandezza; per ripro- durla si procede cosí; Si tira la retta AB lunga cm. 12 ' 2. Dair.i4 e dal B si abbassano due perpendicolari lunghe cm. 16 ' 2 formando i , punti CD ed avremo il rettangolo ABCD. Si conduce quindi una parallela distante da AB cm. 272 ottenendo cosí i punti EF. 11 punto G si ottiene dividendo la retta AB. Sulla orizzontale AB a partiré da .<4 e da 5 si rientra di mm. 4 formando i punti 1 -2. Si conducono due rette da / C-2D e quindi si contorna il disegno con le curve indicate nella figura 156. Nel tagliare il modello si lasci tutto attorno, oltre la linea del disegno, lo spazio necessario per fare il rimesso. Se la stoffa ha righe, e necessario che le righe della stoffa della tasca SI raccordino perfettamente con quelle del dietro. 102 CAPO VIH Il tratto EGF è l'apertura di tasca, ed affinchè questa non si sghembi con l'uso, vi si mette internamente un rinforzo per diritto filo, che pos- sibilmente avanzi cm. 1 o 2 al disotto dei punti EF. Se la stoffa è pesante, per non aumentare di troppo lo spessore della tasca, si fodera solo nel tratto in cui si è messo il rinforzo, e / C fl" A Fig-1158. Tracciato dclla fintina. quindi si fa il rimesso tutto attorno alia tasca. Nel tratto incluso dai punti EGF si passano uno o due puntini a macchina, quindi si puo fare subito l'occhiello al punto G, come vedesi nella figura 157. Preparata cosí la tasca si applica su segno fatto dal tagliatore. La solidità della tasca è il primo re- quisito che essa deve avere, perciò, oltre alia stabilità del cucito, si tenga presente che sotto il tratto dove va praticata la tasca, se non vi è altra fodera che serva di contraíforte, vi sia sempre un pezzo di fodera che serva all'uopo. Questa fo- dera poi deve avanzare oltre al limite delle due estremità dell'apertura di al- Fig. I 59. Preparazione della tasca con ñntina. HieUO 2 Cm. Questo pezzo di fodera impedisce che la tasca si abbia a strappare o sfilare come che sia. Trattandosi però di tasche al dietro dei calzoni, la fodera di con- trafforte alia tasca puo essere larga quanto il dietro, ed alta da 7 a 8 cm. Dall'indiritto si ferma la tasca sul dietro continuando i puntini fatti all'HGF, in modo da contornare tutta la tasca, e facendo due forti fer- mature all'estremità dell'apertura EF. Se la tasca è invece tutta foderata, modellata che sia, si mette il • VARIE MANIERE DI TASCHE 103 rinforzo per diritto filo aH'apertura, vi si fa il rimesso tutto attorno, quindi vi si applica la federa. Nel tratto EGF la federa va rimessa, e tutte alterne alia tasca essa va raífilata 2 e 3 mm. distante dal limite di tasca. Per il reste la tasca e idéntica a quella spiegata sepra. Fig. 160. Preparazione delia tasca con fintina. 2. Tasca con fintina. — 11 seconde mode di fare le tasche al di dietre dei calzeni è quelle dette con fintina. La larghezza della tasca ed il punte deve questa va praticata, e data dal tagliatere. La figura 158 ci mestra la fintina eccerrente per questa tasca, e per ripredurla si opera cosí: S'innalzane successivamente alVAB due perpendicelari alte cm. 4, determinando i punti CD. 104 CAPO VIH Si conduce quindi una parallela distante ¿di AB cm. 2^!^, deter- minando i punti EF. Sulla retta CD si esce fuori da C e da Z) di mm. 4 producendo i punti 1~2\ si congiungono poi per mezzo di rette i punti AI-B2. Dividendo per metà la retta CD si ottiene il punto G. Fig. 161. Apertura di tasca. Si ultimi il disegno, come vedesi nella figura 158. Visto il modo di disegnare la fintina, passiamo al modo di con- fezionarla. Entro la fintina si mette sempre un pezzo di fodera per diritto filo; perciò, modellata la fintina sulla fodera come s'è spiegato sopra, si ri- taglia la fodera, lasciando oltre al segno del disegno lo spazio neces- sario per le cuciture; si eseguisce quindi la fintina a cucitura od a rimesso, lasciando però al fondo il satin sollevato per un tratto di VARIE MANIERE DI TASCHE 105 due cm., ed applicando al satin con una cucitura la metà fodera di tasca, Sull'apertura di tasca si passano i soliti puntini a macchina, e in metà vi si fa l'occhiello (vedi fig. 159). Neirinterno del dietro, al punto corrispondente alia tasca, si mette il solito pezzo di fodera, che serve di contraííorte, e dall'indiritto, sul segno delia tasca, s'imbastisce la fintina ed il passapelo di satin, come vedesi nella figura 160. Fatte le cuciture e tagliata l'apertura di tasca, si devono formare sulla stoffa del dietro alie estremità di tasca, due piccole visibili nella linguette figura 161 che dimostra il rovescio della tasca; la poi con fodera del passapello si forma, sull'apertura superiore di tasca una venatura, la quale verrà fermata con un puntino a macchina passato 106 CAPO VIH la medesima, comprendendo con questo puntino l'altra metà fo- sopra dera di tasca. La prima metà di todera di tasca, applicata a cucitura al satin delia fintina, si ferma sulla tintina stessa con un punto cieco passato in mezzo alla cucitura d'unione delia fintina con il dietro. A macchina poi si ferma sólidamente la fintina sulla stoffa del dietro, all'estremità dell'aper- tura di tasca (v. fig. 162). Ultimata cosí la tasca all'esterno passiamo alla sistemazione delle due todere di tasca all'interno; quello però che si raccomanda è di non esagerare in troppa lunghezza, che si può calcolare in generale da 12 a 16 cm. partendo dalla cucitura di fintina; si tenga però sempre calcolo delia grossezza dei calzoni, accorciando od allungando questa tasca in conformità dei medesimi. La cucitura di questa tasca non deve risultare aH'esterno, perciò, uguagliata che sia la todera, vi si ta un rimesso per ciascuna parte, in modo che combinino insieme, e quindi si termano queste due todere con uno o due puntini a macchina. 3. Tasca con passapeli. — II terzo modo di tare la tasca al dietro dei calzoni e con passapeli, e questi possono essere di stoíía o di satin. Si mette all'interno del dietro il solito contrafíorte per la tasca, e dall'indiritto, sul segno stabilito dal tagliatore, si imbastiscono i passa- peli, si tanno le cuciture, si taglia l'apertura di tasca, formando alie estremità le due solite linguette. Se i passapeli sono di satin, allora si ricoprono con i medesimi gli orli tagliati, formando due venature del valore della cucitura fatta. Se invece i passapeli sono di stoífa, si aprono col ferro le due cuci- ture, e si tormano con questi passapeli due bordini del valore della cucitura, hadando però che questi bordini siano perfettamente uguali tra loro, se si vuole un lavoro ben fatto. Al passapelo interiore si applica una parte di todera di tasca, e quindi, con un puntino a macchina passato in mezzo alla cucitura del medesimo passapelo o esternamente, si ferma il bordino. Si mandano poscia internamente all'estremità di tasca le due linguette, termando in questo punto la tasca sólidamente. Internamente, sull'apertura superiore di tasca, si applica l'altra metà todera della medesima, la quale todera deve avere una mostrina di satin. Un puntino a macchina sul passapelo superiore, passato come quello VARIE MANIERE DI TASCHE 107 del passapelo inferiore e suH'estremità di tasca, fermarà la metà federa di tasca, e rendará stabile la medesima alie due estremità. Internamente la federa di tasca deve essere ultimata seguende le nerme che abbiame già date parlande dalla tasca precedente. All'estremità le fermature pessene essere fatte anche ceme quelle 1 ! ) ; 1 ; — ; ? l ) ( Fig. 163. Ttisca con passapeli ultimata. che, vedensi nella figura 163, quindi alia metà dell'apertura inferiere di tasca vi si fa l'ecchielle (v, medesima fig. 163). 2. Taschini del panciotto. a) I taschini del panciette sene generalmente muniti di pistagnine. Internamente i pistagnini hanne una fertezza di canapine e di altra federa che medellata, si riveste pei cen la steffa destinata al pistagnine. Per 108 CAPO VIH modellare questa fortezza si prende una striscia di canapino od altra fodera possibilmente diritto filo, si raddoppia, si inumidisce un tan- per tino, affinche i due pezzi aderiscano assieme, quindi si segna 1 altezza che si vuol dare ai pistagnini. Fig. 164. Preparazione del pistagnino. L'altezza che questi devono avere a lavoro finito, varia da cm. 2V2 a 3V2. A questo proposito è bene far notare, che quanto piíi i taschini sono alti, altrettanto il lavoro prende aspetto grossolano. Nel tagliare la fortezza si abbia l'avvertenza di lasciare quel tanto di pill che è necessario per la cucitura, quando questa fortezza e leg- gera. La fortezza ritagliata cosí si posta sopra il segno del taschino, come dimostra la figura 164 lettera yí, stabilendone la lunghezza che fu fis- sata dal tagliatore. La distanza che passa tra B e C della medesima figura 164 alia base di taschino, si trasporta al limite superiore del modello da D in E, e se ne avrà cosí la pendenza uguale a quella del davanti. VARIE MANIERE DI TASCHE 109 Segnatane la lunghezza CF si trasporta dall'E in G. Unendo poscia le due estremità, avremo ottenuto le terali. pendenze la- Si distaccano quindi d insieme i due pezzi di fortezza, e si rive- stono con la stoffa a ció destinata. Nel porre questa stoffa sul modello del pistagnino si osservi che essa, a lavoro finito, segua le righe, la spina, od il pelo delia stoffa del davanti; quindi si può imbastire e rimpiegare il contorno del lasciando libera pistagnino, la parte inferiere sulla quale praticasi la cucitura. Si ferma quindi internamente il rimes- so, si aggiustano gli angoli, smussandoli nella maniera già spiegata, e* vi si passa un sopraggitto in basso per uniré il modello con la stoffa. Preparati in tal modo i pi- stagnini, essi saranno pronti per l'impun- tura, la quale deve essere uguale a quella che si passa all'orlo dell'abito che il pan- ciotto deve accompagnare. In alcuni casi questa impuntura si può anche tralasciare, Specialmente se si tratta di panciotti per Fig. 165. Preparazione del pUtagnlno. abiti da società. Se i pistagnini vanno fermati sul davanti a mano, allora il puntino o i puntini, devono essere passati in tutto il tratto rimesso sul mo- dello. Se al contrario questi devono essere fermati a macchina, il puntino 0 1 puntini devono arrestarsi agli angoli. Si prende ora la metà fodera del taschino e si soppunta nell'interno del pistagnino distante cm. 1 o 1 Vs dall'orlo orizzontale. Poscia si pra- ticano due piccoli tagli nella fodera, sino a toccare I'incontro della cucitura che si dovrà poi fare (v. fig. 165 AH) e distando dal limite latérale del pistagnino di 2 o 3 mm. circa. Preparati cosí i pistagnini si applicano sul davanti. La figura 166 ci fa vedere, senza che occorrano ulteriori il spiegazioni, modo con cui si dovranno fare i pistagnini e le fodere con le rispettive pendenze. La cucitura della fodera A, in avanti, si arresta ad 1 cm. e da piii quella del pistagnino, dovendo questa rimanere celata, mentre po- steriormente in B, s'avanza quanto quella del pistagnino (v. mede- sima fig. 166). II taglio, o apertura di tasca, va dato tra la congiun- 10 CAPO VIII Fig. 166. Preparazione del taschino. zione delia federa del taschino ed il pistagnino; arrivati però ad 1 cen- Fig. 167. Taglio del taschino. VARIE MANIERE DI TASCHE III timetro e ' I2 daU'estremità A e B (fig. 167) si biforca il taglio fino a toccare le estremità del cucito (v. fig. 167). Fig. I 68. Taschino ultimate. Col ferro poi si apre la cucitura del pistagnino, adagiando su se Fig. 169. Altro taschino ultimate. stessa la fodera del taschino. Per fermare la fodera applicata prima sul pistagnino nel centro, ovvero sulla cucitura d'attacco, si passa a mano 112 CAPO VIH un punto cieco, e in tal modo questa fodera rimaría fissa sul pistagnino. Si preparano quindi l'estremità dei pistagnini per le relative fermature. Un soppunto corto e nascosto raccoglierà gli eventuali sfilacci prodotti nelle linguette laterali all'apertura di tasca, e si potra riparare qualche piccolo incidente che possa esser accaduto nel taglio della medesima, cosa però che non dovrebbe mai capitare. Fig. 1 70. Taschino visto ultimato airinterno. Le fermature ma e si possono fare a mano o a macchina, prefe- ribile farle a mano, perché il lavoro risulta piíi pulito e piu stabile. Se all'orlo del panciotto si passa un solo puntino, le fermature che si fanno a macchina devono risultare come quelle che si vedono nella figura 168. Se invece all'orlo del panciotto si passano due puntini, i taschini devono essere fermati come quelh della figura 169. Si ritagliano quindi le due fodere dei taschini, dando loro la cadenza che scorgesi nella figura 170, cadenza uguale a quella dei pistagnini esterni. La cucitura del contorno del taschino, e una buona passata di ferio data secondo le rególe già spiegate, terminera la lavorazione dei taschini con pistagnino. — Altra maniera di fare i taschini con pistagnino. Sul segno del taschino si piazza la stofia destinata al pistagnino, per regolare la quale Il VARIE MANIERE DI TASCHE 113 Fig. 171. Preparazione del taschino. secondo il pelo, le righe, i quadri, la spina eco., si seguano le norme già date per gli altri pistagnini. Fig. 172. Preparazione del taschino. Poscia, daU'esterno del panciotto e sul segno del taschino, s'imba 8 — Viola e De Lucia - Il Sarlo. Il 114 CAPO VIII stisce, dal lato inferiere A, la stoffa del pistagnino messa a rovescio, e dal lato superiore B, e centro il segno del taschino, una parte di fe- dera del taschino, anch'essa messa a rovescio (v. fig. 171). Fatte le cuciture e tagliata l'apertura del taschino nel modo spie- gato, si stira la cucitura del pistagnino, coricando invece quella della federa. II pistagnino, stirato che sia, si distende sul davanti e si segna col gessetto bene aífilato il suo contorno pari a quelle che vedesi nella figura 172. All'orlo AB, ma internamente, vi si mette un pezzo di nastrino Fig. 173. Preparazione del pistagnino. fermato da ambe le parti, per impediré che il pistagnino, con l'uso, si abbia a sghembare. Si fa quindi il rimesso tutto attorno al segno e in modo da non produrre soverchio spessore agli angoli, e quindi si ul- tima il taschino come quelle spiegato sopra. Questo lavoro è più leg- gero e spiccio, da farsi specialmente nei panciotti di tela. c) Taschini del panciotto su stoffa rigata orizzontalmente e ver- iicalmente. — Se trattasi di eseguire il pistagnino su stoffa a fantasia se ne osservi bene tutte le righe e quadretti, affinchè a lavoro finito il di- segno non presenti interruzioni di serta. Per far tornare le righe si posta il modello del pistagnino sui punti lenti, come vedesi nella figura 173 CD. Se le righe seno orizzontali si posta la stoffa sopra il modello cosí VARIE MANIERE DI TASCHE 115 piazzato sul davanti, facendo raccordar bene tutte le righe. Si ripro- duce poseía su questo pezzo la larghezza del pistagnino AB, e la li- nea inferiere CD che nella figura 173 seno segnate a tratti. Dalla linea inferiere CD si lascia avanzare la steífa del valere di due cuciture; ritagliatane l'eccedenza si incemincia a fare il pista- gnine, mettende pari il medelle sul punte raífilate e sui segni di lar- ghezza del medesime, quande la fertezza del pistagnino si comprende con la cucitura, ed il medelle distante una cucitura abbendante da questa linea, qualera non si comprenda il medelle con la cucitura, ma Fig. 174. Preparazione del pistagnino. lasciande invece le spazie necessarie per la medesima cucitura. Le due cuciture, che si lasciane in più dalla linea inferiere, siane calcelate hen precise a quelle che si faranne pei unende il pistagnino col davanti, se si desidera un lavere esatte. Se invece le righe sene verticali ed oblique si mette il medelle del pistagnino nel selite modo, hadando che le righe della steífa del pistagnino si raccerdine bene con delia quelle steffa del davanti (v. fig. 174). Si procuri pei di dare imhastiture certissime, quande questi pista- gnini saranne applicati ai davanti, per nen incorreré nel pericele che la macchina spesti le righe. d) Taschini del panciotto con pistagnini orlati. — L'erlatura, come ahhiame già dette, si può fare in due medi, cieè; a cavalle e a piatte. CAPO VIH Nel primo si modella la fortezza del pistagnino, come abbiamo già spiegato, possibilmente di canapino, specie se la stofía e leggera, po- scia si riveste con la stofía destinata al pistagnino, hadando anche qui alie righe, al pelo ecc., e regolandosi in ció come abbiamo già spie- gato. Si raffila poi la stofía tutto intorno alia fortezza del pistagnino, e si passa un sopraggetto fitto, ma non tirante, che fermera la stoffa con la fortezza. Si applica poscia il passamano tutto intorno al pista- gnino, eccetto nel tratto che va unito con la cucitura sul davanti; il passamano poi va messo a cavallo del pistagnino nella maniera già spie- gata. Si continua quindi la fattura del taschino, seguendo le norme già date fino al punto di farvi le fermature, che vanno eseguite a mano e nell'interno del lavoro. Dall'esterno si soppuntano pulitamente sulla stofía le estremità del pistagnino, quindi si ultima il taschino seguendo le rególe solite. Se l'orlatura deve essere applicata a piatto, allora si prepara il pi- stagnino come se non si dovesse fare alcuna orlatura; prepáratelo in questo modo, si applica l'orlatura a piatto nella maniera già spiegata. Anche le fermature all'estremità del taschino devono essere fatte internamente, e a mano. La cosa che maggiormente si raccomanda per la buona riuscita di questi pistagnini è la precisione nell'orlare gli angoli. 3. Tasche interne delle giacche e degli ahiti. Vi sono varie maniere di confezionare le tasche nell'interno degli abiti, ma le piíi úsate sono; 1. Tasche con passapeli formanti due piccoli cordoncini; 2. Tasche con passapeli formanti due rimessi della larghezza di una cucitura regolare ; 3. Tasche sfilate. Le tasche con passapelo formanti due piccoli cordoncini, si fanno sulle mostré, quando non v'è pericolo che queste sfilino, ed invece con passapelo largo, quando la stofía e la fodera sfilano. In ogni caso però si possono fare le tasche nella seconda maniera, senza portare al lavoro difetto alcuno, perché le tasche riescono cosí pill stabili e meno soggette a sfilarsi. a) Tasche con passapeli formanti due piccoli cordoncini. — Se- gnata la tasca nella maniera già spiegata, si mette internamente, sotto questo segno, una parte di fodera di tasca che sarà stata tagliata per VARIE MANIERE DI TASCHE 117 diritto filo; questa deve oltrepassare il segno di almeno 2 cm. Poscia si imbastiscono i passapeli, che, al punto dove vanno cuciti, devono avere un rimesso onde poter fare la cucitura piccolissima senza pericolo che sfilino. Preparati cosi i passapeli s'imbastiscono sul segno di tasca, in ma- niera che combacino fra loro (v. fig. 175), quindi si cuciono. La cucitura va fatta del valore di 2 mm. per parte, e se si vuole che la tasca riesca bene, si badi a cucir diritto, in modo che a cucitura finita risulti un rettangolo della larghezza di 4 mm. Si apre quindi la tasca tagliando la stoífa e la fodera in mezzo ai passapeli, avendo cura d'ar- restare il taglio a cm. 1 dai due limiti di tasca ; da questi punti si dá un taglio biforcato che vada a raggiungere i limiti della cucitura senza tagliarne il cucito. Si preparano ora i passapeli in maniera che aH'esterno risultino due cordoncini ben regolari, senza produire al limite di tasca alcun difetto. Essi vanno stirati dall'interno, ripiegando anche su se stesso il passa- pelo inferiore, e formándolo a macchina o a soppunto sulla parte di fo- dera di tasca dianzi applicata. All'esterno, sempre nella parte inferiore della tasca, si passano uno o due punti a macchina per ben stabilire il passapelo ; si fermano quindi i fili con l'ago, e si disbastisce tutta la parte inferiore della ta- sea. Colla punta dell'ago si manda verso l'interno quella specie di Un- guetta prodotta dal taglio di tasca, formándola sólidamente aU'interno e in tutte e due le estremità. Nel mezzo della tasca si applica una fintina munita di un occhiello, e questo per far chiudere bene la tasca, perché non isbocchi, e perché Fig. 175. Preparazione della tasca. 118 CAPO VIII non si perdano gli oggetti. Questa fintina si può confezionare in^ di- verse maniere; alcuni la usano piccola, altri lunga corne la tasca. Nelle figure 176-177-178 diamo tre tipi di fintine. La figura 176 è una lista di D satin délia lunghezza di cm. 12 e alta 6; alla linea AB si fa un ri- messo ordinario. Si piega quindi in modo che i punti AB coinci- dano col punto D, vi si passa un puntino a macchina, vi si fa l'oc- chiello, ed è senz'altro ultimata. La seconda maniera, figura 177, è formata da una lista di satin lar- ga cm. I e lunga cm. 10 o poco piîi (v. figura 177 linea punteggiata AB) preparata in modo che non sfili ai lati, che si fermano con un pun- tino a macchina. Trovata la metà delia striscia che nella figura 177 ri- sulta al segno C, si piega la striscia internamente facendo toccare le due parti délia linea A e B sulla metà striscia ossia al punto C. (Nella figura 177 la linea a tratti indica la striscia, e quella decisa come C u y b\ 1 / 1 y Fig. 177. Seconda fintina. VARIE MANIERE DI TASCHE 119 Fig. 178. Tetza fintin'a. la finta resti ultimata). Praticando poi le fermature DE avremo l'oc- chiello délia finta. Fig. 179. Tasca con due piccoli botdini. Il terzo modo è quello di una fintina che ricopre tutta la tasca (fig. 178). La linea obliqua AB, e lunga 16 cm. 120 CAPO VIII AlVAB si conducono due parallèle CD-EF, di cui la CD dista da AB di cm. 5, e VEF, similmente da AB di cm. 3. Dividendo in metà le rette AB e CD, si hanno i punti IH. Con due curve ben delineate, partendo da F e da E, si compisce il tracciato incontrandosi in I (vedi fig. 178). Al contorno di questo disegno bisogna lasciare ancora lo spazio necessario per la cucitura, fatta la quale, si rivolta, vi si passa un puntino a macchina; la confe- zione deU'occhiello compie la fintina. In tutti e tre i casi h consigliato mettere aU'interno delia fintina un rinforzo di fodera. Ultimata in qualunque dei tre modi spiegati sopra, va imbastita nella parte superiore di tasca, che deve avere in questo punto una mostrina della medesima fodera dei passapeli. A macchina quindi si passa uno o due puntini uguali a quelli praticati alia parte inferiere di tasca, fermando nel medesimo tempo anche i limiti di questa, come vedesi nella figura 179, quindi si assicurano i fili e si disbastisce la tasca all'esterno. All interno s imbastiscono insieme le due parti di fodera, si egua- gliano e si cuciono poscia a macchina. Questa cucitura nell'alto della tasca va cominciata alia distanza di cm. 1 circa dalla fermatura, e fatta tutto attorno fino alia parte opposta. Fig. 180. Tasca con due bordini larghi. VARIE MANIERE DI TASCHE 1,21 h) Tasche con passapeli formanti due rimessi délia larghezza di una cucitura regalare. — Segnata l'apertura di tasca si applica dal ro- vescio, in corrisppndenza, una parte délia tasca di fodera che servirá come contrafforte alie cuciture. S'imbastiscono i passapeli sul segno di tasca in maniera che combacino tra loro, ma senza che questi passapeli Fig. 181. Preparazione delia tasca. abbiano un doppio rimesso, come si è indicate alla tasca precedente. Fatte le cuciture si pratica l'apertura di tasca e si rimettono i pas- sapeli in modo da formare due rimessi ben uguali, larghi una cucitura. Per il resto, la fattura è precisa a quella spiegata precedentemente (v. fig. 180). c) Tasche sfilate. — Quando si hanno da confezionare abiti di stoffa molto pesante e che non sfila, si usa fare internamente le cosí dette tasche sfilate; per eseguire le quali si opera in questo modo: Segnata la tasca col gesso, si passa sopra questo segno un'imbastitura 122 CAPO VIII che riproduce internamente il segno fatto airesterno; si prende quindi una metà tasca di federa a cui sarà stata applicata in antecedenza la mostrina di satin, e si porra dal rovescio di quella, applicando poi sul- l'estremità delia federa una striscia di nastrino, che servirà di rinforzo alia tasca (fig. 181 A). Si passa quindi daU'indiritto e nella parte in- Fig. 182. Preparazione della taisca. feriore di tasca, un puntino, distante dal segno 2 mm., risultante aH'in- terne come quelle BC della fig. 181. Si abbassa poi questa prima metà della tasca di federa, fermandola aU'esterno con un altre puntino passato inferiormente, distante dal primo '/z cm., e che internamente fer- merà la federa sulla tasca (v. fig. 182 A.B). L'ultimazione di questa tasca è pari a quella delle due antecedentemente spiegate. VARIE MANIERE DI TASCHE 123 La figura 182 dimostra la tasca ultimata, ma non ancora aperta, il che verra fatto solo al termine del lavoro. A tempo debito, neU'aprirla, si faccia attenzione a non tagliare la mostra di satin, il che sarebbe uno sconcio grave (1). 4. Tasche esterne per giacche ed ahiti. a) Tasche con due passapeli. — Se n'è già fatto parola spie- gando le tasche, di cui i passapeli formano due sbordini regolari larghi quanto la cucitura (v. confezione tasche dei calzoni, pag. 106). An- che spiegando le tasche interne, ci siamo intrattenuti a parlare delle tasche con passapeli formanti due piccoli cordoncini, e delle altre con passapeli formanti due rimessi larghi una cucitura regolare. La fattura di queste tasche varia da quelle accennate solo in que- sto, che la mostrina da mettersi alia fodera di tasca e da applicarsi poi alia parte superiore della medesima è di stoífa, e finalmente i pas- sapeli o bordini sono fermati in mezzo alla cucitura con un puntino a macchina. Raccomandiamo però che le cuciture fermanti i passapeli (1) Le figure 179-180-183 con la linea punteggiata dimostrano le tre different! foggie di fintine già applicate alie tasche. 124 CAPO VIII sulla stoffa, siane adattate alia steífa impiegata, ciee, si facciane cu- citure piccele su steífe che non sfilane, regelari ed anche piü larghe deH'erdinarie nelle stefie che sfilane mol te. Si tenga pei come regola generale, che quante piu i berdini sene picceli tanto piíi elegante ren- dono il lavere ; perciò si procuri di non mai sacrificare la selidità della tasca all'eleganza. h) Tasche con passapelo e finta. — Sene composte di due pezzi Fig. 184. Preparazione delia finta. di stoffa uguale a quella dell'abito; il pezzo piíi grande serve per la fintina, l'altro per il passapelo. La finta ha internamente una federa che si chiama fortezza o anima, la quale si modella su un pezzo di federa pessibilmente nen di treppo spessere, per diritte nella sua lunghezza. L'altezza della fintina, a la- vero finite, deve essere di cm. 6 '/z > salve sempre l'esigenza della moda e le dimensioni dell'abite. Per avere la lunghezza e la cadenza adat- tata all'abite, cui tale finta si riferisce, si celleca questa fortezza setto il segno deirapertura di tasca. Dal punte A sempre sul medelle, si conduce una linea di squadra AB fine a teccare l'erizzentale settestante, quindi, se la pendenza del fiance nen è esagerata, si petrà assecendarla dando un pe' di garbo alla finta, oppure si può lasciare in isquadra, modo preferito dalla mag- gior parte dei sarti, smussando appena l'angolo sottostante. Per dare la cadenza del davanti dal C al D, come vedesi nella fig. 184, si osservi la pendenza del basso dell'abito, dovendo la finta 125 in questo tratto assecondarla, potendo l'abito essere talora diritto, (/ fig. 184), leggermente o anche molto arrotondato {2-3 stessa figura). Preparata cosí l'anima délia finta, si ricopre con la stofia, dandovi Fig. 185. Preparazione délia finta. Fig. 186. Preparazione della finta. un'imbastitura pari a quella che si scorge nella figura 185, ma osservando che le righe, i quadri, il pelo, la spina della stoffa siano in perfetta armenia con quella del davanti, servendosi a taie scopo delle rególe date circa i pistagnini del panciotto. La figura 186 ci mostra la finta con il rimesso fatto e fermato da un soppunto ; bastera una spianatina col ferro, e la finta sarà pronta per il puntino a macchina da passarsi pre- ciso a quelle che s'intende passaré all'orlo deU'abito. Si applica, si rimette, e si sop- punta quindi il satin tutto interne ec- cette al lato dell'attacco. Una 187. Fintina ultimata. striscia Fig. di satin va unita alla finta mediante un punto a cavallo (v. fig. 187). Sul rovescio del davanti dell'abito, in direzione della tasca, si im- bastisce una striscia di fortezza possibilmente del colore della stoffa: servirà di rinforzo come si scorge nella figura 189 alla lettera A,. Si imbastisce quindi dal diritto, aderente al segno di tasca, dalla parte inferiere, il passapelo (AB), e dalla parte superiore la finta {CD), come scorgesi nella figura 188. Si eseguiscono era le cuciture : quella della finta si fa da una estre- untà all'altra della medesima, e quella del passapelo si arresterà una 0 pill cuciture indietro nella parte che guarda il davanti, a seconda della pendenza della finta; nella parte posteriore invece si avanza in sense inverse fine a coincidere all'estremità della finta. 126 CAPO VIU Si taglia quindi l'apertura di tasca nel modo già spiegato, e come si scorge nella figura 189; poscia si stirano le cuciture. Stirata che sia la cucitura del passapelo, vi si mette entro una metà aífinchè sostenga il passapelo, ed impedisca che la tasca, dato il con- tinuo uso che ne fa il cliente, non si abbia a sghembare. Si fa quindi il rimesso al passapelo, facendo formare all'esterno un cosí detto bordino, possibilmente délia larghezza delle due cuciture. Taie Fig. 189. Apertura di tasca. bordino deve essere ben uguale e fermato con un punto cieco passato fra la cucitura di congiunzione del passapelo col davanti. Si piega quindi il lembo inferiore del passapelo sulla fodera, e si ferma su questa con un puntino a macchina. Fig. 188. Freparazione delia tasca. Qualora lo spessore délia stoffa non permettesse di fare il rimesso sul passapelo senza produrre soverchio spessore, si può tralasciare questo VARIE MANIERE DI TASCHE 127 rimesso, facendo all'orlo una venatura di satin, da fermarsi a mac- china, oppure assicurando il passapelo sulla fodera con punti a croce molto piccoli. Si mandano poscia internamente le due linguette dell'estremità di tasca, fermando queste sólidamente con punti fitti e con seta grossa. Si cuce poscia la fodera di tasca, dandovi la grandezza che si vede nella figura 190 AB. Si osservi nella figura 190 che la cucitura délia tasca e un poco discosta dalle fermature, e questo aífinchè la fintina stia cómodamente nell interno delia tasca, senza che abbia a prendere pieghe di sorta. Si osservi inoltre che la fintina, stando all'esterno, abbia o ricoprire veramente la tasca, non lasciando scorgere, come allé volte succédé, dei tratti di bordino, difetto causato dalla poca attenzione nel cucire e nel tagliare la tasca, o per aver fatto sfilare la stoffa all'estremità di questa. c) Altro modo di confezíonare le tasche con finta e passapelo. — Si modella la fortezza o anima come si e spiegato sopra, lasciando tutto attorno al modello di fodera lo spazio di mezza cucitura ordinaria; in alto, al punto dove la finta va attaccata sul davanti, si lascia 1 cm. piu dell altezza usuale. Si applica quindi questa fortezza sulla stoffa destinata per le fintine, osservando rigorosamente quello che si è detto m riguardo al pelo, righe, ecc. Fig. 190. Tasca ultimata vista all'interno. 128 CAPO VIII Vi si applica poi il satin un po' tirante, per impediré che, fatta e rivoltata la fintina, il satin si abbia a scorgere dall'indiritto. La cucitura attorno alla fintina non deve essere fatta tutta conforme al modello, ma in prossimità degli angoli un poco piîi grossa, come vedesi nella figura 191, per impediré che i medesimi abbiano a riuscire sformati. Ritagliatane le esuberanze di stoífa e di fodera, si rivolta la finta dall'indiritto e si dá un'imbastitura vicino all'orlo, si stira e si passa un puntino a macchina. Sull'apertura di tasca, inferiormente si mette il solito passapelo, si cuce, si apre la tasca dando i tagli trasversali all'estremità delia mede- sima, solo dalla parte inferiere, quindi si stira la cucitura del passapelo, vi si mette in mezzo la fodera di ta- sea, tagliata per diritto filo onde impe- dire che la tasca con l'uso si sgembi, e poscia si fa il bordino. Siccome sulla finta verrà passato un Fia. i 91 Preparazione della finta. puntino a macchina, la cucitura che la • congiunge col davanti puo essere fatta pill piccola dell'ordinario, anche se la stoífa silla. Perciò prima di fare il bordino delia tasca, si calcoli quanta stoífa consumera la cucitura di fintina sui davanti, e poscia si faccia il bordi- no tutto ben regolare, in modo che questo compensi le due cuciture, quella del passapelo e quella delia finta. Poscia sulla fintina si segna l'altezza che deve essere di cm. 6 72, oltre cui si lascia il valore delia cucitura di congiunzione, lasciando avanzare la finta in alto oltre questo segno, di almeno 1 cm., e quindi si imbastisce e si cuce. Questa cucitura non si stira, ma si addossa su se stessa con una imbastitura ben corta. Sui rovescio a coprire la cucitura di congiunzione delia finta col davanti, si mette l'altra parte delia tasca di fodera cui sarà stato pre- cedentemente applicato un passapelo di satin. La tasca si ultima nel modo già spiegato. A compimento di que- sta tasca si passa un'impuntura (fig. 192) sopra la cucitura di fintina che terra ben ferma la tasca. Questo secondo modo di fare le tasche con finta e da preferirsi al primo, perché dá agio di eseguire il bordino alquanto piíi piccolo del solito. d) Tasche con finte ed orlature a cavallo. — Si prepara la for- tezza o anima della finta nel modo già spiegato, senza però lasòiare VARIE MANIERE DI TASCHE 129 attorno alia finta, eccetto lungo il suo attacco col davanti, quel tanto Fig. 192. Tasca ultimata. di piu necessario per il rimesso o per la cucitura, dovendo interno essere sfilate, ed órlate a cavallo col passamano. Fig. 193. Prepatazione della tasca bórdala. Modellata la fortezza vi si applica da una parte la stoffa, tenendo sempre cálcelo delle righe, dei quadri ecc. e dall'altra il satin. 9 — Viola e De Lucia - II Sarlo. 130 CAPO VIII Dopo aver raflilato stoffa e fodera pari alia fortezza, vi si dá un sopraggitto fitto tutto attorno, e si orla la fintina. Fig. 194. Tasca bordata. Messa la sólita fortezza in corrispondenza all'apertura si pratica I'apertura medesima in tutta la sua lunghezza. Sempre sul rovescio, lungo il labbro inferiere dell'apertura di tasca, si mette una parte di tasca di fodera con un pas- sapelo di satin o di stoífa, quindi si so- praggittono i due lembi dell'apertura di tasca con punti corti e non tiranti (vedi fig. 193), poscia si orlano lasciando avan- zare il passamano circa cm. 2 allé due estremita, si uniscono i due orli pure al- l'estremità con alcuni punti che non de- vono certo vedersi aU'esterno, e, mandata internamente la linguetta di stoffa sólita, si Fig. 195. Tasca atoppa. colloca la fintina. Essa non si applica a cucitura, ma si introduce sotto Taper- tura superiore di tasca, perciò è bene che questa finta, nelTalto, oltre al segno che ne determina Taltezza, sopravanzi almeno di cm. 2. Messa VARIE MANIERE DI TASCHE 131 a posto la fintina si ferma sólidamente nell'mterno, e quindi superior- mente, sempre sul rovescio, si applica l'altra parte di tasca di fodera cui sarà stato messo un passapelo di satin. In ultimo si ferma il tutto sólidamente, si eseguiscono le fermature all'estremità, e si completa la tasca seconde il solito (v. fig. 194). e) Tasche a toppa per abiti sfoderati. — Benchè se ne sia già parlato, spiegando le tasche a toppa del dietro dei calzoni, non sarà superfino aggiungere qui alcune altre brevi nozioni. Fig. 196. Tasca a toppa. Fig. 197. Preparazione délia tasca. La lunghezza, la larghezza e la forma di queste tasche e gene- raímente stabilita dal tagliatore. Le figure 195-196 hanno una forma molto comune. Nel modellare queste tasche, come pure tutte le altre di tal genere, si opera come vedesi nella figura 197, cioe si lascia avanzare sulla orizzontale AB un tratto di stoífa largo 3 o 4 cm. AU'interno, al punto corrispondente all'orizzontale AB, si mette un pezzo di nastrino o una lista di fodera per diritto filo, onde impediré che la tasca con Tuso si abbia a sghembare. La tasca si rimette cominciando dair.4í passando in CDB, e in ultimo il tratto AB, evitando agli angoli AB il soverchio spessore. II tratto lasciato sopra l'orizzontale AB serve come passapelo della 132 CAPO VIII tasca e lo si ferma internamente sulla medesima con un puntino a mac- china, dopo averio regolato parallelamente all'orizzontale AB e ri- messo su se stesso, come chiaramente vedesi nella figura 195; quindi si passano i puntini sul tratto AB pari a quelli che si passeranno sul- l'orlo deH'abito. Cosí preparata, la tasca si applica al punto stabilito con una im- bastitura data vicino all'orlo della tasca medesima. Fig. 198. Fermature della tasca. Dal rovescio, sotto i punti corrispondenti all'^jB della tasca (figu- ra 195), se non vi è rinforzo di sorta, si potra mettere o una striscia di fodera per diritto filo larga 4 o 5 cm., soppuntata in modo che al- l'esterno non s'abbia a scorgere, oppure mettere sotto ai medesimi punti AB due pezzi della medesima stoíía in forma rotonda o quadra, come vedesi nella figura 198, fermando questi a soppunto se la stoffa si rimette, o a punti in croce se la stoffa si lascia sfilata. Per finiré questa tasca non resta che contornarla per mezzo di un puntino uguale a quello passato sull'yífí cominciando dair.í4, segui- tando in CD, finendo in D e fermando sólidamente la tasca suir.^4B nel modo indicato dalla figura 196. La figura 199 nella forma è quasi precisa a quella 195 e reca sopra 1 VARIE MANIERE DI TASCHE 133 la sua apertura una finta fermata con due impunture a macchina. Si- milmente la figura 200 idéntica a quella 199, ha sopra la sua apertura una finta modellata diíferentemente e munita di occhiello. In mezzo vi è una piega che rende la tasca piíi comoda ed elegante. /) Tasche a tappa con finta e passapelo per ahiti. — La lar- ghezza dell'apertura della tasca e sempre segnata dal tagliatore; que- sta misura si trasporta sul pezzo di stoíía che deve serviré da tasca (v. fig, 201 AB) lasciando sopravanzare la stoffa dai due lati oltre il segno per circa cm. 2 '/2> quindi si squadrano questi punti prolun- gandoli fino alla lunghezza che si desidera dare alla tasca, e si ari;o- tondano con garbo gli angoli in basso (v. fig. 201). Dei centimetri 2 Vz lasciati in piîi, oltre la larghezza della tasca, V2 cm. serve per il rimesso ed il resto per lo spazio dei puntini da passaré, e per quel tanto di spazio necessario alia finta, aífinche essa possa entrare e stare cómodamente nella tasca senza piegarsi. Sopra il segno dell'apertura di tasca la stoíía si lascia avanzare di cm. 3 abbondanti; si lascia questo mezzo centimetro di piíi per com- pensare la cucitura della finta, aífinche la distanza dal limite sia tutta uguale; quindi si fa il rimiesso tutto intorno alia tasca. II segno dunque dell'apertura di tasca deve distare dal limite su- I 134 CAPO VIII periore di cm. 2^!^. Questa tasca si prepara, si cuce e si ultima al medesimo modo di quelle con passapelo e con fintina; terminata che sia le si dá una buona passata di ferro, s'imbastisce e si ferma sul davanti con due impunture (v. fig. 202). Qualora si voglia evitare che col tempo la parte del davanti sot- tostante alia tasca placcata s'insudici, si puo ricoprire tutto lo spazio con un pezzo di satin, senza però occorra fare al «atin alcun rimesso, ma in maniera che venga compreso e fermato con l'impuntura. Oppure se trattasi di soprabiti di lusso, mettervi le due parti di tasche di vel- luto, flanella o pelle, anzichè di fodera. g) Tasche a sojffietto. — Si usano nei soprabiti da mezza stagione, o nei pastrani molto pesanti, di stoífa a doppia faccia. Tanto i primi come i secondi si confezionano a mezza fodera, op- pure completamente sfoderati. Queste tasche all'esterno si eseguiscono come quelle usuali con pas- sapelo e finta, aventi il puntino sopra la cucitura d'unione col davanti. Si modella quindi la stoffa, che internamente deve ricoprire la tasca, seconde il segno fatto dal tagliatore, oltrepassando i due limiti per Fig. 202. Tasca a toppa con finta e passapelo. VARIE MANIERE DI TASCHE 135 cm. 3, e facendo combinare le righe e i quadri qualora vi fossero. Attorno a questo pezzo di stoffa si applica una striscia di satin di co- lore uguale od approssimativo alia stoíía, larga 6 o 7 cm., formando con questo una venatura tutta ben regolare, la quale sarà fermata con un puntino a macchina, nascosto entro l'unione della stoffa con il satin (I). Il satin internamente si piega in A (v. fig. 203) formando una piega larga cm. 4, poscia si fa tornare verso l'estremità della tasca, m modo che avanzi da questa pel valore di un rimesso ordinario. Si nmette quindi nuovamente il satin verso l'interno V2 scarso discosto dal pezzo della tasca (v. fig. 203 B), eccetto nel tratto superiore in- cluso in CD, e dopo aver data una spianatina col ferro, si applica sul rovescio del davanti al punto di tasca. Applicata cosí la tasca, si soppunta a punti corti e lenti, pren- dendo il seconde rimesso fatto al satin, eccetto al tratto CD, che sulla venatura deve essere soppuntato a punti nascosti. La figura 204 ci dimostra come la tasca resta ultimata all'interno; nel (!) Le venatura solite a farsi negli abiti sfoderati siano di preferenza piccolissime, perché più eleganti. 136 CAPO VIII Fig. 204. Tasca a soffietto vista terminata all'interno. tratto AB della stessa figura dove rorlo dalla tasca sembra rialzato, appare come la tasca resti fermata sul davanti. CAPO IX Dei Calzoni. I calzoni sono quella parte del vestito che ricopre ruomo dalla cin- tura al piede, spartendosi in due come fa la forcata per ricoprire cia- scuna gamba da se. La forma dei medesimi varia secondo la moda, le usanze, 1'arbitrio dei clienti, sicche si hanno forme sproporzionata- mente larghe e forme strette aderenti allé gambe. Di queste varie e differenti forme diremo nel corso delle nostre le- zioni. Le parti principali componenti il calzone sono dimostrate dalla figura 205 che chiamasi daüanti e dalla íigurra 206 che chiamasi dietro. Le figure seguenti dall' 1 al 13 delia tavola I corrispondenti dalla figura 207 a quella 219, sono le parti accessorie che tuttavia illustriamo. Quanto alla nomenclatura dei tratti principali del davanti (fig. 205) essa è la seguente: chiamasi fianço il tratto che dal punto superiore A scende al punto B', base di cintura dal punto A al punto B: altezza d'inforca- tura DE', inforcatura DF', fondo FB', sparato del davanti dal C in D. Le stesse denominazioni servono per il dietro (fig. 206) ad eccez- zione del punto A che chiamasi ripresa di fianco, e del tratto BC cucitura d'unione. Nella tavola I il n. 1 (fig. 207) chiamasi fintina de- gli occhietti; il n. 2 (fig. 208) fintina dei bottoni ed il n. 3 (fig. 209) serra. Il n. 4 (fig. 210) mostrina di stófifa per la tasca e il n. 5 (fi- gura 211) mostrina di satin pure per la tasca. Il n. 6 (fig. 212) codetta con fibbia per la parte sinistra e il n. 7 (fig. 213) codetta destra per la parte dei bottoni. I numeri 8 e 9 (figg. 214 e 215) fondi e fondini contrafforti grandi e piccoli che servono alia base di cavallo, e il n. 10 (fig. 216) tasca. I numeri 11 e 12 (figg. 217 e 218) foderoni, ed il n. 13 (fig. 219) reggipancia o pattina. a) Calzoni regolari di tela. — Ci diamo a spiegare la confezione dei calzoni di tela, come i piîi facili a farsi, e si chiamano regolari perche hanno una forma giusta, ne troppo larga, ne troppo stretta. Incominciando un paio di calzoni, devonsi anzitutto marcare gli 138 CAPO IX Fig. 205. Davanti. p¡g 2O6. Dietro. slarghi che il tagliatore ha lasciati sulla stoífa. Chiamasi slarg DEI CALZON! 139 quel tratto che è lasciato oltre il segno reala, al punto dove dovreb- besi tagliare I'abito, si lascia per precauzione, perche, occorrendo, I'abito possa venir allungato o allargato. Nella figura 205 i punti di marca vanno passati in basso nel tratto FB; nella figura 206 sul fianco, sulla cucitura d'unione, ed allé volte nella cucitura d'entro gamba. Dei brevi punti di marca che si vedono 12. 11 13 Figg. 207 a 219. Tavola I. Accessori dei calzoni. orizzontalmente alia base di cavallo, al ginoccbio e al fondo, ne par- leremo piii avanti. Se la stoffa sfila si passa a tutti i pezzi un punto a cavallo, con filo adatto al colore della stoffa, quindi si fanno le tascbe in una delle differenti maniere spiegate nel capo VII, poscia si imbastisce il davanti sul dietro. Sul davanti il tagliatore ba praticato quattro taccbe, due sulla linea orizzontale GH cbe segna la direzione del ginoccbio, due altre al fondo FB all'estremità del segno di piega- tura, e moite volte un'altra alla base esterna di cavallo E (v. fig. 205). 140 CAPO IX Queste tacche sono pure praticate nal dietro ai punti corrispondenti. Nell imbastire il dietro col davanti occorre mettere esattamente tacca Fig. 220. Unione del davanti e del dietro. DEI CALZON! 141 con tacca, dando tanto al ginocchio che al fondo, alcuni punti d'im- bastitura, per fermare il davanti sul dietro; questa operazione è delia massima importanza e senza di essa si sposterà tutto l'appiombo del calzone, ció che e un difetto gravissimo. Si continua quindi ad imbastire il davanti sul dietro, mettendo il primo accanto ai punti lenti di questo, con una imbastitura corta, spe- Fig. 221. Applicazione dei fondi o contrafforti AB. cialmente in prossimità delia tasca. Alcune volte sul dietro, tra il punto EB (tacca del ginocchio fig. 220) si trova un'abbondanza di stoífa, che in gergo professionale si chiama lento o mollezza; ció indica che il cliente ha le anche pro- nunziate. Questo lento si deve distribuiré senza produrre pieghe in dire- zione delia tasca, ció che nella figura corrisponde al punto AD. II tratto che vi è dal principio del fianço sino a due o tie cm. sotte la tasca (punto AD) va cucito a mano, il resto del flanco a macchina. Questa cucitura si apre col ferro caldo, stirando il tratto AD sull'estremità delia mezza luna, per conservargli la sua rotondità, specie se vi è stata messa la lentezza; il resto del fianço si stira sul gambale. 142 CAPO IX Si imbastisce quindi e si cuce la ripresa del dietro, in maniera che man mano che scende finisca a nulla, o vada merendó, come di- ciamo in gergo professionale. Eseguita questa cucitura, si passa attorno agli orli della medesima un puntino a macchina, osservando di metiere sul rovescio, in corrispon- denza a questo punto, una lista di fodera, per rendere il lavoro piii solido e pulito. Si applicano quindi sul dietro, al punto B della figura 221, i fondi grandi che servono di contraíforte, soppuntandoli finemente sulla stoffa, e sul davanti al punto A i fondi piccoli, lasciandoli volanti per evitare che soppuntati riproducano sul diritto la loro impronta di assai brutto effetto; percio alia fodera, in luogo dei soppunti, si fa un rimesso che verrà fermato a macchina con un puntino, o con punti in croce. I fondi poi possono essere messi in diverse maniere, ma la piíi fa- cile e consigliata è quella di comprendere i medesirni fra la cucitura; percio tanto i fondi del davanti come quelli del dietro, vanno messi pari all'orlo della stoffa del davanti e del dietro, e fermati su questi con punti a cavallo. DEI CALZON! 143 Dalla figura 209 (N. 3) noi conosciamo la serra; essa è un pezzo di stofía uguale a qualla dei calzoni, ed e stata modellata dal tagliatore. La parte che va sul davanti è sempre più alta. La parte che va unita al fianco dei calzoni è un poco rotonda, perché segue il garbo del fianco, mentre la parte opposta a questa è quasi diritta, e ha un piccolo ro- tondo nella parte più bassa che corrisponde sul dietro. Le serre si attaccano cominciando dal davanti, e lasciando soprav- vanzare il resto verso il dietro in caso d'abbondanza, quindi si cuciono e si stirano. La parte del davanti dei bottoni (fig. 222) dalla punta di cavallo B all'attacco di serra A risulta quasi sempre più corta delia parte corrispondente, ossia di quella degli occhielli. A evitare questa ine- guaglianza di lunghezza, che produrrebbe un grave difetto nei calzoni, si sghemba questa parte col ferro, dove la curva e più pronunziata {BC), in modo che assuma la lunghezza délia parte degli occhielli, quindi le si applica la fintina di stofia, hadando di metterla alquanto lenta al punto sghembato, per assecondare il lavoro del ferro. Questa fintina poi deve prolungarsi oltre la tacca per circa cm. 2. Dalla parte sinistra, quella degli occhielli (fig. 221), si applica la fin- tina di fodera, che deve prólungarsi essa pure 1 cm. circa oltre la tacca, ed avanzare sulla cucitura di serra. Si cuciono ora le due fintine; la cucitura deve essere regolare, fatta sempre dalla parte del davanti dei calzoni, ed arrivare in alto all'altezza delle serre, ed in basso alla tacca. Alla sinistra si prolunga la tacca anch'essa sulla fodera scartando poi la fodera del fondino, che è bene non comprendere in cucitura; quindi si rivolta la fodera verso l'interno, imbastendola in modo che non si scorga sul diritto. Sulla destra si stira la cucitura di fintina, per poi applicare la ma- glietta. La maglietta o gáncio si mette in modo che resti tra la cucitura d'unione délia serra con il davanti, e disti dalla cucitura di fintina cm. scarso (v. fig. 222 punto A). Al punto dove corrisponde la maglietta, al rovescio, e bene met- tere un pezzo di fodera, per rendere il lavoro più solido. Alio scopo di applicare la maglietta se ne aprono i due anelli con le pinze, e si applica sulla stoffa, facendo due piccoli buchi con un punzone bene affilato; introdotta nei medesimi fori si rifanno gli anelli con le pinze, entro ad essi si fa passaré una lista di nastrino, ferman- dolo sólidamente in un con i due anelli delia maglietta. 144 CAPO IX Si passa quindi aile fermature dalle tasche. Esse consistono in tanti piccoli punti dati sopra il tratto dove si è passato il puntino a macchina, agli estremi delle tasche stesse; tali fermature vanne fatte con filo piuttosto grosso, e, volando, si può co- prirle con un cordoncino formato dal medesimo filo. Sulla cucitura delia tasca si soppunta la federa delia medesima ri- masta sciolta, ricoprendo cosí le fermature; questa federa si fissa pura in alto al punto delle serra con una imbastitura. I numeri 14 e 15 (fig. 223 e 224 Tavela 11) ci rappresentano i fode- roni. Da queste figure si può comprendere che essi hanno forma di foderoni ordinari (numeri 11 e 12 Tavela I) cui è unita la serra, che invece di essere staccata coma qualla dalla stoifa, e unita al foderone. Al foderone del dietro e praticata la ripresa corrispondente a qualla di stoffa. Tanto i foderoni che le riprese vanne unite con cucitura (y. n. 16 figura 225). Se i foderoni in basse non hanno la cimosa, si devono ripiegare, fermando poi questo piego con un puntino a mac- china o con punti in crece. Al limite dalla serra, in alto, si dovrebbe fare un rimasse e fermare la federa con un soppunto, ma si può rag- giungere il medesimo effetto unendo, par mezzo d'una cucitura, serra e foderoni; par ottener ció essi vanne imbastiti sul diritto dei calzoni, in modo che l'indiritto dalla stoffa combaci con quelle dalla federa. La cucitura che unisce il foderone del davanti a quelle del dietro, deve corrispondere sulla unitura di tasca, e quindi essere fermata con una imbastitura. Si seguita poi a imbastire il reste dei foderoni in modo che assecondino il davanti, il dietro e la serra, senza produrre la mi- nima piega (v. fig. 226). DEI CALZONI 145 Si fa quindi la cucitura a! limite di serra, cominciando daWA punto pill alto di questa, fino al B principio dei punti lenti del dietro. Ese- guita la cucitura e raffilate (se ve ne sono) le esuberanze di fodera si rivolta e dal rovescio s'imbastisce in modo che non si diritto. scorga dall'in- Quello che crediamo opportune raccomandare è che prima d'inco- minciare a foderare le serre, si badi che queste siano tutte e due in uguali altezza, tanto davanti che dietro. Si fermano quindi i foderoni sulla serra e sul resto dei calzoni con alcune imbastiture, una delle quali dovrà sempre darsi alcuni mm. sotto il punto di unione di serra col flanco (v. fig. 227 AB), ed un'altra sul punto di tasca; si badi però che la fodera non tiri menomamente m nessun punto dove essa ricopre l'alto del calzone, anzi è lasciarla consiglia- to un pochino lenta. Sulla sinistra, dopo aver 1 aggiustata sul- innanzi la parte delia serra e imbastito quel tratto che risulta senza fodera di fintina, si stirano dal rovescio fintina e serra, quindi a macchina SI passa un puntino largo 3 o 4 mm. Esso deve partiré dalla tacca 10. — Viola e De Lucia - II Sarlo. 146 CAPO IX delia fintina C, passaré in D, arrivare fino al rotonde delia serre E (fig. 228). Un al tro puntino si passa sotto la cucitura di serra, in tutta la sua lunghezza, quindi si attacca il gancio a cavallo délia cucitura del da- vanti e délia serra, in modo che resti alquanto indietro dal limite délia stoffa. Fig. 227. Interno delia parte degli occhielli. Nei due anelli del gancio va messo un pezzetto di nastrino da fer- marsi sólidamente in un con gli anelli. Preparata la fintina, mercè le norme già date, si applica sul rovescio al davanti degli occhielli. La figura 227 indica il modo pratico per applicare questa fintina, cioè discosta una cucitura dal limite del davanti, affinchè con l'uso, dato il tiraggio cui dai bottoni è costretta, non abbia ad apparire aU'esterno. Fer applicarla si dá prima un'imbastitura vicino al rotondo degli oc- chielli, ed un'altra subito dopo la fermatura degli stessi (fig. 227). Queste imbastiture devono essere eseguite a punti corti, e la fin- tina stabilita alquanto sostenuta; si soppunta finalmente il tratto che in- comincia al disotto del gancio e va verso l'alto délia serra. Accanto DEI CALZON! 147 alla seconda imbastitura, e dal diritto, si fa un segno col gesso, e su questo si passa un puntino a macchina (fig. 228). Questo puntino sia preferibilmente tutto délia stessa larghezza, dando una Heve curva man mano che si approssima alia base di cavallo (v. stessa fig. 228 lettera C). tezza della medesima. Infine si applicano le codette, circa il cui col- locamento occorre verificare la figura 222. Si mette ben distesa la serra, si collocano le due punte o meglio il centro DE in linea retta col gancio A ; operando in questo modo avremo la codetta piazzata nel suo giusto punto. La figura 222 indica come esse vanno fermate a macchina. Si assicura quindi il foderone sulla cucitura di tasca e si tolgono in- fine tutte le imbastiture. Dalla parte destra si applica la fodera corrispondente alia fintina dei bottoni, fermandola con un puntino all'esterno e accanto alia cuci- tura, quindi si rimette la fodera. All'orlo un puntino come quello passato al davanti sinistro, comin- ciando all'attacco di serra sul dietro, a tutta la fintina, poscia si fer- mano i foderoni sulla tasca e si disbastisce tutto. 148 CAPO IX Si quindi a preparare la cucitura d'entro gamba o di cavallo. passa A taie scopo si sghemba il dietro nel punto AB délia figura 229 (la linea punteggiata indica il risultato délia sghembatura), per avere una lar- ghezza pari a quella del davanti, affinchè il dietro aderisca bene alla coscia. il resto si osservi quanto fu detto circa la cucitura del fianço. Fatta la cucitura, nella quale si comprendono anche i fondi, si stira, e quindi si fa il rimesso a norma dei punti lenti che determinano la lunghezza dei calzoni, rimettendo l'orlo su se stesso, e mettendovi una lista di fodera che sarà fermata a soppunto. Si uniscono poscia i due gambali, mettendo ben insieme le due tacche dei davanti, le due cuciture d'entro gamba, i punti di marca, e le cuciture di serra sul dietro. La cucitura s'incomincia a 5 o 6 cm. distante dalla congiunzione del dietro con le serre e finisce aile tacche del davanti; taie cuci- tura poi è preferibile farla a mano, affinchè il lavoro riesca piîi solido. I punti del cucito non siano troppo tiranti, perche potrebbero rompersi al piîi piccolo movimento di colui che indossa i calzoni. Spianata taie cucitura si eseguiscono le fermature: una nell'alto del dietro dove si è DEI CALZON! 149 incominciata la cucitura, I'altra alia fine delia medesima, cioe allé tacche dei davanti. Si rimette ora la federa dei calzoni sul tratto che vi è dalla serra alla fermatura del dietro, in modo consono al resto delia serra. 11 tratto dei foderoni che risulta sottostante alla fermatura, si addossa l'uno sul- l'altro, ma sempre in modo che non vi restino esuberanze di fodera nell'interno, ed essi non tirino sul dietro. Si tolgono finalmente tutte le imbastiture, si spianano dal rovescio tutte le cuciture e le fodere, quindi dal diritto si dá ai calzoni la piega, facendo combaciare la cucitura di flanco con quella d'entro gamba. 1 bottoni vanno applicati sulla fintina, al punto voluto dagli occhielli. Si badi che sullo sparato il lembo sinistro deve scendere e appena ricoprire la cucitura che congiunge il davanti con la fintina, e non mai accavallare. Se vi sono i bottoni aile bretelle si dispongono, il primo a tre cm. dal limite nella parte posteriore, il seconde in direzione délia cuci- tura di fianço, il terzo nel centro del davanti, e tutti distanti cm. 2 dall'orlo. h) Calzoni regalar i in lana. — Passati i segni di marca e il punto a cavallo se ve n'ha bisogno, tutto conforme a quanto abbiamo spie- gato per quelli di tela, si procede alia fattura. In questi calzoni e uso comune stabilire una piega che resti in metà del davanti, e del dietro, lavorando nel medesimo tempo quarto per quarto col ferro, per far assumere a ciascuno la forma della gamba che deve rivestire. Alcuni ultimano i gambali e fissano questa piega solo prima di riscontrare e sistemare la lunghezza del calzone. A nostro modo d'intendere, questo non è un lavoro duraturo; dopo non molto perde quella sforzatura ottenuta col ferro, e per conseguenza il garbo, men- tre il calzone lavorato prima, pezzo per pezzo, conserva fácilmente la sua forma. Prima però di spiegare come si dá questa piega è anzitutto me- stieri che I'allievo convenga sull'importanza e difficoltà di questo lavoro; solo una grande attenzione e diligenza dá speranza ad un buon risul- tato. Si persuada inoltre I'allievo, non bastare che i calzoni siano ben tagliati; è necessario anche siano ben lavorati. Per eseguire a modo questa operazione, occorre saper distinguere quali calzoni vanno lavorati piíi e quali meno, e le ragioni che indu- cono a ció. 150 CAPO IX Fig. 23 1. Lavorazione di Fig. 230. Lavorazione di ferro sul dietro. ferro al davanti. Quanto pill i calzoni sono larghi, tanto meno seguono il garbo DEI CALZON! 151 delia del che devono rivestire, perciò vanno meno lavo- parte corpo rati. Per contro, quanto piíi i calzoni sono attillati, tanto piii e d'uopo assumano la forma della gamba che devono rivestire. Stabilito un tal principio veniamo alia spiegazione. II dietro, nella cucitura d'entro gamba, dalla tacca del ginocchio alia punta d'inforcatura, va sghembato in modo, che questo tratto da diventi diritto. Cosí pure va sghembato il tratto che va dalla concavo punta d'inforcatura alVA (fig. 230). Ció fatto, longitudinalmente, si piega il dietro in metà pareggiando i punti lenti, e combinando le tacche dal ginocchio e al fondo, quindi si dá la piega. Del come vadaño lavorati, e in che misura, chiaramente si rileva dalla figura 230. Per i davanti vedasi la figura seguente 231. Insistiamo ora su ció che abbiamo già accennato : i calzoni moho aderenti alie gambe vanno molto lavorati, e precisamente riei punti che sulle figure 230 e 231 sono impresse (1): ció conferirà loro ade- renza alia coscia e al polpaccio. Nei calzoni a forma diritta sarebbe invece un errore grave sghem- barli molto dal ginocchio al fondo, dovendo questi recare un piccolo cenno di lavorazione. II lavoro poi sempre necessario per i calzoni di forma aderente, diritta e larghi, e lo sghembamento del dietro, dalla tacca del ginoc- chio (nella cucitura d'entro gamba) alia punta del dietro, e da questo al punto A (fig. 230). Data la piega si fanno le tasche in uno dei diflíerenti modi spie- gati nel capitolo VIII e quindi si unisce il davanti con il dietro, os- servando le rególe date in mérito ai calzoni di tela. Oltre a quanto abbiamo detto parlando dei medesimi, raccoman- diamo che nell'imbastire, e molto piíi nello stirare la cucitura di fianco, si abbia l'avvertenza di non frustare Topera antecedente del ferro, ma di conservare al davanti e al dietro il garbo conferito nello stabilire la piega, tenendo il calzone nelTatto di stirare in modo consono alia lavorazione fatta. S'imbastiscono quindi i fondi grandi e piccoli, come abbiamo già spiegato circa i calzoni di tela; volendo peró fare un la- voro pió accurate, invece di comprenderli nella cucitura, si soppuntano sopra la cucitura stessa, quando questa sarà aperta col ferro. NelTim- (1) I tratti curvilinei delle figure 230 e 231 indicano il ríentramento e il reticolato lo sghembamento; i medesimi segni valgono per gli eventuali rientramenti e sghembature da farsi nei calzoni, panciotti, eco- 152 CAPO IX bastirli poi si tengano alquanto lenti (ma non abbiano esageratamente), afíinchè non a tirare sulla stoffa sottostante, cioe sul diritto. Un altro modo di mettere i fondini è il dal del cavallo E seguente: della taglietto figura 232 sino a cm. 2 o 3 sopra ed altrettanto si sotto, porra un pezzetto di fodera uso fortezza, di tagliata come il fondino, ma proporzioni ridotte. All'estremità si unirà al davanti con un Fig. 232. Parte degli occhielli vista internamente. sopraggitto, mentre il contorno interno (ACB) verrà fermato con un punto a croce di media lunghezza, piuttosto lento. Indi il tratto di fo- dera che dovra serviré per contrafforte si piegherà in senso bieco, in modo da conferiré una forma triangolare oblunga, e coprirà poi la for- tezza messa antecedentemente, contrafforte che si lascierà volante nella parte interna. Per il resto si seguano le norme già impartite. II piccolo pezzo di fortezza messo all'estremità di cavallo servirà di rinforzo alie tacche e fermature dello sparato, e impedirà che le tacche si prolunghino oltre il bisogno. Sempre nella figura 232 troviamo la serra già unita al calzone e stirata, nonche il nastrino di rinforzo DEI CALZON] 153 dello sparato, EF. Inoltre abbiamo le tasche soppuntate e la fermature eseguite. Nella figura 233 la fintina di satin è già applicata al davanti, ed il rimesso dalla sana già fatto a farmato. Ci prama far ossarvara cha il canapino o rinforzo uso a mattarsi nalla sarra, par randera il lavoro pill solido, non dava assara compreso con la cucitura di sarra, ma la dava bansî ricoprira ; quasto à un lavoro decanta da compiara special- Fig. 233. Applicazione delia finta di satin. manta quando s'impiaga canapino di buona qualità cha non si sfilaccia. Passando ora alia parta destra, cioè a qualla dai bottom, si sghamba il tratto cha va dall'yí al B (fig. 222), vi si attacca la fintina, la magliatta, la codetta, tutto conforma a quanto s'è datto parlando dai calzoni di tala, ai quali rimandiamo pura par l'attacco dalla fin- tina dagli occhialli. La figura 228 ci dimostra la maniera di passara il puntino all orlo dalla sarra a cioè lungo il tratto CDE. Quasto puntino può venir asaguito par intiaro, cioa dal C all E sa la fodara di sarra in alto si ferma a soppunto; solo nal tratto CD, qualora si voglia cha datta risulti farmata col puntino stasso. Nalla figura 234 abbiamo i fodaroni applicati, i quali non davono tirara manomamanta sulla stoffa sottostanta, ma anzi davono assacondara parfattamanta la forma dal diatro a dall'anca. Alcuni sogliono mattara 154 CAPO IX i foderoni del davanti senza piega, ma non è cosa prudente ; questa piega poi si fa nel centro del davanti, e rivolta verso la fintinaj¡(fig. 234 AA). Anche sui foderoni del dietro si fa la piega rivolta nel senso di quella del davanti, e corrispondente alia ripresa del dietro di stoífa (fig. 234 BB). Cosí pure una piega centrale sul foderone del dietro (fig. 234 CC). Si consiglia poi neH'imbastire i foderoni di non contentarsi di una sola imbastitura, ma di passarne un'altra in fondo, per essere piii sicuri che non tirino (v. fig. 234). Applicati i foderoni si imbastiscono le serre di fodera, facendo atten- zione di mettere la parte rotonda in basso per assecondare il garbo delia serra di stoífa. Nell'imbastirla si tenga alquanto sostenuta, per evitare le piccole grinze che produrrebbe qualora si lasciasse naturale. La serra di fo- dera si può fermare in due modi: a mano, con un punto cieco per tutto il tratto, in direzione della cucitura esterna della serra, ma internamente; sistema assai pulito, ma di poca durata, specialmente se il cliente fa uso di bretelle; il seconde, quelle di passaré un puntino a macchina, nel mezzo della cucitura di unione della serra col davanti, o appena rotto questa. Si rimette quindi in alto la serra di fodera su quella di stoífa, fer- DEI CALZON! mandola a soppunto o col puntino a macchma, come poco fa abbiamo ac- cennato. Al medesimo modo si applica la fintina di fodera sulla parte dei bottoni. Passiamo ora a spiegare il modo di preparare la cucitura interna del cavallo. Se non si fosse data la piega di gamba prima d'incominciare i calzoni, si sghemba ora la parte piii alta del dietro al punto AB (fig. 229), onde avere la lungbezza precisa a quella dei davanti, ed anche per ottenere l'aderenza alia coscia. La parte sghembata si rimarca pri- ma d'imbastirla sul dietro : per il resto si osservi quanto fu detto circa la cu- citura di fianco, attenendosi scrupolo- sámente alie rególe date, specie a quel- la di mettere bene pari tra loro i ta- gliettini o tacche d'appiombo. Con la cucitura non saranno com- presi i fondi, ma, stirata che essa sia, saranno soppuntati sulla medesima, pro- curando sempre che non risultino tiranti sulla stoffa. Ultimato cosí l'alto del calzone finisce di dare la piega al medesimo. Se il calzone fu lavorato prima pezzo per pezzo, come abbiamo consigliato, la cosa e semplicissima, e i gambali re- steranno quali si vedono nella fig. 235. Se invece questa piega non fu data in principio, allora, messe bene insieme le due cuciture laterali, de fianco ed interna, non solamente al- l'estremita, cioe in fondo ed alia base di cavallo, ghezza vi si dá la piega, e poi si fanno rientrare e 156 CAPO IX dimostra la figura 235. Dopo ció si rimarca la lunghezza totale del cal- zone, vi si fa il rimesso da fermarsi con due imbastiture ben corte date a modo. Nel praticare questo rimesso si troverà la stoífa del medesimo, sul davanti, tirante, e quella del dietro lenta: il rimedio a tale inconve- niente è suggerito nella lezione dei rimessi pagine 51-52. Questo rimesso può essere fermato con punti a croce, o con una lista di fodera. Se e fermato a punto a croce, questo sia cortissimo; se vi si mette la fodera, essa sia tagliata per isbieco, preferibilmente stretta, ed assecondi il basso del calzone. I soppunti poi che fermano questa fodera siano corti e lenti. Sul lembo inferiere del dietro si fissano i battitacchi, il cui ufficio è di impediré il consumarsi troppo rápido delia stoffa all'estremità pie- gata- Essi consistono in una lista di fodera, oppure in una treccia fab- bricata appositamente e messa in commercio. Alie volte può capitale che i calzoni debbano portare nel basso un rimbocco visibile all'esterno. Occorrendo ció il tagliatore avrà lasciato, oltre al segno delia lun- ghezza del calzone, una certa quantità di stoffa, che puó variare secondo la larghezza del rimbocco stesso. Come abbiamo accennato, quantunque questa larghezza possa variare, tuttavia s'aggira su cm. 4. Nella figura 236 la lunghezza del calzone, dove noi siamo soliti passaré i punti molli o segni di marca, è rappresentata della linea AB. La stoffa sottostante e quel tanto di piii lasciata dal tagliatore da di- vidersi cosi: la linea CD e distante da AB 4 cm.; similmente EF da CD. Come si puó comprendere, la distanza di 4 cm. che fissiamo da AB di CD e da CD ed EF, e la larghezza del rimbocco che si desidera. Se ad esempio si volesse un rimbocco largo 5 cm., regoleremo le li- nee CD, EF distanti tra loro 5 cm. invece di 4 ; lo stesso dicasi qua- lora il rimbocco si desideri piíi stretto. A lavoro finito queste linee risulteranno cosí: il tratto incluso entro le linee AB e CD restera nelhinterno del rimbocco, quello incluso entro le linee CD e EF (ossia il tratto ombreggiato della figura 236) è ció che riuscirà visibile; quello contenuto fra le linee EF ed FII servira come orlo al calzone. Per ultimare il fondo cosí preparato non resta che rimboccare il DEI CALZON! 157 lembo inferióle verso l'interno nel modo medesimo fatto per i calzoni regolari, e terminarli come quelli della figura 237 (1). Il rimbocco poi verra fermato sulle cuciture laterali con alcuni punti invisibili aU'esterno, Si congiungono quindi i due gambali mettendo bene pari le tacche dei davanti, le cuciture d'entrogamba, i punti lenti del dietro, e le cuciture di serre. Questa cucitura sia eseguita a mano. I fondi non saranno compresi nella cucitura, ma, aperta che essa sia, vi si soppunteranno sopra. Si fanno poscia le fermature di congiunzione ben salde, specie quella del davanti, non prolungata soverchiamente, affinche non producá difetti. La fermatura posteriore sottostarà alla cucitura di serra 6 o 7 cm. e potra essere anche prolungata secondo il bisogno; si procede quindi alla stiratura. Per questo lavoro rimandiamo il lettore a quanto abbiamo detto, parlando del ferro da stirare, modo di conoscere il diverso grado di calore, e modo di usarlo, a pagina 9. Non sarà tuttavia supèrflua la raccomandazione di porre diligenza grande in questo lavoro. Senza troppo dilungarci riportiamo qui le pa- role di uno dei migliori sarti parigini " : II saper stirare è una grande abilità; e invero alcuni, mediante la stiratura riparano e abbelliscono habito, altri lo guastano ". Si attaccano quindi i bottoni, i quali vanno fissati con un poco di gambo, qualora non l'avessero di per se stessi, e a punti convergenti in un sol punto al disotto. Quando vi sono i bottoni alie bretelle si dispongono come abbiamo (1) Nella figura 237 la linea a tratti indica il rimbocco da mandare neU'interno Fig. 236. Calzoni con Fig. 237. Rimbocco rimbocco. ultimato. 158 CAPO IX già spiegato per i calzoni regolari di tela pagina 149. Per ultimare i calzoni non rimane che attaccare il cosí dette reggipancia. II reggipancia, di cui abbiamo già paríate in une dei capiteli piece- denti, serve per tenere bene a peste e fare aderire i calzoni sul ventre; esse va collocate sul fiance sinistre, appena sette I'attacce di serra, e Fig. 238. Attacco del reggipancia. precisamente entre le lettere CC della figura 238 fermate sólidamente al sue inizie, pescia con punti a crece ed a punte addietre, ende rendere sempre piîi forte il sue attacce, al punte D, situate quasi alla metà del davanti. Il reggipancia si abbettenerà sulla fintina dei betteni e devrà stare leggermente sestenute. La figura 239 mestra i calzoni ultimati. c) Calzoni alla Francesc o all'Ussara. — Questa feggia fu usata un tempe nell'esercite francese e specialmente dagli ussari, donde il nome di calzoni alVussara. Ai nestri gierni è usata principalmente da manevali e murateri francesi e svizzeri, nenchè da mentanari, persone che nen badane punte alla moda, ma alla cemedità e alla libertà dei mevimenti. Nella cenfeziene non variane punte dai calzoni regelari. La diffe- renza consiste nel taglie, giacchè sene moite larghi aile natiche e al ginecchie, e vanne restringendesi sensibilmente al fende. DEI CALZON! 159 Non abbisognano di lavorazione alcuna del ferro, perche non sono fatti per aderire alla gamba. La diihcoltà maggiore consiste nella fattura del fondo, che, sui da- vanti, è molto marcato, dovendo appoggiare bene sulla scarpa. A questo riguardo si osservi quanto già s'è detto a pagina 52 circa tali rimessi. Nel caso si dovesse al rimesso del fondo fare un taglio nel punto corrispondente al centro del davanti, si sottoporrà a questo taglio un pezzo delia medesima stoífa dei calzoni (generalmente sono di velluto) a forma di sofíietto. Un punto a croce raccoglierà gli sfilacci del taglio e lo fermera nel medesimo tempo sui pezzo di stoífa sottoposto. Anche per ultimare il rimesso del dietro si osservi quanto abbiamo spiegato in proposito a pagina 51. La figura 240 ci dá una idea delia forma di questi calzoni. 160 CAPO IX ~ 1 Fig. 242- Lavorazione del Fig. 241. Lavorazione del dietro nei davanti nei calzoni a calzoni a campana. campana. d) Calzoni a campana. — La loro forma e dissimilo dalla co- muñe solo dal ginocchio al fondo. Al ginocchio sono più stretti dell'ordinario, e da questo man DEI CALZON! 161 mano scendendo vanne allargandosi, alie volte anche esageratamente a guisa di campana. Questa foggia di calzoni e adottata neiruniforme della Marina Ita- liana, e usata da persone di campagna. Per la buena riuscita di essi, si richiede una accurata lavorazione di ferro specialmente sul dietro, dalla linea d'inforca- tura fin quasi al ginocchio, come chiaramente vedesi nella figura 241, lavorazione necessària per farli ade- rire alla coscia; nella figura 242 si scorge come debba essere lavorato il davanti. In riguardo alia loro fattura seno uguali a quelli regolari di lana. La figura 243 li presenta già ultimati. e) Balzoni corti con elástico e con cinturino o pistagna. — La confezione è quasi idéntica a quella dei calzoni regolari. La sola variante consiste in questo: terminati che siano nelle altre parti, si mette al basso del calzone un elástico, che li fa aderire alia gamba, producendo tante piccole pieghe. Questi calzoni si possono anche tagliare e confezionare con le serre unite, anzichè spezzate. In tal caso si passano i punti lenti sul davanti (fig. 244 AH) e sul dietro (fig. 245 pure AH). Questo segno indica dove la serra dovrebbe essere spezzata dal resto del pantalone. Per applicarvi i foderoni e le serre di fodera, qualora siano spezzate, si seguano le medesime norme date per i calzoni regolari di lana. Il puntino a macchina, che fermera serra e fode- F>g^243. Caizomacam- roni sulla stoffa, va passato sul segno dei punti lenti. Se invece i foderoni sono intieri, cioè uniti alla serra corne quelli della Tavola 2® N. 14 e 15 (fig. 223 e 224), dei quali abbiamo già parlato nella spiegazione dei calzoni di tela, allora si seguiranno le norme date in proposito. Se poi questi foderoni nell'alto si volessero mettere a rimesso an- zichè a cucitura, eseguito che sia il rimesso all'orlo, si applica la fo- dera internamente, facendola risultare come quella di cui s'è tenuto parola in mérito ai calzoni di tela. Il puntino che fermerà la fodera sulla stoffa, va fatto sui segni dei punti lenti, dopo ció si terminano i calzoni come il solito. 1 1 — Viola e De Lucia - Jl Sarto. 162 CAPO IX In basso vanno tenuti tutti diritti; rorlo sia ripiegato su se stesso e fermato con un puntino a macchina invece del soppunto. Stirati e attaccati i bottoni, vi si mette i'elastico, facendolo passaré internamente tutto attorno all'orlo con l'aiuto di un chiodo, fermando poscia I'elastico sólidamente. Se al fondo invece dell'ela- stico vi sono i cinturini, allora, ultimato che sia l'alto del calzone, si passa alla loro sistemazione. La cucitura latérale del fianço non deve prolungarsi fino al fondo, ma arrestarsi 5 o 7 cm. Si osservi che da questo piccolo sparato il quale si Fig. 244. Da- lascia senza bottoni, non si deve scorgere ne mutande ne vanti con ser- re unite. altro, ma lo si deve ultimare come le aperture delle ma- niche, e in modo che resti tutto ben chiuso. Internamente poi si ricoprono questi orli con una lista di satin. A partiré dai punti molli del dietro, in basso, lungo tutto il davanti, si passa una filzettina, tirando il filo sino a ridurre la larghezza del cal- zone pari alla misura presa sui cliente, calculando però il consumo dei rimessi e dell'abbottonatura, qualora esista. Le piccole grinze, prodotte dalla filza, verranno divise in modo, che in prossimità delle cuciture (laterali ed interna), per una spazio di 3 o 4 cm. per parte, non ve ne sia, spe- cialmente nella parte interna; diversamente il calzone farà un rigonfio impacciante e lo sfregamento continuo lo farebbe presto consumare. Il massimo dell'abbondanza deve essere nel centro del davanti, per lasciar maggior agevolezza al ginocchio di piegarsi come più comoda. Fig. 245. Dietro con Possiamo fare anche delle pieghette, sempre però serre unite. osservando le norme date per la filza. Abbiamo già detto che la filza va tirata fino a ridurre la larghezza del fondo, alia misu^a presa sul cliente, più il consumo dei rimessi, e dall'abbottonatura, se, come nel nostro caso, si mette Ê a al fondo la pistagna o cinturino rappresentata dalla figura 246. Questo sovrappiù sia almeno di 2 cm. Fig. 246. Cinturino o La pistagna è modellata dal tagliatore e nell'in- ' pistagna. temo tra la stoffa e la fodera vi si mette del canapino o rinforzo. Essa poi va attaccata dalla parte concava per ottenere l'ade- renza della medesima, sotto al ginocchio e al polpaccio. Prima di attaccare questa pistagna è prudenza segnare sulla medesima la larghezza del basso del calzone, cioe la misura presa sul cliente più DEI CALZON! 163 ctn. 2 come dimostra la figura 246 e ció dal punto A al B. Si imbasti- sea quindi e si cuca la pistagna sul basso dal calzona, facando terminara la cucitura non già ai punti lanti dal diatro, ma alla fina di asso, non comprandando paró nalla cucitura il rinforzo o canapino. Poscia vi si fa il rimasso tutto attorno, si fodara, passando sull'orlo una o due impuntura. Gli occhialli cha davonsi fare alla pistagna variano di numero sacondo l'altazzá dalla madasima. Ultimati a stirati i calzoni si attaccano i bottoni sulla pistagna, hadando risulti pari la misura presa sul cliente, a cominciara dal rotondo dairocchiallo fino al punto preciso dova s'attaccharanno i bottoni. Fondo con La figura 247 mostra coma dabba Fig. 247. assara il fondo a pistagna ultimato. lavoro compiuto. Nal basso si puó ancha applicara un al tro cinturino o pistagna al- quanto différante da qualla indicata sopra (v. fig. 248). In quasto caso, naf tirara la filza, si riduca il basso alla misura precisa presa sul clian- ta sanza lasciarvi" i 2 cm. cha vangono compansati dalla fibbia. Si attacca quindi il cinturino cominciando dal limita dal diatro fino a tutto il davanti. La dal cinturino dava Fig. assara tutta 248. u- Altro cinturino. larghazza guala, pari a qualla data dalla fibbia, onda possa co- modamanta scofrara nalla madasima. II cinturino si finisca nal modo spiagato sopra, a la fibbia si attacca sulla parta aderante al diatro al punto dova, misurando diatro a davan- ti, risulta la misura presa sul cliente (v. fig. 249). /) Calzoni con bragheita, con piccolo ponte e gran ponte. — Par la loro fattura sono alquanto diífaranti da qualli asaminati finora; nai calzoni ordinari lo sparato o apertura, e naU'uniona dei davanti, cioó tra la fintina dagli occhialli a dai bottoni, mantra invaca in quasti calzoni, i due davanti sono cu- citi, a l'apartura resta in matà di ciascun davanti sa sono a piccolo ponte, o sulla cucitura di fianco sa sono a Fig. 249. Fondo con gran ponte. cinturino ultimato. Nal primo caso l'apartura si ottiana tagliando la stoífa dai davanti al punto AB, coma vadasi nalla figura 250. Sopra al punto A si lascia un tratto di stoífa in più affinche poi ricopra la cucitura dalla serra cha sarà attaccata sulla giunta da mattarsi ai davanti, coma a suo tempo diramo. 164 CAPO IX Il davanti nel tratto AB (fig. 250) è tagliato, e perciò resta diviso in due parti: quella AB, e Valtra BD. Al tratto AB (fig. 250) si aggiunge un pezzo di stoffa uguale a quella dei calzoni, larga cm. 2 più dei davanti, spazio necessario per l'abbottonatura, e modellata come si scorge nella figura 251. Al punto ove questa si congiunge col davanti, cioe sugli í T ^ orli di detta cucitura, si ferma con due i J» puntini a macchina. Queste giunte fatte nei due davanti for- ( mano il cosí detto sotto ponte, il quale si \_ allaccia internamente con due bottom, con- Fig. 250. Prepa- tando anche quello messo nella congiunzione Fig. 251. Prepa- œbTonte' della serra col sotto ponte (v. fig. 251 ), il cXTonle. quale, a lavoro finito, dovrà sostenere anche la braghetta in metà del davanti, come può vedersi nella figura 253. Anche nel tratto BD (fig. 250) si aggiunge un pezzo di stoffa pari a quella dei calzoni, facendo formare uno sbordino o pistagna largo cm. 2. A lavoro finito questa pistagna nascondera la giunta del sotto, e dará lo spazio necessario per la fattura dell'occhiello praticato in alto, come vedesi nella figura 252. Internamente la braghetta e rivestita con una fodera che tiene vece dei foderoni, è fermata su questa con un soppunto. Le tasche sono orizzontali, e non presentano nella loro fattura alcuna difficoltà, essendo precise a quelle già spiegate nel capo VIH. Si cuciono poscia insieme i due davanti. Internamente la cucitura d'unione dei medesimi deve essere ricoperta con una venatura di satin, passando accanto agli orli della cucitura due puntini a macchina a cominciare dalla cucitura di cavallo fino alia foderatura esclusa, con le norme seguite per i regolari. DEI CALZONI 165 essere ricoperta dalla braghetta nella cucitura di congiunzione, percio si ultima fermando convenientemente la federa nell'interno. Passati quindi uno o due puntini sulla apertura delia braghetta, si 166 CAPO IX pratica un occhiello nella congiunzione dei due davanti, occhiello che insieme agli altri due di fianço terrà ferma la braghetta sulla serra (v. fig. 253). Le giunte che formano il sotte ponte vengono internamente fo- Fig. 258. Davanti con npresa. Fig. 259. Dietro con ripresa. derate a parte, poscia a partiré dal sotte ponte si mette il foderone del davanti; l'attacco del foderone del dietro e délia federa delia serra, nonchè il reste délia sistemazione nell'alto non varia affatto dal modo ordinario. Lo stesso dicasi délia cucitura d'entre gambe. La figura 252 ci fa vedere la braghetta quale resta ultimata all'in- terno, e la figura 253 come aU'esterno. Dovendosi invece confezionare calzoni cosí detti a gran ponte, aventi 167 l'apertura sui fianchi (fig. 255) si opera cosí: il sotto ponte deve oltre- passaré il davanti in largbezza cm. 2, spazio necessario per l'abbottonatura, e va modellato come quello che si scorge nella figura 254. Le tasche si fanno verticali, e sono poste tra la stoffa del sotto ponte e quella del dietro. 11 sotto ponte inter- namente è foderato, e la braghetta pure come si scorge nella medesima figura 254. Essa a lavoro finito deve coprire tutta la serra, e abbottonarsi su questa (fig. 255). g) Calzoni alla cavallerizza. — Quest'ultima foggia di Toppone. calzoni è assai piîi difficile delle altre. La parte superiore, sotto l'aspetto délia lavorazione, non differisce punto dalle altre, ma per quanto riguarda l'assieme richiede piîi attenzione e precisione. La difficoltà sta nella lavorazione di ferro di cui il ginocchio ab- bisogna, tanto davanti che dietro, come si rileva dalle figure 256 e 257. Essa ha lo scopo di far assumere al calzone la forma che occorre, affinche, stando il cavalière in sella, non impaccino in alcun modo. A facilitare in parte l'azione del ferro si sogliono platicare delle riprese al ginocchio del davanti e del dietro, uguali a quelle che scorgonsi nelle figure 258 e 259. Inteso però che esse non bastano, ma occorre eziandio l'opera del ferro. Fig. 261. Calzoni ul- timati. L'apertura al fondo può essere con legacci, se il cavalière porta stivaloni; in tal caso si ultimano gli orli dello sparato e vi si applicano le legaccie; oppure con occhielli, e allora lo sparato si confeziona all'uso delle maniche aperte. Alcune volte capita dover mettere a questi calzoni il cosí detto toppone, che può essere delia medesima stoffa oppure di pelle. Ne presentíame il disegno nella figura 260, si applica sulla cuci- tura d'entro gamba nel punto ove la gamba poggia sulla sella quando il cavalière cavalca. La figura 261 illustra la nostra spiegazione. La maniera poi di fermarlo sul calzone cioe a macchina, con tante impunture ben ordinate, lo dimostra la medesima figura 261. CAPO X Dellà Prova in genere. Che cosa s'intende anzitutto per prova? Mettere a posto con imbastiture provvisorie i diversi pezzi di cui SI compone 1 abito, eseguendo suH'abito la lavorazione di ferro neces- saria, in modo che il lavoro riesca quale risulterà quando sia terminate. Perché l'abito si mette in prova? Scopo delia prova si è vedere se esso produce qualche difetto sulla persona del cliente, e qualora ciò fosse ripararvi prima che il lavoro sia ultimate: oppure per modificare qualcosa che non piacesse al cliente, senza essere obbligati a disfare il lavoro compiuto, con rischio di sciu- parlo. Dato che i pezzi siano fuor di posto, che la lavorazione di ferro sia male eseguita o trascurata affatto, che le imbastiture invece di es- sere distanti dal lembo della stoffa per lo spazio necessario di una cuci- tura lo fossero di piíi o troppo poco, ovvero fuor di luego, come il potrà tagliatore correggere i difetti che riscontra neU'abito? Eseguirà correzioni che certo non occorrerebbero qualora il lavoro fosse messo assieme seconde le rególe, e tutto ció per colpa del la- vorante. Da ció si deducá l'importanza grande e l'attenzione scrupolosa che si richiede, perche dalla prova dipende in massima la buena riuscita del lavoro. Tali osservazioni devono serviré di norma per la messa in prova di qualunque capo d'abito. Proúa dei calzoni. — Pinera abbiamo trattato la confezione delle varie foggie dei calzoni, lasciando per ultima la spiegazione della loro messa in prova. Diremo tuttavia peche cose a questo riguardo, bastando osservare DELLÀ PROVA IN GENERE 169 le norme date per la confezione in genere, e le rególe delia prova. La messa in prova dei calzoni senza farvi la minima cucitura si chiama prova in bianco. Una seconda maniera è di metterli in prova con le sole tasche fatte e il resto tutto imbastito. Si possono mettere in prova ultimandone tutto l'alto e imbastendo tutto le cuciture d'entro gamba, la cucitura d'unione dei due gambali, e il fondo ; oppure ultimandoli completamente ad eccezione del fondo, Queste varie maniere di operare dipendono dal tagliatore, o dal beneplácito del cliente; perciò ci si regolererà secondo gli ordini che si riceveranno. Le cose di massima importanza e che non saranno mai abbastanza raccomandate sono; la precisione nel mettere a loro posto i pezzi, e la lavorazione di ferro. CAPO XI Dei Panciotti. Panciotto si denomina parte del vestito che ricopre il busto dell'uomo, e si porta immediatamente sotto la giacca. Si confeziona per lo pill senza maniche. Come abbiamo fatto per i calzoni cosí pure, prima di trat- tarne la confezione, diamo la nomencla- tura dei pezzi principali che lo com- pongono. La figura 262 rappresenta il davanti, la figura 263 il dietro, 264 la mostreg- giatura, 265 e 266 i pezzi di stofía per i pistagnini, 267 la fodera per le codeíte. Accenniamo ai tratti principali del davanti figura 262. A e il punto superiore di spalla, il B ne e l'inferiore, e VAB la spalla. 11 punto C e centro del giro ascellare, BD il giro ascellare, il D è il punto superiore del fianco o scontro del die- tro, E il punto inferiore del medesimo, DE il fianco. Cosi il tratto EF e il fondo, FG centro del davanti. Nel dietro, figura 263, VA h il centro d'accollatura, AB metà del dietro. Il C punto superiore Fig. 262. Davanti del panciotto. di spalla, come il D ne è il punto in- feriore, CD la spalla, VE punta su- periore di fianco, DE parte del giro ascellare, FE fianco. DEI PANCIOTTI 171 a) Panciotto semplice. — La confezione del panciotto s'inizia col passaré i segni di marca al davanti, nonche il soppraggetto se il pan- ciotto è di stoíía che silla. I segni di marca, in genere, si passano sulla spalla dall A a\ B (fig. 262), al fianco dal D all'E, al fondo dall'E all'F, qualora vi siano gli slarghi, ed al punto ove si praticano i taschini. Al panciotto si praticano generalmente 3 taschini, due grandi, in- feriori, e uno piccolo, in alto sulla sinistra. Quando invece il cliente desidera 4 taschini, se ne eseguisce uno grande e uno piccolo su ciascun davanti. Prima di confezionare i taschini s'imbastisce il davanti sopra una fodera che gli serve di fortezza e che lo può rivestire tutto o in parte. Se lo rivestisce solo in parte, cioe anteriormente, occorre fissare 172 CAPO XI una lista delia medesima fodera in corrispondenza ai taschini, per ren- derli maggiormente robusti. Quanto al modo di eseguire i taschini con pistagnino si scelga fra le due maniere spiegate al capo VIII. II che fatto si aggiunta sulla spalla (lettera E fig. 268) una striscia r 1 di stoffa uguale a quella del panciotto, che verra \ \ poi regolata quando si attaccheranno insieme die- J ^ tro e tis.zbo. btotta davanti, e servirà per pistagni- come orlo alio scollo del . ni grandi. clietro. .... • Prima di • • moltrarci nenlla i i spiegazione del panciotto, crediamo necessario una della cosa massima premettere importanza per la confezione del lunque altro abit£) panciotto, e di in qua- genere ; insistere cioe su uno dei mezzi di cui si serve un operaio capace e intelligente per la buona riuscita del lavoro. Quando il tagliatore consegna 1 all'operaio i abito, singoli pezzi di cui si compone essi si presentano come lita superfici piane; sta nell'abi- dell operaio saper uniré e trasformare tarle queste quelle superfici del piane, adat- a parti corpo che devono rivestire, con- ferendo loro quella forma spéciale voluta dalla moda. Numerosi sono i mezzi di cui l'operaio puo disporre per conseguiré tale scopo. Noi li SfagJ!d®picœli. verremo man mano enumerando nel corso della nostra spiegazione. Per ora ci limitiamo a dei richiamare lettori l'attenzione sull applicazione del nastnno. Esso deve forzare sostenere e rin- internamente gli orli degli abiti, ma prima di essere bagnato applicarlo deve e passato col ferro caldo in tutta la sua le fibbre del lunghezza, tessuto si perché ritirino sotto l'azione del ferro caldo e dell'u- midità; non osservando questa re- gola si avranno gravi sconcerti nella confezione del lavoro. II nastrino Fig. 267. poi ha ordinariamente Fodera per le codette. y^a larghezza che Varia da 7 a 10 mm. Nel capo V, parlando dei ri- messi, s'é detto che il rimesso ordinario è di 6 mm., e altrettanto dicemmo in riguardo alie cuciture. Quando il rimesso che si fa all'orlo degli abiti deve conteneré il nastrino, questo si deve mettere distante dal limite di stoffa uno o due mm. in piîi del valore del rimesso; nel fare poi Torio, si deve badare di non comprendere nella plegatura del rimesso anche il nastrino, per non produrre un soverchio spessore. Símilmente quando gli orli degli DEI PANCIOTTI abiti che devono avere il nastrino si uniscono a cucitura, la cucitura parimenti deve distare dal nastrino uno o due mm. per ovviare il di- fetto accennato sopra, cioe che iacendo I'orlo al lavoro si ahhia a ri- piegare anche il nastrino. La figura 268 rappresenta il davanti sinistro visto dal rovescio, i ta- schini ultimati ed il nastrino applicato all'orlo del davanti cominciando dal C e finendo in E. II nastrino si mette seconde le nor- me date sopra, e leggermente sostenuto dair.í4 a\ B e dal C al Z); negli altri tratti nè lento nè tirante. Quando occorra eseguire panciot- ti per uomini pingui, il tratto corri- spondente al CD della figura 268 ha una rotondità alquanto piii pronun- ziata, che va sospinta con un huon la- voro di ferro verso I'interno del da- vanti, aífinchè questo assuma la forma del corpo che deve rivestire ; operazione che poi si mantiene e si rende stabile coll'applicazione del nastrino. Una huona regola in proposito per conoscere di quanto il tratto CD va nentrato col ferro, è il sapere che in qualunque panciotto esso deve risultare diritto. Lungo il tratto ove si e applicato il medesimo, si raflila la fortezza, affin- che questa non producá soverchio spes- Fig. 268. Interno del panciotto. sore all'orlo; tale fortezza poi si deve raffilare non pari al nastrino, ma alquanto piii sotto. II nastrino si ferma da ambo le parti; la parte che prospetta il lembo esterno va soppuntata con punti corti e leggeri aífinchè i punti non si scorgano sui diritto, e si evitino grinze ad orlo finito; l'altra parte invece, l'interna, puo essere soppuntata con punti più lunghi. A tutti i panciotti conviene lasciare sul fian.co un piccolo intaglio o aper- tura (fig. 268 lettera G) che varia da 5 a 6 cm., apertura che serve dl sfogo all'anca, ed evita le pieghe che certo si produrrebbero in 174 CAPO XI questo tratto qualora non fosse praticata. La mostra, all'orlo esterno, deve avere il medesimo garbo deH'orlo del davanti, e perciò si deve ritagliare pari al davanti, prima ancora che a questo siasi applicato il nastrino; inoltre la mostra deve assecondare in tutto Tandamento del Fig. 269. Interno del panciotto con la mostra Fig. 270. Tasca interna e sisteméizione del- applicata. l'interno del panciotto. davanti, e non tirare aííatto sul medesimo; perciò occorrendo la si faccia rientrare col ferro affinchè assecondi il garbo del davanti, evitando cosí pieghe e ritorcimenti causati dalla cattiva applicazione delle mostré. La mostra si cuce nel modo spiegato sopra, cioe distante uno o due mm. dal nastrino, si apre la cucitura col ferro, e quindi, per evitare soverchio spessore airorlo del davanti, si rafíila la stoffa come s'e spie- gato nel capo V parlando degli angoli. DEI PANCIOTTI 175 Si rivolta ora la mostra e si imbastisce sul davanti come appare dalla figura 269. Se vuolsi la tasca interna figura 270, questa si fa sem- pre sulla fodera del davanti sinistro, un poco piîi sopra del taschino 15 a 17 cm. sottostante, con una pendenza uguale a questo, e larga da La sua fattura poi e idéntica alie tasche interne della giacca e volendo si puo anche mettere a toppa. La fodera del davanti si applica con una cucitura fatta al giro ascellare ¿aWA al B figura 269. Prima di rivoltare questa fodera verso l'interno se ne ritagliano tutte le esuberanze, quindi si dánno tanti tagliettini traversali (quali si scorgono nella medesima figura 269), richiesti dalla conformazione concava delia cuci- tura stessa. Sulla fodera, in direzione del ta- schino inferiere, si dá una piega larga pressapoco 2 cm., indicata in E alia figura 270, fermandola con una sem- plice imbastitura che a lavoro com- piuto si toglie onde la piega resti li- bera, e formi una specie di soffietto che compensi la fodera in quei punti dove per disattenzione fosse rimasta tirante. Alcuni poi, invece di questa piega, stabiliscono la fodera in basso lungo il tratto BC (fig. 270) a mo' di Fig. 271. Davanti sinistto quasi terminato. soffietto. In seguito si continua a fissare la fodera al davanti con imbastiture date dal diritto e nel modo indicate dalla figura 271, imbastiture che devono sempre procederé dall'alto in basso, e non mai dal basso in alto, come qualcuno erróneamente suele fare; regola questa generale che serve per tutti gli altri capi di vestiario. Imbastendo tengasi il davanti in modo da non sciupare il lavoro di rientramento eseguito prima, e la fodera assecondi in tutti i sensi la stoífa del davanti, es- sendo preferibile che essa risulti lenta piuttosto che tirante. La fodera si rimette poi internamente distante dal lembo del da- 176 CAPO XI vanti 4 o 5 cm. o anche piíi secondo lo consente la larghezza della mostra, e nella maniera indicata dalla figura 270 alie lettere ADBC, dopo di che si soppunta. Volendo si può anche tenere il tratto AD pill stretto di quanto è indicate nella figura 270. poscia, sui fianchi e sulle spalle, si ferma fodera e stoffa con una filza o con sopraggitto. Passiamo ora a spiegare il modo di confezionare il dietro, che può essere a doppia fodera oppure a semplice fodera. Nel primo caso la fodera interna, che è uguale a quella messa al davanti, e sempre modellata dal tagliatore, mentre Taltra fodera, che generalmente è di satin adattato al colore del panciotto, è tagliata al- quanto piu larga. Le due fodere possono essere anche spezzate alia DEI PANCIOTTI 177 metà del dietro, e allora occorrerà unirle con una cucitura. Se questa cucitura riguarda la fodera che deve rimanere all'interno, va stirata, se al contrario si tratta del satin o fodera che rimane sopra è preferibile non stirarla, ma addossare la cucitura su se stessa e passarvi un pun- tino a macchina chiamato a bacchetta. Quindi si imbastiscono e si cuciono le due fodere procurando che la metà del dietro superiore combini con quella del dietro inferióle, fa- cendo rimanere a contatto gli indiritti delle due fodere. Eseguite le cuciture nei tratti inclusi tra le lettere A jB, CD, EGF della figura 272, si praticano i soliti taglietti di sfogo al giro ascellare, ed un altro al fondo all'angolo G, poscia si ritaglia tutta I'esuberanza di fodera uguale al dietro modellato dal tagliatore. II dietro cosí pre- parato e pronto per essere attaccato al davanti col sistema a sacco. Se al contrario non si adotta il sistema a sacco si rivoltano le due 12 — Viola e De Lucia - Il Sario. 178 CAPO XI fodere del dietro dali'indiritto, e si fermano con una imbastitura passata sui tratti cuciti. Quando il dietro e semplice, cioe costkuito da una sola fodera, al giro ascellare e al fondo si mette una lista di fodera uguale a quella del dietro e modellata come vedesi nella figura 273. Cucitala si rivolta e si ferma con un puntino a macchina. Nell'alto di questo dietro e daU'esterno vi si applica, impuntito a macchina, un pezzo della medesima stoffa del panciotto, e serve di rin- forzo alio scollo del dietro. Si tratta ora di applicare le codette. Quando si parló della loro confezione si disse che fanno l'uíficio di stringere il panciotto sul punto di vita, e che quella munita di fibbia si mette al lato sinistro, II punto di vita, generalmente, e segnato dal tagliatore, ma se per qualsiasi motivo non si trovasse questo segno, le codette si postano in direzione dei taschini (v. fig. 274). A questo punto si ha davanti e dietro pronti per Tunione. Si inco- mincia sempre ad imbastire dalla punta superiore del fianco destro, an- dando man mano verso il basso del medesimo; il sinistro si regola sul destro. Nei panciotti aventi il dietro a doppia fodera l'unione si può fare in due modi. Nel primo, sempre preferibile, si imbastisce e si cuce la fodera superiore sulla stoffa del fianco, pari ai segni di marca, lasciando libera I'altra fodera che verra poi soppuntata sulla cucitura. Alio stesso modo si opera per I'attacco di spalle. Nell'imbastire queste ultime si tenga come regola generale di met- tere sempre un po' di mollezza al dietro di fodera dalla metà della spalla al punto superiore di questa. Tale mollezza si mette per far as- sumere al panciotto la forma della spalla; la fodera poi sottostante deve assecondare perfettamente la lavorazione fatta alia fodera superiore, senza spostare la mollezza corrispondente neU'eseguire il soppunto. La buona riuscita nel lavoro consiglia di fare a mano la cucitura d'unione della spalla, per evitare lo spostamento della mollezza, e delle pieghe facili a prodursi facendo questa cucitura a macchina. Si aggiustano quindi i due pezzi di stoffa messi alla punta superiore di spalla, facendo loro assumere la larghezza dello scollo, e il garbo dell'alto del dietro. Su di essi, con un soppunto, vanno formate le due fodere del dietro messe ad ugual distanza dallo scollo del dietro. Il secondo modo di attaccare al panciotto il dietro a doppia fodera, è il cosí detto sistema a sacco. DEI PANCIOTTI 179 Prepárate il dietre come abbiame spiegate dianzi, ciee senza riveltarle dall'indiritte, in mezzo alie due federe si intreducene i davanti, facendeli restare in mode che la steífa del panciotto combini col satin o federa che deve risultare aH'esterne. Si imbastiscene quindi le due federe del davanti e delle spalle, in modo che restine uguali sul segno di marca. Fig. 274. Maniera di piazzare le codette. Fatte le cuciture si rivolta daU'indiritto, e per il resto delia confe- zione valga quanto s'è dette sopra. Se invece il dietro del panciotto è a federa semplice, prepárate che sia si unisce al davanti sui fianchi e sulle spalle nella maniera spie- gata sepra, senza però comprendere nella cucitura d'uniene la federa del davanti, perché questa deve essere seppuntata sulla cucitura stessa. 180 CAPO XI Nell'alto del dietro, airaccollatura, si aggiusta la stoíía in modo con- sono al panciotto e alia pulizia del lavoro. Le codette poi, in qualunque modo sia confezionato il dietro, vanno formate come vedesi nella figura 274. Fig. 275. Panciotto semplice ultimato. vario a seconda delia lunghezza dell'accollatura, il gusto del cliente e le prescrizioni délia moda. Eseguite le fermature sull'apertura di nel basso sfogo del fianço, si tolgono tutte le imbastiture, e si passa a stirarlo. S'incomincia a spianare sui davanti, quindi sul giro ascellare, sui fianchi e in qualunque altro punto se ne scorga il bisogno ; questa ope- razione va fatta dal rovescio, ossia dalla parte délia fodera, di procurando sempre non distruggere, come il piîi delle volte avviene, bensî man- tenere il garbo che si è dato al davanti durante la confezione, indi si toglie il lucido nel modo spiegato a pagina 10. DEI PANClOTfl 181 Ci pare inutile fermarci di soverchio su questo argomento, perche, quantunque I'operazione dello stirare sia per se stessa di non poca dif- ficoltà, pure assicuriamo che osservando quanto s'è detto in proposito non si avrà a sciupare il lavoro. Coll'attacco dei bottoni segnati dal maestro al punto voluto, ed eseguito nel modo già spiegato, resta ul- timato il panciotto semplice senza colletto. Qualora intorno all'accollatura del panciotto si richieda la spighetta o cordoncino bianco, si abbia l'avvertenza che risulti tutto ugualmente visibile all'esterno, e sia applicato giusto alio scollo, ne troppo lento ne froppo tirante. La figura 275 mostra il panciotto semplice senza colletto ultimato. b) Panciotto a doppio petto. — La sua confezione è simile a quella del panciotto semplice, ma essendo questo piîi largo sui davanti, ha bisogno di essere maggiormente lavorato col ferro e col nastrino, affinchè assuma la forma necessària per ben rivestire il corpo del cliente ; quanto più il panciotto ha il doppio petto largo, e tanto maggiormente è neces- sario far rientrare i davanti. 182 CAPO XI Se poi deve essere confezionato con colletto, come generalmente capita, fino all'attacco del nastrino si opera seguendo le stesse rególe date per il panciotto semplice. II nastrino al posto dove si applica il colletto, si deve mettere preciso all'orlo, non già indietro di 8 mm. come s è spiegato per i panciotti semplici, cioe senza colletto. Formato il na- strino da ambo le parti si passa alla confezione del colletto. Quello generalmente usato per il panciotto a doppio petto è in due pezzi, ed ha il garbo pari a quello che presentiamo nella figura 276. 1 due pezzi di cui si compone si preparano separatamente passando i segni di marca che vediamo indicati alia stessa figura 276 CD, quindi si fo- derano pure separatamente e si uniscono insieme va. AB con una cuci- tura o con sopraggetti, hadando di far combinare tra loro i punti lenti. II satin che oltrepassa i segni di marca si ritaglia pari a questi, quindi si stira il colletto e vi si passano le impunture a macchina con- forme a quelle passate ai taschini, e alie altre che si passeranno sugli orli dei davanti. II colletto in tal maniera è pronto per essere applicato. Quando e in un sol pezzo e in genere di forma assai piü sem- DEI PANCIOTTI 183 plice, pari a quelle che si scorge nella figura 211. Modellato si fodera e si finisce come quelle spiegate sepra. 11 prime collette da imbastire e sempre quelle che si riferisce al da- vanti destre, essende questa parte piii cemeda, e può essere attaccate Fig. 279. Davanti del panciotto a doppio petto ultimate. tante prima di applicare la mestra che dope. Se si attacca prima bi- segna premettere da E verse F (fig, 278) un rimesse lunge 3 e 4 cm. Nell'applicar il collette si badi che aderisca bene sui davanti, e nen risulti nè lente nè tirante, esservande anche che le marche del cel- lette risultine pari all'estremità delia scellatura. Un'attenziene spéciale si raccemanda nell'aggiustare la punta del collette, devende essa riuscire ad angele acute ben sagemate; perciò delia cucitura di cengiunziene 184 CAPO XI del colletto col davanti, si consiglia di farne a mano un tratto di 3 o 4 cm. per aver agio di eseguirla molto piíi piccola aU'estremità, e per poter scartare l'esuberanze di satin quanto occorre, onde evitare soverchio spessore alia punta. Cucito il colletto e rifinita la punta si rimette il tratto di colletto che oltrepassa i punti lenti, fermandolo internamente con soppunto a punti a croce: cosí vanno pure fermate daH'interno le punte del collet- to (fig. 278 GH). Se il colletto si fissa dopo aver applicato le mostré, si osservino le norme sopra impartite, dando le imbastiture pari a quelle nella segnate figura 278. Per la sistemazione del colletto, quando sulle spalle è la già applicata fodera del dietro, occorre ritagliare ciascuna parte del colletto alla uguale meta del dietro di fodera, calcolando in più la cucitura di unione. Congiunti i due colletti si aggiusta il dietro in conformità alio scollo del panciotto semplice. Gli occhielli del davanti sinistro devono essere regolati come in un DEI PANCIOTTl 185 panciotto semplice, ma sul davanti destro se ne fanno solo due corri- spondenti al primo ed all'ultimo occhiello del sinistro. Crediamo bene mettere in guardia l'allievo circa un difetto molto comuna causato da una cattiva lavorazione, ovvero da inavvertenza del tagliatore o di chi prova il lavoro. Alie volte i panciotti a doppio petto presentano un davanti che sporge piu dell'altro; vi si ripara coll'evitare che in basso il davanti termini ad angolo acuto, ma dal punto A (fig. 279) al limite del davanti, punto B, cominci a risalire un pochino, tanto che basti ad evitare il difetto accennato, cui puo dar causa anche il non tenere il nastrino ugualmente sostenuto da ambo le parti. La confezione si compie con una buona stirata, e l'attacco dei bottoni da ambo le parti, in générale segnati dal maestro. 186 CAPO XI Dalla parte sinistra, ma internamente, si applicano due bottoni cor- rispondenti al primo ed aH'ultimo bottone del davanti medesimo: essi tengono a posto il davanti destro, il quale, come già abbiamo accen- nato, porta due occhielli relativi al primo e all'ultimo del davanti sinistre. c) Panciotto a doppio petto con giunta. — Esso ha il davanti piîi largo del solito, e percio occorre maggior lavorazione di ferro e il na- strino piîi sostenuto. Aile volte però capita di dover lavorare stoffe, che per quanto l'operaio sia ahile, non riuscirà mai a far prendere al da- vanti la forma voluta. La giunta consente al panciotto di aderire molto meglio sulla per- sona senza che vi abbisogni molta lavorazione, specie.se si tratta di stoffe ruvide, e comunque ribelli all'azione del ferro. Per far bene la giunta ed evitare che si sposti, si dánno due segni o tacche AA-BB (fig. 281) preparando la cucitura delle giunte in modo che le tacche combacino tra loro. Cucite e aperte le cuciture delle giunte, si può passaré lungo i due DEI PANCIOTTI 187 orli di detta cucitura un puntino a macchina. Per il resto delia con- fezione si veda quanto si è detto per il panciotto a doppio petto senza giunta. La fig. 282 mostra il panciotto a doppio petto con giunta già ultimato. d) Panciotto a un petto con colletto. — Nella sua fattura è quasi idéntico al semplice privo di colletto; la sola variante consiste nella confezione e applicazione del colletto. Fer non ripetere la spiegazione circa il modo di confezionarlo e applicarlo sul panciotto, rimandiamo il lettore a pagina 182 limitandoci a darne la figura per intero al N. 283, e osservando che quivi il colletto non è spezzato come quello dei panciotti a doppio petto. e) Panciotto chiuso con maniche. — Le varianti di questo pan- ciotto si riferiscono aU'accollatura e aile maniche. Come si scorge nella figura 284 aU'accollatura appare una tacca che determina la larghezza del collo, data dalla misura presa sul cliente. La spezzatura del davanti sinistro, quale e segnata sulla figura 284 AA si discosta dalla tacca del collo 2 cm. per ottenere che i bottoni II 188 CAPO XI risultino in centro, mentre il davanti destro (medesima fig. 284 BB) si discosta dalla tacca 4 o 5 cm., spazio necessario per il battente. Questo panciotto, fino all'attacco del dietro incluso, si confeziona pari a quelli spiegati finora; poscia si attacca il colletto. Esso puo farsi in due modi, o alla cavalière, o in piedi. Il primo si modella come appare dalla figura 285, vi si passano i segni di marca quivi indicati, se ne fodera il rovescio rita- gliandone la fodera pari ai segni di mar- ca, gli si passa l'impuntura all'orlo e si ap- plica al panciotto in conformità a quanto abbiamo spiegato per il panciotto con col- letto. Se il collo invece è in piedi, si pren- dono due pezzi di canapino, si cuciono in- sieme nella maniera spiegata parlando dei determinare colli in piedi, si modella il Fig. 284. Modo di canapino nell'al- il colletto e davanti. tezza e nella forma voluta, o secondo le istruzioni ricevute, e si ricopre con la stoffa disposta all'uopo. Rimarcato il segno d'accollatura, si imbastisce quindi il colletto sul panciotto cominciando dalla metà del dietro e continuando verso il davanti sinistro, l'altra metà, cioè dal dietro al davanti destro, siccome e piîi scomoda e presenta maggiori difli- coltà, si imbastisce a diverse riprese, ma sempre in modo che riesca uguale all'altra metà. Esso va imbastito giusto intorno aU'accollatura, cioè ne lento ne tirante. Quanto alla cucitura d'attacco si faccia preferibilmente a mano, per evitare spostamenti tanto nocivi alla buona riuscita del lavoro. La sistemazione del colletto non presenta altra diíficoltà, ma richiede massima precisione, per im- pedire che una parte risulti piîi alta che l'altra, o Fig. 285. Collo alla cava- con pendenza più pronunziata che l'altra, qualora Here per panciotto. il colletto dovesse presentare nel centro una apertura. Si ricopre quindi il rovescio col sotto colletto formándolo a soppunto, e infine si passano i puntini al contorno del davanti nonchè al colletto. Le maniche, come qualunque altre, sono composte di due pezzi, del sopra e del sotto manica, sfoderate, e variano solo al fondo cui si applica un polsino o paramano. Queste maniche poi non sono confezionate di stoffa uguale al pan- DEI PANCIOTTI 189 ciotto, bensi, in via ordinaria, di federa uguale a qualla esterna del dietro, di satin, ovvero di flanella. Per la lore confezione si seguano le norme impartite per quelle sfoderate, ad eccezione della cucitura del gomito che non deve arri- serve a facilitare il passaggio della mano. I due orli di tale sparato si rimettono su se stessi, con doppio rimesso fermato per mezzo di un puntino a macchina. Al fondo poi si applica il polsino (fig. 286), che può subiré variazioni nell'altezza e nella forma. Questo polsino o paramano deve oltrepassare di 4 cm. la grossezza del polso presa sui cliente, soprappiîi necessario agli occhielli e all'ab- bottonatura. Internamente si può rinforzarlo con un tratto di fodera che lo rende piíi stabile. L'ampiezza della manica in basso va racchiusa entro il polsino con una filza o con piccole pieghe. II polsino si può fermare suU'esterno (CBD) con una cucitura o un puntino a macchina, e all'interno con un soppunto, ovvero col me- 190 CAPO XI desimo puntino passato aU'esterno; in questo caso però si richiede molta precisione. Si termina col passaré una o due impunture all'orlo, e confezionarvi gli occhielli che variano a seconda l'altezza del medesimo. Per riguardo all'attacco di manica, in generale l'appiombo è dato m dal tagliatore; queste maniche sono per lo piíi applicate al panciotto con una cucitura; occorre perciò che il giro ascellare non sia ultimato. La manica poi si imbastisce mettendo un po' di mollezza ben com- partita dal punto A al punto B (fig. 287); nulla dair.<4 al C, e la- sciando un piccolo tratto aperto CD per dare sfogo alia manica: tratto le cui estremità vanno assicurate con due fermature. Si cuce quindi la manica sul panciotto, rimettendo poi la fodera del panciotto sulla cucitura e soppuntandola. II tratto aperto lasciato per lo sfogo della manica si aggiusta con- venientemente affinchè non abbia a sfilare. Vi è anche un altro modo di applicare le maniche al panciotto, DEI PANCIOTTI 191 ed è a sopraggetto. In questo caso si ultima il giro asediare come nei panciotti comuni, ed alia tromba delia manica o parte superiore {EAF fig. 287) si fa un doppio rimesso fermato con un puntino a mac- china; quindi si applica la manica come si e detto sopra, con la sola differenza, che invece di essere attaccata a cucitura lo è a sopraggetto. Questo panciotto s'indossa specialmente d'inverno riparando assai bene dal freddo, ed è usato in particolar modo in ogni stagione dalle persone di servizio: sguatteri, camerieri e simili, costretti a lavorare senza giacca. f) Panciotto alia cacciatora. — Si puo confezionare in due maniere, cioè con apertura davanti come i panciotti ordinari, ovvero chiuso davanti con apertura sul fianco e sulla spalla sinistra. Nel primo caso ha i taschini con finta a fantasia in luogo dei so- liti pistagnini. Queste fintine possono variare alquanto nella loro forma, ma la piíi comune e quella indicata alia figura 288. La figura 288 si riproduce cosí: si traccia la retta AB, dalla quale si conducono due parallèle, la prima distante cm. 3 {CD), la seconda cm. 47^ (EF). Dair^ si rientra sulla retta AB quel tanto necessario per se- condare la cadenza del panciotto, formando cosí il punto a. Si congiungono quindi con uua retta i punti aC. Da a sulla retta AB, si mette la larghezza del taschino che cor- risponde nel nostro £ caso a cm. 12. La stessa misura si riporta sulla / retta CD producendo il punto d. Riunendo con una retta i punti Bd avrFemigo. la28ca8d.enzFainptaostepreiorretaschini del panciotto alia cacciatora. della fintina, e dividendo in metàt il ratto aB, FF, avremo i HI punti che vanno congiunti con una linea. Si contorni ora il modello come vedesi nella figura 288 e nal ritagliarlo si lasci attorno, oltre il segno, lo spazio necessario per la cucitura. La figura 289 serve per i taschini superiori. Per ottenerla si traccia la retta AB, dalla19q2uale si conducono due parallèle, la prima di- stante cm. 3 (CD), la seconda cm. 4 {EF). DAVA si rientra sulla retta AB quel tanto necessario per assecondare la cadenza del pan- ciotto formando cosí il punto a. Si congiungono quindi con una retta i punti aC. Da a, sulla retta AB, si mette la larghezza del taschino che cor- risponde a cm. ÇVz- La stessa misura si riporta sulla retta CD producendo il punto d. Riunendo con una retta i punti Bd, avremo cadenza posteriore della fintina, e dividendo / X" ^ in metà il tratto aB, EF, avremo i punti HI J { / / che vanno congiunti con una linea. Si contorni come nella 289 e \ y y ora il modello vedesi figura I / / ritagliarlo si lasci attorno, oltre al lo 1 segno, / ( J spazio necessario per la cucitura. 1 ^ / Circa la confezione delle fintine e delle ta- sche si seguano le norme impartite per le tasche con finta e passapelo. Talora su questi pan- Fig. 290. Fantasia per panciotto .... .. . ^ ii alia cacciatora. ciotti SI suolc applicaie uua tantasia come quella che vedesi nella figura 290 o di altra forma: in questo caso il disegno è dato dal tagliatorFe,ige. s2ic8co9m.e Asulitrgaustfiinta per taschini del panciotto alla cacciatora. non si disputa, cosí si starà aile istruzioni da lui ricevute in proposito. Un altro modo di fare il panciotto alla cacciatora è quello di cucire i due davanti, e praticare l'apertura sul fianco e sulla spalla sinistra. Questo panciotto, come vedesi nella figura 291, ha i taschini su- periori a fantasia, uguali nella loro fattura a quelli spiegati sopra. DEI PANCIOTTI 193 Ai punti ABC della medesima fig. 291 si scorge una grande tasca rapportata sul davanti; è la cartuccera entro oui il cacciatore ripone le cartucce. Questa tasca ha nel centro D un taschino con fintina a fantasia, pari nella confezione ai due taschini superiori. La cartucciera può es- Fig. 291. Panclotto alia cacciatora chiuso davanti. sere disegnata in varie maniere, seconde il gusto del tagliatore, del cliente, o il capriccio della moda, perciò verra modellata dal tagliatore o per lo meno da lui disegnata sul panciotto al punto ove dev'essere applicata ; l'allievo non deve far altrp che riprodurla fedelmente seconde il segno. Sempre sulla cartuccera, ma in basse, sul tratto incluse fra le let- tere EF (fig. 291) limitante la lunghezza del panciotto, si passano i segni di marca. Questa cartuccera poi si federa per intiero, e neU'orlo incluse fra ABC si passa l'impuntura a macchina; quindi, dope aver ritagliata la 1 3 — Viola e De Lucia - // Sarto. 194 CAPO XI fodera interna pari ai segni di marca del fondo, si applica sul pan- ciotto con delle imbastiture bene appropriate. Al fondo si cuce quindi la fodera interna della cartuccera col davanti di stoffa, e si rimette verso l'interno, lungo il tratto EF, la stoffa che sopravanza, fermandola con soppunto o per mezzo d'un punto a croce. Può talora accadere, o per mancanza di stoffa, o per evitare soverchio spessore in basso, che la stoffa del panciotto non arrivi fino al fondo del medesimo (C D fig. 292), ma si limiti in AFB; vi si compensa con un pezzo di fodera robusta, fermandola sólidamente con un'impuntura a macchina nell'attacco col davanti. In alto questo panciotto porta il colletto, sempre modellato dal ta- gliatore, e circa la sua esecuzione si osservi quanto si è detto in ri- guardo ai colletti dei panciotti. Si foderano quindi i davanti, la cui fodera, là ove corrisponde al- l'unione dei davanti di stoffa cuciti insieme, deve essere stata prece- DEI PANCIOTTI 195 dentemente tagliata esatta a questi, e uni ta a cucitura, la quale, aparta, si ferma aH'interno sulla stessa cucitura (EF), ció che nal nostro gergo diciamo incatenare, afíinchè la fodera, a lavoro finito, non si ab- bia a smuovere. Dal diritto poi si dánno dalle imbastiture come quelle che vedonsi nella figura 292, hadando che la fodera rimessa nel basso dei da- vanti ed aU'accollatura non tiri menomamente. Coma abbiamo accennato, a- pertura e abbottonatura, si prati- cano sul fianco e sulla spalla si- nistra. Quindi, oltre al segno dei punti lenti o di marca, si lasciano come battante 4 o 5 cm. di stoífa in pill, ed e consigliato, special- mente se la stoífa è leggera, di rinforzare questi punti con una lista di fodera per diritto filo. Sempre sul davanti sinistra si ultima il fianco, il giro ascellare e la spalla con due rimessi, uno sulla stoífa l'altro sulla fodera, fermandoli poi l'uno sull'altro con un'impuntura a macchina; la stessa cosa va fatta al giro ascellare del davanti destro e s'avranno cosí i due davanti ultimati, pronti per il dietro. Se questo è semplice, cioè con una sola fodera, oltre ai pezzi soliti, si aggiunge alla spalla e al fianco sinistro un'altra lista di fodera larga 4 o 5 cm., possibilmente per diritto filo, ed è anzi bene mettere entro questa fodera un rinforzo per rendere il dietro sempre piîi stabile. La codetta sinistra sarà compresa nella cucitura o rimesso all'orlo del fianco (fig. 293). Se invece il dietro è a doppia fodera, vi si mette, dal rovescio, sul tratto ove andranno praticati gli occhielli, una lista di fortezza per diritto filo larga 3 o 4 cm. : quindi si prepara il dietro pari a quello dei panciotti usuali, con la diiferenza che dalla parte sinistra la cuci- tura comincia dal fondo, continua sul fianco, al giro ascellare e alia spalla inclusa. La codetta sinistra si fa rimanere fra la cucitura delle 196 CAPO XI due fodere; rivoltato il dietro daU'indiritto, si passa all'orlo del fianço e delia spalla sinistra un puntino a macchina. Idéntico agli altri panciotti e I'attacco del dietro alia parte destra e la sistemazione deiraccollatura. Gli occhielli sul fianco e alia spalla sinistra, variano di numero secondo le dimensioni del panciotto; si può tuttavia stabilire come regola ge- nerale, siano distanti fra loro da 4 a 5 cm. Per la stiratura e I'attacco dei bot- toni si seguano le rególe già date. g) Panciotto orlato. — Come abbiamo accennato a pag. 65 due sono i modi di orlare, a cavallo e a piatto. Se il panciotto dev'essere orlato a ca- vallo, gli si fanno i taschini conformi a quelli spiegati a pagina 113, quindi se ne continua la confezione al modo stesso degli altri panciotti, ad ecce- zione degli orli dei davanti cui non si fa alcun rimesso, ma si lasciano sfilati; le mostré, quando siano già applicate si raflilano pari ai davanti, passandovi un sopraggetto fitto. Quanto all'orlatura vedi pagina 65. Se il panciotto ha il colletto, que- Fig. 294. Davanti del panciotto a smoking. sto si prepara e s'attacca al davanti senza applicarvi il passamano; ció si farà poi contemporáneamente al davanti, quindi arrivati al colletto si seguita a orlare senza spezzare il passamano. Se il panciotto va orlato a piatto, gli si fanno i tasçhini con pi- stagnino come di consueto, applicando l'orlatura ai medesimi a mano o macchina, e quindi se ne continua la confezione come nei panciotti usuali. Prima però di uniré i davanti col dietro, vi si applica l'or- latura, la quale verrà fissata a mano o a macchina, secondo gli or- dini ricevuti, e nella maniera spiegata. Null'altro di particolare circa il resto delia confezione. h) Panciotto a smoking. — Nella figura 294 se ne ha il davanti, che generalmente è a doppio petto, molto scollato, con la giunta se- DEI PANCIOTTI 197 gnata in AB, alia quale non si passano mai le impunture a late, do- vendo per concomitanza seguire la giacca a smoking che si confeziona senza impunture. La lunga scollatura va assai sostenuta, affinche non si rilassi e shoe- chi; è per questo che sono praticate sulla medesima due ripíese segnate in CD; il nastrino poi dal canto suo, su tutto il tratto EF, aiuta Taderenza al petto, in modo che non sbocchi anche quando indossato si fanno movi- menti con le braccia. II colletto ha neH'interno una leggera fortezza mo- dellata da una parte {B fig. 295) sulla forma esterna del davanti {EF fig. 294) con un grazioso garbo, dall'altra in modo che la rotondità esterna (A fig. 293) armonizzi con quella che le e di contro. Circa il modo di ap- plicare la fortezza sulla Colletto stoffa, fare il rimesso Fig. 295. per e panciotto a smoking. soppuntarla, lo dimostra la figura 293 ; quanto all'applicazione del medesimo si osservi ció che fu detto in proposito a pagina 183. La figura 296 presenta il davanti ultimate con gli occhielli fatti, piíi una specie di doppio colletto di cui inten- diamo ora parlare. Quelle che termina al punto A è propriamente adatto al doppio petto: se però non si usa tutta la precauzione, si corre rischio di com- mettere uno E da notare che Fig. 296. Davanti del panciotto a smoking ul- sproposito. timato. al tratto B, centro del davanti, i col- letti devono presentare una linea retta, terminando tuttavia in punta acutissima e in modo che, sovrapponendo un davanti sull'altro, la linea continui naturale e si confonda in una sola. Vi ha inoltre un seconde modo, piíi facile e di maggior effetto, ma richiede alquanto piíi buen gusto. Si rileva dalla stessa figura 296. 198 CAPO XI Quivi il colletto, in luogo di avanzare sino aU'estremità del davanti, s'arresta al centro in B, si che a davanti uniti, le due punte dei col- letti si combaciono; la figura 297 ce ne porge l'esempio. Nel panciotto a smoking, causa le vasta apertura, si tralascia la tasca interna, e i taschini superiori aH'esterno. i) Panciotto in proüa. — Passate in rassegna le varie maniere di confezionare i panciotti, non resta, per chiudere questo capo, che dire qualche cosa riguardo la messa in prova dei medesimi. Poco invero dobbiamo aggiungere a quanto s'è detto circa la messa in prova in genere. Ció che piíi interessa è il conoscere i diversi modi coi quali questa operazione può efíettuarsi. Infatti il panciotto può es- sere messo in prova in bianco, applicandovi cioè la sola fortezza del davanti e il dietro di fodera. In luogo del nastrino si passa una filza, tirándola nei punti dove il nastrino andrebbe sostenuto; e le codette vengono supplite da due strisce di fodera. E inoltre possibile metterlo in prova con i taschini fatti, ovvero coi davanti finiti e il dietro imba- stito; in ció si stia agli ordini ricevuti volta per volta. CAPO XII Delle Giacche. Prima di addentrarci nelle particolarità delia confezione, opportune far conoscere la parti principali di cui la giacca si compone, e la nomenclatura dei vari tratti, tralasciando però di parlare di altre parti, quantunque principali, già esaurien- temante trattate nei capitoli V, VI, VII, VIII, cioè delle maniche, delle mostra, delle tasche interne, delle tasche e taschini esterni, e del colletto. Le parti principali dalla giacca, di cui ^ non s'è ancora parlato, sono il dietro (fig. 298) e il davanti (fig. 299). Sul dietro (fig. 298) il tratto A3 chiamasi cucitura centrale del dietro, il C punta supe- riere di spalla, il tratto AC accollatura, il D punta inferiere di spalla, il tratto CD spalla, il punto E ecchie o scentre del dietre, il tratto DE parte del gire ascellare, il tratto EF fiance, FB fende, ed i num. /, 2 punti di riscentre. Sul davanti (fig. 299) VA chiamasi punta superiere di spalla, il B punte inferiere, il tratto AB spalla. II punto C centre del gire ascel- lare, il tratto BCD gire ascellare, il DE fiance, VFG ripresa del fianchette, il tratto HI limite del davanti, il tratto IE fende, LM spezzatura dei risüelti, ed i num. /, 2 punti di riscontro. Alcune volte poi vi sono le due ripíese NO-PQ; la prima si chiama ripresa di risvolto, 'altra ripresa di petto. Tale nomenclatura ci sembra essere abbastanza chiara, sussidio indi- spensabile aile spiegazioni che seguono. pjg 298. Dietro 200 CAPO XII a) Giacca di tela con risüolti. — Essa è in le tasche générale sfoderata, con a toppa. Anzitutto si passano i segni di marca sul davanti, e sul dietro, nei punti indicati dalle figure 298-299 e poscia il punto a cavallo se Al davanti abbisogna. si applica una striscia di fodera che serve di di fortezza, non però canapino, perche renderebbe il davanti troppo e sostenuto. Questa fodera rigido va inumidita e stirata, onde farla impediré ritirare, per abbia a farlo quando è applicata al davanti. Fig. 299. Davanti délia giacca. DELLE GIACCHE La figura 300 fa vedere come si debbano dare le imbastiture per fermare la federa di rinforzo. La prima di esse è quella AB che fissa la federa sul revescie Queste imbastiture, cieè AB e CD si dánne dall'indiritte del davanti, tenende federa e davanti distesi sul banco. La terza imbastitura EF, e la quarta DH si dánne anch'esse dal- 1 indiritte, ma tenende federa e davanti colla mane sinistra un pe' ac- Fig. 300. Come ci debbono dare le imbastiture per fermare il rinforzo. 202 CAPO XII cartocciati, e appoggiato sull'estremità del banco o dellà mezza luna, dando imbastiture a scaletta quale si vedono nella medesima figura 300, per far assumere al davanti, fin da principio, la forma del petto. Fig. 301. Lavorazione del davanti vista all'interno. La figura 301 fa vedere come resta la federa airinterno, piîi I'im- puntura da farsi nel tratto AB, che chiamasi petto o risvolto. Accanto al segno di plegatura del risvolto si mette una lista di nastrino fermata da ambo le parti. Nella spiegazione del panciotto semplice si dette come regola ge- nerale, che il tratto CD delia figura 268 dovesse risultare sempre diritto, DELLE GIACCHE 203 sospingendo la rotondità che vi fosse in questo tratto verso l'interno dell'abito, con una buona lavorazione di ferro resa stabile dal nastrino. Tale regola si tenga anche per le giacche, soprabiti ecc.; perciò il Fig. 302. Maniera d'imbastire la mostra sui davanti. tratto di davanti incluso tra il BC delia figura 302 corrispondente al CD delia figura 268, deve sempre anch'esso risultare diritto. In questa giacca poi, in luogo del nastrino che si dovrebbe mettere al limite del davanti, dal punto A ú D (fig. 301), si dá una filza un poco sostenuta, dalla tacca E fino al punto B, dal punto B a\ C tirando la filza in modo che il tratto BC diventi diritto, e in fine dal C al D leggermente 204 CAPO XII sostenuta. Si dà poi una buona stirata col ferro facendo rientrare la lentezza, e assecondando il garbo del petto che si vuole dare alla giacca. La mostra, dal punto B a\ D (fig. 301), deve essere ritagliata uguale al davanti prima ancora che a questo sia data la filza, ed oc- corre far rientrare questa pari al rientramento fatto subiré al davanti. La mostra si applica poi al davanti, facendo combinare il diritto di questo col diritto délia mostra, e in modo che quest'ultima aderisca perfettamente sul davanti, non tirando menomamente in verun senso. Nella figura 302 si espone il modo d'imbastire la mostra sul davanti. La lettera B indica il massimo délia mollezza da mettere al ri- svolto, perche obliquamente se ne richiede in maggior copia, affinchè la punta del risvolto, terminata che sia, non abbia a volgersi aU'insu. Quindi si eseguisce la cucitura, che possibilmente va spianata prima di rivoltarla, perche aiuta al perfetto allineamento del davanti: rita- gliate quindi le esuberanze di stoffa nella mostra e agli angoli, si ri- volta, e si imbastisce a punti corti contro il margine delia cucitura. Tale imbastitura si pratica sul rovescio dair.id al B (fig. 303), pro- curando che la mostra non si scorga sul davanti; invece ¿aWA al C (fig. 303), punta del risvolto, l'imbastitura si dá dalla parte del davanti procurando che quest'ultimo non si scorga sulla mostra. Sempre dalla parte delia mostra, lungo il tratto del davanti ed aU'esterno del ri- svolto, si pratica un'altra imbastitura distante 2 o 3 cm. dalla prima. Al risvolto ancora si dánno alcune imbastiture diagonali tendenti alla punta di questo, come appare nella medesima figura 303. Queste imbastiture si eseguiscono tenendo indice, medio, anulare e mignolo délia mano sinistra sotto al risvolto, per far girare questo e produire alla stoffa délia mostra maggior ampiezza di stoffa, mentre il pollice délia stessa mano, sul diritto, asseconda il lavorio delle dita sottostanti, facendola girare e quasi accartocciare, affinchè assuma e mantenga la sua naturale tendenza. Si dánno quindi le altre imbastiture indicate nella figura 303, te- nendo il davanti nel modo stesso spiegato nell'imbastire la fortezza del davanti. Se la mostra fosse larga come quella indicata con linea punteg- giata nella figura 302, si aggiunge a queste imbastiture un'altra, pari a quella che si scorge nella figura 303 alie lettere DEB, per fermare la mostra sul davanti. Quest'ultima poi, internamente, va rimessa e fermata sul davanti con un soppunto, o con un puntino a macchina. DELLE GIACCHE Se la mostra come s'è detto è larga quanto quella delia figura 302, fermata che ella sia sui davanti, si apre un tagliettino di sfogo come si vede al punto C. Le tasche che sono a toppa si preparano e si applicano al davanti prima ancora di applicare la mostra, se la medesima vuolsi ferrnare sui davanti a soppunto: nel caso che la mostra resti fermata sui da- vanti con un puntino a macchina, queste si applicano sistemata la mostra; quando l'apertura di tasca ha sotto di sè la mostra non occorre il pezzo di rinforzo, perche essa lo supplisce. 206 CAPO XII. Le tasche in generala sono tre; due grandi in ciascun davanti, e una piccola dalla parte sinistra, tutte confezionate con le norme date a pagina 131. gati, quindi si applica al suo giusto punto, come s'è spiegato parlando dalle tasche intejne. Questa tasca poi restarà fermata parte sulla mostra (se questa è larga), parte sul davanti con un puntino a macchina; oppure, se la mostra è larga quanto qualla segnata nella figura 302 con punti a tratti, la tasca resta fissata su questa. DELLE GIACCHE 207 Il dietro e completamente sfoderato e può essere intiero o spezzato seconde le convenienze: nella prima maniera esse è pronto per Tap- plicazione dopo quanto siamo per dire. Se invece è spezzato come nel nostro caso, vi si fa la cucitura centrale che s'adagia dall'indiritto in modo che vi si possa fare sul lato sinistre un'impuntura a macchina, pill o meno larga, seconde il gusto o le istruzioni ricevute; impuntura che e chiamata a bacchetta. AU'accollatura del dietro si mette una lista di stoífa uguale a quella della giacca, modellata seconde che è indicata in A alia figura 304. 208 CAPO XII Scopo di essa è rafforzare l'accollatura e fermare a suo tempo su di essa il sopraccolletto; serve pure di congiunzione tra le due mostré. Veniamo ora aU'attacco del dietro sui davanti. La regola fondamentale, non mai abbastanza raccomandata, è quella di far tornare i segni BCD del davanti sui corrispondenti del dietro (v. fig. 304); non osservando tale norma avremo uno squilibrio che portera serie conseguenze al lavoro. Unendo il dietro ai davanti si dia sempre la preferenza alla parte destra, che ci permette d'incominciare dall'alto, cosa già parecchie volte consigliata e raccomandata. Fatti DELLE GIACCHE 209 combaciare bene insieme questi punti, si accosta il dietro ai punti lenti del davanti, iniziando Timbastitura dali'^, punto superiore di fianco. Dall'H fino ad alcuni cm. sotto il R (fig. 304), neH'imbastire, si fa girare un poco il dietro sul davanti, tanto da produrre un tantino di lentezza, non eccessiva però, affinchè il dietro rivesta bene la parte superiore del fianco. 11 resto s'imbastisce tutto uguale fino al fondo. in modo che le due parti non risultino l'una piîi tesa dell'altra. Con le stesse rególe si applica il dietro sul davanti sinistro, cominciando dal fondo; quindi si possono cucire i fianchi. Talora per cause speciali o per inavvertenza del tagliatore, può avvenire che i punti dati come riscontro sui davanti e sul dietro, pur combinandosi fra loro, producano al fianco qualcosa di anormale, cioè il dietro troppo lento o viceversa. In tal caso si faccia osservare l'in- conveniente a chi di ragione. Nella figura 305 si scorge il fianco cucito, la rimessa del davanti toccante il limite del dietro AR', si opera cosí affinchè il puntino a baccbetta che si fa aU'esterno, essendo piuttosto largo, nasconda, a lavoro finito. Torio e gli sfilacci del davanti. Qualora il puntino a baccbetta si desideri stretto, occorrerà unire con punti a zig zag il dietro e la rimessa del davanti. In ogni caso però si deve sghembare la rimessa del fianco nei punti indicati nella figura 304 colTondolio délia linea esterna presso il punto C, talchè resti ben disteso sul dietro, e non producá nessuna piega; poscia si ad- dossa il dietro sul davanti come vedesi nella figura 306 AR, & ú passa 14 — Viola e De Lucia - Il Sarlo. Fig. 307. Come si termina il fondo. 210 CAPO XII il puntino a macchina preciso in larghezza a quallo passato alla metà del dietro quando questo è spezzato. Trattandosi di uniré il dietro al davanti, su tele molto leggere, alpagas o stoífa molto fina, si nota che lungo il tratto cucito e impuntito si riproducono tante grinze che non si riesce in alcun modo a far scomparire. L'inconveniente si evita anzitutto imbastendo dietro e davanti con una filza molto corta, possibilmente con filo del colore della stoffa, filza da passarsi nel punto ove si deve eseguire la cucitura, e che im- pedisce ogni lieve spostamento. Ai fianchi si pone termine nel modo spiegato sopra, hadando solo che il puntino sia stretto. La figura 307 ci fa vedere come si termini il fondo, il quale va im- bastito tutto alla medesima distanza dal limite, fermato con un soppunto, ovvero con un puntino a macchina. Si passa ora alla sistemazione delle spalle. DELLE GIACCHE 211 Dalla figura 308 il tratto di spalla AB del dietro appare piü lungo di quallo CD del davanti. Ció non deve punto meravigliare, e nal- l'imbastire il dietro sul davanti si badi solo che combacino perfetta- mente tra loro i segni di marca AC e BD (ñg. 308); la lentezza che da questa unione na risulta sul dietro, si comparte come vedesi nella figura 309 da alcuni cm, sotto al B fino a\VA, facendo girare coll indice delia mano sinistra il dietro sul davanti naU'imbastire, in modo da far scomparire quest'ampiezza senza tuttavia produire pieghe di sorta. A questa regola si dia la massima importanza, decidendo essa la buona o cattiva riuscita dell'abito; al certo, se non osservata, causa di gravissimi difetti. Anche nell'imbastire le spalle si dia la preferenza alla destra. Siccome il punto delle spalle è importantissimo, si consiglia, mas- sime ai principianti, di far osservare questo lavoro al maestro o a chi ne fa le veci, prima di eseguire definitivamente le cuciture, onde riceverne le osservazioni del caso : indi sulla punta del doppio gambale si fa rien- trare la lentezza localizzata nella maniera sopraccennata. Le spalle vanno cucite senza comprendere nella cucitura il rinforzo di stoífa sito nell'alto del dietro, tanto meno la mostra; la rimessa va sghembata affinche assecondi l'andamento del dietro e ripiegata, serven- dosi delle medesime rególe date per i fianchi. Prima di fissare la mostra sulla rimessa delle spalle, vi si fa pas- sare entro il di rinforzo dell'alto del dietro e si pezzo ferma; poscia fatto il rimesso alia mostra si congiungono questi con un soppunto. Circa il colletto sentiamo l'obbligo di spendere alcune parole. 212 CAPO XII Un colletto bene appropriate, òssia che non faccia alcun difetto, deve sempre essere adattato aU'accollatura dell'abito. Trattandosi di principianti esse h tagliato e sistémate conveniente- mente da chi di ragione. Non ci pare tuttavia fuori di proposito in- segnare un modo facile di verificare, e occorrendo, adattare il colletto su qualunque accollatura di abiti aventi petti o risvolti, alio scope di abituare l'allievo a rendersi conto del proprie lavoro. Nella figura 310 entro le lettere AB abbiamo la metà circonferenza deH'accollatura. 1 punti lenti che la figura 310 dimostra dall'^ al B, contorno deH'accollatura, sono il limite o il punto dove l'abito do- vrebbe essere tagliato: il tratto in più che si lascia e solo per precauzione. Una regola da sapersi e co- stantemente da praticarsi è che nel colletto il tratto AB (fig. 311) deve sempre assecondare il garbo deH'accollatura, se si vuole che il medesimo non porti difetto. Continuando poi dal .S-^alla metà del dietro punto C, si fa girare il piede del collo sul se- gno, e si lascia avanzare il me- Fig. 310. AB metà circonferenza d'accollatura. desimo di una cucitura dal punto C, se le due parti del sottocol- letto si uniscono a cucitura, e pari, qualora ció si faccia a sopraggitto. Riguardo poi a regolare la spezzatura di collo, occorre che questa avanzi in avanti di due cuciture dalla spezzatura di risvolto, se il col- letto si applica a rimesso od a cucitura, e di una sola, se si applica sfilato. La ragione di ció consiste in questo che, se il collo si applica a cu- citura, vi è il consumo di due cuciture, una sulla giacca e l'altra sul collo, mentre invece se si applica sfilato, si consuma solo il valore di una cucitura sul contorno d'accollatura. DELLE GIACCHE 213 Operando in questo modo si può essaie certi di avere un colletto appropriate aU'accoIlatura dell'abito. Quanto al modo col quale il colletto si prepari e si impuntisca a mano od a macchina, vedasi le norme date a pagina 61, poscia si rassoda con acqua e ferro caldo, vi si dá la piega dal punto A a\ B e dal C al D (vedasi fig. 312). Al piede del colletto, ossia al punto d'attacco, se questo, come nel caso nostro, non si mette a cucitura, vi si fa un ri- messo che compensi la cucitura, e quindi si applica una cucitura sotto i punti lenti o limite del- l'accollatura. II colletto si incomincia ad imbastire sempre dalla metà del dietro e si continua man mano fino all'intaglio del davanti sini- stro, senza però prendere con l'imbastitura la mostra sottostante. Nell'imbastire questo colletto, lo SI tiene giusto, dalla meta del pjg 3] ]_ Modo di tagüare íl colletto. dietro A figura 310 fino quasi alla cucitura di spalla Ç, alquanto lento (ma non esageratamente) dal C fino al punto D situato quasi a metà distanza tra la cucitura di spalla e la plegatura di risvolto, e quindi appena sostenuto nell'attacco del risvolto, aífinche questo sia quasi obbligato al colletto. Al medesimo modo si imbastisce l'altra metà del collo, cioè la parte destra, non cominciando però dall'intaglio del davanti, ma im- bastendolo a diverse ripíese, perche questa parte presenta un poco di difíicoltà. Il colletto, essendo parte essenziale dell'abito, avrebbe bisogno di essere attaccato da un opéralo provetto; alla mancanza di pratica da parte deU'allievo si supplisce con la pratica e l'aiuto del maestro: perciò, non appena l'allievo abbia imbastito il colletto, deve farlo ve- dere al maestro o a chi ne fa le veci, per ricevere le convenienti os- servazioni ed averne opportuni consigli ; questa cosa poi si deve ripetere finche il maestro, conosciuta a prova la capacità deU'allievo, lo metta in grado di fare da solo. 214 CAPO XII Quelle che si è dette in riguarde aU'imbastitura del cellette, di- casi pure per rafïilare il medesime, e per l'attacce delle maniche. In tal mede, senza che l'allieve se ne avveda, acquista pratica, ecchie e guste al lavere; cese che nen si pessene insegnare e spiegare nel breve cerse di un manuale. A queste prepesite si censiglia di prendere sempre in buena parte qualunque esservaziene sul lavere, anche quande ció cesti qualche sa- crifizie, specialníente se trattasi di dever disfare tutte e in parte il lavere eseguite, e nen interpretar un tal fatte ceme segne di male- velenza e di capriccie, bensí d'interessamente alia felice riuscita nel mestiere. Imbastite dunque il cellette nel mede spiegate, le si puo fermare dall'esterne cen un seppunte e cen un puntine a macchina; quest'ultimo mede però nen è censigliate, perché la macchina trasperta fácilmente fuer di luege la lentezza che abbiame data al cellette. Si rimpiega quindi da ambe le parti la mestra, daU'intaglie del davanti fine alla punta superiere di spalla, seguende il garbe del settestante attacco del cellette, fermande queste cen un seppunte lente e nasceste, e fermande altresi nell'interne cen punti a crece, steffa e fertezza. Si passa quindi e dare la piega del cellette. La ferma e plegatura del cellette dev'essere ben rassedata con acqua e ferre calde, e si eseguisce sulla mezza luna, ceminciande da sinistra a destra, e deve risultare una linea diritta dalla punta del ri- svelte alla punta superie«re di spalla; cempiuta questa eperaziene il col- lette é prente per essere raffilate. Anche questa, ceme abbiame accennate, e cesa che spetta al maestre, il quale generalmente ne raífila sole metà, lasciande che l'al- lieve raffili l'altra metà; si faccia però attenziene, aífinchè le due parti siane ben precise. Il sepraccellette pel dev'essere sghembate in quel punti stessi cor- DELLE GIACCHE 215 rispondenti ai punti sghembati del colletto. Quando il sopraccolletto è spezzato e similmente e spezzato il dietro della giacca, fatta che sia la cucitura al sopraccolletto, si addossa questa su se stessa, in modo che vi si possa passaré una bacchetta sul lato sinistro, precisa a quella passata sulla metà del dietro, hadando che la bacchetta, a la- voro finito, resti in perfetta linea con la bacchetta del dietro. Nell'applicare il sopraccol- letto, la prima imbastitura si dá nella piegatura di pistagna (figura 313 AE) tenendo però arroton- data I'incollatura nella maniera che essa deve risultare sul collo del cliente, e cioe concava verso I'interno della giacca: questo per evitare le piccole pieghe che il sopraccolletto produrrebbe se si tenesse disteso a piatto sull'ac- collatura. 11 sopraccolletto poi va imbastito ben disteso nella sua lunghezza, ed invece un poco arrotondato nel senso di larghez- za, specialmente nel tratto CD, onde produrre un poco di Ien- tezza necessària ad impediré che le due punte si arriccino col tempo, operando all'uopo nella maniera stessa usata per dar for- ma concava ai risvolti; quanto alie imbastiture, devono essere date nel modo e nel numero pari Fig. 313. Giacca quasi ultimata con i segui d'at- quelle che si nella tacco delia maniche. a scorgono figura 313. Imbastito cosí il colletto si raifilano le esuberanze di stoffa, lasciando attorno al medesimo il solo necessario per i rimessi. Il primo rimesso da farsi è quello della parte del piede del colletto, che verra soppuntato in modo da sembrare una cucitura stirata, poi il rimesso attorno al li- mite del colletto, che verra fermato con punti a croce ; quindi si stirano 216 CAPO XII gli orli del colletto e dei davanti, vi si passa l'impuntura a macchina e si attaccano le maniche. Per la confezione delle maniche rimandiamo il lettore a 74, pagina quindi prima di applicarle all'abito occorre far passaré da chi di ragione nei punti dove si è lasciata la rimessa, un segno attorno al giro ascellare, alio scopo di raddrizzare tutte le angolosità in modo qualunque prodottesi, e affinchè nell'imbastire la manica questo non scom- paia, vi si passa sopra una filza. Per riguardo ai punti d'attacco, quando non siano fissati dal ta- gliatore si segnano cosí: si trova la metà dell'occhio del dietro, da questa metà si sta sopra cm. 1 e si segna il punto E (fig. 313); po- scia, tenendo fermo il punto E e plegando in metà l'apertura del giro ascellare in modo che combacino bene tra loro i due orli, si trova la metà di questa circonferenza, e dove questa risulta si fa un segno che corrisponde al punto F della medesima figura 313. Teniamo a dichiarare che questi punti non sono fissi, ma possono variare seconde il diverso portamento del cliente. Se per esempio fosse curvo, per avere la ca- denza della manica appropriata, occorre stare al disotto del E di punto una o piu cuciture, seconde la maggiore o minor curvità, mentre nel davanti occorre stare sopra il punto F tanto quanto ci siamo abbas- sati dal punto E. Al contrario, se il cliente fosse rovesciato, invece di abbassarci dal punto E bisogna alzarsi di una o piíi cuciture, seconde il grado di rovesciamento, ed abbassarci altrettanto dal punto F. La manica, per una persona regolare, deve cadere in sull'abito, appiombo e se le tasche sono fatte nel giusto punto, questa deve ri- sultare in metà della tasca; piu in avanti invece se trattasi di persone curve, pill indietro per quelle rovesciate. Nell'imbastire le maniche si dia la preferenza alia destra, comin- ciando a fissare con alcuni punti il limite superiore della cucitura del gomito sul punto E, e nel punto F cucitura d'antibraccio, poscia dal punto E della figura 313 fino al G, possibilmente non si metta mollezza, ma si faccia solo girare bene la manica sul giro, dal G si divida datamente gra- la mollezza che esiste nel sopramanica, diminuendo sensi- bilmente fino al punto F; nel sottomanica dall 'Fair// niente mollezza, dair// all'/ il massimo di questa, senza però farvi pieghe di sorta, e quindi nuevamente giusta dall'/ aWE. A meglio distribuiré la mollezza e per minor perdita di tempo si può fare anche nel modo seguente: Trovati i punti d'attacco di manica che corrispondono a\V EF, DELLE GIACCHE 217 si verifica la quantità di mollezza da far rientrare sulla manica, poscia si passa una filza dai punti dove questa mollezza deve cominciare fino ove termina, si tira questa filza e si fa rientrare la quantità di mol- lezza che occorre distribuendola bene come si vuole avvenga 1 attacco di maniche, quindi sulla punta del doppio gambale si fa rientrare la lentezza; cosí l'operazione dell'imbastire la manica sul giro ascellare e piíi spiccia e semplificata. Prima di passaré a imbastire la ma- nica sinistra si fa osservare al maestro se quella destra va bene : avutane l'appro- vazione si imbastisce precisa a questa. Se la manica è imbastita al primo modo, cioe senza tirarvi la filza, si fa rientrare la lentezza sul doppio gambale, e poscia si applica dalla parte del davanti una striscia di fodera che sarà presa nella cucitura di contorno della manica, e sop- puntata neU'interno della medesima, for- mando un bordo di circa 1 cm. Si praticano quindi gli" occhielli che variano per numero secondo la lunghezza dei risvolti ; il primo però lo si fa sempre al punto dove incomincia il petto o ri- svolto, e l'ultimo a 4 o 5 cm. sopra o sotto la direzione di tasca; gli altri poi secondo il numero che se ne desidera. La distanza da un occhiello all'altro si ottiene dividendo la larghezza che vi e dal primo all'ultimo in tante parti uguali ; poi si tagliano a cm P/o dal limite del davanti. Terminati gli occhielli e tolte tutte le imbastiture, la sfoderata ultimata. giacca è Fig. 314. Giacca di tela pronta per essere stirata. Per ció che riguarda la stiratura si seguano le norme già date ; solo si raccomanda di non sciupare il la- voro di rientramento ai davanti. Coll'attacco dei bottoni marcati dal maestro e attaccati secondo le lególe date, termina la confezione della giacca di tela sfoderata (fig. 314). 218 CAPO XII h) Giacca di tela con colletto chiuso. — La fattura di questa giacca e idéntica alla precedente, eccezion fatta del colletto, che può essere confezionato in due difierenti maniere : in piedi e alia cavaliere. Nel primo caso, cucite le spalle, si rimarca Tincollatura, si prepara il colletto nel modo spiegato a pagina 64, facendovi il rimesso nel punto d'attacco, e si applica sull'accollatura a soppunto o a puntino, ultimándolo nel modo spiegato circa i panciotti a colletto in piedi. Se invece la giacca ha colletto alia cavaliere, si prepara e si cuce il sottocolletto nella maniera spiegata a pagina 62, e dopo averio rassodato per bene con acqua e ferro caído, gli si dá la piega che generalmente e segnata con punti lenti, poscia si sghemba e gli si fa assumere la forma che vedesi nella figura 315. In essa appare che questo colletto va girato dalla metà sino alla lettera AB corrispondente aile cuciture di spalle, e da questi punti fino al CD, cioè al limite del- l'accollatura, si tiene diritto. Questo colletto si può applicare a rimesso o a cucitura, ma es- sendo la giacca sfoderata si preferisce il primo; perciò rimarcata la circonferenza d'accollatura e fatto il rimesso al piede del sottocolletto si imbastisce questo come abbiamo già spiegato, cioè: dalla metà del dietro fino quasi la cucitura di spalla, ne lento ne tirante; da questo punto sino a 4 o 5 cm. dalla cucitura di spalla un tantino lento, quindi nuovamente giusto. 11 colletto si ferma poi esternamente con un soppunto o con un pun- tino a macchina; in quest'ultimo modo, ossia col puntino, si deve com- prendere nel cucire anche la stoffa délia mostra. Internamente il sottocolletto si ferma con punti a croce, e in se- guito si rassoda il colletto con acqua e ferro caldo dandovi la forma stabile o accollatura al limite del medesimo. Nel conferiré questa piega DELLE GIACCHE 219 si osservi che alie due estremità, cioè al punto delle tacche, il collette abbia la medesima altezza; dopo ció si fa raffilare il medesimo dal maestro. Se il maestro, come al solito, ne raffila solo metà, allora si faccia la massima attenzione affinchè le due parti risultino precise tra loro, specialmente nella cadenza e nella lunghezza. Quando al collette vi devono essere i gangherini, questi devono essere posti all'interno délia pistagna e appena sotte la plegatura di questa. Il gancio si mette dalla parte destra e la maglietta dalla sinistra, fermando gancio e maglietta sólidamente, e attaccando questi in modo che tengano il colle ben chiuso, ma senza che si scorgano dall'indiritto. Se il collette fosse molto alto di pistagna vi si mettono due gan- gherini, une appena sotte la plegatura di pistagna, l'altro alla base di questa. Dalla parte sinistra, dove si attacca la maglietta, si passa un punto ad occhiello daU'orlo délia plegatura di pistagna fino al piede del collette, e si riveste poi il sottocolletto con la stoffa del sopracolletto, sghembando questa nei punti corrispondenti aile parti sghembate del sottocolletto. Le imbastiture e il modo di rivestire il collette è il me- desimo spiegato nella giacca di tela. Al gancio che e ricoperto dal sopracolletto, si fa passaré la testa aU'esterno bucando la stoffa del sopracolletto con un punzone ben affilato o con un paie di forbicine. Dalla parte sinistra anche sulla plegatura di pistagna, e precisamente dove si trova la maglietta, si dà un taglio trasversale alla stoffa del sopracolletto, taglio che deve andaré verso la plegatura di pistagna; da questo punto fino al piede del colletto il taglio del sopracolletto va rimesso e fermato contro i punti ad occhiello passati prima. II sopracolletto internamente si ripiega in corrispondenza al piede del colletto, e si ferma con un soppunto, ed il resto del colletto, rita- gliate tutte le esuberanze di stoífa, si rimette e si ferma a punti a croce come abbiamo fatto per quello con colletto a sciallo; poseía, stirato Torio del colletto, vi si passano i puntini a macchina, i quali devono arrivare fino al gancio e alia maglietta. Gli occhielli variano di numero secondo la grandezza della giacca, ma non devono essere mai meno di 4. Il primo occhiello, nelTalto del davanti, si segna a 3 o 4 cm. sotto Tintaglio, e Tultimo in basso, di qualche cm. sopra il livello delle tasche, (alie volte qualche cm. sotto, secondo la lunghezza della giacca) poseía il tratto incluso entro questi due segni si divide in parti uguali 220 CAPO XII a seconda degli occhielli che si desiderano, e quindi si tagliano di- scosti cm. 1 V2 limite del davanti. Per il resto la confezione di questa giacca è precisa a quella già spiegata. La figura 316 ce la mostra ul- timata, con le tasche uguali a quelle spie- gate a pagina 131. c) Giacca di lana a un petto. — Le rególe che servono come di premessa al cominciare del lavoro, ad esempio pas- sare i punti lenti, dare il punto a cavallo e simili crediamo bene non piii ripeterle, perché giunto a questo punto l'allievo deve sapere dove, come e quando questi punti vanno dati. Compiuti dunque questi lavori preliminari, si inzuppano le tele tuííandole nell'acqua, oppure bagnandole da ambe le parti con una spugna pregna d'acqua, e asciugate che siano si stirano e si tagliano come si vede nella figura 317, cominciando cioé alia ripresa del fianco (B) passando sulla tasca (C) e limitándole al fondo (D). Intorno poi al limite del davanti la tela si ritaglia precisa alia stoffa ; al giro ascellare, alia spalla e nell'accol- latura si lascia avanzare una cucitura dal- l'orlo del davanti dove non si hanno i punti lenti; dove vi sono si raffila uguale ai davanti. Alcuni sogliono tagliare questa tela lasciandola in diritto filo sul limite del davanti, mettendo poi al punto corrispon- dente alia plegatura del petto o risvolto una lista di fodera diritto Fig. 316. Giacca di tela filo, con colletto per larga chiuso* 3 o 4 cm. perché in questo punto la stoífa e la tela sono per isbieco, ed il la- voro in questo punto con tutta facilita si sghemba. Altri invece usano tagliare la tela in maniera che la cimosa o vivagno resti parallela alia linea obliqua del risvolto, in modo che non occorra piii mettere nella plegatura di risvolto alcuna fodera per diritto, perché la tela é già DELLE GIACCHE tagliata per questo verso, e sostiene la stoffa del davanti impedendole di sghembarsi. In questo secondo modo di tagliare le tele, che dovrebbe essere il preferito, occorrerà sempre al fondo una giunta di canapino, la quale sarà unita al resto delia tela con punti a zig zag. Se il davanti ha la ripresa sul risvolto (fig. 299 NO) questa si deve riprodurre uguale sulla tela. La cucitura sulla stoflía delia ripresa sarà fatta a macchina, mentre invece la ripresa sulla tela va unita con punti a zig zag; perciò, oltre tagliare la tela pari ai due orli defla ripresa, occorre togliere ancora per ogni parte della tela quel tanto che consuma la cuci- tura nella stoífa, perché la tela asse- condi perfettamente il davanti. Se la giacca ha poi anche la ri- presa di petto come quella che ve- desi nella medesima figura 299 punto PQ, occorre farla anche sulla tela, togliendo qui pure sulla tela quel tanto di piu che consuma la cucitura della ripresa, affinchè anche qui la tela ade- risca perfettamente al garbo del da- vanti. Le ripíese delle tele, come ab- biamo detto, si uniscono con punti a zig zag, e si coprono con una lista di fodera leggera, larga cm. I, formata con un sopraggitto o con punti a croce, Fig. 317. Preparazione delle tele. hadando però che questa fodera, quan- do la tela sarà applicata al davanti, non risulti tra il canapmo e la stoífa. Passiamo ora a spiegare in che modo vada lavorata la tela nel- 1 alto del davanti, cioe nelle spalle, quando il cliente é di conformazione normale. Nella figura 317 si vede che la tela sulla spalla ha un taglio lungo 5 o 6 cm. (A), il quale serve di sfogo alia spalla medesima. Questo taglio deve essere dato nel punto vuoto della spalla, che si 222 CAPO XII trova dividendo in metà la lunghezza di spalla, e dividendo ancora per metà il tratto superiore corrispondente al punto A délia figura 317, punto in oui va dato il taglio in parola. Tra l'ascella e l'accolla- tura si mette il cosí detto plastrone, da modellarsi pari a quello che Fig. 318. Pteparazione delle tele con ovatta. vedesi nella figura 317 ; esso dista dalla cucitura di spalla 5 o 6 cm., 2 o 3 dal giro ascellare, 3 o 4 dal segno d'incollatura e di ri- svolto. Nell'applicarlo poi sulla tela lo si faccia girare facendogli as- sumere la rotondità délia spalla. Questo plastrone sia preferibilmente di crine, come quello che tiene a posto il lavoro, senza portare soverchio spessore. DELLE GIACCHE 223 Si taglia dunque il crine pel suo verso e si ricopre con una fode- lina leggera che oltrepassi cm. 1 tutto attorno al plastrone, aííinchè impedisca a questo di sfilare; poscia, con punti corti ed a mano, si ferma fodera e crine; oppure intorno al crine si mette una lista di fodera per isbieco, fer- mata con punti a croce od a sopraggitto, per impediré che il crine abbia a sfilarsi. Se il plastrone e di canapino, bastano due soli pezzi ben scalinati, e quindi fermati a macchina o a mano. Si suole anche mettere sulhestremità délia spalla una lista di tela per isbieco, in continuità del plastrone, dan- dovi un taglio come vedesi nella figura 326 pagina 228; e cio per assecondare il garbo delia spalla senza portare bruschi cambia- menti di spessore. Se nella giacca si mette l'ovatta tutto attorno al giro ascellare come alcune volte Fig, 319. Lavorazione del davanti capita, questa si prepara larga come quella per spalle sporgenti e collo lungo. che vedesi nella figura 318, si rialza alquanto nel tratto delia spalla, si scarnisce bene internamente in modo che non faccia scalino al punto dove ter- mina, e quindi si ferma a mano con punti corti ; nei tratti ove manca il canapino vi si mettono due pezzi di fodera leggera e cuciti anch'essi con l'ovatta, per impediré che questa si recida. Quando invece il cliente a- vesse i muscoli del braccio molto pronunziati e l'osso délia spalla sporgente, e per di più il collo lungo, occorre usare la lavora- Fig. 320. Risultato delia lavorazione delle spalle spot- genti e collo lungo. zione seguente: si piega in metà l'alto del davanti, come si scorge nella figura 319, si lavora la linea AB col ferro nel punto indicato sulla medesima; da questa lavorazione la linea AB da dritta diventerà incurvata, venendo a produire in tal modo la sghembatura ai punti voluti, sghembatura che asseconda l'osso sporgente délia spalla, e dá 224 CAPO XII agio aU'accollatura di peter seguirá il collo senza portare verun difetto (v-. fig. 320). Alla tela, che dev'essere stata tagliata colle medesime rególe date dianzi, senza però darvi i tagli che si scorgono nella figura 317, vi si dá un taglio che corrisponda quasi alla metà del davanti e un altro di fiance, come chia- ramente si scorge nella figura 321. Questi tagli poi si aprono mettendovi sotto una lista di canapino, in modo che i due labbri del taglio, al punto A e B, restino di- stanti di almeno cm. 1 od IV2 ^ man mano che ¿cendono verso C e D s'incon- trino nuevamente. In tal modo si produirà anche sulla tela l'ampiezza ottenuta sul davanti con la lavorazione di ferro. Poscia Fig. 321. Lavorazione delle tele per sporgenti e eolio lungo. si mette una lista di crine modellato come quelle che si scorge nella figura 322, dando due tagli che aiutano il medesimo a prendere la forma della tela sottostante, quindi si ferma il crine sulla tela come scorgesi nella figura 322. Nel fermare il crine sulla tela si procuri che quelle sia ben disteso su questa, formando nel contempo il rotonde delle spalle. Ai tagli e al limite del crine va messo una lista di federa fermata come quella che scorgesi nella figura 322, qua- lora non si preferisca coprirlo tutto con una foderina che sporga circa 1 cm. dal suo limite. Prepárate cosí le tele, si incomincia la lavorazione dei davanti di stoffa; prima però crediamo bene ricordare quanto s'e dette parlando del panciotto, e cioe : Lavorazione delle tele per spalle molti seno i mezzi di cui l'operaio si sporgenti e collo lungo. serve per trasformare i pezzi di stoffa che seno sempre di superfice piaña, onde appropriarli alie parti del corpo a cui seno destinate ; non ultime fra queste risorse seno le ripíese. Ma a nulla servirebbero riuscendo anzi di danno se fossero mal ese- guite; perciò raccomandiamo la massima attenzione. DELLE GIACCHE 225 Trattiamo ora delia ripresa del fianço; alcuni sogliono lavorare que- sta ripresa col ferro, massime quando la giacca deve aderire bene sulla persona, plegando in linea verticale e verso l'indiritto del lavoro la fianchina, dalla sommità delia ripresa al fondo, facendo toccare i due orli delia fianchina ben insieme, e lavorando questa nella maniera che vedesi nella figura 323. Tale lavorio di ferro è alquanto diffi- coltoso, e qualora il maestro lo esiga, e bene che per parecchie volte sia fatto dal maestro stesso o da qualcuno pratico, per non incorreré nel pericolo di avere spostamenti nel fianco della giac- ca; I'allievo poi deve osservare bene questa operazione, e cercar poco alla volta di poter far da se, Si continua la ripresa imba- stendola bene pari ai punti lenti nelFalto del giro, e cucendola in maniera che nel basso finisca a nulla, o, come diciamo in gergo professionale, finisca morendo. Nello stirare la cucitura si av- verta, specie dal punto di vita al basso, di non sciupare il lavoro della ripresa; ad evitare ció, si tenga la ripresa in basso del da- vanti nello stirare, in modo che prenda la forma del hacino, senza però sospingere verso il fianco la lentezza, ma tenendola raccolta sul punto di tasca. Fig. 323. Lavorazione di ferro del fianchetto. Quando poi vi è la ripresa indicata alla figura 299 PQ essa deve finiré a nulla da ambo le parti. Anche per questa ripresa si tenga il lavoro raccolto in modo che nello stirare non si abbia a sciupare il rotondo del hacino ne quello del petto. Le medesime raccomandazioni facciamo per la ripresa del risvolto NO figura 299. 1 5 — Viola e De Lucia - IbhSarlo. 226 CAPO XII Terminate le ripíese si può mettere una striscia di fodera per di- ritto filo larga cm. 2 o 2 V2 nei punti FD e BC della figura 299 ; que- sti pezzi possono però essere sostituiti con maggior esito da una serie di punti a catena sostenuti, passati in questi tratti come spiegheremo a SUO tempo. Senza tali precauzioni essendo detti punti per isbieco, pos- sono fácilmente sghembarsi e produrre difetti gravosi a correggersi. Dopo ció si possono fare le tasche con finte ed il taschino munito di pi- stagnino in uno dei differenti modi spiegati nel capo VÍII, quindi imba- stire i davanti di stoffa sul canapino. La figura 324 ce ne porge l'esempio. Fig. 324. Maniera d'imbastire il davanti sul canapino. DELLE GIACCHE La prima imbastitura che deve darsi per fermare la stoffa del da- vanti sul canapino è quella délia figura 324, che comincia dal punto A e va fino al basso del davanti (B). Si solleva quindi la stoffa del da- vanti e si fermano sulle tele le tasche con le relative fortezze {CD, Fig. 325. Davanti visto internamente con le tasche feimate sulla tela. EF figura 325). Se la tela e stata tagliata per diritto filo sul davanti, allora nel punto GH che segna la piega del risvolto, si mette la stri- scia di fodera diritto filo di cui abbiamo già parlato circa la prepara- zione delle tele. Trattandosi délia giacca di tela, si dette come regola generale che 228 CAPO XII il tratto incluso entro i punti BC (fig. 301) deve, a lavoro finito, ri- sultare sempre diritto, sospingendo la rotondità che vi fosse verso l'in- temo con una buona lavorazione di ferro. Fig. 326. Lavorazione del davanti vista ali'interno. Due sono i modi in cui si può far rientrare questa rotondità, seconde che essa è piu o meno pronunziata. La giacca di taglio moderno ha pochissima rotondità, e perciò si può fare cosí: dopo aver data la prima imbastitura che fissa il davanti sulla tela, fermate le tasche con le relative fortezze sulla medesima tenendo il lavoro ben disteso sul banco, si dá un'imbastitura al punto DELLE GIACCHE 229 CD (fig 324). Sempre tenendo il davanti disteso su! banco si passa l'altra imbastitura AEF (fig. 324). Le due imbastiture GH, che ve- donsi nella figura 324, si dánno tenendo la tela e il davanti con la mano sinistra un poco accartocciati, e appoggiando il lavoro sull'estremità del banco o delia mezza luna, e con imbastiture a scaletta, per far assu- mere al davanti la rotondità del petto. Quindi impuntiti i petti o risvolti SI rassodano con acqua e ferro caldo, e nel medesimo tempo si fa rien- trare la stoffa al tratto AB della figura 326 onde risulti diritta; questo lavoro di ferro va poi sostenuto con il nastrino, come a suo tempo diremo. 230 CAPO XII Il secondo modo di fare rientrare la rotondità del davanti e quello di eseguire due riprese sulla tela, prelevando in queste ripíese la tela se- condo la maggior o minor quantità di stoffa da far rientrare sul davanti. Per sapere a che punto vanno dati i tagli di ripresa sulla tela, si può anche dividere il tratto AB della figura 327 in tre parti uguali, avendo cosí i punti CD, sui quali faremo le ripíese. Per sapere poi la maggior o minor quantità di stoffa da far rientrare al davanti, ci re- goleremo cosí: sapendo che il lato AB (fig. 327) deve sempre risul- tare diritto, si uniscono con una retta detti punti e si misura la di- stanza che passa da questa retta al punto piíi sporgente del lembo del davanti; questo valore si divide in due parti uguali, e si ha quanta tela si deve prelevare nelle riprese CD, le quali devono essere lunghe 7 od 8 cm., ed avere la forma di quelle rappresentate nella figura 327. Gli orli delle due riprese si uniscono a punti a zig zag, e vi si mette fodera sopra, ma dalla parte opposta al davanti, una lista di leggera larga cm. 2. Aile volte però può succedere che il rotondo sia lo- calizzato tutto in un sol punto, come per esempio nei panciuti; in tal caso si deve localizzare anche il rientramento della stoffa, facendo la ripresa che risulta in questo punto piíi larga del soli to, e l'altra piîi stretta, ma tolto questo caso si segua la norma data sopra. Fatte le riprese si imbastisce a piatto sul banco il tratto CD e quello A EF come nella figura 324 viene indicate, poscia tenendo con la mano sinistra la tela e il davanti un poco accartocciato, e appoggiando il lavoro sull'e- stremità del banco o della mezzaluna, si dánno le medesime imbastiture GH della figura 324, distribuendo e localizzando bene sul davanti l'ampiezza di stoffa che si desidera far rientrare. Impuntiti i risvolti si stirano i davanti bene a secco sulla mezza- luna, facendo rientrare tutta la lentezza, e dando nel medesimo tem- po la forma voluta al petto. 11 risvolto dopo averio stirato ben a secco, mentre ancora è caldo, si fa girare con la mano per fargli prendere la forma rotonda che gli si è voluta dare nell'impuntirlo. Regolati quindi i risvolti, si applica il nastrino sul limite del davanti seguendo le medesime norme già impar- tite a pag. 1 72. Questo nastrino poi va un poco sostenuto sul risvolto dal- VE a\VA, giusto dair.í4 al B (fig. 326) in modo da assecondare e so- stenere il rientramento del davanti, e quindi sensibilmente sostenuto dal B a\ D. Nel tratto CA, accanto al segno di piegatura del risvolto, si mette una lista di nastrino un poco sostenuto, per fare assumere a questo a rotondità del petto. DELLE GIACCHE 231 La figura 326 ci presenta il davanti a rovescio con la tela fermata sulla tasca, i risvolti impuntiti, e il nastrino fermato da ambo le parti. Alio scopo di biasimare e prevenire un difetto molto comune ai principianti, esponiamo il modo che alcuni usano per far rientrare la rotondité del limite del davanti. Nel tratto AB della figura 326 si contentano di mettere solo il nastrino tirante, senza fare in piece- denza alcun rientramento al davanti, producendo cosí la lentezza che il nastrino dovrebbe sostenere. Imbastito il nastrino fanno rientrare questa lentezza col ferro caldo. A lavoro finito succédé che questa len- tezza rifiorisce tutta all'esterno, producendo sul davanti tante piccole pieghe che non si riesce a far scomparire. Per evitare ció bisogna tener bene a mente che il bordo del da- vanti deve essere fatto rientrare da se, o con le riprese sulla tela, e che il nastrino deve solo assodare questo lavoro. Alcuni usano anche marcare subito dalla parte sinistra gli occhielli, e tagliare la tela corrispondente a questi per un valore di 2 o 3 mm., ricoprendo questo tratto con una listerella di fodera ñera o adatta al colore della stoffa, fermandola con un sopraggitto o con punti a croce. Ció vien fatto per impediré che tagliando e facendo l'occhiello, si ab- biano a scorgere esternamente i fili della tela; questo lavoro non è da biasimare ma da consigliare, specialmente quando la stoffa silla molto. Si stira quindi il nastrino e il davanti tenendo sempre il lavoro in modo che non resti sciupato il rientramento fatto all'orlo, quindi vi si applica la mostra, che sarà stata eseguita mercó le norme date nel capo Vil. La mostra deve essere raffilata pari al davanti dal punto D al punto / (fig. 324) prima ancora che il davanti sia rientrato. Siccome la mostra deve aderire e assecondare perfettamente la stoffa del davanti senza tirare menomamente, cosí occorre farla rientrare nel punto corrispondente all'AB della figura 326, tanto quanto ó stato fatto rientrare il davanti; quindi con una imbastitura che comincia dair.(4 scende in B e termina in C (fig. 328) si unisce mostra e davanti col diritto dell'uno a contatto dell'altro, dando questa im- bastitura in modo da assecondare la rotondité del petto; un'altra imba- stitura va data da yí in 5 passando per D. Le lettere DH della fi- gura 328 indicano il massimo della mollezza che si deve mettere al risvol to, perchó obliquamente se ne richiede in maggior copia, affinchó il risvolto prenda il suo garbo a guisa di conchiglia o guscio di noce. Prima di fare la cucitura saré conveniente stirare il tratto su cui deve passaré la macchina, onde non abbiano a formarsi delle pieghe. 232 CAPO XII La figura 329 presenta il davanti già cacito, rivoltato, ben imbastito e terminate ; prima però di rivoltarlo e di passaré ad imbastire la me- stra, e bene scartare un poco la cucitura fatta, per evitare soverchio Fig. 328. Come si applica internamente la mostra sul davanti. spessore si procederá in questo modo; dalla plegatura del risvolto e dove questo ha principio {A) sino al basso (B) si scarta la mostra di mezza cucitura; dall'intaglio (C) alia plegatura (A) invece si scarta il davanti. La prima imbastitura che si deve dare è quella attorno al limite del davanti, cominciando in alto dal risvolto sul davanti sinistre, fino DELLE GIACCHE 233 alla base A poscia sul davanti dal B in A, e viceversa per il davanti , destro. Quindi si passa la seconda imbastitura in tutto il davanti e nel risvolto, tenendo l'une e l'altro un tantino accartocciati. Al risvolto poi si dánno alcune imbastiture tendenti alla punta di questo, come si scorgono nella medesima figura 329. Queste imbastiture si dánno tenendo le dita indice, medio, anulare e mignolo délia mano sinistra sotto il risvolto, per far girare questo, e per produrre alla stoíía delia mostra maggior ampiezza di stoíía, richiesta per la sua forma a conchiglia o a guscio di noce, mentre il pollice délia stessa mano, ma dall'indiritto. Fig. 329. Davanti sinistro visto ultimate. 234 CAPO XII asseconda il lavorío delle dita sottostanti, e distribuisce parcamente e con criterio questa ampiezza di stoffa, affinchè il risvolto assuma e mantenga la sua naturale tendenza. La terza imbastitura a cominciare dal limite del davanti, si dá tenendo seconde il solito il davanti accartocciato e con punti a sca- letta. Lci, quarta imbastitura invece si dá dall'interno per fermare la stoffa délia mostra sul davanti, dove questa si unisce con la fodera. Anche nel dare questa imbastitura si tenga il lavoro in modo concavo, ma attenti che la mostra non tiri affatto in nessun punto. Quindi interna- mente si ferma la mostra e la tasca interna sulla tela, e tutto con soli- dità e pulitezza, e in fine si attaccano le spallette che devono asse- condare la forma del davanti e parte dell'occhio del dietro. La figura 330 BCDE mostra il modo pratico di tagliareM'ovatta per queste spallette. I fogli d'ovatta che le compongono e che si dovranno sovrapporre, siano bene scarniti all'estremità se si vuole che le spallette riescano bene. Il tratto più saliente delia spalletta sia il punto D del davanti (fig. 329) situato a pochi cm. dalla punta inferiere di spalla. Le spal- lette, per riuscire ben fatte, devono essere rigonfie nel centro e dimi- nuire gradatamente man mano che scendono verso l'estremità.'^Si rico- pre quindi l'ovatta con due fodere leggere per impediré che questa si sfaldi, e si impuntisce l'ovatta e le due fodere con punti corti, facendo assumere alie spallette la forma rotonda della spalla (fig. 330 A) ; poscia si attaccano sólidamente sulla tela del davanti. Dopo ció si dá l'ultima imbastitura sul davanti (fig. 329 lettere E FGHIL) hadando non sia troppo vicina all'orlo o ai punti lenti, aífin- Fig. 330. Modo pratico di tagliare l'ovatla e confezionare le spallette. DELLE GIACCHE 235 che non abbia poi a dar noia quando si atirano i fianchi e le spalle, oppure nel fare il fondo, o attaccare le maniche. Quando la fodera délia mostra si mette a suppunto, si fermano sulla tela le tasche, la mostra, e le spallette, quindi si applica la fodera, la quale si imbastisce un tantino lenta neirattacco délia mostra, specialmente all'altezza del petto, affinchè asse- condi la lavorazione del petto medesimo. La fodera poi deve assecondare perfettamente il da- vanti in tutti i suoi punti, perciò occorre che su di essa vengano praticate le riprese di fianco e' di petto, se queste esistono sul davanti. Si tenga bene a mente che la fodera délia mostra non deve mai essere tirata, ma preferibilmente un tantino lenta; quindi, dopo aver fatto il rimesso alla fodera, si soppunta. Ultimati i davanti, passiamo alla preparazione del dietro. Come abbiamo visto anche nella giacca di tela, il dietro può essere intiero o spezzato, e affinchè viemeglio aderisca al dorso, si può anche lavorare con il ferro, massime quando è intiero. Il garbo che il dietro deve assumere con questa lavorazione deve corrispondere alla lavorazione délia fianchetta del davanti. Si piega il dietro in modo che la cucitura o metà di esso, in alto tocchi la metà dell'occhio del dietro A, ed in fondo il limite del medesimo B, quindi al margine del fianco, nel punto corrispondente alia vita, si tenderá bene in fuori, cosicchè la piega fatta sia obbligata a incurvarsi indietro. Cosí pure nella parte superiore corrispondente al dorso della schiena, detta piega verrà leggermente tesa in modo da incurvarla uii tantino in fuori, e ció affinchè la stoffa assecondi il garbo del dorso (v. fig. 331). Questa lavo- razione richiede molto criterio e attenzione, perché il . , , |. |.£ Fig. 331. Lavorazione ^ piu deIlIle volte essa e causa di spostamento e diretti, di ferro al dietro. ma d'altra parte non è indispensabile, perciò, piuttosto d'incorrere nel pericolo di sciupare l'abito, meglio si tralasci affatto. Astraendo ora da questa lavorazione vediamo il modo di foderare il dietro. Se esso è intiero, la fodera, nella metà del dietro, deve avere una 236 CAPO XII piega larga almeno 1 cm.; questa piega si ferma con una imbastitura, che si toglie a lavoro finito e la piega serve come compenso, qualora la fodera rimanesse tirante. Si distende quindi la fodera sul tavolo, e vi si imbastisce sopra il dietro di stoffa, con una imba- stitura tutta attorno, data in modo che non abbia ad impacciare l'at- tacco del dietro col davanti. Se il dietro è spezzato si fa alio stesso modo, solo che la piega della fodera deve avere il garbo del dietro di stoffa. Se il dietro oltre a essere spezzato do- vesse avere lo sparato sulla cuci- tura del dietro, fatta che sia la cucitura centrale fino ove co- mincia l'apertura, si stira dando sulla parte destra un taglio poco pill su del termine della cucitura. La parte sinistra invece si piega seguendo la cadenza che la cucitura impone, stabilendo neU'interno, sulla plegatura, una lista di nastrino fermata da ambo le parti. Sul lato destro che serve di battente, si fa una piccola piega all'orlo, quindi si fodera il dietro. Si fodera prima il lato si- nistro rimettendo la fodera 1 cm. o anche piii distante dall'orlo dello sparato, poscia vi si fa la fermatura si fo- Fig. 332. Dietro tutto; spezzato e modo di dare le im- prendendo bastiture. dera poi l'altra metà del dietro coprendo il taglio dello sparato, e facendo la piega in mezzo alla cucitura. Il soppunto a questo tratto si fa entro la piega, distante almeno 1 cm. dall'orlo, onde poter in tal modo compensare la fodera caso mai fosse tirante. La figura 332 ci mostra il dietro spezzato, e il modo di dare le imbastiture. DELLE GIACCHE 237 Quando la giacca non ha spallette, allora l'imbastitura si passa come il lato B dalla figura 332, e se invece ne è provvista ci si re- gola come il lato A delia medesima figura. Nell'imbastire sulla fodera il dietro di stoffa, si tenga ben disteso specialmente se vi ha lo spa- rato, anzi in questo caso consi- gliamo di fare sui dietro di fo- dera, al punto di vita, una piega in senso orizzontale larga 1 cm.; questa piega, a lavoro finito, si lascia libera, e impedirà che la fodera resti tirante sui dietro, cosa che si nota specialmente quando al dietro vi è lo sparato. Si raifila quindi la fodera del dietro pari alla stoffa dove questa ha lo slargo, e distante una cu- citura dove non ha slargo, cioè ai fianchi ed aile spalle, dando nella parte concava dei piccoli taglietti di sfogo come quelli che vedonsi nella figura 332. Nel- l'alto del dietro, ma internamente, si mette una lista di canapino che sporga sotto ai punti molli almeno cm. 3, quindi si unisce e si cuce il davanti col dietro, tenendo le norme date per la giacca di tela; del che la fi- gura 333 ci porge l'esempio pra- tico. 11 punto AB del davanti (fi- gura 333) quando vi e dello slargo, si sappia che va teso for- temente col ferro, affinchè a cu- Fig. 333. Come si applica il dietro sul davanti. citura aperta e stirata non abbia a tirare menomamente, e produrre delle pieghe trasversali nel centro della vita. Lo stesso dovrebbesi fare sulla fodera, ma siccome e difficile riu- scire a ció col ferro, cosí si dánno tanti tagliettini traversali (non troppo lunghi) ottenendo cosí quello che non è possibile altrimenti col ferro. 238 CAPO XII Non si comprenda nella cucitura la fortezza delia tasca, che si dovrà poi fermare a cucitura aperta sulla medesima. Fig. 334. Come va ultimate l'orlo del fondo. La fodera del dietro va ripiegata sul davanti in corrispondenza alia cucitura di fianco. Tanto nel davanti che nel dietro, le rispettive fodere devono asse- Fig. 335. Come imbastire la spalla. condare la cadenza di questi, e non tirare menomamente in alcun punto del fianco. La figura 334 ci mostra come, dopo aver messo a posto il fianco, va preparato ed eseguito il fondo prima di ripiegarvi e fermarvi sopra la fodera, la quale va tenuta tutta a egual distanza dal limite del DELLE GIACCHE 239 fondo. Qui ne viene dimostrata una sola parte, I'altra e idéntica a questa. II soppunto che ferma il lembo delia stoffa e che vediamo segnato con le lettere AB, dovrà essere leggerissimo e a punti piuttosto lunghi e un po' lenti, aífinche non risultino di troppo marcati sul diritto. Alcuni, invece di fermare il fondo per intiero, si accontentano di farlo con pochi punti sulle cuciture dei fianchi e su quella centrale del dietro. Questo non potra certo dirsi un lavoro solido, perché coll'andar del tempo il fondo prenderá una cattiva piega e risulterà ineguale, e se a ció s'aggiunge la fodera fermata a soífietto, immagini il lettore che ne potra risultare. Mentre consigliamo a fermarlo tutto e insistiamo perché lo si faccia convenientemente, non ci pe- ritiamo dal dire, che piuttosto di fermarlo male sarà miglior cosa astenersene. Veniamo ora alie spalle. Siamo persuasi che siasi ben compreso quanto in pro- posito abbiamo detto circa il modo d'imbastire le spalle ; tuttavia per maggior diluci- dazione presentiamo la figura 335 che indica come imbastire la spalla, col dietro di fodera sollevato. La cucitura delle spalle consigliamo di farla sempre a mano se si vuole ottenere un lavoro decoroso, perché la macchina trasporta sempre fuor di posto la mollezza sparsa, specialmente se la stoffa é leggera. La figura 336 mostra la spalla già stirata, stiratura da eseguirsi sulla forma o sul doppio gambale. Si sghemba poi il tratto di slargo AB della medesima figura 336, affinché non abbia a portar difetto dall'indiritto. Si ferma pure per bene il pezzo di canapino che vi é nell'alto del dietro, e la fodera del da- vanti sulle spalle, dando alcuni tagliettini di sfogo alia fodera affinché assecondi bene l'andamento del dietro. La fodera del dietro va rimessa sulla fodera del davanti in corri- 240 CAPO XII spondenza alla cucitura di spalla. Si badi poi di dare la lentezza sulla fodera del dietro al punto preciso ove fu data alia stoffa, afíinchè la fodera assecondi perfettamente quest'ultima, lentezza che il soppunto non deve trasportare fuor di luogo. Quindi si rimarca l'accollatura. Per la preparazione del colletto, e per il modo di addattarlo al- Taccollatura rimandiamo il lettore a pagina 213 dove abbiamo trattato ampiamente l'argomento. Se il colletto deve essere applicato a cucitura, preparato che sia si imbastisce sull'orlo dell'accollatura, cioe pari ai punti molli, tenen- dolo lento o sostenuto a seconda delia maniera già spiegata. La cucitura del sottocolletto si consiglia farla a mano, perché la macchina trasporta fuor di luogo la lentezza data al collo, specialmente se la stoffa e leggera, e produce poi nell'alto delle spalle dei piccoli difetti, di cui alie volte non ci si sa dar ragione. Dopo aver cucito il colletto, avanti di aprime la cucitura d'attacco, si aprono quelle di spalle e del dietro, si dánno alcuni tagliettini tra- versali alio slargo per impediré che abbia a portar difetto aU'esterno, e un'altra tacca alia tela o canape, distante 3 o 4 cm. dalla cucitura di spalla, quindi si stira la cucitura, e daU'esterno si dá una imbasti- tura accanto alia medesima, facendo girare bene l'accollatura intorno alla mano sinistra. All'interno si ferma la cucitura del colletto sulla tela, con una imbastitura a punti addietro detta incatenatma, quindi si rimette la mostra sul davanti, si ferma la tela, si dá la piega d'accollatura, e si raífila il colletto, tutto conforme a quanto già s'è spiegato nella giac- ca precedente. Se il sottocolletto, ad esempio, si dovesse mettere sfilato all'orlo esterno, occorre che la stoffa del medesimo colletto non sia soggetta a sfilare. Finalmente, sistemato e raífilato, si scarta la tela tutto intorno air orlo per il valore di 2 mm., afíinchè non si scorga aU'esterno. Il sottocolletto poi si imbastisce nella maniera già spiegata, e il rimesso dell'orlo del sopracolletto, invece di accavallare al sotto , si fa rimanere tra sopra e sottocolletto, ma sempre in maniera che il sotto- colletto non sporga fuori. Per riuscire a fare un bel lavoro operando in questa maniera, si richiedono imbastiture cortissime, e massima at- tenzione nel fare il soppunto all'orlo, onde non torcere il medesimo. La fodera del dietro, all'accollatura, invece di essere presa con l'in- catenatura, si può rimettere sul colletto, tutta a egual distanza dal li- mite dello scollo. DELLE GIACCHE 241 Internamente a 1 cm. sotto la piega del collo si passa un punto cieco per fermare il sopra sul sottocolletto. La fig*ura 337 rappresenta la giacca vista per metà, priva di ma- niche, occhielli e puntino; da questa figura si rileva l'ordine te- nuto nel dare le imbastiture, e co- me siansi tolte quelle che piîi non servivano. Prima délia messa delle mani- che, dopo di aver fatto rimarcare il giro, qualora non si fosse messo la fodera per diritto filo nei punti B C e FD délia figura 299 cui ab- biamo accennato dianzi, si passa una serie di punti a catena, ovvero una filza alquanto sostenuta dal punto A passando per B fino al punto C délia figura 337. Detti punti sono dati alio scopo di far aderir bene la giacca sul dorso, e la lentezza che da essi ne deriva va. fatta rien- trare sul doppio gambale o sul guan- cialino. Trovati poscia i punti d'attacco di maniche, s'imbastiscono queste, distribuendone bene la mollezza, e facendole rientrare nelle due ma- niere spiegate. La cucitura di contorno delia manica consigliamo di farla a mano ; questa poi può essere addossata su se stessa od aperta, stirandola sul doppio gambale. Fig. 337. Giacca senza maniche vista per metà. Fer fermare la fodera con la stoffa si passa un'imbastitura tutto attorno accanto alla cucitura del giro ascellare, incominciando dalla parte superiore di fianco, la girando verso spalla in avanti, fino ad incontrarsi nuovamente. Questa imbastitura è d'una grande importanza, da essa dipendendo in gran parte il buon assetto délia spalla. Perciò si procede punto per punto hadando di stendere il tutto sopra, sotto, e in mezzo, specialmente in direzione del petto e della spalla. 1 6 — Viola e De Lucia - II Sarlo. 242 CAPO XII Dal rovescio s'incatena fodera e stofía con filo doppio e a punti è l'al- addietro o a cucitura, lasciati lenti specialmente dove maggiore tezza dalle spallette o l'ovatta. Compiuta l'incatenatura, si \^erifica sul diritto e sul rovescio se ella è riuscita ben fatta, o se non ha prodotto di una Assicurati di ció, non diremo pieghe, ma neppur l'ombra grinza. si passa a rafifilare internamente le possibili eccedenze di fodere, tele, ovatta sulla spallette ecc.; quindi con un pezzo di satin o fodera iden- tica a qualla interna dalla giacca, si ricopre a guisa di soífietto il taglio fatto nal centro del giro ascellare, con la spina o le righe a ugual pan- danza. Quando la manica fosse di soverchio ricca in mollezza, si può so- e cucito stenerla su se con un volte pezzo d'ovatta ripiegato due stesso, fortemente contro la cucitura del giro ascellare, a cominciare dalla eu- citura d'attacco di manica al dietro, fino alla cucitura d'attacco di ma- nica davanti. e il Quest'ovatta all'estremità deve essere ben scarnita, seguire rotondo délia manica. La fodera delle maniche si fissa in modo che le cuciture combacino il molle nella stessa direzione con quelle di stoffa, e se ne comparte e misura. Cosí, dopo aver praticati gli occhielli sul davanti sinistro e le im- nonchè punture attorno, si dovranno soppuntare fianchi, spalle, maniche, tutte le im- il fondo, che però va fatto amo' di soffietto; quindi tolte bastiture la giacca è pronta per la stiratura. La giacca si incomincia a spianare sempre sul rovescio, dalla parte destra, indi si passa ai risvolti, al colletto, al davanti sinistro, per ri- nuevamente, passando sul fondo, al davanti destro donde s'è tornare partiti. Si spianano quindi i fianchi tendendo bene il centro delia vita, indi del le spalle, tutt'attorno al giro ascellare, e per ultimo la plegatura colletto, tenendo le norme stesse date per I'accollatura. Terminate ció si potrà passaré a slucidare, a togliere cioe quelle ha macchie che il ferro, durante la confezione e la spianatura prodotte. di Se la spianatura fu bene eseguita, poche saranno le macchie lucido da togliere, e ció è un gran bene, perche se esse fosse soverchio, per toglierlo, s'introdurrebbe nuevamente nella stoffa quell'acqua che con tanta cura abbiamo cercato d'assorbire mediante la spianatura con il cencío quasi asciutto. Non è qui mestieri ripetere quanto già altrove s'è dette circa l'im- DELLE GIACCHE 243 portanza che assume la stiratura; laccomandiamo solo di non affrettare questo lavoro, ma d'impiegarvi il tempo che occorre affinche l'indu- mento sia stirato a dovere. Con I'attacco dei bottoni fatto secondo le norme già date termina la confezione delia giacca che ci viene rappresentata dalla figura 338. d) Giacca di lana a doppio petto. — Difíerisce dalla giacca semplice nei davanti, che sono piîi larghi e s'incrociano Tuno sull'altro per uno spazio maggiore di quelli che non facciano i davanti di una giacca a petto semplice, nei risvolti anch'essi piíi larghi e piíi lunghi dell'or- dinario, e per una doppia fila di bottoni tutti equidistanti dal centro del davanti. La figura 339 ci fa vedere il davanti delia giacca a doppio petto prima d'in- cominciare la lavorazione. In essa, oltre ai segni di marca ordinari, scorgiamo i segni AB e CD di cui è bene dare una spiegazione; il segno AB indica la linea delia metà del corpo, e serve di guida al tagliatore nei provare la giacca, onde rendersi conto se questa incrocia ugualmente da ambo le parti; serve anche di guida al lavorante per conoscere la quantità di stoffa da far rientrare sul da- vanti. Il segno CD indica dove a lavoro finito si devono attaccare i bottoni. I davanti dovendo incrociare sul corpo che ha forma sferica per un maggior spa- zio di quello che non faccia la giacca a un petto, ha bisogno di maggior lavora- Fig. 338. Giacca di lana ad un petto vista ultimata. zionè di rientramento per assecondare il rotondo del corpo, e più il doppio petto sarà largo e piîi al davanti occorre lavoro di ferro. La linea AB, che serve di guida per il rientramento del davanti, a davanti rientrato e sistemato, deve risultare diritta. Se l'operazione del rientramento si fa con riprese sulla tela allora il lavoro presenta luaggior diííicolta. Tuttavia, la linea /iB sempre tenendo piesente che deve a davanti sistémate diventare diritta, si può procederé in questo modo; si divide in metà il tratto AS e si ha il punto E; di qui pun- tando la squadra sulla linea della meta del corpo nei due difíeienti 244 Fig. 339, Davanti della giacca a doppio petto. modi che vedonsi nella figura 339, si ha la ripresa F; il tratto incluso la F è il valore della stoífa che si deve far rientrare nel entro ripresa tratto GH. Facendo la ripresa nel punto F non otterremmo il nostre scopo, perché la lentezza resterebbe tutta in un sol punto, perciò si suddivi- DELLE GIACCHE 245 dono i punti HF ed FG, e si avranno i punti IL ove dovremo fare le ripíese. Si preleva quindi al punto L e al punto / la tela per le ripíese, che devono avere una larghezza uguale alia metà delia ripresa F. Si procede quindi nella confezione di questa giacca fino all'impun- tura del risvolto inclusa, seguendo in ció le rególe date a pagina 39. Impuntito il risvolto e fatto rientrare il davanti come abbiamo già spiegato, si raífila il petto o risvolto, lavoro che spetta al maestro, il quale allineerà anche il limite del davanti qualora ve ne fosse bisogno. Si mette quindi il nastrino seconde le rególe già date, tenendolo alquanto sostenuto lungo il risvolto, dal risvolto fino alia direzione della tasca conformando il lavoro di rientramento, e da questo punto al fondo leggermente sostenuto, facendolo seguitare fino al termine della tela in basso. Si mette il nastrino leggermente sostenuto in direzione della piega- tura del risvolto per far assumere a questo la rotondità del petto qua- lora si desideri una piega fissa, ed in caso si volesse un risvolto rotondo, questo nastrino si metterà cominciando daU'accollatura per uno spazio di 7 o 8 cm. Il risvolto, nel punto MN (fig. 339), deve tornare diritto, oppure leggermente inarcato; per ottenere ció occorre applicare il nastrino in questo punto un po' inarcato, aífinchó fatta e risvoltata la cucitura, que- sto tratto risulti tale. Le punte del risvolto e del basso del davanti siano ben fatte e precise tra loro, non troppo arrotondate. Si imbastiscono quindi e si cuciono le mostré sui davanti nella ma- niera già spiegata. Se la giacca è senza puntino all'orlo, fatta la cucitura si rivolta dando la prima imbastitura un po' a cima, quindi ail'interno si ferma sólidamente l'orlo della cucitura, e si continua la confezione del da- vanti seguendo le rególe già date per la giacca a un sol petto, con I avvertenza peró di conservare il rientramento del davanti, e la ro- tondità del risvolto. Si continua poi la confezione regolandoci sulle istru- zioni già date per la giacca semplice, fino alla fattura degli occhielli esclusa. Raccomandiamo caídamente la precisione nei risvolti e nel colletto, e che i davanti siano fatti rientrare ugualmente al limite, per non in- correre a lavoro finito nel brutto difetto di veder sporgere in basso un davanti più dell'altro. Sui davanti e sui risvolti si praticano gli occhielli da ambo le parti. II primo occhiello si fa in alto al principio del risvolto e l'ultimo 246 CAPO XII alcuni cm. o alcuni cm. sotto la direzione della tasca, seconde la sopra della al loro numero è vario in riguardo alia lunghezza giacca; quanto moda, lunghezza dei risvolti e grandezza della giacca. La stiratura si effettua osservando le rególe già date, quindi vi si toglie la piega del risvolto fino al cominciare del colletto, quando la giacca deve risultare con risvolti arrotondati. L'attacco dei bottoni eseguito a modo, completa la confezione della giacca a doppio petto (fig. 102, pag. 60). e) Giacca di lana a rimesso. — Un altro modo di lavorare i davanti delle giacche è il cosí detto a rimesso, usato dagli opérai di primissima categoria, lavoro alquanto piíi lungo, ma da preferirsi per la sua stabilità. Si chiama a rimesso perché i bordi dei davanti, invece di essere uniti a cucitura come finora s'è spiegato, sono rimboccati e cuciti 1 uno sull'altro. Per questa maniera di lavoro si preparano le tele con reía- ti riprese ai davanti, plastrone, ovatta ecc., le mostré con ve ripíese e tasche, seguendo in tutto le rególe già date. Vi sono poi due modi di montare la tela, cioe sul davanti o sulla mostra. Nel primo caso si procede come s'è fatto per la giacca di lana, dando le due prime imbastiture che fissano le tele sul davanti, pari a quelle che si scorgono a pagina 226 (fig. 324 punti AB e AEF), quindi sulla tela si fermano le fortezze delle tasche (v. fig. 325 EF, CD) e poscia si monta anche la mostra, che nel tratto corrispondente CLD della figura 324 deve 1 sopravanzare al davanti di almeno cm. Vs- La mostra va formata sul davanti con una imbastitura che possi- bilmente risulti vicino alia congiunzione della stoífa con la fodera della mostra. Si rivolta quindi il davanti, e all'interno si ferma sólidamente sulla tela tra la stoífa e la mostra di fodera, la mostra e le tasche. Rivoltato nuevamente il davanti dall'indiritto, mettendolo bene a piatto sul banco, si dá 1'imbastitura EFGHIL (fig. 329). Se i davanti devono essere lavorati senza taglio o riprese sulla tela, allora si imbastisce il davanti su questa tela, seguendo l'ordine tenuto nell'imbastire i davanti (fig. 324, CD e GH), senza però comprendere neirimbastitura la stoífa della mostra, ma solo la tela, e mettendo la striscia di fodera sul tratto CD, qualora la tela fosse per diritto filo sul davanti. ; Se al contrario si devono fare le riprese alia tela, passate le imba- stiture EFGHIL (v. fig. 329), si passa quella CD (fig. 324), met- tendovi la striscia di fodera se occorre, quindi si fanno le riprese sulla tela, si imbastisce il davanti su questa distribuendone bene il lento da 247 far rientrare, e in tutto come abbiamo spiegato a pagina 230; si intende che le imbastiture date dopo quella EFGHIL della figura 329 non devono comprendere la stofía della mostra, ma solo la tela. Si impuntiscono quindi i petti, si fanno rientrare i davanti, vi si applica il nastrino seguendo le norme date fermando il medesimo da ambo le parti, quindi fatto il rimesso al davanti e smussato 1 angolo seconde i casi, si dà una buona passata di ferro spianando tutto per bene. Dopo aver messo il nastrino sulla plegatura del risvolto e fatto rientrare la mostra del davanti nei punti corrispondenti al rientramento eseguito su questo, e in pari quantità del davanti, si distende a piatto il lavoro sul banco e vi si passa I'imbastitura (v. fig. 324 CD) com- prendendo anche la stoflia della mostra. Passate poi le altre imbastiture GH della medesima figura 324, nel modo già spiegato, comprendendo anche la stoffa della mostra, e dopo aver date le imbastiture al risvolto nel modo già spiegato e che si vedono nella figura 329, si fa il rimesso alia mostra, cominciando al davanti sinistro dal B aWA e continuando fino al C della figura 329. Il tratto BA della mostra non si scorga sul davanti, e il tratto AC del davanti non si scorga sulla mostra, ma resti in modo che passando il puntino all'orlo si abbia a prendere la stoffa dell'orlo tutto ugual- mente, sí da formare un lavoro pulito all'esterno del davanti e sulla mostra. Riguardo al davanti destro nulla di particolare. Se al contrario la tela deve essere montata sulla mostra, allora si prepara ritagliandola pre- cisa all'orlo del davanti; si fanno al davanti e alia tela alcuni segni di raccordo, (per esempio uno al principio del risvolto, un altro in basso, un terzo in qualche altro punto del davanti e della tela), segni che ser- vono come di richiamo, quindi si prepara il plastrone, l'ovatta ecc., tutto conforme alie norme date. Anche la mostra dovrebbe essere rita- gliata tutta precisa al limite del davanti, ma essendoci i risvolti ció produrebbe una scarsezza di stoffa, causata dal giro che i medesimi devono fare per assumere la loro forma naturale, percio in questo punto si lascia sopravanzare la mostra almeno un centímetro e mezzo, se- gnando però il tratto corrispondente al limite del davanti, dove il ri- svolto dovrebbe essere tagliato, e dando dei segni corrispondenti ai ri- chiami dati sulla tela e sul davanti. Cosí preparata la mostra con le tasche e rispettive riprese, si monta 248 CAPO XII sulla tela pareggiando bene gli orli della tela e della mostra, nonchè i richiami o segni di raccorde sull'una e su l'altra. L'imbastitura che ferma la mostra sulla tela deve cominciare dal- l'alto e protrarsi in basso, seguendo nel suo garbo la congiunzione della stoffa con la federa della mo- stra; quindi si fermano per bene tra la tela e la federa tanto la mostra che le tasche interne. Ovvero preparata la mostra con le rispettive riprese si fa la tasca interna con pas- sapeli formanti due cordon- cini, come s'è spiegato a pa- gina 1 16. Dopo aver fatte le cuci- ture, aperta la tasca, e rivol- tatene i passapeli ottenendone i due cordoncini desiderati, si passa il puntino a mac- china per fermare il passapelo inferiere della tasca, e la metà federa di tasca sottostante con due impunture AB, CD (v. fig. 340). La tasca si ultima seconde il solito, aspettando a passaré il puntino al labbro superiore quando la mostra sarà montata sulla tela, pas- sando altresí le impunture che si scorgono segnate nella fi- gura 340. Tali Fig. impunture, a 340. Modo di fissare la mostra sulla tela con impunture a J" macchina. vero, al presente seno pressoche andate in disuse, data la lavorazione moderna, semplice e svelta. Esse consistono in tante righe di cucito a macchina parallèle e distanti 5 o 6 cm. tra loro; dalla parte guardante il limite pel davanti queste impunture seno al- linéate in direzione della tasca interna di petto, ed internamente al limite di tela. Le impunture delle figure 341 e 342 si usano fare quando si vuole DELLE GIACCHE 249 fermare a macchina I'ovatta messa intorno al giro ascellare, lavoro usato specialmente per gli abiti militari. Prepárate cosí tela e mostra, vi si monta il davanti con la sólita imbastitura AB délia figura 324, e la EFGHIL délia figura 329. Fig, 341. Maniera d'impuntire l'ovatta sulla mostra. Fermate le fortezze e le tasche (v. fig. 325 EF, CD) si completa rimbastitura del davanti sulla tela e sulla mostra, sia che il davanti abbia i tagli o ripíese come che non le abbia, attenendosi in tutto aile norme sopra espresse. Il rimesso poi all'orlo va fermato con un puntino nascosto in mezzo ai due orli. 250 CAPO XII Per il resto delia confezione si confrontino le indicazioni date per quelle di lana. f) Giacca con criatura. — Non occorre ci dilunghiamo riguardo a questa giacca, non già perche sia di facile esecuzione, ma perche Fig. 342. Maniera d'impunlire l'ovatta sulla mostra. non amiamo ripeterci avendo già trattato esaurientemente il modo di eseguire l'orlatura a cavallo e a piatto, con tutte le relative diííicoltà di angoli, rotondi, linee rette, curve, concave ecc, Abbiamo inoltre spiegata la confezione delle maniche, taschini, ta- sche órlate, e non ci rimane ora che indicare per sommi capi la con- fezione di questa giacca. f í DELLE GIACCHE 251 La via pill sicura, precisa e stabile e quella di seguire le norme date per la lavorazione delia giacca precedente, cioè a rimesso, ma si intende che se l'orlatura è a cavallo, al limite dei davanti non va fatto alcun rimesso, bensi va pareggiata la mostra col davanti, comprendendo Tuna e l'altra con un sopraggitto fitto. Ne paia oziosa la raccomandazione di molta pazienza e altrettanta diligenza nell'attacco del passamano, specie agli angoli. g) Prova delia giacca. — Le rególe date a pagina 168 ove si parla délia prova in genere, riguardano anche la giacca; non ci rima- ne ora che a passaré in rassegna i diversi modi in cui questa si può mettere in prova. Anzitutto la giacca si può preparare in bianco, cioè senza alcuna fodera, tranne il canapino, senza veruna cucitura, il tutto imbastito provvisoriamente, onde per questa prova bastano i due davanti e rela- tivo canapino, dietro, maniche, sottocolletto. La tela poi, o canapino, deve essere preparata con le riprese cor- rispondenti al davanti, munito di plastrone, ovatta, spallette. Per il resto attenersi in tutto allé rególe già date per la confezione. La giacca può essere messa in prova in bianco con tutte le fodere come usano le primarle sartorie. S'intende che essendo prova in bianco, non si fa alla stofía e alla fodera alcuna cucitura, ma tutto è imbastito provvisoriamente ; sull'orlo dei davanti fattovi il rimesso, vi si passa una filza, e questa si sostiene nei punti dove il davanti dovrebbe essere lavorato col ferro, o dove il nastrino dovrebbe essere teso. Una terza maniera, si è di mettere in prova anche con le tasche e i risvolti fatti; ovvero a davanti finiti con fianchi, spalle, colletto e maniche imbastite, e finalmente con spalle e fianchi cuciti, collo e ma- niche imbastite. Quello che piîi importa, è che tutti i pezzi siano al loro giusto po- sto, che la fodera o tela non tiri, e le cuciture imbastite siano di preferenza aperte piuttosto che addossate, come quelle che viemeglio segnano l'andamento naturale, e fanno risaltare con piîi evidenza i di- fetti del taglio. Dopo la prova si tenga memoria delia grossezza delle cuciture imbastite, si stiri il lavoro a piatto sul tavolo, specialmente spalle e giro ascellare tanto del davanti che del dietro, e si eviti qua- lunque spostamento o sghembatura. i CAPO XIII Vestí Talari. La talare è l'abito proprio del clero cattolico, in alcune region! prescritto pel solo esercizio del sacro ministero, in altre anche come ordinario indumento. E tutto chiuso con bottom dal collo al fondo, e il collo è costituito da una pistagna in piedi. Secondo i paesi in cui la talare e portata subisce alcune variant!; di qui i tip! Romano, Spagnolo, Francese, Piemontese ecc. Cominee- remo dal tipo Romano, come il piîi universale, preferibile perché úsate dal Papa che e il capo supremo della religione cattolica. a) Veste talare tipo Romano. — Le parti principal! che com- pongono quest'abito, eccetto le maniche (1) e il collo, ci vengono di- mostrate dalle figure 343-344 dietro e davanti. La nomenclatura delle diverse parti e quasi idéntica a quella della giacca: accenneremo solo i punti non ancora conosciuti. Nella figura 343 il tratto AB si chiama piegone del dietro, il tratto CD fianço, e il tratto ED aggiuntato al fianço gherone del dietro.. Nella figura 344 il tratto a AB si chiama fianco, il tratto aggiun- tato BC gherone del davanti, il tratto DE limite del davanti sinistra, e tratto FG limite del davanti destro. I segni di marca oltre i punti soliti vanno pure passat! lungo i tratti DE e FG. Eseguito quando ve n'ha bisogno il punto a cavallo, si colloca un pezzo di fodera al punto G (fig. 345), che serve di contrafforte alia cucitura di fianco. I davanti dell'abito, essendo al limite un po' arrotondati, si devono lavorare col ferro sulla mezza luna, sí che la linea da curva diventi diritta; in tal modo la stoffa assume la forma del petto che deve (I) Per le maniche della talare tipo Romano si preferiscono quelle indicate dalle fi- gure 132-133 a pag. 80. VESTI TALARI 255 rivestire. Il rigonfio che da questa opa- razione na deriva sul davanti, si curi di non mandarlo verso il giro ascellare, bensí di conservarlo tal quale anche durante la confezione. Si prepara quindi per ciascun da- vanti una striscia di fodera ñera tagliata per diritto filo (fig. 345 CD), ovvero traversale (e allora è mestieri applicarvi il nastrino che va poi fermato a mac- china), postándola contro il segno EF limite o piegatura del davanti sinistro, come vedesi nella figura 345. Tale fortezza CD non va ne soste- ñuta ne lenta, ma dev'essel^ giusta, perché il davanti ha già subito l'ope- razione del ferro. Poscia si rimette il davanti formando il rimesso EF con una imbastitura data sul limite. Se le tasche interne di petto sono verticali e devono essere praticate tra la stoífa e la fodera interna, si stabi- lisce il punto ove devono iniziarsi, ab- bassandosi dair.í4 al C (fig. 346) di 16 cm. circa, misura che puo va- liare a seconda delia grandezza delia veste. Le tasche che si sogliono fare a questo punto sono due: piccola l'una e grande l'altra. La piccola ha 9 cm. di apertura cominciando dal C, e una lunghezza totale (sempre partendo dal C) che varia fra i 18 e i 20 cm. La piccola si attacca subito sulla stoffa 1 cm. di- stante dall'orlo, e si ferma in tutta la sua lunghezza con un puntino a mac- china. La tasca grande è invece composta Fig. 345. Preparazione del davanti sinistto. 256 CAPO XII di due pezzi, avrà un'apertura di cm. 16 circa cominciando da C, e una lunghezza totale da cm. 35 a 36. Delle due parti di tasca una va attaccata sopra la piccola un mezzo cm. pill avanti per evitare lo spessore, il che converrà se questa parte di tasca sarà munita di cimosa o vivagno. Su questa si cuce il contorno della piccola tasca, e si fanno le fermature CB (fig. 346), fermature Fig. 346. Preparazione delle tasche di petto. tendenti aU'ingiii per secondare la direzione che la mano assume nel- l'introdursi. Prendendo ora la fodera che deve rivestire il davanti e collocandola a posto, si delinea su di essa, longitudinalmente, Tapertura di tasca AB (fig. 347). Sotto i punti AB costituenti l'apertura di tasca si piazza l'altra metà fodera della medesima; quindi, daH'esterno, sull'apertura di tasca, si passa un'impuntura a macchina con garbo arbitrario. La fodera del davanti in direzione CD, obliquamente si dovrà ten- dere un tantino col ferro, perché assecondi il rigonfio in precedenza ottenuto con la lavorazione di ferro sul davanti di stoífa. VESTI TALARI 257 Si passa quindi all'applicazione délia fodera sulla rimessa, tenendo la fodera alquanto piîi in avanti per evitare soverchio spessore. A meglio secondare l'azione del ferro avvenuta sul davanti di stoffa, qualora oc- corra', si potrà mettere questa fodera un pochino lenta; poscia, con un'impuntura a macchina, cominciando daU'apertura inferiore di tasca (B) si prosegue in F e in G, notando che il lembo inferiore (FG) va ripiegato a doppio : finalmente in alto il tratto EA, cioè fino all'apertura superiore di tasca, sempre inteso che cominciando o finendo tanto in A come in B si fanno le fermature. In tal maniera non rimane che cucire internamente la tasca grande tutt'interno. Un altro modo di fare le tasche h quelle cosí dette a toppa. In tal caso prima si attacca la fodera sul davanti sinistre, poi si modella la tasca grande e piccola, regolandosi nel fissare le aperture, le lunghezze e i punti in cui queste tasche devono essere applicate, al medesimo modo di quelle spiegate poc'anzi, lasciando però sull'apertura la cimosa 1 7 — Viola e De Lucia - II Sarlo. toppa. 258 CAPO XIII o vivagno. Cosi prepárate le tasche si applicano al loro posto fei- mandóle con un puntino a macchina (fig. 348). Un altro modo di confezionare le tasche interne a quest'abito è simile per le dimensioni, per la fattura, e per il punto in cui esse vanno praticate a quelle che si fanno nelle mostré delle giacche. Queste tasche si possono anche applicare a toppa e in senso oriz- zontale, fissandole al punto stesso in cui si fisserebbero le interne di una giacca, e regolandosi altresi per la lunghezza secondo le norme date a questo proposito, limitándole cioè tra i 18 e i 20 cm. Sotto la grande, come taschino per orologio, se ne può applicare un'altra piîi piccola, di forma quadrata, avente cm. 8 di lato. Sotto la fodera del davanti, specie quando la stoffa è molto leggera, dalla spalla al basso del giro ascellare si mette una leggera fodera di sostegno, che però si limita a 6 o 7 cm. in senso orizzontale, e si ferma poi con punti a ziz zag sulla rimessa del davanti, e con alcune righe Fig. 349. Come si dánno le imbastiture per fissare la stoffa sulla federa. VESTI TALARI 259 d'impuntura sulla fodera esterna, come chiaramente si scorge dalla fi- gura 348. DaWA -al B della stessa figura, cioè fino al fondo, se la veste è di stoffa che sfila, si può rimettere verso l'interno Torio della rimessa e Torio della fortezza, fermando Tun contro Taltro con un puntino a macchina. La lettera C indica il luogo ove va praticato il taglio di sfogo della fodera, come si usa in qualunque altro indumento, sfogo che si dovrà poi coprire con un trattino di fodera idéntica a quella del davanti. La figura 349 rappresenta il davanti terminate, e insegna come dare le imbastiture per tener ferma la fodera con la stoífa. Le lettere AB ac- cennano un'imbastitura a spiga, per tener maggiormente ferma la rimessa e poter a tempo debito fare gli occhielli senza pericolo che la stoífa si sposti sotto le mani. Il davanti destro va eseguito pari a quello or ora spiegato, con la sola diíferenza che la fortezza va messa accanto al lato FG (fig. 344) e non vi si praticano le tasche. La figura 350 indica come va posta la fortezza sul dietro, e in che modo debbasi fermare lateralmente e nel centro, insieme alia stoffa, con il punto a cavallo. 260 CAPO XIII La figura 351 ci presenta il dietro con la cucitura di schiena già eseguita, mentre l'imbastitura, nel tratto AB, è data per prolungare l'ap- piombo del piegone centrale. Nella figura 352 si ha il dietro con la cucitura centrale eseguita, nella seguente (353) il modo di platicare la fermatura A, che può essere quale viene indicata dalla figura, piíi semplice o piíi complessa, ovvero costituita da due soli puntini orizzontali lunghi 5 o 6 cm., disposti metà per parte sulla cucitura centrale e distanti tra loro 3 o 4 mm. Si faccia però attenzione che il punto della macchina non sia troppo corto altri- menti taglierebbe la stoffa, specialmente se trattasi di panno o di ca- chemir. La medesima figura 353 ci mostra come deve essere imbastito il dietro sulla fodera, avendo però prima fatto alia medesima il rimesso doppio al fondo, fermato con un puntino a macchina pari a quello pas- sato sul fondo della fodera del davanti, nonche la piega di sfogo cor- rispondente alia cucitura centrale, piega che a lavoro finito dovrà es- sere lasciata libera. VESTI TALARI 261 Ai punti fra loro corrispondenti SC, si suole segnalare in S corne vada imbastita la fodera quando vi sono le spallette, in C come la medesima debba essere imbastita quando le spallette non vi sono. Per uniré dietro e davanti dalla punta superiore di fianco A, fino al punto S (fig. 354), dove appunto incomincia l'apertura di tasca, si seguono le medesime rególe date per la giacca, e cioè, si mettono Fig. 352. Dietro ultimate pronto per essere foderato. bene pari i richiami del davanti e del dietro, e nell'imbastire si fa gi- rare un poco il dietro sul davanti, in modo da produrre un tantino di lentezza, non eccessiva però affinchè il dietro rivesta bene il tratto su- periore di fianco. Dal S m C Ú stabiliscono cm. 25 per l'apertura di tasca sul fianco. Il tratto CD che risulta al tutto per isbieco, mette fácilmente in im- broglio il principiante, che sovente si vede tra mano una parte più lunga dell'altra senza sapersene dar ragione. Fer evitare tale inconveniente, questo tratto si imbastisca in piano sul banco, mettendo i fianchi distesi. Taluni (e noi s'è già indicato) per evitare che questa cucitura, es- sendo per isbieco abbia col tempo a cedere, mettono una lista di na- strino nero che comprendono nella cucitura di fianco sul tratto CD. Le cuciture si fauno dalla punta di fianco A fino a 1 cm. sotto il 262 CAPO XIII punto B, e dal punto C al punto D, cioe sino al fondo. Lo spazio racchiuso tra le lettere BE, è munito di un'imbastitura di prolunga- mento, atta a formare e assicurare il piegone del lianco. All'apertura di tasca, agli orli e da ambo le parti, si dovrà porre il nastrino per Piegate che siano le due parti, si stirano, e sulle estremità piegate si pássa un'impuntura a cordoncino, ossia un po' larga, che servirà pure a tenere ben fermo il nastrino internamente. La figura 355 illustra il fianco cucito, con la fodera del medesimo già rimessa, il piegone fatto e fermato, la cucitura del fianco aperta e i pieghi laterali del piegone fermati da un punto a croce. Quanto al modo di confezionare le tasche laterali è assai semplice. Nella figura 356 abbiamo la fodera di tasca che da un lato {A BC) ha la rimessa. Nel fare la cucitura alla tasca, si terra la parte délia cimosa indietro dall'altra quasi l cm. La cucitura si eseguisce dair./i al B distante 2 o 3 mm. dalla cimosa, cucitura che ne fissa la profondità in generale di cm. 20. La distanza BC deve essere uguale all'apertura di tasca, piîi alcuni cm. occorrenti a coprire il sopra délia tasca. VESTI TALARI 263 Dalla parte ove la federa non ha cimosa, in B, si dá una tacca che va fino alla punta B. Si apre la tasca in metà, e si fissa la cuci- tura AB sulla piega DE di metà tasca, quindi si cuce il contorno dal fondo smussandone gli angoli, il che appare dalla figura 357. Ri- vol tata la tasca dall'indiritto, si potrà passaré al fondo un punto di con- Fig. 354. Come si imbastisce il dietro sul davanti. torno per renderla piii solida, e quindi stirata che sia si rimette la parte di fodera sfilata pari alia piega di metà; la tasca sarà cosí pronta per essere attaccata. Circa il modo, più che le parole valga l'esempio della figura 358, che dimostra come operare per applicarla. Un soppunto dall A al B, aderente all'impuntura passata all'apertura, fisserà la tasca sul dietro, e parallelamente ad 1 cm. ancora un punto cieco che terrà sempre più salda la tasca. 264 CAPO XIII La figura 359 fa vedere il modo piîi conveniente per fermare la tasca nella parte superiore. AH'esterno nella parte superiore deirapertura di tasca si fa una fermatura a macchina, come vedesi nella figura 360; e nella parte in- feriore una fermatura con seta grossa e con punti che passino sopra e Fig. 355. Piegone della tasca ultímalo visto internamente. sotto, ricoprendo i medesimi con un cordoncino di filo, formato con la stessa seta. La médesima figura 360 fa vedere come rimane il piegone di fianco, L'imbastitura e la cucitura delle spalle e precisa a quella già spie- gata nella giacca, quindi rimarcata l'accollatura si attacca il colletto. La preparazione e l'attacco del colletto e una parte assai impor- tante nella veste talare; si richiede percio molta attenzione da parte di chi lavora. VESTI TALARI 265 Dopo aver nmarcata l'accollatura, se ne verifica la misura che deve corrispondere a quella presa sui cliente. Neiraccollatura, figura 361, ad 1 cm. o quasi dal limite del da- vanti sinistre trovasi la tacca A, la quale segna il centro del davanti ; dal lato destre símilmente si treva un'altra tacca (B) data in cerrispen- denza alia prima; entre queste due tacche deve risultare la larghezza del celle sui cliente. Il collette nelle vesti talari è sempre in presa piedi. Fig. 356. Preparazione pj^ 357 delia tasca di fianço. ultimata. Come altra volta s'è dette, per prepararle si impuntiscene insieme due e tre pezzi di canapine, e quindi si medella limitandene la lun- ghezza alia misura presa sui cliente, lunghezza che deve pei ceincidere entre le due tacche delia metà collette. L'altezza pei di queste cambia seconde il guste dei clienti, e l'altezza del collarino a cui deve ade- rire, ma in queste eccerre stare all'istruzieni che dará velta per velta il maestre. Peste che le tacche segnane la metà del davanti, veniame a spie- come debbasi operare quande il collette è alla remana, pari ciee gare a quelle della figura 362. L'apertura varia da 3 a 4 cm. e allé volte anche più, dev'essere bene in centre, cesa facile in grazia allé tacche le quali nella figura 362 sene unite insieme al punte A. Mettiame il case che si veglia un'apertura di 4 cm. ; ci si discesta da ambe le parti, tante da A come da B (fig. 361), 2 cm. e avreme l'apertura del centre del davanti larga 4 cm., perciò alla tela che fu tagliata lunga 266 CAPO XIII quanto la misura del colletto del cliente, si tolgono all'estremità 2 cm. dando a ciascuna la cadenza che vedesi nella figura 362. I colletti tipo romano, e in generale quelh aventi apertura davanti, è bene tenerli sul davanti V-, cm. piîi bassi, cominciando dal punto cor- rispondenti alla cucitura di spalla, e scendendo man mano gradatamente Fig. 358. Come si applica la tasca sul piegone. e insensibilmente fino all apertura, la quale sarà a punta o meno arrotondata più secondo gli ordini ricevuti. Modellata cosí l'anima del colletto, si riveste con la stoíía a ció destinata, formando la tela con un'imbastitura intorno a punti corti; la stoíía poi avanzi oltre la tela di una cucitura abbondante ai due lati e superiormente. Se il sopracolletto fosse in due pezzi, la cucitura d'u- nione deve risultare in metà del collo, e a lavoro finito le due cuci- VESTI TALARI 267 ture, cioè del dietro e del collette, devono combinare perfettamente tra loro. Cosí prepárate si può imbastirlo sulla veste, mettendo bene insieme le due cuciture del dietro e del colletto, owere la metà del collette Fig. 359. Modo di fermare la tasca sul piegone. e la cucitura di scbiena: a imbastire si comincia dal centre, e si pro- cede verso il davanti sinistre fine alla tacca: tenendo il colletto tutto giu- sto, ne lento ne tirante; l'altra metà poi si imbastisce precisa a que- sta, tratti, come abbiamo già insegnato per gli altri colletti. Avanti e a di cucirlo definitivamente (la cucitura è bene faria a mano) se ne ri- chieda al maestro il bene stare, Eseguita la cucitura si aprono sullo slargo le cuciture di spalle e 268 CAPO XIII del dietro e si praticano alcune tacche trasversali alia stoíía dallo afíinchè non tiri slargo e non producá difetti sull'indiritto. Quindi stirata la Fig. 360. Modo di formare l'apertura superiora delia tasca. cucitura, dall esterno si passa un'imbastitura accanto a questa cucitura distendendo bene la stoíía sulla fodera, e teniendo il lavoro arrotondato Fig. 361. Accollatura dalla talare. sulla mano sinistra, affinchè assuma la forma del corpo che deve rive- stire, e la fodera sottostante non risulti lenta. S'incatenano dera quindi fo- e colletto con punti corti, e si rimette la stoffa tutto attorno al f VESTI TALARI 269 colletto aggiustandone bene le punte, fermando il tutto sulla tela con un sopraggitto; e dopo aver ultimati gl'intagli del davanti che devono risultare diritti, si dá una spianatina di ferro, e si ricopre col sottocol- letto da imbastirsi alquanto sostenuto, in maniera che assecondi il ro- tondo del collo. In ultimo si rimette e soppunta I'estremita del col- letto, senza che il sotto si scorga sul diritto. La parte del colletto che riposa sulla fodera si rimette qualche mm. sotto i punti dell'incatenatura ; se la stoffa e pesante si può lasciarla anche sfilata fermandola con un punto a croce o un soppunto, secondo la convenienza. Con questo resta ultimate il colletto. La taláre tipo piemontese, cui abbiamo accennato in principio, varia solo nel colletto, che è tutto chiuso e segue la linea del davanti (fig. 364). II fusto di tela del colletto alia piemontese occorre sia tutto uguale in altezza, e che la larghezza, oltre a corrispondere alia misura presa sul cliente, comprenda anche il tratto che va oltre le tacche A e B dei davanti (fig. 361), arrivare cioè fino ai limiti di questi. La pendenza poi del colletto, alla parte sinistra non deve perfettamente se- guire la linea del davanti, perche in tal caso sposterebbe il centro del bottone, bensî tendere un tantino aU'ininori, in maniera che il colletto risulti diritto quando sia abbottonato. Modellata cosí l'anima del colletto la si ricopre con la stoffa, se- guendo le norme stesse impartite per il colletto tipo romano. Invece poi di applicarlo senz'altro sulla veste gli si può sovrapporre il sotto facendo combinare i due dritti di stoffa tra loro, unendoli poscia con una cucitura compiuta all'orlo superiore del colletto in tutta la sua lunghezza, e distante dal canapino due o tre millimetri, cucitura che si stira; si ferma poi I'orlo del sopracolletto scalinandone cosí un poco la stoffa, e imbastendone l'orlo dall'interno. Si stira quindi e si applica alla veste seguendo le norme date per il colletto tipo romano. á 270 CAPO XIII Sulla cucitura d'unione del colletto con la veste aH'estremità sinistra, si pratica un occhiello formato con l'apertura della cucitura, dopo averne fermati gli orli laterali col sottocolletto, e la rimessa del da- vanti, e fattevi le fermature con seta grossa alie due estremità. L'orlo al fondo della veste si pratica sul segno di marche; prima però d'inco- minciarla e farvi il rimesso è cosa ottima mettere l'abito su di un busto, e osser- vare se in fondo l'abito e tutto bene ar- rotondato o non pende piuttosto dai lati come spesso succédé. In tal caso si fa osservare l'inconve- niente al maestro, cui spetta rimettere il fondo nel suo giusto segno, quindi si ese- guisce il rimesso fermato con due imba- stiture, lasciandolo sfilato se si tratta di panno, ovvero ripiegandolo se la stoffa sfila. Alcuni desiderano al fondo un nastro, uno spazzolino, od una striscia di panno che lo preservi dal presto consumarsi. Al- tri preferiscono si metta tutt'attorno una fodera chiamata balza. Però non si deve mettere tutta alia medesima altezza dal limite del fondo, ma rialzata a forma di mezza luna man mano si approssima al dietro, fermandola poi sulla stoffa con punti fitti e lenti. Essa preserva la stoffa del fondo da un precoce consumo causa il continuo stropiccío delle scarpe. Circa l'attacco delle maniche valgano Fig. 364. Veste talare tipo Romano. le rególe esposte per la giacca, quindi dopo aver dato col ferro una spianata ai davanti, al collo e al fondo, vi si può passaré l'impuntura a macchina larga 3 o 4 mm. iniziandola al fondo del davanti sinistro per conti- nuare su tutto il colletto fino all'estremità dell'intaglio del davanti de- stro; poscia con un pimtino diagonale si va a toccare il segno fatto pressapoco al punto dove vanno attaccati i bottoni, e continuando fino VESTI TALARI 271 al fondo. Si ultima quindi il fondo fermandovi lo spazzolino, il panno, la fodera, o solamente il rimesso con uno o due puntini seconde il caso. Sul colletto, cominciando dall'attaccatura e seguitandone la cadenza, si usa passaré un altro puntino, largo metà il valore dell'altezza del colletto. Se esso è alla piemontese, il pun- tino si incomincia distante 4 o 5 cm. dal li- Fig. 365. Collelto tipo spagnolo. mite del davanti sinistro, lasciando cosí posto all'occhiello che si deve praticare fra la cucitura (v. fig. 363), e congiun- gerlo sulla destra con quello che si passa all'attaccatura dei bottoni. Per gli occhielli ci si regola in questo modo: sulla veste tipo romano il primo va fatto alia distanza di cm. IVo dall'intaglio del davanti si- nistro, dandogli la stessa cadenza deir intaglio, e poscia si continua a marcare questi fino al fondo, tutti di- stanti tra loro cm. 4. Se e alia pie- móntese, il primo occhiello deve essere fatto un poco piíi su della metà del colletto, il secondo fra la cucitura d'attacco, nel modo spiegato poc'anzi, il terzo distante dal secondo quanto il secondo e distante dal pri- mo e quindi consecutivamente fino al fondo, tutti distanti cm. 4. Le rególe date per la giacca ser- vono anche per la stiratura della ta- lare, si spianino bene le pieghe del fianco e del dietro, e finalmente si porta il lavoro dal maestro aífinche segni l'attacco dei bottoni, da effet- tuarsi secondo le norme date. Fig. 366. Preparazione della finta. Per la talare ultimata vedere la figura 364. b) Veste talare tipo Spagnolo. — Differisce dal tipo romano solo 272 CAPO XIII nel colletto, il quale ha un'apertura a V che si congiunge alia base ove è fermato con due gangherini, e si allarga verso Testremita supe- riore (v. fig, 365). Neir insieme la fattura di questa veste è precisa a quella già spie- gata; potendo però capitare di doverla confezionare con la finta, cioe con gli occhielli nascosti sotto il davanti, ne diamo la spiegazione. S'inizia dunque e si pro- cede nella confezione in con- formità a quanto abbiamo spie- gato nella veste tipo romano, fino al punto di fare le tasche, e applicare la fodera sul da- vanti sinistro, giacche il da- vanti destro non subisce alcun cambiamento. La finta è una lista di sa- tin, sulla quale si praticano gli occhielli, ed ha nell'interno una fortezza per renderla sem- pre più resistente. Per fortezza, larga circa 4 cm., si usa generalmente Fig. 367. Altra maniera di fare il piegone. fodera neia e peí" dilittO filo, modellandola seconde il garbo del davanti. Quindi si ricopre col satin a ció destinato che general- mente è tutto intiero, in modo da far rimanere la parte intiera verso il limite del davanti, e la spezzata verso l'interne. In seguito si distende la finta nell'interno del davanti sinistro, se- gnandone col gesso il tratto A (fig. 366) dove il davanti ha principio, il tratto B dove questo finisce, ed il tratto C dove arriverà la fodera del davanti; quindi dalla parte spezzata incominciando dal fondo, si rimettono le due fodere internamente pari alla fortezza, fino a qualche cm. sopra il punto C ove deve giungere la fodera del davanti; di qui in alto dove la finta è coperta con la fodera del medesimo, si lascia sfilata. Airorlo esterno che guarda il limite del davanti, nonche al tratto rimesso, si passano uno o due puntini a macchina; quindi, appoggiando nuevamente la finta all'interno del davanti sinistro, si marcano gli oc- chielli. VESTI TALARI 273 II primo occhiello, ncU'alto, sarà distante da! limite superiore da cm. 2 a 2V2» e gli altri consecutivamente fino al fondo distanti fra loro da 5 a 6 cm. Fatti gli occhielli si distende nuevamente la finta nell'interno del davanti, e s'attaccano su di essa le tasche e la fodera, nella maniera spiegata riguardo alia veste romana. Dopo ció si fissa la fintina nell'in- temo del davanti sinistro, di- stante 1 cm. dal limite, e con due imbastiture una aH'orlo esterno, l'altra all'interno; po- scia si ultima il davanti dan- dovi le imbastiture come ve- desi nella figura 349 pag. 258. La finta vena poi fermata con un puntino distante 4 cm. dall'orlo, come vedesi nella figura 365, ma ció dopo che vi sia applicato il colletto. Nulla di spéciale in mérito alla fattura del dietro e alia sua applicazione sul davanti. Alcuni invece del piegone che abbiamo illustrato a pa; gina 268 figura 360, preferi- Fig. 368. Come rimanga la piega all'interno. scono quelli della figura 367, in cui la piega è data solo dalla parte del davanti. Questa piega è da preferirsi per la sua semplicita, e a ottenerla si opera come segue: si ultimano come di solito gli orli dell'apertura di tasca, quindi sul banco si distende il davanti sul dietro bene a piatto, formando e fer- mando con una imbastitura la piega in parola, che deve assumere una cadenza pari a quella data nella figura 354 pagina 263 e segnata dalla imbastitura BE. La figura 369 ci dimostra come rimanga la piega all'interno, e le lettere BE corrispondono allé lettere BE della figura 354. La tasca perche si adatti bene a questo piegone, non deve essere confezionata come quella delle figure 356 e 357 pagina 265, ma, cucito il tratto AB come si è spiegato per la figura 356, si forma una piega larga 4 cm. dal lato AB (fig. 369 parte della cimosa) plegando e cucendo la tasca come scorgesi nella medesima figura 369. Tale spostamento 18 — Viola e De Lucia. - II Sario. 274 CAPO XIII d'apertura di tasca fa sí che la fodera dalla medesima non vada tutta da una parte, ma cada in mezzo al piegone. L'applicazione dalle tasche sul dietro è seconde il solito, La fermatura A delia figura 367 consiste in due tratti di puntini passati a macchina, conformi alla larghezza delia sottostante rimessa. Null'altro degno di nota fino all'applicazione del colletto. Le figure 370 e 371 mostrano le due diffe- renti maniere in cui si possono impuntire i colletti di questa veste. Si cuciono insieme due o tre pezzi di canapino (meglio ancora se tela d'Africa) e si ridu- cono alie dimensioni richieste, quindi si ricoprono colla stoífa a ció destinata ultimando gli orli ABCD, e im- puntendo il colletto in una delle due maniere dimo- strate nelle figure 370 e 371. Cosí preparato lo si aH'accollatura Fig. 369. Altra maniera applica seguendo le stesse rególe date di tasca. per la veste precedente, attaccando però i gangherini prima ancora di mettere il sottocolletto, e ottenendo un'apertura quale viene indicata dalla figura 365. Insistiamo perché la cadenza non riesca esagerata; meglio piuttosto Fig. 370. Maniera d'impuntire il colletto tipo spagnolo. Fig. 371. Altra maniera d impuntire il colletto tipo spagnolo. chiuso e ben smussato agh angoli superiori, che aperto e con rotond grossolani. % La sistemazione delle tasche, maniche e fondo come All del davanti sempre. esterno sinistro si possono praticaré gli occhielli fini VESTI TALARI 275 segnati come sulla veste romana, procurandío però che non si comba- ciño con quelli della finta, per evitare lo spessore che produrrebbe un bottone suH'altro, quantunque superior- mente si possa fare a meno degli occhielli e dei bottoni. La finta si assicura sopra la stoíía per mezzo di fermature fatte con seta grossa a egual distanza da ciascun occhiello, e COSI via via fino al fondo, se pure non ci si vuol limitare a praticarne una fra ogni due occhielli. c) Veste talare tipo francese. —La sua caratteristica sta in ció, che alia vita aderisce perfettamente al busto, come un abito a vita ; di qui scendendo man mano verso il fondo, va allargandosi in modo da produrre una grande ricchezza di stoffa sui fianchi, ai davanti, e al fondo, ampiezza che permette il libero movimento delle gambe nel camminare. Quest'am- piezza si ottiene mediante la spezzatura che a lavoro finito resta coperta con la zona o fascia. Questa cinge la vita tutto attorno, s'annoda con garbo sul fianeo si- nistro, quindi ricade verso il fondo (v. fig. 372). Le due estremità laterali del collo nel centro del davanti, si devono uniré Tuna contro l'altra, e fermare con due gangherini alia base, altri due poco sopra la metà (fig. 373). A compimento di quest'abito, in Francia è costume portare pendente dal collo una spece di bavaglino chia- mato rabat (1) (fig. 374) ornato tutt'intorno, eccetto nella parte supe- riore, di due o tre file di punti a macchina, o corallini neri. Nella parte superiore poi vi è un piccolo cartoncino coperto di tela bianca, che prende la forma del colljstto del davanti, e serve per poterlo (1) Si pronunzia rabà. 276 CAPO XIII ilitrodiurre tra il colletto bianco e quallo dalla talara. Quasti sono i dat- tagli o varianti cha ha la vasta alia francesa. La figura 375-376-377, ci mostrano la parti cha la compongono. Nalla figura 375 lattara A abbiamo la fianchina, nalla figura 376 il faldona a nalla figura 377 il diatro. Passati i sagni di marca si ritaglia la fo- dara cha dava sottostara alia fianchina, pari Fig. 373. Colletto tipo tráncese. al lato BC (fig. 375), a si applica poscia la fianchina di stoífa sul davanti corrispondanta, mattando baña insiama i sagni di marca sul davanti qualora vi siano. Cucita a stirata par baña quasta cucitura, si raddrizza la linea del basso del davanti sa occorra, con un sagno di gassatto. Sul tratto CD dalla madasima figura si applica una striscia di fodara in diritto filo, larga 2 o 3 cm., fodara cha dovrà assara compresa nalla cucitura d'at- tacco del faldona, quindi si procade nall'imbastitura di quest'ultimo, Pig. 374. Rabat, incominciando prima da quallo dalla parta destra, mattando i punti lanti del faldona dalla parta del diatro, distanta una cucitura da qualli dalla fian- chatta, a saguitando ragolarmanta verso il lambo del davanti, in mo- do cha combacino i punti lanti del lato E con qualli corrispondanti dalla falda. Alie volta può sueca- dara cha la falda abbia una lun- ghazza maggiora del tratto DE del davanti; in tal caso quast'ampiazza Fig. 375. Parte superiore del davanti della talare non si distribuisca in nassun punto tipo francese. del tratto incluso fra DE, ma si lascia sopravvanzara verso il lato E, modificando poi il limita del faldona nal davanti; quasto sampra previo il consenso del maestro. II faldona sinistra si imbastisca preciso a quallo dastro. Entro la cucitura di falda a davanti, nai punti sta- biliti dal tagliatora, da ambo la parti, si usano fare due taschini, cha VESTI TALARI 277 servono per l'orologio e altre minuzie. In questo tratto la cucitura di falda si sospende e in suo luego si passa un'imbastitura corta, quindi SI apre la cucitura e si eseguiscono i taschini identici nella fattura Ultimati questi taschini si fanno rientrare i davanti al punto F (fig. 375), nello stesso modo usato per le altre vesti, quindi dal rovescio, centro i segni di marca che limitano i due davanti, si applica la for- tezza per diritto filo, rimettendo come d'uso la rimessa. Alia federa interna che deve ricoprire l'alto del davanti si unisce il fianchino di federa, quindi si confezionano le tasche di petto. Osserviamo che per 278 CAPO Xlll Fig. 377. Dietro delia talare tipo francese. 378. interno del deyenti siní. 280 CAPO XIII lo pill il clero francese le preferisce in senso orizzontale; noi però, senza disapprovare tale uso, stiamo per quelle verticali (v. fig. 378). Ma nell uno come nelbaltro modo è mestieri attenersi alie rególe date, no- tando però che queste tasche devonsi tenere piíi corte deH'ordinario, perché non oltrepassino la spezzatura di vita. Resta poi soppresso il taschino dell'orologio perché si é già fatto Fig. 379. Preparazione del dietro. aU'esterno tra la congiunzione di falda. La figura 378 dimostra come in alto debba essere ultimata la fodera del davanti, cioe ricoprire la cucitura di falda, e quale forma e dimensione assuma la lista ABCD, fodera che se e per diritto filo potra serviré di fortezza all'orlo dei davanti, mentre il lato BC si dovrà soppuntare con punti corti e lenti. La sistemazione del davanti si ottiene col seguiré le norme date per quelle delle altre vesti. La fattura del dietro invece ha la differenza che il rinforzo non è di fodera greggia, bensí di fodera ñera piuttosto appariscente, ed è ripiegata all'estremita inferiore {AA fig. 379). VESTI TALARI 281 Non crediamo far torto agli allievi insistendo sulla precisione, cosa altrettanto necessària quanto piîi gli abiti lasciano scoperte le parti in- terne, corne avviene nel caso nostro. Nella figura 379 aile lettere BC si vede corne debbasi ultimare la rimessa del dietro lasciata per la tasca, rimessa da foderarsi con satin, lasciandoyi scorrere entro, cioè sotto, la fortezza del dietro DE. Fig. 380. Dietro pronto per l'attacco. La parte interna poi sarà soppuntata oppure fermata da un'impun- tura a macchina, con seta sotto e sopra; similmente saranno formate le due estremità laterali B e C (fig. 379). La seguente figura 380 chia- risce il modo di fermare a soppunto la fodera del dietro dall'yí al B sulla fortezza del piegone, dopo averia imbastita con le solite rególe. L'unione del dietro sul davanti s'inizia sempre dalla parte destra perche piîi comoda, e dopo aver messi insieme i segni o richiami del flanco, si imbastisce il dietro facendolo girare molto bene attorno al rotondo del fianchetto (punto AB fig. 381), senza però darvi len- tezza, mentre dal BC il dietro va tenuto giusto, ne lento ne tirante. 282 CAPO Xlll Fig. 381. Applicazione del dietro sul davanti. L imbastitura del resto del fianco, dal C aWE si efíettua distendendo bene sul banco dietro e davanti. La cucitura che fissa dietro e da- vanti comincia dall'yí e termina in C (fig. 381), dal quale ultimo, stabilendo cm. 25, si ottiene l'apertura di tasca D, ove si riprende la cucitura scendendo man mano in E, ossia al fondo; nel tratto DE opereremo come la ta- lare comune, mettendo cioe sul faldone il nastrino nero, ovvero una striscia di fodera pure ñera per diritto filo. Facciamo osservare che in questa veste non si usano i piegoni sui fianchi, ma il faldone deve rimanere ben disteso sulla stoffa del dietro nell'apertura di tasca. Sul faldone nel tratto CZ) (medesima fig. 381), messa una lista di nastrino alio scopo d'impediré che questo tratto con l'uso si sghembi, si rimette e passatavi la sólita impuntura vi si applica la tasca. Questa viene mo- Fig. 382. Tasca per dellata quale risulta dalla figura 382 e cucita dall'yd la talare tipo fran- al B. La parte dell'apertura di tasca che lateralmente VESTI TALARI 283 sporge oltre VAC va rimessa uguale aWAC che rimarrà volante, e che possihilmente deve avere la cimosa mancando la quale si supplisce con un rimesso doppio. Alcuni poi sogliono mettere nella parte volante una mostra di stoíía, ma ció non è strettamente necessario, perche a questa supplisce già la rimessa o finta del dietro. La figura 383 indica il modo di fissare la tasca sul davanti. La medesima figura nella linea punteggiata AB dimostra come riman- ga fissata e ripiegata verso il davanti e nell'interno della tasca, l'e- stremità della finta del dietro CD, mentre la seguente 384 rappresenta la tasca completata, nonchè le fodere a posto e soppuntate. Il davanti, l'unione del fianço e la tasca relativa, l'abbottonatura, il cordone di Fig. 383. Come si fissa la tasca sui davanti. 284 CAPO XIII seta ñera DE al fianço per il passaggio e sostegno della fascia, le im- bastiture che fermano la tasca, 1'impuntura A3 passata sull'apertura di tasca sul faldone, e finalmente l'impuntura AB che ferma la tasca nel punto di vita, tutto è dimostrato nella figura 385. Quanto al resto valgano Fig. 384. Come ultimare l'attacco di tasca. le rególe date per la talare romana e pel colletto la figura 373 insegni. Mettendo il sotto colletto (che possibilmente deve essere di panno), si faccia avalizare dalla parte sinistra circa un cm. e mezzo, lasciandolo sfilato affinchè serva di battente e impedisca ai gangherini di lasciare la loro impronta sul collo di tela o di gomma. Le maniche, che sono VESTI TALARI 285 sempre con manopole, si confezionano e si attaccano nel modo già spiegato. Per il fondo e gli occhielli, servano le rególe date circa la talare ro- mana, a differenza però che gli occhielli devono arrestarsi 10 o 15 cm. dal limite del fondo. La figura 372 presenta la veste talare francese termmata con il rahat e la zona. Non sembri superfino se raccoman- diamo diligenza massima, e precisione durante la fattura di quest'abito, perche la minima disattenzione può dar luogo a difetti, per correggere i quali occorrerà disfare gran parte del lavoro, con non poca perdita di tempo, e serio pericolo di sciupare il lavoro medesimo. CAPO XIV MANTELLI E SOPRABITI. a) Mantello. Vestimento senza maniche, con colletto. Ri- guardo alia sua ampiezza il mantello può esserlo piu o meno: tutta rotondità, a tre quarti, a mezza rotondità. I pezzi che lo compongono sono: le mostré, il sopra e il sottocolletto. Ha in tutta la lunghezza del dietro una cu- citura che si spiana col ferro, oppure si addossa sul lato destro, fermandola con un'impuntura a macchina. Dal rovescio, lungo il davanti e l'accolla- tura, si applica per rinforzo una striscia di fo- dera (fig. 387), sulla quafe, a un cm. circa dal lembo esterno dall'alto sino al fondo, si applica il nastrino, non mai tirante, ma sostenuto leg- germente, fermandolo da ambo le parti. Per i mantelli di ordinaria fattura il nastrino si può anche omettere, bastando la sola fortezza (linea a tratti) AEC, da fermarsi con punti a croce. Facendo poi combinare tra loro il dritto del mantello e della mostra e distendendo Tuno sull'altro bene a piatto sul banco, s'imbastisce la mostra sul mantello. Eseguita la cucitura che va dall'intaglio in alto e si protrae sino al fondo, si rivolta e si ferma il lembo del davanti con una imbastitura. L'orlo della mostra si può fermare sul man- tello a rimesso, quando la stoífa non e di ec- Fig. 386. Pteparazione del da- vanti sinistro. cessivo spessore, con una venatura di satin fatta tutta attorno alia mostra e fermata a macchina indipendentemente dal mantello, quando la stoífa e pesante e tende a MANTELLI E SOPRABITI 287 sfilarsi; oppure, quando la stoíía e pesante e non sfila, si può anche lasciare la mostra priva di rimesso e venatura. La mostra si ferma sui mantello con un puntino a macchina, il che però dà al lavoro un aspetto grossolano. Può anche avvenire che le mostré siano di stoffa diversa, di fodera, satin, raso ecc., ma ció poco monta e non porta alcuna variante alia confezione. II rimesso all'orlo del fondo deve essere con- sono all orlo interno della mostra, cioè col rimesso, Martingala, la venatura di satín, o síilato secondo il caso. Dopo ció per tutto il fondo si eseguisce un rimesso pari al secondo puntino che si desidera passaré all'orlo del davanti; se però la stoffa del mantello fosse molto leggera, e consigliato fare tale rimesso molto pie- colo, affine di scansare tante piegoline che inevitabilmente si produrrebbero. Si passano quindi al davanti le impun- ture a macchina; la prima dall'intaglio al fondo di ciascun davanti, cosí pure la seconda che giunta in basso senza troncare il filo, prosegue per tutto il fondo con egual larghezza per passaré al davanti opposto. Quanto alia fattura del colletto del mantello valgono le norme già date; esso è generalmente alia cavaliere, e si lascia piíi largo del solito, onde sia possibile, quando occorra, rialzarlo per ripararsi dalle intemperie e dal freddo. A cosí sostenerlo concorre una piccola martingala lunga 11-12 cm., larga 3-4, munita alie sue estremità di due oc- Fig. 388. Mantello ultimate. chielli (fig. 388). Ordinariamente essa è celata sotto la plegatura del colletto sulla sinistra, e solo quando si vuole tenga sollevate e unite le due punte del colletto, se ne infila l'occhiello al bottone messo sul retro destro del colletto. Avvenendo di dover confezionare mantelli con collo piîi largo dell'ordinario, perche andrà ricoperto di pelliccia, bisogna fare at- tenzione che il colletto non tiri sul mantello, e la pelliccia sul colletto. 288 CAPO XIV Questa non si tocchi comechessia col ferro, perché non comporta Fig. 389. Ferraiolo romano. alcuna lavorazione se non qualla datale dal pellicciaio. In tal caso non MANTELLI E SOPRABITI 289 è possibile tener chiuso il colletto con i gangherini, ai quali si supplisce con una catenella da fermarsi sólidamente, catenella che può venir ap- plicata a qualsiasi mantello, senza detrimento dell'ele- ganza. Riguardo alia stiratura del mantello, dopo averne spianati i davanti e il fondo, senza sghembarlo, si dá l'accollatura, si Fig. 390» CoIIetto del Ferraiolo. toglie il lucido. (Per il mantello ultimato vedi fig. 388). b) Ferraiolo Romano. — E la sopravveste prescritta ai pre- lati e al clero delia corte ponti- ficia, in occasioni di visite e di ricevimenti. Dalla figura 389 si rileva che ha forma di mantello, con uno scollo piîi largo delFordinario ; da / ad L e da M a. N \i e una linea diritta, sulla quale, comin- ciando dallo scollo e per un tratto di 10 o 15 cm., è necessario passarvi i segni di marca per fis- sare la piega della mostra. Quando il ferraiolo non è di seta, sul ro- vescio ne va almeno rivestito il tratto incluso entro le lettere A BCD, EFGH: ció servirá di mostra formata sul ferraiolo con soppunto fitto e leggerissimo, se si desidera un lavoro soddisfa- cente. La seta prima di essere ap- plicata si stira dal rovescio sopra Fig. 391. Ferraiolo romano ultimato. un panno rasato, togliendo tutte le pieghe, non usando acqua, e tut- tavia procurando che non prenda lucido di sorta. Al tratto che dalla figura 389 è entro le lettere MI va passata una filza tanto tesa, da ridurlo alia larghezza che la figura 390 porta in AB. 19 — Viola e De Lucia - II Sarlo. 290 CAPO XIV Quanto alla preparazione del col- letto relativo, dopo aver impuntito a macchina 3 o 4 pezzi di tela o di frustagno, si rassodano bene con ac- qua e ferro caldo modellandoli come la figura 390 dimostra; quindi se ne ricoprono le due parti con stoífa uguale a quella del ferraiolo, non ultimando però il rimesso del sopracolletto dal C a.\ B e dair^ al D, mentre per contro si ultima e si lascia sfilato il sottocolletto nel tratto AB. Poscia si uniscono i punti IE del ferraiolo con quelli BC del colletto, e símilmente dalla parte opposta i punti AM del primo con DA del seconde. La stoífa del ferraiolo in questi punti deve insinuarsi pel valore d'una cucitura tra le due stoffe che coprono il colletto, fermata contro queste, sop- puntando i tratti BC e DA. Nel tratto AB (fig. 390) si ferma a modo e sólidamente tutta la restante stoffa del ferraiolo distribuita in tante piccole pieghe, e quindi vi si applica il nastro di seta che serve a fermare il ferraiolo al collo. Al fondo si fa un doppio rimesso da fermarsi con puntino a macchina, quindi si stira il ferraiolo, procurando di non toccare la seta col cencio ha- gnato, e sistemando una leggerissima piega nel tratto ove si sono passati i punti lenti. La figura 391 illustra il ferraiolo ultimato. Fig. 392. Preparazione del davanti del pa- strano. c) Soprahito o pastrano da Sa- cerdote. — La confezione di questo indumento in se non presenta gravi difficoltà, riferendosi alla fattura MANTELLI E SOPRABITI 291 d'una giacca alquanto allungata, senza tasche orizzontali, con aperture lateral! sui fianchi, che permettono alie mani d'introdursi nelle tasche delia talare. I rinforzi di tela, dovendo sostener in lunghezza il davanti, sono in due pezzi ; l'inferiore tagliato orizzontalmente alia pezza, il superiore, quello che ricopre lo stomaco, tagliato e preparato preciso allé tele delle giacche. I due pezzi poi si uni- scano assieme con punti a zig zag rico- prendo la giunta con fodera leggera, come vedesi nella figura 392 AB, pari alia fi- gura 326 prolungata (pag. 228). Riguardo alia preparazione delle tele, del crine ecc., al rientramento dei davanti, si seguano le norme date per la giacca. 11 tratto di nastrino racchiuso tra le let- tere CD non deve essere tirante, ma solo leggermente sostenuto. A pastrano finito e indossato, i davanti dalla metà in giîi, de- vono risultare e cadere perpendicolari sul lembo esterno. Al contrario, se il nastrino dal punto C in D si mette tirante, s'avranno, a pastrano finito, i davanti invergenti presentant! una linea arcuata che sciupa I'estetica e la bella riuscita del lavoro. In quest! pastrani si e soliti occultare 1 abbottonatura entro una finta. La figura 393 indica il modo d'imbastire, cucire, rivoltare la finta di satin sul davanti, quando questo ha collo chiuso cioe alia cavaliere. Questo satin deve sempre aderire alia lavorazione di ferro eseguita sul davanti. Dalla figura 394 Fig. 393. Preparazione delia finta sul rileviamo il modo di preparare la finta sulla davanti. mostra, la quale, nel punto corrispondente a quella del davanti, va ritagliata uguale a questo, e in pari modo fatta rientrare. Sulla mostra poi si applica una striscia di fortezza a rinforzo degli occhielli, e sul lembo il nastrino che ferma la lavorazione del ferro. 292 CAPO XIV La finta di satin già applicata e rivoltata con le impunture all orlo, nonche gli occhielli già fatti, il tutto viene chiarito nella figura 395. Gli occhielli in un pastrano chiuso da sacerdote sono generalmente 5; 4 soli se trattasi di pastrani aperti con risvolti. La finta, nei pa- strani con risvolti, si inizia 4 o 5 cm. oltre il segno che determina Figg. 394-395. Preparazione della finta sulla mostra. la piega del risvolto, ovvero 4 o 5 cm. sopra il primo occhiello e ter- mina in basso al segno fatto dal tagliatore. Per preparare la finta, si distende sul tavolo il davanti sopra la mostra, e si segna il limite del davanti in tutto il tratto della finta; quindi, tenendo il lavoro sempre disteso sul tavolo, si fa girare la mo- stra sul risvolto, e si vede quanta stoffa occorra al risvolto nel suo giro. Segnato col gesso questa abbondanza di stoíía, si appiana qualche MANTELLI E SOPRABITI 293 possibile angolosità alia punta del risvolto, e si ritaglia la mostra sui sagno fatto. Si fanno quindi rientrare i davanti, si mette il nastrino, si applica il satin, si cuca e rivolta passandovi i puntini all'orlo. Il tratto superiora del risvolto, fino aH'intaglio, cioë fino dove il colletto si unisce al davanti, si completa con un rimesso. Sulla mostra, dopo massa la fodera che serve di rinforzo agli occhielli, si compie la medesima lavorazione di ferro eseguita sui da- vanti, vi si mette il nastrino, si applica il satin, si cuca e rivol ta, passandovi i puntini pari al davanti. Prepárate cosí le finta, veniamo all'applica- zione dalla mostra col davanti, operando come si trattasse d'una giacca, con la sola difierenza che la cucitura, sul davanti sinistra, si limita tra il basso dalla fintina e il fondo. Se il pastrano è chiuso, eseguita la cucitura e rivoltata la mostra, non si ha che a fissare con due imbastiture, a Vs scarso dal limite del davanti, il limite dalla mostra lungo quallo dalla fintina. Se il pastrano è con risvolti si opera nella stessa guisa, hadando solo che dal principio del risvolto la fintina ricopra bene la parte sot- tostante. Occorre molta attenzione a questo proposito, per evitare che, a pastrano abbottonato, si scorga il davanti sottostante e la fodera della fintina. A fermare le due fodere della finta nonche la fortezza messa per gli occhielli, si passa al- l'esterno un puntino a macchina distante dal limite 5 o 6 cm., senza però comprendere col medesimo la stoífa della mostra. Prima di ese- guire il puntino di cui si fa parola, occorrerà Fig. 396. Dietro del pastrano. passaré ai lati del segno che lo delinea due imbastiture corte, per evitare che laj macchina cucendo trasporti la 294 CAPO XIV stoffa, e origini pieghettine o qualunque altre sconcerto. 11 puntmo h consentito nelle due diííerenti maniere esposte alie figure 397-398. 11 che fatto, si raffilano internamente, sí da non produrre soverchio spes- sore, le due federe della finta e la fortezza messa per gli occhielli, quindi si fermano queste federe con punti a crece o a sopraggitto. Si dispone quindi sull'alto del davanti il risvolto, rimettendo l'ul- timo tratto, e sistemando il resto pari alie giacche. La figura 396 rappresenta il dietro. Sul tratto corrispondente alie aperture laterali di fiance {AB fir gura 396) il tagliatore ha lasciato una lista di stoífa che serva di battente o di finta all'apertura e la ricopra. Nel tratto lasciato in piu, ossia nei punti CD della figura 396, si mette una lista di federa per dritto filo, larga un cm. piîi oltre i punti MANTELLI E SOPRABITI 295 lenti e le estremità d'apertura, quindi in questo tratto vi si fa il ri- messo tutto attorno. Poscia si fodera il dietro seguendo le norme date per la giacca, meno lo slargo o piega sulla fodera, che si fa arrivare fino all'altezza delle aperture laterali di tasca. La cucitura di fianco va fatta dall'alto al punto superiore dell'a- pertura di tasca segnata alia vita (A) dalla quale si stabiliscono cen- timetri 22 {B), di qui continuando la cucitura fino al fondo. Prima di stirare la cucitura, dalla parte del davanti sulle aperture laterali, si mette una lista di nastrino abbastanza largo, ovvero una striscia di fodera per diritto filo; ció impedirà alie aperture laterali di sghembarsi con l'uso. Si stira quindi e si imbastisce la stoífa sull'aper- tura del davanti, disponendovi ben distesa la fodera corrispondente. Si badi che essa non sporga all'esterno, e venga tuttavia fermata col pun- tino che si passa in questo tratto, idéntico a quello che si pratica ai davanti. Un'imbastitura fermera il battente o finta di stoífa lasciata sul die- tro lungo l'apertura, e dall'esterno si compiono le fermature pari a quelle che vedonsi nella figura 397, senza però in esse comprendere la fodera del dietro. Questa poi si rimette dalla punta di fianco alie aperture che cor- rispondono al battente in combinazione della sottostante cucitura. Nulla di nuovo rispetto le spalle, la verifica del colletto, l'attacco delle maniche ecc. In mérito al fondo sarà buon partito non cucire insieme fodera e stoífa, per evitare al medesimo un deposito di peluria; percio la fo- dera si lascierà volante, limitándola all'estremità superiore della rimessa di fondo, con un doppio orlo fermato a macchina rimettendo il fondo di stofia sul segno fatto dal tagliatore, internamente alto cm. 2 dall'orlo, ripiegandolo o no su se stesso seconde occorre, rimesso che poi si ferma con un puntino a macchina. Ci dispensiamo dall'accenno alie piccole operazioni occorrenti per ultimare ogni singólo capo di vestiario, avendone già detto a sufficenza circa l'abito completo. Insistíame sulla stiratura che dovrà sempre es- sere accurata, come quella che rimedia tante imperfezioni sfuggite du- rante la fattura. Nei pastrani da sacerdote generalmente si usa mettere il sopracollo di velluto, che si applica dopo stirato il pastrano, aifinchè il velluto non si sciupi. Prima però di fissarlo occorre appianare e scalinare le 296 CAPO XIV spessore che si verifica all'attacco del colletto, al punto dove finisce il risvolto; cosí si fa con alcuni pezzi di fodera impuntiti sul colletto. Fig. 398. Soprabito da sacerdote con Fig. 399. Soprabito da sacerdote con lisvolti. colletto alia cavaliere. L'attacco del velluto e piuttosto difficile, perciò crediamo doveroso of- frire qualche schiarimento. Anzitutto occorre inumidirlo leggermente dal rovescio facendolo poi passaré sul piano di un ferro caldo, sghembandolo quindi nei punti dove richiede maggior lavorazione per aderire, ma si faccia con molta MANTELLI E SOPRABITl 297 delicatezza, aííinchè non vi restino le impronta dalle dita, o se na ammacchi il palo. II sopracollatto di valluto dovrabba essaie montato sanza imbasti- tura par evitara 1'impronta dai punti cha restaño ancha dopo tolta la imbastitura, ma non assando possibila, si procuri di darne il mano possibila, con sata a aghi finissimi. La imbastitura si tolgono tagliando punto par punto, parché non va na rastino la impronta o si tagli il valluto. Alcuni aggiungono una piccola martin- gala avante un occhiallo all'astramita a fina di tañara chiuso il collatto quando si alza par ripararsi il viso ; sa n'è parlato a pa- gina 287 figura 387 cui rimandiamo il lat- tora. La figura 398 presenta un bal tipo di pastrano da sacerdote a un patto, con risvolti a finta, a la figura 399 pura a un patto con finta a collo chiuso. d) Soprahito a doppio peito per sa- cerdote. — Ci para suparfluo dama la spia- gaziona, parché asso varia da quallo a un patto solo circa l'ampiazza. Nalla fattura quasti davanti richiadono piíi lavoraziona di farro, coma già s'é datto parlando dalla giacca a doppio patto, a davono risultara baña distasi, sanza tortuosità. Qui non si pratica la finta, ma i bottom risultano seo- parti coma si constata dalla figura 400. e) Soprahito borghese a un petto. — S'indossa sopra la giacchatta o sull'abito a vita, a pué assara a un patto a a dop- Fig. 400. Soprabito a doppio petto per pio patto, vario in lunghazza larghazza sacerdote. a sacondo i capricci dalla moda a l'uso cui é dastinato, talora complatamanta fodarato di satin o di flanalla, tal'al- tra a mezza fodara con tascha placcata, o tascha a mantica, qualcha volta tutto sfodarato. Si classificano sotto divarsi nomi coma soprabito samplica, a doppio patto, mack-farlan o pipistrallo, ulstar acc., tipi cha spiagharamo nal corso dalla nostra lazioni. 298 CAPO XIV Per ora incominciamo da quallo semplice, a un petto, con finta e risvolti, quale e indicato dalla figura 401. Le rególe sono identiche a quelle spiegate per la confezione dalla giacca, da cui il soprabito dif- ferisce in lunghezza e larghezza e nella finta che occulta l'abbottonatura, di cui s'è parlato trattandosi del pa- strano da sacerdote quando gli orli vanno fatti a cucitura. Spiegheremo ora il modo di ese- guire questa finta qualora il soprabito si deva eseguire a rimesso. I davanti si montano sulla mostra come per la giacca a rimesso, quindi si stabilisée e soppunta il nastrino, si applica con una cucitura la fodera della fintina del davanti, poscia si rimette tutto Torio, compreso il tratto della finta, e vi si passano i puntini a macchina. Si imbastisce ora provvisoriamente la mostra sulTorlo del davanti nel tratto della finta, facendo assumere al ri- svolto la rotondité che gli è neces- saria e si delinea sulla mostra tutta Tapertura della finta; tolta poi Timba- stitura provvisoria, si raffila la mostra una cucitura piíi larga del segno fatto nel tratto della finta. Si colloca ora sul retro del da- vanti, lungo la finta, Taltra fodera che deve avanzare ugualmente dalTorlo pel valore di una cucitura, su questa la fodera di rinforzo degli occhielli, quindi Fig. 401. Soprabito borghese ad un petto. si segna e si passa il puntino della finta colle rególe già date, Ció fatto si scalinano le tre fodere comprese nel puntino, aífinche non producano spessore, quindi SI fermano con un punto a croce. Si distende poi la mostra sulla fodera che serve di fortezza agli occhielli, si uniscono insieme, si raífilano per quel poco che possa oc- correré, si mette il nastrino alTorlo della mostra formándolo da ambo MANTELLI E SOPRABITI 299 le parti, e poseía alla medesima si fa il rimasse, sui quale, fermato e stirato, si rimette la federa delia finta seppuntandela, per pei final- mente passaré il puntine pari a quelle del davanti. II difette pill cemune a questi abiti si riscentra predette sul risvelte della finta, specie quande il pastrane è abbettenate: avviene infatti che la me- stra lasci sceperte qUalche tratte del davanti settestante, nenche la federa della finta, eppure che il risvelte, in- vece di pesare naturale, tenda ad ac- cartecciarsi all'insu. Queste è indice di nen sufficiente attenziene da parte del laverante nel dare la retendità neces- saria al risvelte, nen sele alia steffa della mestra, ma altres! allé federe che cempengene la finta, perché anch'esse devene seguiré Tandamente normale del risvelte, e cencerrere alia buena riu- scita. Perciò nen desistíame dal racce- mandare massima attenziene. Se la steffa che s'impiega e melte spessa e nen tende a sfilacciarsi, anche l'erle della mestra si può mettere sfilate; la fattura della finta precede idéntica a quella testé spiegata, con la diíferenza che alia mestra si fa il rimesse fine al risvelte, mentre di questa si lascia sfilate il da- vanti. Gli erli dei davanti sene fermati con un sepraggitte corte quasi invisibile. II dietre può essere tutte intere e spezzate con e senza sparate. Riguarde alia fattura nen subisce 402. Soprabito da borghese a doppio petto, alcuna variante da quelle della giacca, anche se vi si debba praticare una finta con relativi ecchielli, affine di chiudere le sparate quande si veglia. In tal case servirà di finta la federa che riveste il dietre sulla parte sinistra. Si usa pure passaré sulle cuciture sevrappeste dei fianchi, spalle. 300 CAPO XIV maniche e dietro, un puntino largo quanto il seconde che si passa al- Torio dei davanti. Fig. 403. Dietro del Mack- Fig. 404. Davanti del Mack-farlan. farlan. Per il resto la fattura di questo pastrano e precisa a quella della giacca, f) Soprabito da horghese a doppio petto. — Lo presentiamo nella figura 402, ma quanto alia confezione differisce da quello a un petto solo MANTELLI E SOPRABITI 301 nella finta di cui è sprovvisto, nell'ampiezza dei petti e risvolti, e per la doppia fila di bottoni. g) Mack farlan o pipistrello. — Questo soprabito è usato per la mezza stagione specialmente dall'alta società, e potremmo dire fa parte degli abiti da sera richiesti nei ritrovi dell'aristocrazia. Il nome gli viene per una certa rassomiglianza di forma col volatile omonimo, allé cui membrane unite allé gambe anteriori e al busto arieggia la mantellina del soprabito, cucita com'e tra braccia e fianco. Passiamo ora a spiegare il modo di confezionarlo. Colle figure 403, 404, 405, poniamo sott'occhio le parti principali di cui si compone. La figura 403 rappresenta il dietro, la figura 404 il davanti, quella 405 la mantellina o ala. Esaminando queste tre figure si scorge un piccolo intaglio segnato in A: sono punti d'intersecazione o di raccordo, di cui diremo più avanti. La figura 406 rappresenta il davanti disposto per la mostra, e incon- 302 CAPO XIV triamo sul giro ascellare le lettere ABC indicanti il nastrino da appli- carvisi per tenerlo stabilmente a posto. Tale nastrino si deve soppuntare ^ Fig. 406. Preparazione del davanti del Mack-farlan. Fig. 407. Davanti sinistre ultimate viste all'interne. da ambo le parti per quindi fare il rimesso airorlo del giro, formando nastrino e rimesso in modo che non si abbia a rimarcar aU'esterno. Dalla medesima figura appare tutta la lavorazione da eseguire in- ternamente, conforme del resto a quella spiegata per la giacca e gli «I MANTELLI E SOPRABITI 303 Fig. 408. Preparazione della mantellina. Fig. 409. Mantellina ultimata vista aU'interno^ 304 CAPO XIV Fig. 410. Dietro e mantellina unita. MANTELLI E SOPRABITI 305 altri soprabiti, mentre la seguente 407 dá il davanti compiuto seconde le rególe impartite. La posizione delle tasche interne però non deve stabilirsi ail altezza sólita delle giacche, perche essendo questo punto troppo ristretto riu- scirebbero scomode, ma si devono fare alquanto più basse. 20 — Viola e De Lucia - Il Sarlo. 306 CAPO XIV Nella medesima figura, alie lettere AB, notiamo che la federa e sollevata per dar agio a lavorare il fiance. L'ala e mantellina (fig. 408) va cenfezienata come un davanti, Fig. 412. Unione del davanti, dietro e mantellina. esservande però che il nastrine che dall'^ passa in B e s'arresta in C, sia applicate giuste, cieè nen lente e tante mene treppe sestenute, formate da ambe le parti. La figura 409 presenta l'ala terminata: al proposite si censiglia che al fende la federa sia ripiegata a seffiette nel tratte incluse tra A e B, MANTELLI E SOPRABITI 307 finche abbia uno sfogo, e nen corra pericolo a lavoro finito di risultare scarsa. La fodera e sollevata in CD per pura comodità di chi lavora, Terminati davanti e ali, preparato il dietro secondo il solito, prima Fig. 413. Mack-farlan ultimato, visto di dietro. Fig. 4 i 4. Mack-farlan ultimato, visto davanti. dei fianchi si uniscono le spalle, come appunto la figura 410 chiarisce: da essa risulta che la spalla del dietro non devesi uniré a quella del davanti, bensí all'ala o mantellina. Le lettere AB, punto di raccordo al fianço, devono risultare assieme; le lettere CD indicano il tratto ove 308 CAPO XIV la mantellina dovrà essere massa lenta, distribuendone bene la mollezza, quasi si trattasse di una manica. Dalla figura 411 appare l'appiombo dell'ala e di tutto l'assieme. Essa deve cadera distante dal limite del da- vanti 8-10 cm., e non impedirá la pie- gatura del risvolto, Quantunque il re- gelaria spetti al tagliatore, non sarà tuttavia maie lo sappia anche l'operaio. Nel punto dove si congiunge al collette essa va fermata sólidamente con seta grossa. Si sovrappongono quindi i segni di marca dell'ala su quelli d'accollatura del davanti, e in tal guisa avíeme ogni cosa a posto e si potra incatenare la spalla del davanti su quella dell'ala, come scorgesi sulla figura 411 m AB. Internamente delle spalle si siste- mano le federe, da soppuntarsi a tempe debito. Quantunque la figura 412 sia un pe' complicata, è facile tuttavia rilevare che il tratto AB congiunge la mantel- lina al dietro, nel tratto CB seno com- presi dietro, davanti e mantellina, e dal C, punto comune di raccorde, sino in basso è la cucitura di fiance. Cucito e stirato quest'ultimo tratto, si ricopre con le rispettive federe in modo che anche questa parte resta ul- timata. Crediamo bene, per non incorreré Fig. 415. Uster. in ripetizioni inutili, di non aggiun- gere altro per ció che riguarda la con- fezione di questo soprabito, rimandando il lettore, per tutto il reste» alla trattazione del pastrano; ricordiamo solo di usare a modo il ferre, perche come si è accennato, esse e un rimedio efficace per chi sa adoperarlo, e un'arma distruggitrice di quanto si è cercato et- tenere nel corso délia confezione per chi l'usa a sproposito. MANTELLI E SOPRABITI 309 Colle figure 413 e 414 questo soprabito ci viene preséntate dietro e davanti ; sulla figura 413 scorgiamo le tasche che si praticano con finta e passapelo pari a quelle delle giacche. Il collo può essere coperto di velluto per intero o in parte. Per il primo servano le spiegazioni date; pel seconde si applica seconde il solito il sopracolletto di stoffa se non per intiero, affine di non aumen- tare di troppo le spessore, certo per buen tratto, scalinando assai bene la stoffa nel sue termine. AU'orlo esterno il collette si ultima e si impuntisce a macchina come i colletti soliti, poscia, dope aver stirato l'abito, si piazza il vel- luto, rimettendolo distante daU'orlo esterno quel tante che si desidera. h) Ulster. — Indicatissimo pei giorni di cattivo tempo; si usa fare a semplice o a doppio petto, con stoffa lanosa e grossa, non ec- cessivamente pesante; esse e largo di schiena e di giro ascellare ce- modo, ha il petto e le parti inferiori molto ampie, due martingale al punto di vita formate con 4 bottoni. I risvolti sono anch'essi molto larghi e possono essere abbottonati fine al bavaro, esse pure piii largo deH'ordinario, e sollevabile per difendere dalle intemperie collo e testa. L'ulster ha anche una mantellina che si può mettere e togliere a pia- cere, la cui lunghezza si limita al polso del cliente. Le rególe per la confezione di questo soprabito sono le medesime impartite per quello da borghese già spiegato. Però facciamo osservare che tanto l'ulster, come ogni altro pastrano che non sia di forma ade- rente, non ha mestieri all'orlo del davanti di molta lavorazione, che riu- scirebbe anzi nociva. La mantellina si può federare, come se ne può muniré l'orlo del davanti sinistre con una finta. Quello che importa si e che appena cuciti i fianchi si metta tut- t'attorno aH'accollatura della mantellina una lista di nastrino piuttosto largo, onde impediré lo sghembamento. Ultimátala si praticano attorno aH'accollatura e in sense convergente cinque occhielli, due situati sul- l'estremità, uno nel centro, gli altri due tra centro ed estremità, oc- chielli da panciotto, perché piccoli dovranno pur essere i bottoni; in caso diverso si richiederanno bottoni grossi, producenti uno spessore incompatibile sotto il collette. La figura 415 ci presenta l'uster ultimate. CAPO XV Giacche e Soprabiti sportivi (1). a) Giacca alia cacciatora. — Dal nome si arguisce l'uso cui è destinata e le persone che rindossano. Sua caratteristica è di essere comoda e fornita di molte tasche. ( 1 ) Crediamo far cosa utile raggruppando in un solo capo le spiegazioni di alcune giac- che e soprabiti sportivi. i benevoli lettori e allievi ci scuseranno se, per la tirannia dello spazio, non possiamo approfondire molto l'argomento, e ci limitiamo a toccare solo di pas- saggio quei punti che ci sembrano di maggior intéressé. GIACCHE E SOPRABITI SPORTIVI 311 La tasca grande, che nella figura 416 ha principio ádX['AR, deve essere in corrispondenza con quella grande del dietro chiamata car- niera. S'incomincia coll'applicare sul segno e nella parte superiore di essa una metà fodera munita di passapelo in stofía, quindi vi si fa la cucitura si dá il taglio d'apertura, si stira, ottenendo cosí la parte superiore terminata. La fodera da applicarsi al labbro inferiere di tasca dovra essere per diritto filo, avanzare sopra il taglio d'apertura per circa cm. 2, e fermarsi su questa senza alcuna cucitura, bensí con il semplice pun- tino AB, figura 417; questo sovrappm di cm. 2 servirá a fissare laper- tura inferiere di tasca sulla fantasia, come diremo pifi avanti. Interna- mente si cuciscono insieme le due federe, eccetto dalla parte del dietro BC: cosí ha termine questa tasca. Per le altre eventuali tasche che occorressero, servano le norme date al capo VIH riguardo alie medesime. 312 CAPO XV La fantasia (fig. 418) è sempre desígnala dal tagliatore nel punto ove Fig. 418. Fantasia applicata sul davanti. questa va applicata, quindi non occorre far altro che riprodurla fedelmente, ripiegando Torio tutt'intorno, ricoprendola internamente con fodera adatta al colore della stoífa, e terminandone conveniente- mente gli angoli. Dal punto A si passa in ABCDE della figura 418 un puntino a macchina; questo tratto costituisce Ta- pertura di tasca, mentre quello AB della figura 419 indica il punto ove va fermata la fodera della parte inferiere di tasca cui sopra abbiamo accennato. La fantasia viene applicata e fermata al davanti sul segno voluto con un pun- tino a macchina pari a quello passato in Fig. 41 9. Preparazione della fantasía. ABCDE (fig. 418) cominciando ¿aWA GIACCHE E SOPRABITI SPORTIVl 313 passando in F e in G per terminare in H. DaH'interno, dall'^ in G, si fissa la fantasia col davanti, prendendo però di quella solo la fodera; indi si procede al solito fino all'insieme dei fianchi. II dietro della cacciatora va preparato con doppia fodera dall'inizio deU'occhio del dietro sino al basso, come appunto dimostra la fi- gura 420. Questa doppia fodera si ferma orizzontalmente in alto dal- VAB con una o due impunture a macchina. II flanco si unisce al davanti secondo il solito, non comprendendo però nella cucitura il tratto di davanti che va ¿aWH in / (fig. 418), 314 CAPO XV nè la fodera delia carniera e delia tasca delia fantasia, ma la sola fantasia. Cuciti i fianchi si dispongono e si fermano convenientemente le due fodere della carniera dall'/í al B (fig, 421), l'una sui davanti, l'altra sulla fantasia; poscia nel tratto BC della medesima figura si uniscono insieme le due fodere della carniera con le due fodere costituenti la tasca grande del davanti; in tal modo restaño compiute e l'una e l'al- tra. Quanto all'ultimazione del fianco si seguano le rególe già date. Fig. 421. Sistemazione delia gran tasca e dalla carniera. GIACCHE E SOPRABITI SPORTIVI 315 Sulla spalla dovrà porsi una martingala quale si scorge nella figura 422, munita in A di un occhiello che agganciato col relativo bottone Fig. 422. Martingala della spalla. ferma la medesima sulla punta di spalla, mentre dalla parte del giro ascellare (E) sarà compresa fra la cucitura d'unioné delle maniche. Fig. 423. Toppone della spalla. Fig. 424. Martingala della manica. Questa martingala dista dalla cucitura di spalla 3 o 4 cm., e per- mette di assicurare sulle spalle la correggia della borsa di cacciagione, Alcuni, specialmente alpinisti, usano mettere a questo punto una 3]6 CAPO XV considerevole toppa di pelle cucita sulla giacca (fig. 423), alio scopo di rafforzare la spalla che deve sostenere il peso delle borse di cae- ciagione, o di provvigioni. Anche al fondo della manica può stabilirsi un'altra piccola martingala compresa nella cucitura d'avambraccio, munita pure di occhiello e bottone (v. fig. 424). Aggiungendo poi un secondo bottone al sotto- manica, questa martingala serve a stringere, quando si voglia, la manica al polso. Il processo della confezione avviene senz'altra variante ; rimandiamo GIACCHE E SOPRABITI SPORTIVl 317 quindî alie relative lezioni, mentre la figura 425 ci dimostra questa giacca ultimata. h) Giacca a sport con piegoni e claques. — Questa giacca si può annoverare tra le comuni: le tasche sono placcate, ed a striscie riportate o fatte con la medesima stoíía del davanti e del dietro. Quanto allé tasche potranno essere confezionate in una delle varie maniere spiegate nel capo VIII. Riguardo invece alle striscie, se sono riportate, si preparano dellalar- ghezza voluta, lasciando in pivi la stoffa necessària per i rimessi. Cosí 318 CAPO XV prepárate tutte quattro, se ne applicano due sul davanti e due sul dietro al segno relativo; nel fermarle con I'impuntura a macchina, op- pure a mano dal rovescio, si lasci un tratto libero in direzione della vita, in modo vi possa cómodamente scorrere la cintura che deve avere la stessa larghezza delle striscie. Questo tratto di passaggio sulle stri- scie si riveste con satin o fodera uguale a quella interna. Se le striscie non sono riportate, il tagliatore avrà segnato il consumo che tali pie- ghe procureranno, e all'operaio non resta che seguiré i segni tracciati dal tagliatore. GIACCHE E SOPRABITI SPORTIVI 319 Rammentiamo un'esigenza estética: che il punto E del dietro (fig. 426) combini con quello E del davanti (fig. 427). Quando la giacca ha i claques (parola inglese che vuol dire pezzi rapportatí), essi si preparano a parte e poscia si sovrappongono e si fermano a macchina, oppure con punti nascosti neH'interno, in modo che risultino pari a quelli delle figure 428-429: quindi si continua la confezione della giacca secondo le rególe date. La figura 430 ci mostra una giacca ultimata con piegoni, ma senza claques, e la fig. 431 con piegoni e claques. 320 CAPO XV c) Giacca alia marinaia. — Quella che stiamo spiegando, per la sua comodità ed eleganza adatta specialmente ai bambini, è chia- mata hlous o giacca alia marinaia; essa si confeziona senza federe e scende sul corpo di chi i'indossa a forma di sacco. Può avere i davanti intieri, lasciati tali dal tagliatore, o uniti con una cucitura. In questo ultimo caso dall'/í al B (fig. 432) occorre dare un taglio lungo 10-15 cm., praticando poi agli orli 5-6 fori, entro i quali si farà passaré un aghetto o cordoncino, onde chinda l'apertura. Prima ancora di praticare i fori in parola, occorre raíforzare i due orli dell'apertura con liste di federa, possibilmente per diritto filo, ultimati come si scorge nella stessa figura 432; solo dopo si fanno i fori. Se invece si praticano i davanti con finta, si osservino le rególe già date, lasciando o aggiungendo al davanti destre una lista della me- desima stoffa convenientemente fermata, che servirà come battente all'abbotonatura. GIACCHE E SOPRABITI SPORTIVI 321 Preparati i davanti in una delle due maniere accennate, e dopo avervi applicato il taschino che si scorge nella figura 435 si uniscono Fig. 433. Colletto pet marinaia. al dietro, nei fianchi e nelle spalle, attenendosi alie rególe date per le giacche di tela senza fodere; poscia si attacca il colletto ché la figura 433 ci presenta già mo- dellato dal tagliatore e pronto per l'attacco; esso è ricoperto di tela, e impuntito a macchina per conferirgli una certa qual consistenza. L'applicazione si efiettua pari a quella di un colletto per panciotto, percio deve essere cucito sullo scollo e terminare a punta. Il sottocolletto può venir ricoperto dal sopra, tanto prima di essere applicato sulla giacca che dopo, e parimente lo si può fare con cucitura o a rimesso; ció è lasciato all'arbitrio d'ognuno. L'es- senziale e che sia applicato convenientemente, cioe: non risulti tirante sul sotto, avanzi 3-4 cm. entro i punti ctie costituiscono il giro deU'accollatura, e resti convenientemente fermato su questo tratto (fig. 433). 21 — Viola e De Lucia - II Sarlo. 322 CAPO XV Le maniche si possono confezionare con paramani uso militare, op- pura con pieghette (fig. 434). Per r attacco si osservi quanto abbiamo detto, e qualora queste fossero tagliate molto ampie, vi si possono fare tante piegoline comin- ciando da! punto superiora di spalla fino a 4-5 cm. sopra la cucitura interna. II fondo va ultimato come nelle giacche di tela. Finita e stirata nal modo solito si intro- duce, nella guaina formata coll'orlo del fondo, un nastro elástico formándolo sólidamente, e questo quando la giacca è unita al davanti. Quando invece ha la finta, si lascia aparto il principio e il fine dalla guaina, nella quale si può introduire sia l'elastico che un nastro qual- siasi. Se si mette l'elastico occorre formarlo bene con alcuni punti, e chiudere il principio e il fine dalla guaina. La figura 433 mostra la hlouse alia marinaia ultimata. Nella spiegazione non abbiamo fatto alcun cenno alie guarnizioni di cui si può or- nare questa giacca, perché dipendenti da fan- tasia e gusti personali. d) Soprahiti sportivi. — Alcuni soprabiti hanno un piegone nal centro del dietro (figg. 436 e 437). La figura 438 ci mostra questo dietro avanti di essore confezionato ; in esso, fatta la cucitura AB, si passa l'imbastitura BC; la figura 439 F¡g. 435. Blouse alia marinaia. cOmO StiiarO O dispOrrO Íl piogOnO. Si applica quindi la fodera lasciando se- condo il solito lo slargo; si fa al principio del piegone la fermatura che devé comprendere stoífa e fodera; si applicano poi le martingala modellate in una dalle differenti maniere illustrate dalle figure 436 e 437 o in altra maniera e abbiamo cosí il dietro ultimato. II Raglan figura 440 va tagliato con la massima precisione nei pünti ove riveste il busto e le maniche, porció la buona riuscita deH'abito dipende in massima dal tagliatore. Dalla precisione del taglio non va disgiunta qualla dalla confezione. GIACCHE E SOPRABITI SPORTIVI 323 consistente in modo particolare nel far coincidere tutti i punti di rac- cordo marcati dal tagliatore, punti che concorrono al buon e completo assetto dell'abito. Le figure 441 e 442 ce ne mostrano il davanti e il dietro. All'al- tezza delle spalle scorgiamo una linea a tratti ABC: ció indica che il tratto ABC del davanti e ABC del dietro, vanno ritagliati. La manica (fig. 443) è divisa in due parti e mostra il suo contorno nella linea punteggiata; essa ha nell'alto i pezzi tolti al davanti e al dietro nei punti ABC, mentre ha pure nelle parti laterali il compenso CD per nascondere la cucitura del gomito quello AB di avambraccio. Nella figura 443 sono degni di nota i punti di raccordo I-2 e xk xx. All'atto di uniré le due parti del sopramanica si badi che detti punti concordino perfettamente tra loro. 324 CAPO XV Le due parti del sopramanica si uniscono a cucitura, si addossa la parte de! gomito su quella deU'antibraccio, vi si passa sopra l'impuntura pari a quella passata all'orlo dei davanti e dei fianchi, e si ultima la manica seconde il solito. Apprestati i davanti e uniti al dietro corne d'abitudine si passa all'attacco delle maniche. Anzitutto si devono rafliorzare i punti AC delle figure 441 e 442 piegone. GIACCHE E SOPRABITI SPORTIVI 325 con una lista di federa per diritto filo, perché essendo essi per isbieco, fácilmente sono esposti a sghembarsi. Si imbastisce poi la manica fa- Fig. 440. Raglan. Fig. 44!. Davanti del Raglan. cendo raccordare il punto / del davanti col punto / delia manica, e il punto 2 del dietro con quelle della manica. Quest'ultima si unisce poi al davanti a cucitura, si rivolta I'orlo del davanti e del dietro verso la manica formándolo con impunture pari a 326 CAPO XV Fig. 442. Dietro del raglan. Fig. 443. Manica del raglan. quelle dell'orlo del davanti e dei fianchi. In tutto il resto la confezione del raglan è idéntica a quella degli altri soprabiti spiegati. CAPO XVI Abiti a Vita. È noto come il taglio e la confezione di questi abiti richiedano una capacita non comuna, sia perché devono esse ben adatti e appropriati alia persona, e molto piíi perché vengono indossati da persone, che per la loro posizione sociale, per le loro ricchezze, o per altri motivi, pur di comparire e distinguersi, se da un lato non badano a spese per l'altro non sopportano nei loro abiti il minimo difetto. Di qui l'impor- tanza e la precisione che si deve annettere a simili lavori, la necessità di cúrame la confezione anche nei minimi dettagli, onde conferir loro la grazia ed eleganza dovuta. La confezione di questi abiti costituisce il punto culminante per l'ap- prendimento del mestiere, e si può a giusto titolo chiamare veramente abile quell'operaio che con disinvoltura e precisione sa confezionarli. Questo é il miraggio cui dovrebbero tendere gli sforzi di ogni al- lievo, e uno fra gli scopi della presente pubblicazione. a) Smoking. — II nome inglese suona in italiano abito per sala ove si fuma. In principio fu usato veramente per questi ritrovi, e solo piíi tardi la moda ne generalizzò l'uso per ricevimenti, cerimonie, serate, dove la marsina e la finanziera non sono di assoluto rigore : perciò s'indossa al teatro, al bailo, e in altri ritrovi serali pei quali l'abito nero é di prammatica. Lo smoking, nei suo insieme, é poco dissimile da una giacca usuale a un petto; ció che lo caratterizza sono i petti o scialli molto allungati, e ricoperti di seta. Possono essere in due maniere, con risvolto a dente (fig. 444) cioé pari alie altre giacche, ovvero con collo unito, come quello della fi- gura 445. La moda e il gusto del cliente indicheranno il preferibile. I davanti dello smoking non si accavallano mai Tuno sull'altro, ma combaciano semplicemente tra loro. 328 CAPO XVI Le tasche esterne non vanno munite di finta, bensi di due piccoli e semplici bordini, in modo da unirsi tra loro, e su questi non va Sostituisce le mostré di stoífa una flanellina, sulla quale la seta che deve ricoprire tutta la mostra in lunghezza e larghezza s'adagia bene, mentre nel tempo stesso evita qualunque spessore eccessivo. La preparazione delle mostré e la loro montatura sui davanti è pre- cisa a quella delle giacche a rimesso. Se lo smoking è a dente, cioè ABITI A VITA 329 come quelle della figura 444, si possono subito terminare i davanti col farvi il rimesso, se ne riuniscono i due orli, cioè della mostra e del davanti, con punti a zig-zag (fig. 446), Se lo smoking invece e a sciallo unite (fig. 445), dopo a- verne montati i davanti, le mestre, e impuntiti i petti, si applicano i davanti sui dietro, poscia il col- letto; solo quando siansene raífi- lati i petti e il collo si mette il nastrino, e se ne termina l'orlo come il precedente. Il sopraccollo sia della mede- sima stoíía, e venga messe come gli altri colletti se le smoking e a dente; se è invece a colle unite, deve essere di flanella o stofía di spessore equivalente, e fermato con punti a zig-zag al pari della mostra. Per il resto nulla di partico- lare fino all'attacco delle sete. Terminate lo smoking, spia- natolo bene con il ferro, e tolte tutte le macchie di lucido caúsate dalla stiratura, si applicano i drap- pi o sete. S'è dette piîi sopra che la seta deve ricoprire in lunghezza e larghezza la flanella sostituente la mostra di stofla, percio, ap- pena finiti i davanti, prima an- cora di montarli sul dietro, si fa un modello che servirà per ta- Fig. 446. Preparazione dei davanti. gliare le sete. Queste avanzino tutt'intorno al modello tanto quanto basta al rimesso e al consumo che il risvolto naturalmente produce, osservando che la parte della cimosa resti sempre al contatto della fodera interna, e che i due pezzi siano tagliati nella medesima direzione, altrimenti si corre pericolo di guastare l'eleganza dello smoking, potendo sembrare il drappo 330 CAPO XVI di due qualità. Ma purtroppo sovente, per un falso spirito d'economia, non si bada a un punto di tanta importanza. Il drappo prima di venir applicato va messo a contatto d'un panno rasato e passato col ferro non troppo caldo. Tale stiratura ha doppio scope: togliere al drappo le eventuali pieghe, specie quelle di fabbrica, che talvol ta nemmeno il ferro riesce a togliere perché troppo márcate. In tal caso si guardi che non risultino in posi- zioni visibili: in seconde luego, e questo è ció che più importa, perche la seta, ora che si è an- cora in tempo, si contragga sotte il calore del ferro quel tanto che occorre, il che sarebbe certo un male se avvenisse dopo applicata. Questo punto va bene inteso e tenuto presente alia memoria, per non andar soggetti a sgradite sorprese. L/applicazione dei drappi co- stituisce la difficoltà maggiore nella confezione dello smoking. Esse deve essere applicato in modo da non distruggere il lavoro e la forma data all'abito, non ti- rare menomamente in alcun punto, e tanto meno produrre le piíi pie- cole grinze al risvolto e all'accol- latura. Fig. 447. Davanti dello Smoking a dente. Nell'imbastire poi il drappo si usi ago e seta fine, punti lun- ghi e in minor numero possibile, per evitare le imprente dei buchi che alie volte neppur il ferro riesce a far sparire. Internamente il drappo si dovrà piegare e soppuntare centro la mostra di satin, come si rileva alie lettere AB della figura 446. Alcuni lasciano il satin della mostra sfilato e lo fermano sulla me- ABITl A VITA 331 desima con punti a zig-zag, fissandovi poi sopra il drappo. Anche questo modo di agiré non è da spregiarsi, quantunque per maggior pu- litezza sia preferibile il primo. Sul lembo dello sciallo e del colletto, il drappo deve sporgere un millimetro o poco piii aííinchè non s'abbia a vedere la stoífa sottostante ; mentre dall'inizio del risvolto al basso deve aderire l'opposto ; quin- di con un soppunto leggerissimo e corto se ne termina l'applicazione. Si stira poi nel modo seguente: disteso sul banco un panno rasato, si fa combaciare su di esso il drappo, dal rove- scio del risvolto, con un cencio ben strizzato e con un ferro caldo, si sfiora appena il mede- simo in tutta la sua lunghezza e larghezza, senza però picchiare menomamente il ferro sulla stoffa; poscia, tol to ferro e cencio, mentre drappo e risvolto sono ancora caldi, con le mani si dà la forma richiesta dal petto. In fine si fanno gli occhielli che devono es- sere tre : due alla fine del risvolto, e uno sul risvolto medesimo, se lo smoking è come quello délia figura 444. I davanti si uniscono poi con il bottone gemello. Se invece si preferisce l'alamarro con l'oli- vetta (fig. 444) si fa solo l'occhiello al risvolto, quindi si attaccano alamarro e olivetta solida- mente, osservando sempre che i davanti non si accavallino. La moda suggerisce di tempo in tempo lo smoking pari a quello délia figura 447, nel quale i drappi distano dall'orlo del davanti 3-4 cm. h) Ahito a vita con falde. — L'abito a vita con falde è principalmente usato dal ceto Fig. 448. Dietro dell'abito con signorile quale abito comune, sia neU'intimità falde. delia famiglia, sia negli uflfici pubblici, come per il passeggio. Ne rappresentano le parti principali il dietro (fig. 448) di cui la parte inferiere ABCD si chiama faldina; il davanti (fig. 449), la fianchina o fianchetta (fig. 450), e la falda (fig. 451). 332 CAPO XVI Quest abito si confeziona sempre con i bordi a rimesso ed è per lo pill munito sul lato sinistre del taschino di petto. Fig. 4.49. Davanti. Le mostra si prepararlo con le medesime rególe date per la giacca; si riproduce sul satin ne! basso del davanti la piccola ripresa che può essere fermata con cucitura o puntino, ovvero semplicemente imbastita, lasciata poi libera a lavoro terminate. L'orlo esternò delia mostra si ritaglia uguale al da- vanti, eccetto nel risvolto, quindi sulla mostra e sul da- vanti si fanno due segni di raccorde {1-2 fig. 452) che devono corrispondere tra loro, e servire come piíi avanti diremo. L'apertura delia tasca interna deve essere al- quanto piîi elevata del solito, onde serva alio scope per cui si fa, essendo molto limitato il tratto che vi h dab l'apertura di tasca ordinaria alia falda. Fig. 450. Fianchetta. Accenniamo alia duplice maniera con cui si può fissare la mostra sulla tela. Preparata la tasca si cuciono i passapeli e si rivoltano, poscia si ABITI A VITA 333 Fig. 452. Lavorazione della mostia. 334 CAPO XVI passano le due impunture segnate AB (fig. 452) comprendendo in esse la parte di tasca sottostante, in modo però da potería poi cucire intorno, senza bisogno di dover disfare le impunture. E conveniente che tali impunture siano parallèle fra loro, simme- triche a quelle che verranno poi eseguite sulla parte superiore. Fig. 453. Lavorazione della mostra. Fig. 454. Come si deve tagliare la tela. Si ultima quindi la tasca come per solito, rimandando a piíi tardi il passaré i puntini sull'apertura superiore di tasca {AA fig. 433). La tela va modellata come scorgesi nella figura 434, con la parte diritta o del vivagno daH'interno in AB, il che farà sí che alia pie- gatura del risvolto non occorra piíi l'altra fodera di sostegno essendo già per diritto la tela stessa. La tela si prepara col crine, l'ovatta ecc. secondo gli ordini ricevuti, e pari alla giacca. Raffilato poi Torio esterno preciso al davanti, si riproducono anche su essa tela i due segni di raccor- do {1-2) pari al davanti e alia mostra; poscia vi si monta la mostra facendo combinare insieme i punti di raccordo ( / -2) e si passano i pun- tini, come lo indica la figura 433, cominciando dal tratto AA che termina la tasca interna. ABITl A VITA 335 Una seconda maniera di montare la mostra, e di finiré tasca e mostra pari alla giacca, quindi montare la mostra sulla tela, fer- mando poi bene internamente la mostra e la tasca, senza passarvi nessun puntino. Questo sistema è da preferirsi perché piü semplice e moderno, sempre inteso però che internamente tutto riesca ben fermato. Ai davanti, dopo fatto il taschino sinistro e la ripresa, si unisce il fianchetto, che prima di venir applicato deve essere piegato in metà, lavorato con il ferro, producen- dovi la sghembatura AB che vedesi nella figura 455. Si montano quindi i davanti sulle mostré facendo quivi pure combinare tra loro i richiami (/-2); tale montatura non ha in sé alcuna diíficoltà, precisa com'è a quella della giacca a rimesso. Si procede all'attacco del fian- chetto di fodera, hadando che aderisca a quello di stoífa senza che ne sciupi il garbo. Mercè un'imbastitura si fissa poi il davanti sulla fodera, come vedesi nella fi- gura 456; essa va data in maniera che non impedisca l'attacco di maniche al giro, l'attacco del dietro, nonche Fig. 455. Lavota- l'attacco di falda. In fine si impuntiscono i petti. zione della fianchetta. Va rettificata quindi per bene con un segno la linea del basso del busto e le si applica sul rovescio, in corrispondenza, dal punto A al B, una lista di fodera per diritto filo larga 2-3^ cm. : ció per sostenere questo tratto e impedirne lo sghembamento. E naturale che tale fodera dev'essere poi compresa fra la cucitura di falda. Da questo punto la confezione può effettuarsi in due maniere. Si fodera la falda prima che essa venga imbastita sul davanti facendo alia medesima, in tutta la sua lunghezza, una piega corrispondente alia ripresa del sottobraccio, quindi s'imbastisce la falda sul davanti dando la preferenza alia parte destra. La falda s'imbastice giusta dall'yí al B (fig. 456), un tantino lenta dal B al C per contornare bene l'anca, e quindi nuevamente giusta fino al D. Eseguita per bene la cucitura che conviene si faccia a mano, si stira senza spostare il lavoro e come si scorge nella figura 457; nel- l'aprirla col ferro si procuri che lo slargo del basso del davanti non tiri menomamente sul davanti stesso. Nella parte destra, all'esterno, fra la cucitura di falda, si è soliti praticare un piccolo taschino ; alcuni lo preferiscono all'interno anziche aH'esterno: ad ogni modo risulti ugualmente sulla cucitura di falda, dalla parte sinistra, però tra la congiunzione delle due fodere di falda 336 CAPO XVI e del basso del davanti, nel medesimo punto e nelle medesime dimen- sioni. Per la fattura è bene attenersi a quanto si disse nel capo Vlll. La moda di tempo in tempo o le particolari esigenze di alcuni clienti richiedono si facciano suU'esterno, ai lati, prossime alia congiun- zione di falda col davanti, due tasche munite di fintine. La loro aper- tura non sia mai nella congiunzione di falda col basso del davanti, ma Fig. 456. Preparazione del davanti. alquanto piîi sotto (fig. 458 AB). Si confezionano con due passapeli e quindi si ricoprono colle fintine che restaño comprese nella cucitura di falda, e che nella figura 458 risulta segnata a tratti. Altra volta invece queste tasche sono semplicemente finte, non hanno cioe che le fintine simulanti le tasche. Dall'attacco di falda del davanti fino al rotondo del basso delia medesima, aU'interno, si applica una striscia di fodera per isbieco, larga circa 9 cm. in alto (A), terminante al basso in B, come si scorge nella figura 459 ; questa fodera va soppuntata leggermente dalla parte riguardante I'orlo esterno. 11 rientramento all'orlo del davanti va eseguito come si usa per la giacca; cosí del pari il ABITl A VITA 337 collocamento del nastrino, eccetto tra il punto CD che va tenuto Heve- mente sostenuto, aííinchè Tabito aderisca bene sul corpo. Fig. 457. Stiratuia deirattacco di falda. Per la fattura del rimesso all'orlo del davanti valga quanto s'è detto in mérito alie giacche a rimesso, mentre Torio delia falda va fermato 22 — Viola e De Lucia - II Serio. 338 CAPO XVI leggermente sulla fodera sottostante. AH'interno, sulla curva della falda che e verso il dietro, accanto ai punti lenti, si fissa una striscia di fodera tagliata per isbieco, larga 2-3 cm., ripiegata su se stessa; que- sta fodera si deve tenere sostenuta in modo che il rotondo della falda in questo tratto riesca diritto, facendo assumere all'abito la forma di cui abbisogna per ben rivestire il bacino. Questo tratto poi si stira col ferro, facendone rientrare la lentezza, e procurando di mantenere la linea costantemente diritta, e quanto alia striscia di fodera essa si ferma solo dalla parte dei punti lenti con un soppunto corto e leggero, e fatto il rimesso all'orlo (fig. 460 AB) si applica la tasca che nella medesima figura 460 si scorge indicata a tratti. Diciamo ora delle tasche di falda composta ciascuna di due pezzi di fodera, possibilmente del colore dell'abito, modellati come vedesi nella figura 461. La loro lunghezza totale, dalla cucitura di falda in basso, è di cm. 38. Ci si abbassa perciò all'attaccatura di falda 2 cm. (A), da questi si fissano cm. 18 per l'apertura {B). In fondo la tasca e larga 18-20 cm. e nell'alto 10-12. Per la sua fattura si opera in questo modo : si tagliano le due parti di tasca modellate come quella della figura 461 procu- rando di lasciare a una di queste parti il vivagno sulla linea AD. Si fa quindi la cucitura dair./4 al B passando in CD e terminando in B, il tratto AB costituisce l'apertura di tasca. Ultimata in tal modo la si applica sulla falda l cm. distante dai punti lenti, come dimostra la figura 460 nella linea punteggiata. Que- sta poi deve aderire perfettamente alia lavorazione della falda e non causare difetti sulla medesima; l'imbastitura guardante Torio esterno deve essere data a qualche cm. dal medesimo. Poscia s'incatena il basso ABITI A VITA 339 del davanti, come dimostra la figura 462 per quindi rimettere la federa Fig. 459. Lavorazione del davanti. alla distanza di 1 cm. dal limite e una cucitura sopra l'incatenatura, tralasciando però un tratto di 4 o 5 cm. tra la fianchina al dietro, fiance da sistemarsi seltante dope l'attacce del dietre. Prima d'ince- 340 CAPO XVI minciare la fattura del dietro è necessario imbastire provvisoriamente Fig. 460. Lavorazione del punto AB dalla falda. la parte destra sul fianchetto relativo, per precisare il punto d'arrivo del dietro sul fianchetto. Perciò messi pari i punti lenti alia punta del fianchetto fig. 463) nonchè il richiamo s'incomincia a imbastire ABITI A VITA 341